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giugno 15, 2013

Creare un bonsai da una pianta comune.

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Intanto scegliamo una pianta adatta, qui’ una lista di piante che si prestano in modo facile a diventare bonsai:


azalea,cipresso,melograno,ficus,bosso,acero.


per i principianti e’ meglio scegliere le piante sopra elencate che sono meno delicate e facili da gestire.

 

Consiglio di scegliere gia’ piante formate, comprate in vivaio.

Scegliete con cura la pianta e scegliete piante non piu’ alte di 30 centimetri.

  • Procuriamoci un vaso da bonsai rettangolare,scegliendolo con questo metod

  • o:
    misuriamo la pianta dalla base del tronco alla cima della chioma e divididiamo per due.
    esempio : pianta alta 30 cm. scegliamo un vaso non piu’ largo di 15 cm.
    l’ altezza del vaso deve essere al massimo 10 cm.

  • Fondamentale e la scelta del terriccio per il nostro futuro bonsai.
    in base alla pianta scelta usiamo un terriccio adatto.
    nel caso di un azalea sceglieremo un terriccio alcalino.
    per un ficus un terriccio universale aggiungendo una manciata di sabbia.
    comunque chiedete al vivaista al momento dell’ acquisto della pianta il terriccio migliore, oppure contattatemi e vi aiutero’ io.

  • Togliamo la pianta acquistata dal vaso.
    cerchiamo di togliere un po’ di terra dalle radici in modo delicato senza strapparle.
    con un paio di forbici, tagliamo le radici di un terzo.
    fatto questo, cerchiamo di togliere quanta piu’ terra possibile dalle radici gia’ tagliate,mettendo la pianta dalla parte delle radici sotto l’ acqua corrente.

  • Mettiamo un piccolo strato di circa 4cm. di terriccio sul fondo del nostro vaso.
    appoggiamo la nostra pianta nel vaso.
    copriamo le radici con il restante terriccio fino a raggiungere il bordo del vaso.
    io consiglio di aggiungere qualche piccolo sassolino nel terriccio in modo da creare un drenaggio per l’ acqua in eccesso.

  • Ora passiamo alla potatura.
    eliminare i rami che tendono verso l’ esterno, cercando di dare una forma regolare in base ai nostri gusti.
    sfoltire la parte interna della chioma dai piccoli rametti.
    la sfoltirura interna permettera’ alla luce di penetrare meglio tra i rami.
    fate questo lavoro con cura.

  • Ora cerchiamo di “abbassare” la nostra pianta.
    tagliamo con cura la parte alta della chioma ramo per ramo.
    taglio max 5-6 cm.
    rendendo la pianta armonica, in base ai nostri gusti.

  • Prendiamo del filo d’ acciaio sottile,(lo trovate dal ferramenta).
    il filo di ferro deve essere sottile in modo da poterlo piegare facilmente.
    partendo dal tronco della nostra pianta iniziamo a “ingabbiare” la nostra pianta, mettendo il filo d’ acciaio a spirale.
    arrivati alle diramazioni,ingabbiamo i rami pricipali(i piu’ spessi).

  • Ora possiamo piegare con delicatezza e cura, i nostri rami, nella forma desiderata.
    senza forzare troppo, rischiando di spezzare i rami.
    una volta creata la forma,togliamo ancora qualche foglia nella parte interna della chioma per far filtrare piu’ luce possibile.

  • Annaffiamo il nostro terriccio inzuppando per bene il terriccio, e lasciando “sgocciolare” l’ acqua in eccesso ( mettete il vaso nella vasca da bagno e lasciatelo sgoggliore per 30 minuti).

  • Mettiamo il nostro bonsai in un luogo luminoso,lontano dalle correnti d’ aria,e non accanto aal termosifone.
    innaffiamo una volta alla settimana.
    concimiamo il terriccio con un concime liquido una volta ogni 45 giorni.
    man mano che vedete le foglie o i rami crescere a dismisura, potate con cura senza esagerare con i tagli.
    in primavera / estate , potete mettere il vostro bonsai anche all’ esterno ma non sotto il sole diretto.

  • Dopo circa 3 mesi, togliete il filo d’ acciaio.
    vedrete che finalmente i rami avranno preso la forma desiderata.
    quando vedete che le radici crescono a dismisura uscendo dal vaso,cercate di fare una leggera sfoltitura dell’ apparato radicale, tagliando delicatamente le radici piu’ sottili, senza esagerare.
    rinvasate il vostro bonsai una volta all’ anno scegliendo un vaso di un centimetro piu’ alto e piu’ largo per ogni anno.

