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gennaio 12, 2014

Il meglio di Hobby Bonsai nel mese di Dicembre 2013: i 10 articoli più cliccati.

1.- Appare evidente che l’interesse bonsaistico rivolto alla camelia sia legato soprattutto alla sua spettacolare fioritura.

Appare evidente che l’interesse bonsaistico rivolto alla camelia sia legato soprattutto alla sua spettacolare fioritura.

Controversa ed incerta è l’etimologia di questo splendido albero sempreverde appartenente alla famiglia delle Theaceae, che cresce spontaneo in Corea e Giappone. Alcuni sostengono che la parola Camellia sia stata coniata in onore del gesuita italiano Padre Camelli, l’artefice pare della sua introduzione in Europa nella prima metà del XVIII secolo, mentre altri attribuiscono la sua denominazione

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2.- I bonsai di Bosso più pregiati sono quelli provenienti dall'isola di Formosa.

I bonsai di  Bosso più pregiati sono quelli provenienti dall'isola di Formosa.

Appartiene alla famiglia delle Buxaceae ed è originario dell’Estremo Oriente e delle coste mediterranee. Si tratta di un arbusto decorativo con ampia ramificazione sempreverde, utilizzato per siepi e bordure nei giardini. Nella varietà harlandii raggiunge anche i 12-13 metri di altezza. Di questa essenza ne esiste una varietà nana, ideale per l’educazione a bonsai d’interno. Grazie alle foglie

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3.- Il Bambù viene normalmente impiegato per bonsai piccoli o medi.

Il Bambù viene normalmente impiegato per bonsai piccoli o medi.

Specie originaria dell’Estremo Oriente, soprattutto Cina e Giappone, ultimamente si è diffusa in tutto il mondo. Le canne forti ed eleganti, presentano lunghe lame lanceolate che esibiscono foglie verde tenero. Molto spesso viene posta in giardino poiché, grazie alle sue particolari caratteristiche, riesce a creare una tipica e suggestiva atmosfera orientale.   Il bonsai. Viene normalmente

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4.- L’acero palmato è particolarmente apprezzato per le sue continue e spettacolari trasformazioni.

L’acero palmato è particolarmente apprezzato per le sue continue e spettacolari trasformazioni.

Le Aceraceae sono una piccola famiglia caratterizzata da un centinaio di specie arboree ed arbustive. Ampiamente distribuite nelle regioni temperate dell'emisfero boreale, sono per la maggior parte a foglia caduca. Sebbene molte presentino foglie palmate, esse possono essere semplici e caduche o composte addirittura da 15 lobi. Anche il tessuto della corteccia è piuttosto vario. I fiori sono

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5.- Le foglie del Kaede (acero tridente) richiamano le zampe palmate di un rospo.

Le foglie del Kaede (acero tridente) richiamano le zampe palmate di un rospo.

Le Aceraceae sono una piccola famiglia caratterizzata da un centinaio di specie arboree ed arbustive. Ampiamente distribuite nelle regioni temperate dell'emisfero boreale, sono per la maggior parte a foglia caduca. Sebbene molte presentino foglie palmate, esse possono essere semplici e caduche o composte addirittura da 15 lobi.   Anche il tessuto della corteccia è piuttosto vario. I fiori sono

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6.- Come creare un mame da una talea di Olmo cinese (5a e ultima parte)

Come creare un mame da una talea di Olmo cinese (5a e ultima parte)

Quest'ultima foto mi dà l'occasione di sottolineare che, mentre un bonsai è in costruzione, può non avere la forma e le proporzioni del disegno finito. Dovendo per esempio lasciar allungare i nuovi rametti, è normale che la chioma risulti in breve tempo sovradimensionata e disordinata, ma questo non è un problema, non bisogna avere fretta di vedere subito il nostro alberello delle dimensioni

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7.- Come creare un mame da una talea di Olmo cinese (4a parte).

Come creare un mame da una talea di Olmo cinese (4a parte).

