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agosto 06, 2014

La coltivazione del faggio a bonsai è particolarmente indicata, soprattutto nello stile a bosco.

Di indubbia grande antichità geologica, il Faggio, appartenente alla famiglia delle Fagaceae, è diffuso con solo una decine di specie nell’emisfero nord, nell'Europa centrale e meridionale-montuosa, nel Caucaso e nell'Asia Occidentale; nell'emisfero sud appare invece in forma diversa, ovvero come Nothofagus.

 

Il rinvenimento di alcuni relitti archeologici ha portato i botanici a formulare l'ipotesi che, le sue poche specie, si siano assoggettate nell'antichità ad una corrente migratoria che, originandosi dall'Inghilterra, si è poi spostata verso il Sud, dove il Faggio avrebbe trovato migliori condizioni ambientali, stabilendosi nelle regioni sud-orientali europee e dando luogo alle Faggete, in un ambiente strettamente montano ad altitudine compresa tra gli 800 e i 1000 metri, appena superato il limite dei Castagneti e dei Querceti.

faggio 

Morfologicamente, si tratta di un albero robusto a chioma arrotondata, quando esemplare singolo, delicato e slanciato quando fa parte di boschi, dove può raggiungere i 30-40 metri di altezza.

 

Presenta foglie isolate, semplici, alterne di forma ovale, con dimensioni dai 4 ai 9 cm, di colore verde chiaro che tendono a scurirsi con la maturazione. In inverno la foglia si secca, ma non cade, rimanendo attaccata ai rami fino alla primavera, quando spunta la nuova vegetazione. Generalmente il tronco presenta una corteccia liscia, mentre il colore che varia a seconda della specie, può essere cenere, marrone o bianco.

 

È una pianta monoica, con fiori unisessuati; i fiori femminili sono appiattiti, raccolti in un involucro a quattro lobi, irto di punte molli e pelose; i fiori maschili sono invece formati da un calice a cinque divisioni ineguali, contenente da dieci a venti stami a filamenti allungati ed un ovario rudimentale. Ciascuno di questi fiori femminili produce un solo frutto detto "faggiola" (raramente due), caratterizzato da due lucide noci, allungate e di forma triangolare i cui semi sono commestibili e molto nutrienti poiché contengono il 43% di sostanze oleose: proprio per questo, il suo nome deriva dal latino "phago" che significa mangiare.

 

La fioritura si manifesta solo sugli alberi di età media in aprile/maggio, maturando i frutti alla fine dell’estate. Nel nostro Paese i Faggi assumono una straordinaria forma e un aspetto particolarmente suggestivo in autunno, quando le fronde si tingono di rosso e di giallo. Il loro habitat ideale corrisponde alle Alpi Orientali, Giulie, e all’altipiano di Tarnova, dove si sviluppano in boschi.

 

Il bonsai.

Un aspetto fondamentale che deve possedere una pianta per poter essere coltivata come bonsai riguarda l'adattabilità che ha il suo apparato radicale alla vita in vaso o su lastra. Il Faggio si adatta perfettamente a questa collocazione, producendo radici anche in poco terreno: per questo motivo, la sua coltivazione a bonsai è particolarmente indicata, soprattutto nello stile a bosco. Possiede un bel tronco e la capacità di produrre una buona ramificazione.

 

Nonostante la sua foglia sia leggermente grande, si può ridurre attraverso una buona esposizione al sole, defogliazioni parziali e concimazioni adeguate. Il Faggio è molto apprezzato per le sue splendide variazioni di colore nelle varie stagioni, che lo rendono interessante in qualsiasi periodo dell'anno. Le specie più utilizzate nella coltivazione a bonsai sono il Fagus crenata e il Fagus sylvatica.

 

Esposizione.

La collocazione di questa specie è all’esterno, prendendo però le dovute precauzioni, in considerazione del fatto che non sopporta eccessi di caldo, freddo e secchezza. È particolarmente sensibile ai geli primaverili tardivi, alle forti insolazioni e alla secchezza dell'aria, specialmente in estate. L'esposizione ideale è a nord, nord-est o nord-ovest. Se proprio non è possibile evitare una collocazione a sud, occorre per lo meno garantire all’albero una buona protezione nelle ore più calde della giornata.

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Annaffiatura.

Si annaffia ogni qualvolta il terreno risulta asciutto al tatto. A partire dalla fine di luglio-inizio di agosto, quando le nuove gemme sono formate, si riduce l'annaffiatura del terreno, assicurando però una costante umidità alle foglie, attraverso la nebulizzazione. In questo modo si riesce a controllare l'eccessiva crescita delle foglie, che altrimenti risulterebbero poco adeguate alla coltivazione a bonsai.

 

Terreno.

Terra composta da: per piante in formazione, 1/3 di akadama, 1/3 di pozzolana, 1/3 di sabbia di fiume; per piante già formate, 2/3 di akadama e 1/3 di sabbia di fiume. Nella formazione dei boschi è consigliabile utilizzare solo akadama.