  • Bene….avete creato il vostro primo bonsai.
    vi ricordo che in commercio ci sono terricci e concimi specifici per la pianta da voi scelta,e per piante bonsai.

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    giugno 14, 2013

    Le azalee sempreverdi del Lago Maggiore.

    AzaleaJaponica_02Arbusto d’origine orientale, adattatosi ai nostri climi sin dall’Ottocento, possiede oggi una vastissima offerta varietale, composta da differenti specie, da vecchie cultivar del lago e da recenti ibridi belgi ed americani.

    E’ una pianta rustica, molto longeva, ed il suo apparato radicale ridotto è ideale per la coltivazione in vaso, ma splendida per la formazione di macchie policrome nei parchi e giardini.

    La produzione interessa arbusti accestiti, compatti e molto fioriferi, con una gamma cromatica assai ampia ed una miriade di variazioni intermedie, composte anche da variegature e marginature dei petali.

    La forma d’allevamento classica a globo compatto ed accestito varia anche con esemplari coltivati a forma di piramide o di alberello. L’epoca della fioritura dipende dalle zone climatiche: il periodo più abbondante è tra aprile e maggio. Esistono varietà precoci  che possono fiorire, in casa, anche durante il periodo invernale.
     
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    giugno 13, 2013

    2050 immagini nella Galleria del Bonsai Empire.

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    giugno 12, 2013

    Lo spirito del bonsai.

    bonsai spiritoE' stato intorno al 1960 che, in tutto il mondo, si e' cominciato a sentire una nuova parola: Naturalmente pochi appassionati la conoscevano da prima ma, per i piu', queste piante erano note come piante nane, piante in vaso o piante in miniatura.

    Per l'Expo di Osaka, nel 1970, fu allestita una eccezionale mostra; io credo che questa sia stata l'occasione che ha fatto conoscere i Bonsai e la parola Bonsai non solo ai molti visitatori stranieri ma in tutto il mondo.

    Sia in occasione dell'Expo che in seguito, sono state poste alcune domande: qual e' la definizione del Bonsai? Quale differenza c'e' tra il Bonsai e l'Hachiue o pianta in vaso? Le risposte non sono semplici. Io do, generalmente, la seguente definizione: il Bonsai e' una pianta vivente collocata in un vaso, su roccia o su pietra dove puo' vivere in maniera semi-permanente.

    Esso non ha solo la naturale bellezza di quella particolare pianta, ma il suo aspetto riporta alla mente qualcosa di piu' che non la pianta in se stessa. Potrebbe essere una scena, una foresta o una parte di essa, un maestoso albero solitario, un paesaggio marino o un lago, un fiume, un ruscello o uno stagno. E' possibile che la sua visione riporti alla mente il vento che passa fra i rami e stormisce le fronde.
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    Lo scopo principale del Bonsai in Giappone e' di ricreare una scena naturale in vaso, usando le piante come materiale principale. Se voi, invece, guardate un Hachiue vedrete solo la "graziosita' della pianta o dei suoi fiori", esso non vi dara' nessun altra particolare sensazione. E', comunque, possibile trasformare l'Hachiue in un Bonsai usando quelle che noi chiamiamo "tecniche Bonsai". Con le tecniche per l'Yoseue (boschetto) o quelle del Ne-Tsuranari (boschetto a radici connesse) noi possiamo far si' che la scena del vaso sia simile a una foresta o a una parte di essa. Lo stile Shakan (obliquo) vi fara' sentire il vento che soffia, mentre lo stile Kengai (cascata) vi ricordera' un inaccessibile picco di montagna.

    Un'altra domanda e': si deve aggiungere piante erbacee o altro materiale al Bonsai? Ci sono molte persone che credono che piante erbacee, muschi o pietre siano un complemento indispensabile al Bonsai. Poiche' esse servono a mettere in risalto l'aspetto della pianta, io sono, in un certo modo, d'accordo, ma non direi che ogni specie di pianta erbacea possa essere usata; qualcuna certamente si' e, qualche volta, questo aiuta a completare la bellezza di un Bonsai.