Per via dell'inverno non troppo rigido, insieme probabilmente a un lieve eccesso di concimazione, la piantina ha tenuto le foglie anche d'inverno invece di spogliarsi come gli anni scorsi. E' rimasta comunque immobile fino a fine Febbraio, quando hanno cominciato a gonfiarsi le gemme, per cui ho deciso di intervenire e rinvasare. Prima di tutto ho potato il lungo ramo di sacrificio (anche se

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8.- Il meglio di Hobby Bonsai nel mese di Settembre 2013: i 10 articoli più cliccati.

Il meglio di Hobby Bonsai nel mese di Settembre 2013: i 10 articoli più cliccati.

Sono rimasto molto sorpreso delle statistiche che mi ha presentato il mese di settembre scorso.   In tutta sincerità mi sarei aspettato molto di più da Come creare un mame da una talea di Olmo cinese (1a parte, 2da parte y 3a parte).   Non mi ha invece sorpreso l’articolo legato a un classico del bonsai:La potatura serve per dare al bonsai la forma desiderata. Un articolo che è la prova di

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9.- Come creare un mame da una talea di Olmo cinese (3a parte).

Come creare un mame da una talea di Olmo cinese (3a parte).

Come si nota, la piantina ha già acquistato il suo carattere e l'impronta del futuro disegno è già evidente, anche se sono presenti solo il primo e il secondo ramo principale: le ramificazioni successive (terzo ramo, quarto ecc) si dovranno necessariamente creare in un secondo momento, perchè dovranno essere di diametro sempre più piccolo man mano che si sale verso l'apice. Il discorso è

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10.- Come creare un mame da una talea di Olmo cinese (2a parte).

Come creare un mame da una talea di Olmo cinese (2a parte).

Subito dopo ho potato anche le radici, che si erano sviluppate molto.   Purtroppo, come si nota anche in foto, ho trovato alla base della pianta tre radici principali un po' troppo grosse, ma l'olmo tende a fare queste radici cicciotte, quasi tuberose: con i prossimi interventi cercherò di eliminare le radici grosse e sostituirle con più radici ma più piccole, ma per questa volta le ho solo

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Appare evidente che l’interesse bonsaistico rivolto alla camelia sia legato soprattutto alla sua spettacolare fioritura.

Controversa ed incerta è l’etimologia di questo splendido albero sempreverde appartenente alla famiglia delle Theaceae, che cresce spontaneo in Corea e Giappone. Alcuni sostengono che la parola Camellia sia stata coniata in onore del gesuita italiano Padre Camelli, l’artefice pare della sua introduzione in Europa nella prima metà del XVIII secolo, mentre altri attribuiscono la sua denominazione ad un certo Giorgio Giuseppe Kamel, anch’egli gesuita, che l’avrebbe introdotta in Europa, nel 1730, di ritorno da un viaggio in Asia.

 

Malgrado vi siano notizie contrastanti relative alla sua introduzione nel nostro continente si può, invece, affermare con certezza l’importanza ottenuta dalla Camellia, in brevissimo tempo, nella floricoltura europea in cui è presente con centinaia di varietà. Tra i fautori della produzione di questa vasta gamma di varietà sono sicuramente da ricordare i floricoltori del nostro Paese tant’è che molte di esse portano nomi italiani.

camelia

Morfologicamente si tratta di piante legnose sempreverdi ad aspetto arboreo o anche arbustivo.

 

Sono caratterizzate da legno compatto e molto duro e da una corteccia liscia e grigia. Le foglie sono persistenti, alterne, spicciolate, più o meno coriacee, lisce e glabre, dentate di color verde cupo lucente sulla pagina superiore e verde chiaro-opaco su quella inferiore. I fiori sono grandi, sessili o peduncolati, ascellari o terminali, usualmente solitari e appaiono sui rami di un anno. Il frutto è una capsula coriacea e quasi legnosa, non deiscente, con semi solitari nelle logge per l’aborto di molti ovuli.

 

Le specie ammontano a non più di una quindicina e la loro fama non è solo collegata alle già menzionate qualità decorative sia come pianta, sia come fiore reciso ma, oltrepassando i confini dell’estetica, si può scoprire la sua grande importanza nella produzione del tè. In particolare è la specie chiamata Camellia sinensis la pianta da cui si ricava la bevanda più famosa del mondo: essa sostiene una fiorente attività agricola, che partendo prevalentemente dal mercato cinese, si è diffusa dapprima nei paesi vicini, India, Indonesia, Giappone, ecc. e successivamente in Europa, dove ha avuto un immediato e grandissimo successo.

