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settembre 21, 2010

Il calendario dei lavori da fare per mantenere un bonsai: Aprile, Maggio e Giugno.

APRILE.

Periodo di grande ripresa vegetativa con ancora qualche rischio di gelate tardive, attenzione quindi a proteggere le specie da esterno più sensibili.

Sospendere le rinvasature delle piante decidue da metà aprile in avanti e quello delle conifere e delle sempreverdi dalla fine di questo mese.

Cominciare a fare margotte di conifere, e preparare talee di sempreverdi, usando la vegetazione dell'anno precedente.

Innaffiamento.

Attendere sempre che il terreno sia asciutto ma, poiché le piante iniziano a vegetare e le giornate assolate sono più frequenti, detto periodo si accorcerà sempre di più, fino ad arrivare al momento di innaffiare tutti i giorni. I Pini, i Ginepri e le conifere in genere vanno annaffiati di meno, che non vuol dire dare meno acqua, bensì dopo che il terreno si é asciugato conviene aspettare ancora un giorno o due prima di irrigare.

Fitosanitari.

Attenzione alle cocciniglie, afidi, ragnetti, mosca bianca, ecc. L'impiego di insetticida al piretro , ogni quindici giorni, potrà evitarci problemi in estate. La primavera è il periodo nel quale, oltre alle gemme dei bonsai, si schiudono tutte le uova dei parassiti, che sono state “in dormienza” durante l’inverno. Per evitare infestazioni che una volta in atto diventano difficili da debellare, è consigliabile effettuare dei trattamenti preventivi, ogni 10-15 giorni, con un insetticida ad ampio spettro ed un anticrittogamico, sempre ad ampio spettro.

Fertilizzanti.

In questo mese dobbiamo assolutamente concimare tutti i bonsai, perciò non dobbiamo scordarci di alimentarle adeguatamente per favorire una crescita forte ed equilibrata. Possiamo usare i concimi liquidi, che vanno somministrati ogni 7-10 giorni, o i concimi solidi a lenta cessione, che vanno somministrati ogni 40-50 giorni. Ricordarsi di non concimare i bonsai da fiore durante la fioritura. Inoltre, le piante giovani e quelle a foglia caduca, necessitano di più concime rispetto a quelle vecchie o sempreverdi

Lavori da fare.


Non appena i bonsai a fioritura primaverile saranno sfioriti, si procederà alla loro potatura di formazione, in quanto tale operazione deve essere effettuata prima della comparsa dei nuovi germogli.

Nei pini, spezzerete con le dita a metà le candele più deboli ed eliminerete totalmente le più forti. In due settimane avrete nuovi germogli. Attenzione all'avvolgimento del filo metallico fatto l'autunno precedente, potrebbe incidere la corteccia, pertanto valutare se è il caso di rimuoverlo.

In questo periodo gran parte dei nostri bonsai sono in piena vegetazione, quindi, conviene limitare le potature a piccoli interventi

di cimatura e di eliminazione dei rametti più piccoli. I bonsai a fioritura precoce come Prunus, Melo, ecc. fanno eccezione alla regola e vanno potati dopo la fioritura, eliminando i rami superflui e diradando i fiori in modo da non disperdere l’energia della pianta, permettendole di fruttificare. Il periodo è adatto per i rinvasi di conifere e per gli innesti “a spacco”


MAGGIO.

In maggio siamo agli sgoccioli per seminare. Possiamo continuare a fare talee di sempreverdi. Da metà maggio sino a luglio, si possono fare margotte di piante decidue, mentre si continua a margottare le conifere.

Per tutto il mese, i bonsai possono rimanere in pieno sole, dove vegetano in salute producendo foglie piccole e rametti forti; Evitare di tenere i bonsai a ridosso di muri esposti al sole, poiché potrebbero ustionarsi le foglioline più giovani.

Innaffiamento.

L’aumento della temperatura e dell’insolamento portano ad essere molto attenti all’annaffiatura. Quando innaffieremo dovremo assicurarci che l'acqua scoli attraverso i fori di drenaggio. E' meglio vaporizzare le foglie con acqua almeno una volta al giorno, preferibilmente di mattina. Valutare giorno per giorno a seconda delle condizioni climatiche.

Fitosanitari.

Attenzione alla peronospora. Non innaffiare di notte ed impiegare fungicida a base di zolfo ogni quindici giorni. Può essere utile una volta al mese l'uso di un insetticida generico che manterrà protette le piante.

Fertilizzanti.