    Ci sono certe specie di piante o muschi che possono ricordare un prato erboso e pietre o rocce che rammentano una cascata o un ruscello mormorante. Al limite, io credo che si possano usare con i Bonsai perfino giacinti o tulipani. Ai primi anni del 1950 era comune vedere, nel mio paese, Bonsai di banano non piu' alti di una venticinquina di centimetri: adesso sono scomparsi, in qualche modo mi sento dispiaciuto di non vederne piu'.
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    Lo spirito del bonsai.
    Ho scritto finora delle concezioni generali sul mondo del Bonsai giapponese e, sono certo, che queste idee vi siano gia' familiari. Procedero' adesso ancor piu' avanti e ancora piu' a fondo nell'argomento.

    L'arte del Bonsai si e' sviluppata in Giappone, un paese dove ci sono quattro stagioni, acqua e aria pulita, un paese con 1500 anni di storia e di antiche e solide tradizioni e costumi. Fra queste cose l'arte del Bonsai si e sviluppata e cresciuta fino ad essere quello che e' oggi. Non credo che il Bonsai avrebbe potuto svilupparsi in zone tropicali, glaciali o desertiche. L'associazione del Bonsai con i cambiamenti di stagione, le montagne, le vallate, i fiumi, i laghi, le tempeste, le brezze, la pioggia, la neve, il gelo e con altri fenomeni naturali e' piu' importante di quanto si possa immaginare. Il Giappone e' uno dei pochi, fortunati paesi che hanno tutto questo.

    Il Bonsai non dovrebbe essere solo l'abbozzo o una prolissa ripetizione tridimensionale di una fotografia. Se e' giusto usare la natura come soggetto, lo scopo finale dovrebbe essere qualcosa che e' stata studiata e rifinita nella vostra mente prima di cominciare a crearla. Solo in questo caso potrete chiamarla arte.
      
    In Giappone, per esempio,  abbiamo il teatro tradizionale "Noh" o la danza classica giapponese che sono la sintesi tridimensionale di musica e storia. Voi, in occidente, avete il balletto. Se il balletto puo' essere definito come una fusione, come l'unione della sensibilita' umana e l'arte, cosi` il Bonsai puo` essere definito l’uomo della natura con l’arte. 

    Il teatro "Noh" o il balletto si esprimono e si concludono in un tempo relativamente breve. La crescita e lo sviluppo del sono cosi' lenti che a malapena si possono notare. L'obiettivo del Bonsai e' di simulare quanto avviene in natura, e la natura esprime la sua eternita' con lenti, lentissimi cambiamenti. Il Bonsai dimostra il lento procedere della natura.
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    Quando sentirete questo, quando la vostra comprensione del Bonsai arrivera' cosi' lontano, allora non potrete fare a meno d'entrare nel mondo del "Wabi" o "Sabi". E' impresa ardua, quasi impossibile, cercare di spiegare il significato di questi termini perche' essi sono stati coniati per descrivere sentimenti creati, e attualmente sentiti, solo dai giapponesi, sentimenti maturati in un lento processo di generazioni. Essi erano sconosciuti agli occidentali fino a poco tempo fa.

    Wabi e' uno strato della mente o un luogo o l'atmosfera di una cerimonia del te' o un Haiku (breve pensiero poetico tipicamente giapponese N.d.T.). E' un sentimento di semplicia', di calma, di dignita'.

    Sabi e' un sentimento di pace interiore, di semplicita' che proviene da qualcosa antico usato e riusato in cui e' visibile, assieme al trascorrere del tempo, il tocco degli uomini che lo hanno creato o posseduto.

    Pensate per un momento, di essere seduti in un angolo del Ryoanji - il famoso giardino di pietra a Kyoto - e' una serata nebbiosa del tardo autunno, state guardando il giardino, poi chiudete gli occhi e sgombrate la mente. In quel momento non c'e' alcun pensiero nella vostra mente, e' vuota ... eppure il vostro cuore e la vostra mente si riempiono di un sentimento d'appagamento, di serenati'. Questo e' Wabi.