 

Il bonsai.

Appare evidente che l’interesse bonsaistico rivolto a questa specie sia legato soprattutto alla sua spettacolare fioritura. Vanno comunque considerate anche le altre importantissime caratteristiche che la Camellia possiede e che sono apprezzabili in un bonsai: la foglia piccola, la chioma folta e gli internodi corti. La forma ridotta, inoltre, permette di apprezzare maggiormente il carattere e le peculiarità di ciascuna specie, rispetto a quelle in natura. Fra le varietà più amate vi è senz’altro la Camellia sasanqua che è anche la più piccola e compatta. Nonostante i tanti fattori positivi a cui occorre aggiungere una grande facilità di formazione, i bonsai di Camellia sono piuttosto rari. Chi invece si occupa della sua coltivazione viene ripagato da un’indiscussa bellezza e da una seducente semplicità, caratteristiche difficili da trovare racchiuse in un'unica pianta. Gli stili a cui meglio si adatta sono: eretto formale, inclinato, cascata, due tronchi e ceppo comune, nelle dimensioni medie e grandi.

 

Esposizione.

La Camellia non tollera il clima rigido perciò in inverno è necessario proteggerla dal freddo, posizionandola in un luogo riparato, pur assicurandole una posizione fresca e luminosa con temperature fra i 5 e i 12° C. Da marzo a settembre si colloca all’esterno in un luogo ben aerato, ma riparato dal sole diretto soprattutto fra giugno e agosto.

 

Annaffiatura.

Poiché è una specie a foglia persistente, è indispensabile annaffiarla frequentemente anche nel periodo invernale, evitando però eccessi di umidità che causano l’ingiallimento e la caduta delle foglie. Nel momento in cui stanno per formarsi i boccioli le annaffiature andranno moderate. In estate si bagna abbondantemente, mantenendo una media umidità.

 

Terreno.

Il composto ideale è costituito da: kanuma 70%, terriccio universale 20% e sabbia 10%.

 

Rinvaso.

Trattandosi di una pianta con un buon vigore di crescita, è consigliabile applicare il trapianto con una certa frequenza, almeno ogni 2-3 anni. Il periodo ideale va dalla metà di aprile fino agli inizi di giugno, momento in cui la base dei nuovi germogli è matura e ben consolidata, ossia quando il germoglio è ancora verde per circa la metà, ma la base ha già assunto la tipica colorazione del legno. A quest’epoca le bianche radici si stanno sviluppando vigorosamente, pertanto si può trapiantare senza problemi. In occasione del rinvaso, i giovani germogli vanno accorciati a 1-2 nodi, sempre che alla base siano presenti le nuove gemme.

 

Potatura.

La formazione della Camellia, che vegeta con vigoria, si ottiene soprattutto tramite la potatura. È importante potare i rami superflui, che crescono in posizioni inadeguate, da dopo la fioritura sino alla fine di giugno. La procedura consiste nel togliere, alla fine della fioritura, i fiori appassiti compresi i calici, accorciando i rami a 1-2 nodi. È bene tener presente che, essendo una specie che fiorisce con facilità, allo scopo di migliorarne l'aspetto estetico, è consigliabile sfoltire le gemme da fiore, per conferirle una distribuzione più uniforme. Per riconoscere le gemme da fiore si consideri che sono leggermente più grandi e arrotondate rispetto a quelle da foglia.

 

Pinzatura.

La pinzatura è un’efficace tecnica di formazione, ma nel caso di piante giovani è meglio lasciar allungare i germogli per un certo periodo, in modo da ottenerne l’ingrossamento, prima di applicarla. Su esemplari maturi invece, la pinzatura, che si pratica da aprile fino a metà luglio, è un sistema indispensabile ai fini della formazione della struttura dei rami. Il modo migliore di agire è quello di lasciar crescere i germogli verdi fino a 5-10 cm di lunghezza, accorciandoli poi a 1-2 foglie utilizzando le dita o le pinzette. Se si interviene quando l’estremità è ancora folta e compatta, si ottengono rami con internodi corti. Sui nodi lasciati si formeranno successivamente le gemme da fiore. Sulla Camellia si può applicare efficacemente anche la defogliazione, fra la fine di giugno e l’inizio di luglio. Si applica generalmente una defogliazione totale alternata ad anni di coltivazione “normale”.