Per un buon accrescimento è opportuno procedere con la somministrazione di fertilizzanti con apporto di azoto e fosforo per le piante che devono accrescere la vegetazione, facendo attenzione alle dosi consigliate; ricordando che è sempre meglio fertilizzare poco e spesso piuttosto che molto e raramente.

Lavori da fare.

Lo sviluppo della vegetazione fa di maggio il primo mese in cui intervenire con la spuntatura dei germogli e delle foglie.

Quelle dei pini, in modo particolare, dovranno essere cimate, mentre quelle delle latifoglie possono essere potate fino a luglio.

Il filo può essere applicato praticamente a tutte la piante; naturalmente, dobbiamo ricordarci di controllare almeno ogni 10-15 giorni che i rami non rimangano segnati.

In questo periodo non si effettua più la vera e propria potatura, bensì, la cimatura dei nuovi getti o, dove necessario, la defogliazione; questa tecnica serve a rimpiccolire le foglie del bonsai in modo da creare la giusta proporzione tra la grandezza delle foglie e la grandezza della pianta. L’operazione consiste nell’eliminare completamente l’apparato fogliare per stimolare il bonsai a produrre velocemente nuove foglie che verranno più piccole di quelle precedenti.


GIUGNO.

E' l'inizio dell'estate. Dobbiamo aver cura delle specie a foglia delicata in quanto a rischio di disidratazione. Da questo mese, specialmente nelle regioni del sud, è necessario ombreggiare le piante; gli Aceri e i Faggi sono i primi a dover essere protetti dal sole per evitare che le foglie si “brucino”, mentre i Pini e le conifere in genere possono stare ancora in pieno sole.

Innaffiamento.

Le annaffiature dovranno essere più frequenti e a seconda delle condizioni ambientali sarà necessario procedere ad annaffiature anche più volte al giorno. Il momento migliore per annaffiare diventa la sera, quando i vasi si sono raffreddati e la temperatura della terra è più

vicina a quella dell’acqua. Le nebulizzazioni sulla chioma giovano a tutte le piante, ricordandosi di effettuarle in assenza di sole, altrimenti le goccioline farebbero ”effetto lente” ustionando le foglie.

Fitosanitari.

Il caldo e l’umidità possono creare l’habitat ideale per tutti i parassiti, dobbiamo quindi osservare con molta attenzione i bonsai per debellare immediatamente eventuali attacchi di Cocciniglie, Afidi, e Funghi in genere. La profilassi, effettuata con trattamenti preventivi, è il
sistema migliore per proteggere i bonsai dai parassiti. Vale la pena ricordare di munirsi di un buon acaricida per i mesi di luglio-agosto, periodi in cui fa la sua apparizione uno di più insidiosi parassiti animali: il Ragno rosso.


Fertilizzanti.

Continuare con un moderato apporto di fertilizzanti. È opportuno non somministrare esclusivamente fertilizzanti chimici ma apportare anche fertilizzanti organici in quanto risultano completi di microelementi fondamentali per un corretto accrescimento della pianta. I fertilizzanti

organici oltre ad essere più completi hanno anche un effetto più duraturo e con meno rischio di danneggiare le radici e di conseguenza il bonsai.

Lavori da fare.

E' il momento migliore per fare talee verdi (olmo cinese, zelkova, acero tridente, e palmato) Dall'inizio del mese a metà luglio è possibile praticare la defogliazione su molte piante decidue, ricordando che la pratica della defogliazione può essere praticata solo su piante in perfetta salute. Potremo anche fare una potatura di sfrondatura per

rendere la crescita della piante e delle nuove ramificazioni più proporzionate.

Il filo può essere applicato praticamente a tutte la piante; ricordandoci però di controllare almeno ogni 10-15 giorni che i rami non rimangano segnati .



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settembre 18, 2010

Il calendario dei lavori da fare per mantenere un bonsai: Gennaio, Febbraio e Marzo.

GENNAIO.

Gennaio è uno dei mesi più freddi dell’anno: specialmente nelle regioni del nord, la temperatura in genere rimane costantemente a livelli critici per delle piante collocate in piccoli vasi, perciò, va ricordato di continuare a proteggere i bonsai dal freddo.

Nel caso in cui le piante da esterno vengano riparate in un locale chiuso, controllate che la temperatura non salga oltre i +5°C, per evitare riprese vegetative anticipate, che risulterebbero molto dannose.

Innaffiamento.