    Credo fermamente che l'obiettivo finale nel creare un Bonsai sia la ricerca del sentimento di Wabi o Sabi, questo dovrebbe essere lo scopo ultimo dell'arte del Bonsai. Non ho conoscenze sufficienti per spiegare l'essenza della filosofia sia ricercare la verita', la virtu' e la bellezza. Tutte cose altrettanto importanti anche per il Bonsai.
    Il sentimento Wabi o Sabi e' qualcosa di quasi stoico che si rifa' al buddismo Zen. Non sono sentimenti facili, provengono da una disciplina calma ma severa, questi sentimenti sono comuni alle persone molto religiose e fra quelle che creano Bonsai. Credo di poterlo spiegare dicendo che questi sentimenti sono fondamentalmente amore. Amore per le piante, amore per gli esseri umani.
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    Non solamente tecnica.
    Bene, ritorniamo alla realta'. Il Bonsai e' un'arte strana con cui si puo' creare sensazioni di realta' e naturalezza attraverso le manipolazioni, per un lungo periodo di tempo, di alberi, pietre, rocce e vasi. Ogni Bonsai e' un originale di cui non esiste la copia, la sua creazione non potra' mai essere considerata finita, essa andra' avanti per sempre.

    L'arte del Bonsai non si puo' insegnare completamente con tecniche esatte come, per esempio, avviene con l'Ikebana o arte di comporre i fiori. Questo perche' noi dobbiamo cercare, prima di tutto, di proteggere la vita della pianta.

    Limitare il Bonsai con una tecnica o stile significa ignorare la fisiologia delle piante. Se tentate di forzare con un vostro particolare disegno la pianta, senza considerare la sua natura, questa potra' anche morire. Questo perche la fisiologia della pianta e' limitata e voi dovrete conoscere questi limiti e averli presenti quando create il vostro Bonsai.

    A parte alcuni alberi che si trovano nelle campagne o nelle foreste, i Bonsai sono, io credo, le cose viventi piu' vecchie, cose che voi aiutate a vivere curandole con amore, esse dividono con voi le vostre gioie e le vostre pene. Si dice che la vita di un ciliegio selvatico sia, in natura, di circa 120 anni, ma non e' cosa rara vedere queste piante ancora piu' vecchie come Bonsai. E' come un sentimento religioso che si prova curando e amando un Bonsai che ' molto piu' vecchio di noi stessi.

    In Giappone e in Cina esiste quella che è chiamata l'arte della calligrafia. Ci sono tre modi basilari di scrivere Kanji (ideogrammi) proprio come gli occidentali hanno due modi principali di scrittura: le maiuscole e le minuscole; credo che si possa applicare le stesse variazioni al Bonsai. Quando vorrete ricreare uno scenario naturale, potrete usare sia le maiuscole che le minuscole, perche lo scopo basilare rimarra' lo stesso, cambiera' solo il modo di raggiungere lo scopo.

    Fortunatamente c'e' una copia esatta del giardino di pietra Ryoanji al Brooklyn Botanic Garden. Quelli che non hanno visto l'originale di Kyoto, se hanno la possibilita' di visitare questa copia a New York, lo facciano. Non dovete far altro che sedervi e aspettare, se siete stanchi chiudete gli occhi. Sono certo che questa esperienza vi aiutera' a capire piu' e meglio il Bonsai.
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    I nostri piu` sentiti ringraziament alla sig.ra Elizabeth Scholtz, direttrice del Brooklin Botanic Garden di New York, per aver permesso la traduzione e la publicazione di questo importante testo. Grazie anche al Sig.Mike Myano di Los Angeles che ha curato la traduzione del giapponese all’inglese. Traduzione dall’inglese di Gian Franco Giorgi.
      
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    giugno 11, 2013

    Tavola per bonsai.

    tavola per bonsai TKrokkakuk1. Shoky(Joku): tavolini
    Shoku:( oppure Joku) e' un supporto di legno che viene' utilizzato per mostrare vasi di fiori o statue di Buddha all'interno delle case o nei monasteri ecc.
    Oggi viene utilzzato tradizionalmente come supporto al bonsai per cui ne esistono diversi tipi adatti ai diversi stili bonsai.
    Generalmente, nelle case, vengono disposti i bonsai e le composizioni di erbe(Kusamono: ) sullo stesso Shoku per cui e' indispensabile studiare quale supporto si adatta meglio alla composizione che si intende fare.
    L'armonia e' infatti data dal corretto accostamento Shoku, Hachi(vaso) e stile bonsai. Si possono trovare diversi tipi di Shoku denominati:
    1.1 La forma di shoku
      • Koushoku[ko~shoku]:




    Support molto alto.
    "Kou[ko~]: " significa alto

      • Tsukue_joku:(oppure Chujoku):




    Simile alla tradizionale tavola giapponese.
    Da ricordare che in Giappone si usa sedersi sul Tatami(stuoia).
    "Tsukue:" significa tavola.