 

Avvolgimento.

Si applica soprattutto sui rami lunghi, che vanno avvolti e piegati verso il basso. Si tenga presente che la corteccia della Camellia è molto morbida e anche usando il filo di alluminio ramato, anziché di rame, si può rischiare di segnarla, è bene quindi, ricoprire sempre il filo, ad esempio, con della carta adesiva. A causa della sua rapida crescita, non è possibile lasciare il filo sull’albero troppo a lungo: si consiglia di controllare quotidianamente l’avvolgimento, rimuovendo il filo non appena inizia ad incidere la corteccia.

 

Concimazione.

Alla fine della fioritura, dopo la potatura, somministrare Concime Stimolante Bonsan unito a Concime Organico Liquido Bonsan per 3 volte ogni 8-10 giorni. Negli altri periodi utilizzare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro ogni 15-25 giorni escludendo il periodo di luglio e agosto. Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro; 6-8 volte all'anno è opportuno anche intervenire con la Soluzione Curativa Minerale Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

 

Patologie.

Non si tratta di una specie particolarmente soggetta a malattie, l’unica vera minaccia è rappresentata dalla cocciniglia. In presenza di questa patologia è bene intervenire con i comuni prodotti antiparassitari. Fra i più efficaci vi sono il Confidor e il Bayteroid della Bayer. Si applicano almeno tre trattamenti, utilizzando le dosi consigliate sull’etichetta, a distanza di dieci giorni uno dall’altro.

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I bonsai di Bosso più pregiati sono quelli provenienti dall'isola di Formosa.

Appartiene alla famiglia delle Buxaceae ed è originario dell’Estremo Oriente e delle coste mediterranee. Si tratta di un arbusto decorativo con ampia ramificazione sempreverde, utilizzato per siepi e bordure nei giardini. Nella varietà harlandii raggiunge anche i 12-13 metri di altezza. Di questa essenza ne esiste una varietà nana, ideale per l’educazione a bonsai d’interno. Grazie alle foglie piccole ed alla crescita lenta si presta in modo particolare per la modellatura in forma shohin.

 

Il bonsai.

Originario dell'Estremo Oriente, questo arbusto ornamentale con ampia ramificazione sempreverde, è apprezzato soprattutto per la sua bella corteccia, il cui colore e disegno conferiscono alla pianta una interessante sensazione di vetustà. Il Bosso, che viene chiamato "Golden yellow" per il suggestivo colore dorato delle sue foglie in inverno, è molto amato anche per i suoi fiori delicatamente profumati. I bonsai più pregiati sono quelli provenienti dall'isola di Formosa. È adatto soprattutto alla modellatura in stile eretto informale e a bosco.

bosso

Esposizione.

Quando collocato all'interno, va posizionato molto vicino ad una finestra, ma possibilmente lontano da fonti di calore. Da maggio a settembre l'ideale è esporlo all'esterno a mezzombra.

 

Annaffiatura.

Durante l'estate bagnare abbondantemente, in inverno ridurre le annaffiature tenendo conto delle caratteristiche dell'ambiente. Se si utilizza l'acqua corrente, si consiglia l'uso del Decalcificante Bonsan per neutralizzarne i sali nocivi.

 

Terreno.

Il composto più adeguato è costituito da: 60% akadama, 30% terra pronta e 10% sabbia di fiume.

 

Rinvaso.

Va effettuato preferibilmente in aprile-maggio.

 

Potatura.

È possibile potare i rami a 5 o 6 foglie fino alla fine di agosto. Si effettua una potatura estiva leggera dopo la fioritura.

 

Pinzatura.

È importante pinzare i nuovi germogli nei mesi di agosto, settembre ed ottobre.

 

Avvolgimento.