Sebbene il bonsai da esterno sia a riposo, la sua terra dovrà rimanere leggermente umida. Eviteremo di innaffiare di notte e durante il periodo delle forti gelate, per evitare che il pane radicale impregnato di acqua, geli, provocando la rottura dei capillari radicali.

Per quanto concerne i Bonsai da interno, in casa annaffiare abbondantemente, ma solo quando il terriccio è veramente asciutto. Per umidificare l’aria circostante, seccata dai termosifoni, sono utili i sottovasi riempiti di ghiaia o argilla espansa, mantenuta umida.

Fitosanitari.

Usare un'insetticida a base di olio durante il periodo invernale.

Ucciderà le uova e le larve che si nascondono nelle fessure del tronco.

Un fungicida, inoltre,eviterà l'apparizione di funghi ora che il terreno richiede molto tempo per asciugare.

Gennaio è il mese ideale per effettuare i trattamenti preventivi contro i nemici più insidiosi, sia vegetali (ruggine, cancro, peronospora ecc.) sia animali (ragno rosso, cocciniglia, afidi ecc.) in modo da creare una barriera protettiva prima del periodo primaverile in cui “si svegliano” tutti i parassiti.

Fertilizzanti.

Evitare del tutto l’apporto di fertilizzanti, perché in questo periodo la pianta si trova a riposo vegetativo, pertanto il concime risulterebbe inutile se non dannoso.

Lavori da fare.

POTATURA:

Questo periodo è ideale per tutte le potature, sia di formazione, sia di correzione. Soprattutto se il bonsai viene rinvasato, è opportuno effettuare un’adeguata potatura che compensi l’accorciamento delle radici. Quando si tagliano rami piuttosto spessi è opportuno medicare i tagli con pasta cicatrizzante.

APPLICAZIONE DEL FILO:

Le specie a foglie caduca rimangono nude; potremmo avvolgere facendo attenzione col filo metallico: i rami sono molto fragili. E' il momento ideale per avvolgere conifere e specie a
foglie perenne, visto che il minor contenuto di resina nei rami renderà più sicuro l'avvolgimento.

Se il muschio del vaso comincia a risalire il tronco dell'albero, lo toglieremo lasciando un cerchio di terreno libero. In questo modo evaporerà meglio l'acqua del terreno .



FEBBRAIO.

E' probabile che in questo mese vi siano giorni più soleggiati. Ad ogni modo se i giorni soleggiati sono più di 10-12, porremo il bonsai da esterno all'ombra per evitare che germogli anzi tempo, rimanendo esposto ad una gelata tardiva.

Innaffiamento.

Innaffieremo solo quando il terreno è leggermente asciutto e sempre a tarda mattinata in modo che la sera il terriccio abbia drenato tutta l’acqua in eccesso. Le specie da interno devono rimanere dentro casa, al nord, molto vicino ad una finestra, ma non sopra al termosifone.

Fitosanitari.

Proseguire con i trattamenti preventivi in modo da creare una barriera protettiva prima del periodo primaverile in cui “si svegliano” tutti i parassiti.

Fertilizzanti.

Anche per Febbraio non è necessario apportare fertilizzanti chimici, è opportuno invece, verso la fine del mese, iniziare a distribuire un poco di concime organico sulla superficie del terreno, in quanto essendo a lenta cessione richiede tempo prima di essere assimilato dalla pianta.

Lavori da fare.

Potremmo avvolgere i rami col filo metallico; al sud a fine febbraio si è pronti per eventuali rinvasi (piante spoglianti). Incominciate a preparare del terriccio base (una parte di akadama, due parti di torba, e una parte di pomice e una di sabbia). A fine febbraio potete eseguire la potatura della maggior parte delle piante decidue ( eccetto gli aceri giapponesi) e delle conifere (eccetto i pini). La potatura dei pini va eseguita dopo l'estate, da fine agosto a fine ottobre. Non vanno invece toccati gli arbusti a fioritura primaverile. E' un buon periodo per raccogliere specie di alta montagna ed ugualmente per innestare, soprattutto conifere.

MARZO.

Mese ideale per il rinvaso della maggior parte degli alberi, poiché adesso cominciano a germogliare. La prima metà del mese è il momento migliore per potare rami e radici ad esclusione delle piante tropicali. Attenzione comunque ad eventuali gelate notturne, ancora
possibili. Quando saremo sicuri che la temperatura non scenderà più sottozero, potremo posizionare i bonsai da esterno, fuori dai ripari, in posizione ben illuminata e ventilata. E’ molto importante collocare i bonsai al sole poiché in questo periodo si schiudono le gemme e si forma la nuova vegetazione, la quale sarà più robusta e proporzionata se crescerà sotto i raggi del sole di primavera.