 

Rinvaso.

L’epoca migliore per effettuare il trapianto è a fine estate o inizio autunno, anche se la pianta ha ancora tutte le foglie verdi, poiché in questo periodo le gemme, essendo già perfettamente formate, garantiscono un'ulteriore crescita delle radici prima del sopraggiungere dell'inverno. Una buona alternativa è l'inizio della primavera, appena prima del risveglio vegetativo.

 

Una qualità molto apprezzata nei Faggi è quella di radicare soprattutto vicino ai tagli di radici grosse, il cui callo favorisce la crescita di numerose radici fini. Bisogna però avere l'accortezza di coprire le ferite con mastice cicatrizzante in modo da evitare marciume e il manifestarsi di altre malattie. Quando si rinvasano bonsai già formati, si mantiene da 1/2 a 2/3 del ceppo originale. La frequenza con cui si consiglia di trapiantare varia a seconda che si tratti di piante giovani, per cui si effettua annualmente o al massimo ogni due anni, oppure di bonsai già formati, per i quali è indicato intervenire ogni due o tre anni.

 

Potatura.

La potatura dei rametti, allo scopo di migliorare la silhouette del bonsai, si può effettuare in autunno o in primavera, prima del risveglio vegetativo. Occorre mantenere una struttura dei rami primari, di poche unità, ma ben distribuita, facendo in modo, col tempo, di aumentarne la qualità: tanti rametti sottili che si dipartono da una struttura ben delineata. Si consiglia di evitare la potatura dei rami di grandi dimensioni, poiché la loro cicatrizzazione dà luogo ad ingrossamenti poco gradevoli. Considerando che questa specie tende a formare nuove gemme vicino al callo dei tagli, vegetando senza problemi anche da legno vecchio, se indispensabile, si possono effettuare potature drastiche. Essendo il Faggio, un albero a foglie alterne, prima di procedere al taglio bisogna decidere dove dirigere il futuro ramo, lasciando come ultima gemma quella che cresce nella direzione desiderata.

 

Pinzatura.

La pinzatura sui germogli del Faggio va effettuata quando risultano ben evidenti sei o quattro foglioline per germoglio, lasciandone solo due o tre. Per la cimatura è meglio utilizzare le dita o le pinze adeguate, poiché la nuova vegetazione è molto tenera. Normalmente i Faggi vegetano una volta sola, in primavera, per questo motivo hanno bisogno di una pinzatura unica durante l'anno, anche se con l'avanzare della stagione ne è necessaria una ulteriore, più leggera, per delineare meglio i palchi e la silhouette della pianta. Alla fine dell’estate, quando tutte le gemme saranno formate, se ne attua una selezione, eliminando tutte quelle che produrrebbero nuovi rami non necessari alla formazione a bonsai. Durante la primavera, allo scopo di equilibrare la forza di crescita, vanno eliminate anche le gemme più grosse all'apice dei rami.

 

Avvolgimento.

Per questa specie non è consigliato: si modella principalmente con le potature.

 

Concimazione.

Da aprile all'inizio di luglio, somministrare ogni 15 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan insieme al Concime Stimolante Bonsan, oppure, una volta al mese, Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro più il Concime Stimolante Bonsan. Dalla fine di agosto ad ottobre fertilizzare ogni 15 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan o con Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro.

 

Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro; 3-4 volte all'anno è opportuno intervenire anche con la Soluzione Curativa Minerale Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

 

Patologie.

Questa specie non è particolarmente soggetta a malattie, le quali, nella maggior parte dei casi, sono dovute ad un'inadeguata esposizione o ad un errato mantenimento. In alberi raccolti in natura possono essere presenti parassiti, larve di coleottero, che scavando gallerie nei rami, li fanno seccare. Nella pagina inferiore delle foglie arricciate, si possono trovare dei piccoli bruchi bianchi, che causano l'insorgere di bolle, a forma conica, verde-rossastre. Un buon sistema per evitare il proliferare di questi parassiti è la nebulizzazione con insetticida sistemico, tenendo costantemente sotto controllo i risultati. Se sulle foglie sono invece visibili macchie regolari, probabilmente è in corso un attacco di funghi.

 

Quello più comune è l'oidio, che si manifesta come una polvere biancastra sulla pagina superiore delle foglie e si genera soprattutto a causa di cattiva ventilazione e scarsità di luce. Il modo migliore, quindi, per combattere infezioni e parassiti è garantire un'adeguata esposizione: come succede anche in natura vengono attaccati dalle malattie soprattutto gli alberi che sono già debilitati e le cause oltre all'esposizione, possono essere un terreno inadeguato o un mantenimento sbagliato.

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A proposito dell'autore: Fausto Baccino

Un bonsai non è semplicemente una pianta. È una filosofia, un simbolo d’armonica condivisione con la natura. È un essere vivente sul quale vanno riversate tante attenzioni. Alcuni ritengono che per curarne uno sia necessario essere sereni con se stessi, in armonia con la natura.

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