Questa operazione può essere effettuata durante tutto l’arco dell’anno, purché si lasci il filo solo per brevi periodi. Per evitare di incidere la corteccia il filo va accuratamente rivestito con della carta adesiva per fioristi, inoltre va controllato frequentemente per evitare che non stringa troppo rami e/o il tronco.

 

Concimazione.

Alla ripresa vegetativa (marzo-aprile) concimare ogni 8-10 giorni abbinando il Concime Bonsan ad Azione Stimolante al Concime Liquido Organico Bonsan. Da aprile a settembre concimare ogni 8-10 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan oppure ogni 15-20 giorni con Bonsan Concime Solido Organico Aburukasu, evitando i mesi di luglio e agosto. Da settembre a febbraio è opportuno utilizzare ogni 15-20 giorni, il Concime Liquido Organico Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

 

Patologie.

È soggetto ad afide e ragnetto rosso.

 

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Il Bambù viene normalmente impiegato per bonsai piccoli o medi.

Specie originaria dell’Estremo Oriente, soprattutto Cina e Giappone, ultimamente si è diffusa in tutto il mondo. Le canne forti ed eleganti, presentano lunghe lame lanceolate che esibiscono foglie verde tenero. Molto spesso viene posta in giardino poiché, grazie alle sue particolari caratteristiche, riesce a creare una tipica e suggestiva atmosfera orientale.

 

Il bonsai.

Viene normalmente impiegato per bonsai piccoli o medi. La singola canna ha una vita massima di circa cinque/sei anni: se si vuole che il bonsai viva più a lungo, bisogna stimolare lo sviluppo di nuovi germogli che sostituiscano le canne che via via periscono. Nella formazione a bonsai è particolarmente indicato lo stile a bosco.

bambu

Esposizione.

A mezzombra dalla primavera all'autunno. In inverno va tenuto al caldo e quindi all’interno, vicinissimo ad una finestra (a meno di 1 metro).

 

Annaffiatura.

Almeno una volta al giorno, con maggiore frequenza per bonsai posti in contenitori bassi o su lastra. I Bambù amano l’umidità, purché sia garantito un buon drenaggio.

 

Terreno.

Il terriccio più indicato da utilizzare è la terra pronta della Linea Bonsan, con un buon drenaggio nel caso di vasi profondi.

 

Rinvaso.

È necessario ogni due/tre anni tra maggio e settembre.

 

Potatura.

Le specie nane necessitano di una potatura aggressiva all’inizio della primavera.

 

Pinzatura.

È bene pinzare continuamente l’apice dei germogli prima che si aprano, al fine di mantenere il bonsai compatto.

 

Avvolgimento.

Non è necessario per questa specie: si forma con le potature.

 

Concimazione.

Alla ripresa vegetativa (marzo-aprile) concimare ogni 8-10 giorni abbinando il Concime Bonsan ad Azione Stimolante al Concime Liquido Organico Bonsan. Da aprile a settembre concimare ogni 8-10 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan oppure ogni 15-20 giorni con Bonsan Concime Solido Organico Aburukasu, evitando i mesi di luglio e agosto. Da settembre a febbraio utilizzare ogni 15-20 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

 

Patologie.

È soggetto a cocciniglia e afidi.

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L’acero palmato è particolarmente apprezzato per le sue continue e spettacolari trasformazioni.

Le Aceraceae sono una piccola famiglia caratterizzata da un centinaio di specie arboree ed arbustive. Ampiamente distribuite nelle regioni temperate dell'emisfero boreale, sono per la maggior parte a foglia caduca. Sebbene molte presentino foglie palmate, esse possono essere semplici e caduche o composte addirittura da 15 lobi. Anche il tessuto della corteccia è piuttosto vario. I fiori sono riuniti in grappoli, spesso unisessuali, e generalmente producono un frutto costituito da due parti. Circa sessanta sono le specie diffuse in Europa, ma in arte bonsai sono quelle originarie del Giappone le più conosciute e coltivate, per la bellezza e la varietà di forme e colori, fra cui l'Acer palmatum e l'Acer buergerianum. Si tratta di una specie robusta, generalmente in grado di resistere al freddo quanto al caldo. È longeva come essenza coltivata a bonsai, inoltre è facile da modellare e risponde bene alle tecniche di coltivazione.

acero_palmato

Il bonsai.