Innaffiamento.

Aumenterà la frequenza dell'innaffiamento delle piante che hanno avviato la ripresa vegetativa. Ad ogni modo eviteremo gli eccessi in quanto almeno per la prima metà del mese esiste ancora il rischio di gelate. Se avete trapiantato il bonsai, ricordate che dopo il primo innaffiamento post-trapianto dovrete lasciare asciugare il terreno prima di innaffiare di nuovo.

Fitosanitari.

Con l'arrivo del caldo cominceranno anche le malattie. Impiegheremo preventivamente un' insetticida generale una volta al mese fino all'autunno. Per evitare gli attacchi di funghi, non innaffieremo verso la sera ma alla mattina. Trattare tutti i bonsai, spruzzandoli con un
fungicida tipo Benomyl per uccidere eventuali spore di oidio o altri funghi.

Fertilizzanti.

Quando i bonsai iniziano ad aprire le gemme, possiamo procedere alla concimazione. Per le piante appena rinvasate attendere almeno 20 giorni prima di concimare con concimi chimici; se invece utilizziamo concimi organici a lenta cessione possiamo somministrarli da subito.

Ricordarsi che il concime va dato sul terreno umido, oppure bisogna annaffiare immediatamente per evitare di ustionare le radici.

Lavori da fare.

Si raccomanda di trapiantare prima che appaia la seconda foglia per olmi, aceri, faggi, ecc... Per gli alberi da frutto dobbiamo attendere fin dopo la fioritura. Quando le candele dei pini cominciano ad allungarsi, potremmo essere sicuri di trapiantare. Prima di rinvasare poteremo,
avvolgeremo e modelleremo l'albero; una volta trapiantato è necessario evitare qualsiasi movimento dell'albero nel vaso. E' anche ora di piantare talee e semi per la maggior parte delle specie.

È possibile applicare il filo di rame sui rami soprattutto delle latifoglie che, ancora prive di foglie, si prestano facilmente all’operazione; attenzione però alle gemme, le quali essendo già ingrossate risultano molto fragili.

Infine, Marzo è il mese indicato per le eventuali operazioni di innesto.



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agosto 29, 2010

Il Pino mugo è un'essenza molto indicata per essere lavorata a Bonsai.

Il Pino mugo è un'essenza molto indicata per essere lavorata a Bonsai.

Nelle nostre Alpi si spinge fino al limite della vegetazione ed è qui che, in condizioni estreme, le piante assumono caratteristiche uniche, con tronchi contorti e SHAKI e JIN che esprimono la lotta continua della natura per la sopravvivenza.

La pianta lavorata è stata raccolta circa quattro anni fa, infatti la cassetta di legno che la conteneva era completamente distrutta.

Il Pino presentava delle grosse caratteristiche: il tronco alla base aveva una spaccatura con uno SHAKI evidente, segno di un grosso trauma causato o dalla neve o da massi caduti su di esso; più in alto, sul tronco, ripiegato in due curve, lo SHAKI continuava con una rotazione su se stesso per poi interrompersi lungo la parte più dritta.

La chioma abbondante, ma molto distante dalla base, il tronco lungo ed esile, la partenza del tronco con un movimento così accentuato, hanno fatto sì che la scelta dello stile fosse quasi obbligatoria, così si è optato per lo stile a cascata.

Nelle foto si vedono i due lati della pianta e le sue dimensioni reali.

Il primo lavoro effettuato è stata la pulizia dei JIN e degli SHAKI.

Con un gessetto si sono segnate le zone da scortecciare per aumentare le dimensioni e con l'aiuto di una sgorbia si è cercata la zona viva visto che alcune zone morte erano ancora coperte dalla corteccia.

Nella zona apicale, un grosso ramo probabilmente tagliato nella raccolta è stato trasformato in JIN; pur essendo stato tagliato quattro anni prima era ancora pieno di resina.

Con l'aiuto di un tronchese si è asportata tutta la corteccia e per ripulire le zone e lisciarle a dovere si è utilizzata una fresa elettrica con una spazzola di ferro per dare un effetto più naturale.

Dopo aver lavorato le zone di legna secca bisognava valutare la pianta per poterla lavorare al meglio.