      • Chu_joku:




    supporto di altezza media.
    "Chu:" significa medio.

      • Hira_joku:





    La forma e' la stessa del Tsukuejoku ma le gambe sono molto corte.
    "Hira:" significa piatto.


      • Ji_ita:




    E' un vassoio di legno naturale ottenuto tagliando una fetta di un vecchio tronco d'albero.
    "Ji:" significa naturale.
    "Ita:" significa legno tagliato oppure asse.
    Nota:
    Shoku puo essere scritto ed anche pronunciato' "Joku".

    1.2 Il materiale
    Il materiale utilizzato per la fabbricazione dei supporti e' il legno sia originario del Giappone che importato.

    Il legno giapponese e' molto tenero per cui non e' molto adatto per la fabbricazione dei supporti ed inoltre si deforma abbastanza presto per cui non puo' essere utilizzato per lungo tempo come supporto bonsai.

    Normalmente il legno piu' utilizzato e' quello d'importazione. I tipi di legno piu' comuni sono Shitan ed il Karin.

    Dalla seconda meta' del ventesimo secolo sono stati prodotti diversi tipi di Shoku per l'arte bonsai.

    Esistono anche Shoku ottenuti da alberi morti da anni come fossilizzati. Le radici della pianta vengono messe a nudo e poi viene tagliato il tronco appena sopra il colletto ottenendo cosi' un supporto naturale che poggia sulle radici ormai secche e lignificate.
    Anche per questi tipi di supporto esiste la suddivisione in::

          • Kou_shoku
          • Chu_joku
          • Hira_joku




    L'ultima tipo di Shoku e' quello denominato "Ten nen bori shoku:" che viene ottenuto mediante una accurata lavorazione che lo fa assomigliare a quelli presi in natura.

    La produzione di Shoku e' in continua evoluzione per soddisfare la richiesta dei bonsaisti i quali tendono ad acquistare supporti di diverso formato o colore per creare armonia ed accostameni sempre nuovi.

    Nota:
    "Tennen:" significa naturale.
    "Bori(horu):" significa scolpire.
    "Shi_tan:"
    E'il legno prodotto da due pianta originarie della India: il Sandalum Album ed il pterocarpus antalinus. Queste due piante hanno legno di colore bianco o rosso. Il legno bianco e' denominato "Byakudan" ed e' anche molto profumato mentre quello rosso e' denominato appunto "Shitan"
    
    "Karin":
    E' il legno che si ottiene dal Cotogno cinese(Chaenomeles sinensis o Pseudocydonia Sinensis)

    Tenen bori shoku:

    1.3 Il charattteristiche di shoku
    Tsukue joku:
    . Sangi tsukue joku:
    Con bordi a forma di steccato.
    "Sangi:" significa steccato.
    . naka_sukashi_tsukue_ joku:
    Con bordi e gambe profilati e vuoti dentro.
    "Naka: " significa centro.
    "Sukashi: " significa trasparente.
     
    . tenpai shoku:
    La forma e' e' quella della tavola di prghiera.
    "Tenpai:" significa "preghiera".
    .tsukue joku [ikkansai utsushi]: ( )
    Disegnato da Ikkansai.
    "Ikkansai:" significa nome della persona.
    . nekoashi tsukue joku:
    La forma delle gambe ricorda la zampa di un gatto.
    "Neko: " significa gatto.
    "Ashi: " significa zampa.
    . sukashi bori tsukue joku:
    Con bordi traforati e decorati.
    Sukashi bori tenpai joku:
    . takefushi tsukue joku:
    Il support e' interamente in bambu' o a foggia di bambu'.
    "Take:" significa bambu'.
    "Fushi:" significa nodo.
    Koh shoku:
    . Rokkaku(esagonale)kou shoku:
    La forma e' esagonale.

    @
    Hira joku:
    . machiashi shoku:
    I piedini del tavolo hanno angoli tondeggiati e forma a uncino.
    Maru joku:
    La forma e' rottonda.
    Kazari dana per shohin Bonsai:
    .Shohin kazari dana(tana):
    Mobiletto a piu' ripiani per esposizione di piccolo bonsai(shohin bonsai).
    Takesunoko:
    Tavola di bambu' intrecciato.
    Usa come Jiita per Kusamono(erbaccio).
      
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