Questa pianta ornamentale giapponese dalla lunga tradizione è particolarmente apprezzata per le sue continue e spettacolari trasformazioni che seguono il ritmo delle stagioni: dal momento dei teneri germogli primaverili allo splendore rigoglioso del fogliame durante l'estate, fino al magnifico rosso fuoco delle sue foglie in autunno. Non meno interessante è quando, dopo la caduta delle foglie, mostra la sua elegante silhouette e la finissima e inconfondibile ramificazione. Si tratta di una specie robusta, generalmente in grado di resistere al freddo quanto al caldo. È longeva come essenza coltivata a bonsai, inoltre è facile da modellare e risponde bene alle tecniche di coltivazione. L'Acer palmatum è coltivato in tantissime varietà, tra cui l'Acer palmatum "Kiyohime", l'Acer palmatum "Deshojo", l'Acer palmatum "Seigen", ed è sicuramente un albero che non può mancare in una collezione.

 

Esposizione.

Come già accennato si tratta di una pianta piuttosto resistente sia nei confronti del caldo che del freddo. Comunque, per non danneggiare il suo splendido fogliame, è bene proteggerla dai raggi solari estivi più intensi, mentre non va sottratta da un’esposizione totale al sole in autunno, poiché così si intensifica la colorazione del fogliame. In inverno, nonostante tolleri bene le basse temperature, è meglio riparare l’apparato radicale dalle gelate.

 

Annaffiatura.

La regola comune dell’annaffio che indica di bagnare ogni qualvolta il terreno risulta asciutto al tatto, è ideale anche nel caso dell’Acero, considerando però che nei periodi più caldi e in presenza di forte vento, bisogna intervenire con maggior frequenza. Spesso, infatti, in questi casi il terreno rischia di rimanere completamente asciutto. È bene inoltre tener presente che sia la mancanza, sia l’eccesso d’acqua possono creare gravi scompensi alla pianta. Più precisamente la mancanza d’acqua provoca l’afflosciamento delle foglie ed una crescita stentata; l’eccesso causa invece un annerimento delle foglie nella parte apicale.

 

Terreno.

Per quanto riguarda il composto, quello ideale deve essere poroso e in grado di trattenere sufficiente umidità, senza però infradiciarsi. Un terriccio che possiede tutte queste caratteristiche è quello costituito da akadama (50%), sabbia (20%) e terriccio (30%).

 

Rinvaso.

Il trapianto va effettuato in primavera quando le gemme si gonfiano, ma prima della comparsa delle foglie; annualmente sulle piante più giovani, ogni 2/3 anni su quelle più mature.

 

Potatura.

Il periodo migliore per effettuare una potatura selettiva dei rami dell’Acero è l’inverno, poiché essendo privo di foglie è possibile osservarne con più chiarezza la struttura completa, inoltre non si rischiano perdite di linfa visto che la pianta è a riposo. Soprattutto i rami grossi vanno sempre potati in inverno: se si intervenisse durante il periodo di crescita, anche l’applicazione di pasta cicatrizzante non riuscirebbe ad arrestare la fuoriuscita di linfa. Per quanto riguarda la potatura di sfoltimento è bene tener presente che le gemme degli Aceri appaiono in coppia, una su ciascun lato del ramo. Mediante la selezione delle gemme e la potatura appropriata dei rami, la nuova germogliazione rispetterà la direzione della gemma scelta. Seguendo un buon schema, sulla base della direzione del ramo principale, i rami secondari e terziari non devono incrociarsi, ma formare una densa e completa rete orizzontale. Una volta formata la fronda, che si ottiene in circa 5 anni, ogni 4-5 anni è necessario potare l’albero energicamente per mantenerne la dimensione e il disegno.

 

Pinzatura.

In primavera quando si sono sviluppati i nuovi germogli, si pinza lasciando solo 1 o 2 paia di foglie. Se non si intervenisse in questo periodo, i germogli si svilupperebbero liberamente con internodi lunghi, dando luogo ad una crescita disordinata esteticamente sgradevole. La cimatura dovrà proseguire durante tutto il periodo di crescita, con frequenza minore per i rami bassi, che è bene rimangano più lunghi. Sugli esemplari giovani è consigliabile defogliare ogni 2 anni, in maggio/giugno, eliminando tutte le foglie, ma mantenendo il picciolo.

 

Avvolgimento.

Bisogna premettere che a causa della delicata corteccia dell’Acero, la modellatura si ottiene soprattutto attraverso la potatura, quindi l’avvolgimento va applicato solo in casi di assoluta necessità. Il filo, a causa del rapido ritmo di crescita di questa specie, non deve mai rimanere per più di due mesi. Il periodo migliore per avvolgere è la primavera, poiché in inverno, nonostante ci sia una maggiore visibilità della struttura, lo scorrimento della linfa è rallentato, per cui rami e tronco sono poco flessibili e rischierebbero di spezzarsi.

 

Concimazione.

Da aprile all'inizio di luglio, somministrare ogni 15 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan insieme al Concime Stimolante Bonsan, oppure, una volta al mese, Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro più il Concime Stimolante Bonsan. Dalla fine di agosto ad ottobre fertilizzare ogni 15 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan o con Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro. Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro; 3-4 volte all'anno è opportuno intervenire anche con la Soluzione Curativa Minerale Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

 

Patologie.

Gli agenti patogeni che si riscontrano più spesso su questa specie sono afidi, ragnetto rosso e oidio. Gli attacchi generalmente si verificano tra la primavera e l’inizio dell’autunno. Nel caso degli afidi si procede applicando aficida specifico ogni 10 giorni, effettuando almeno 3 interventi. Per prevenire la formazione del ragnetto rosso, è bene mantenere la pianta in un ambiente ventilato: in caso di attacco intervenire con acaricida.

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Le foglie del Kaede (acero tridente) richiamano le zampe palmate di un rospo.

Le Aceraceae sono una piccola famiglia caratterizzata da un centinaio di specie arboree ed arbustive. Ampiamente distribuite nelle regioni temperate dell'emisfero boreale, sono per la maggior parte a foglia caduca. Sebbene molte presentino foglie palmate, esse possono essere semplici e caduche o composte addirittura da 15 lobi.

 

Anche il tessuto della corteccia è piuttosto vario. I fiori sono riuniti in grappoli, spesso unisessuali, e generalmente producono un frutto costituito da due parti. Circa sessanta sono le specie diffuse in Europa, ma in arte bonsai sono quelle originarie del Giappone le più conosciute e coltivate, per la bellezza e la varietà di forme e colori, fra cui l'Acer palmatum e l'Acer buergerianum. (

acero tridente

Il bonsai.

Il suo nome giapponese "Kaede", significa "mano di rospo" e in effetti le sue caratteristiche foglie a forma di tridente richiamano le zampe palmate di un rospo. Con il suo tronco eretto dalla corteccia marrone chiaro, che invecchiando si sfoglia, questa pianta è particolarmente suggestiva in autunno, quando le sue foglie assumono vivaci tinte aranciate. È piuttosto adatta alla coltivazione a bosco. Si tratta di una specie robusta, generalmente in grado di resistere al freddo quanto al caldo. È longeva come essenza coltivata a bonsai, inoltre è facile da modellare e risponde bene alle tecniche di coltivazione.

 

Esposizione.

Come già accennato, si tratta di una pianta piuttosto resistente sia nei confronti del caldo che del freddo. Comunque, per non danneggiare il suo splendido fogliame, è bene proteggerla dai raggi solari estivi più intensi, mentre non va sottratta da un’esposizione totale al sole in autunno, poiché così si intensifica la colorazione del fogliame. In inverno, nonostante tolleri bene le basse temperature, è meglio riparare l’apparato radicale dalle gelate.

 

Annaffiatura.

La regola comune dell’annaffio che indica di bagnare ogni qualvolta il terreno risulta asciutto al tatto, è ideale anche nel caso dell’Acero, considerando però che nei periodi più caldi e in presenza di forte vento, bisogna intervenire con maggior frequenza. Spesso, infatti, in questi casi il terreno rischia di rimanere completamente asciutto. È bene inoltre tener presente che sia la mancanza, sia l’eccesso d’acqua possono creare gravi scompensi alla pianta. Più precisamente la mancanza d’acqua provoca l’afflosciamento delle foglie ed una crescita stentata; l’eccesso causa invece un annerimento delle foglie nella parte apicale.

 

Terreno.

Per quanto riguarda il composto, quello ideale deve essere poroso e in grado di trattenere sufficiente umidità, senza però infradiciarsi. Un terriccio che possiede tutte queste caratteristiche è quello costituito da akadama (50%), sabbia (20%) e terriccio (30%).

 

Rinvaso.

Ogni anno per i giovani Aceri, ogni 2/3 anni per quelli adulti. Si effettua in primavera quando le gemme iniziano a gonfiarsi, ma prima che compaiano le foglie.

 

Potatura.

Il periodo migliore per effettuare una potatura selettiva dei rami dell’Acero è l’inverno, poiché essendo privo di foglie è possibile osservarne con più chiarezza la struttura completa, inoltre non si rischiano perdite di linfa visto che la pianta è a riposo. Soprattutto i rami grossi vanno sempre potati in inverno: se si intervenisse durante il periodo di crescita, anche l’applicazione di pasta cicatrizzante non riuscirebbe ad arrestare la fuoriuscita di linfa. Per quanto riguarda la potatura di sfoltimento è bene tener presente che le gemme degli Aceri appaiono in coppia, una su ciascun lato del ramo. Mediante la selezione delle gemme e la potatura appropriata dei rami, la nuova germogliazione rispetterà la direzione della gemma scelta. Seguendo un buon schema, sulla base della direzione del ramo principale, i rami secondari e terziari non devono incrociarsi, ma formare una densa e completa rete orizzontale. Una volta formata la fronda, che si ottiene in circa 5 anni, ogni 4-5 anni è necessario potare l’albero energicamente per mantenerne la dimensione e il disegno.

 

Pinzatura.

In primavera quando si sono sviluppati i nuovi germogli, si pinza lasciando solo 1 o 2 paia di foglie. Se non si intervenisse in questo periodo, i germogli si svilupperebbero liberamente con internodi lunghi, dando luogo ad una crescita disordinata, esteticamente sgradevole. La cimatura dovrà proseguire durante tutto il periodo di crescita, con frequenza minore per i rami bassi, che è bene rimangano più lunghi. Sugli esemplari giovani è consigliabile defogliare ogni 2 anni, in maggio/giugno, eliminando tutte le foglie, ma mantenendo il picciolo.

 

Avvolgimento.

Bisogna premettere che a causa della delicata corteccia dell’Acero, la modellatura si ottiene soprattutto attraverso la potatura, quindi l’avvolgimento va applicato solo in casi di assoluta necessità. Il filo, a causa del rapido ritmo di crescita di questa specie, non deve mai rimanere per più di due mesi. Il periodo migliore per avvolgere è la primavera, poiché in inverno, nonostante ci sia una maggiore visibilità della struttura, lo scorrimento della linfa è rallentato, per cui rami e tronco sono poco flessibili e rischierebbero di spezzarsi.

 

Concimazione.

Da aprile all'inizio di luglio, somministrare ogni 15 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan insieme al Concime Stimolante Bonsan, oppure, una volta al mese, Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro più il Concime Stimolante Bonsan. Dalla fine di agosto ad ottobre fertilizzare ogni 15 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan o con Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro. Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro; 3-4 volte all'anno è opportuno intervenire anche con la Soluzione Curativa Minerale Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

 

Patologie.

Gli agenti patogeni che si riscontrano più spesso su questa specie sono afidi, ragnetto rosso e oidio. Gli attacchi generalmente si verificano tra la primavera e l’inizio dell’autunno. Nel caso degli afidi si procede applicando aficida specifico ogni 10 giorni, effettuando almeno 3 interventi. Per prevenire la formazione del ragnetto rosso, è bene mantenere la pianta in un ambiente ventilato: in caso di attacco intervenire con acaricida.

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