Dato che lo stile scelto era quello a cascata è stata decisa l'inclinazione del tronco poi,dando un'occhiata più attenta alla vegetazione, è risultato subito evidente che questa era troppo distante dal tronco e il disegno finale non sarebbe stato interessante; bisognava quindi portarla in una posizione più adeguata.

Per piegare il tronco in quella posizione è stato necessario irrigidirlo perché era molto flessibile e, nella zona dello SHARI spaccato, fletteva molto, quindi, per evitare che si aprisse in quel punto, sul retro è stata sistemata una barra di ferro ancorata al JIN e allo SHAKI.

Poi è cominciata la preparazione del tronco per la piegatura.

Per prima cosa sono stati fissati dei fili di alluminio per rinforzare la zona di maggior piegatura poi, con molta cura, si è legata della rafia inumidita in precedenza nell'acqua, prestando molta attenzione a tirarla molto bene in maniera da farla aderire ed evitare eventuali rotture improvvise.

Sono stati applicati due fili di rame per ancorare la seconda barra, quella con cui si è cominciato a piegare il tronco e poi si è utilizzato un tirante fissato all'apice per mantenere in posizione la piegatura.

Il tronco ha cominciato a piegarsi e, spostando in vari punti la leva, si è cercato di effettuare una curvatura non troppo accentuata.








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giugno 07, 2010

Domande frequenti (Frequently Asked Questions) nel Mondo Bonsai.

Voglio acquistare il mio primo Bonsai, quale compro?
Come primo Bonsai è consigliato acquistare un Ficus. I Ficus sono molto restistenti e, anche se sono principalmente utilizzati come Bonsai da interno, si adattano facilmente anche all'esterno. Come seconda scelta si può optare per un Olmo.
Anche l'età è importante nella scelta. Un Bonsai giovane è meno resistente di uno adulto, ma quest'ultimo, di solito, è più costoso.

Quanto posso spendere per il mio primo bonsai?
Non spendere una cifra esagerata per il primo Bonsai è la cosa migliore, ora si trovano ottimi esemplari anche a 20-30€ o meno. Solitamente troviamo intorno ai 10€ Bonsai giovani e più difficili da coltivare per un principiante in quanto sono più delicati rispetto ad uno adulto. L'ideale è trovare il giusto compromesso tra prezzo ed età dell'albero.
Spendendo una modesta cifra, in caso di morte della pianta, non dovremmo disperare anche per le nostre tasche oltre che per il Bonsai.

Ogni quanto devo annaffiare?
Non esiste una regola fissa per annaffiare i nostri Bonsai, ci sono molti fattori che influenzano questa operazione: il clima, il tipo di albero, la qualità della terra, ecc.
Per capire quando è il momento di annaffiare bisogna toccare con le dita il terreno, se risulta asciutto, allora è il momento di dare l'acqua al nostro Bonsai.

Quando devo concimare?
Bisogna concimare i nostri Bonsai durante il periodo vegetativo, sia primaverile che estivo, quando assorbono notevoli quantità di azoto per poter sviluppare nuovi rami e foglie. Tuttavia il periodo di concimazione non è uguale per tutte le specie:
  • latifoglie: da aprile a metà maggio - da agosto a metà settembre;
  • conifere: da aprile a fine maggio - tutto settembre.
Il Bonsai in fase di formazione deve essere concimato ogni 8-10 giorni, quello in fase di perfezionamento ogni 15 giorni.

Quando devo rinvasare?
Il rinvaso deve essere effettuato ogni due anni per i Bonsai giovani, ogni cinque anni per quelli adulti.
Il rinvaso con la riduzione delle radici deve essere effettuato nei periodi vegetativi; senza riduzione delle radici può essere effettuato in qualsiasi stagione, ma è comunque consigliato effettuarlo in primavera.

In quale stagione posso acquistare un Bonsai?
Non c'è una stagione nella quale è consigliato acquistare un Bonsai, bisogna fare attenzione, però, al clima in cui il Bonsai si trovava e quello in cui verrà tenuto da noi. Ad esempio: è inverno e andiamo ad acquistare un Bonsai; se nel vivaio viene tenuto in una serra e noi decidiamo di tenerlo all'esterno, è probabile che il cambiamento di temperatura improvviso possa far morire l'albero.


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giugno 05, 2010

Shitahusa: erba di compagnia o pianta d'accompagnamento.

Le piante d'accompagnamento, anche se sembra che accompagnino il bonsai (da cui il nome) svolgono parecchie funzioni nell'abbinamento con i bonsai stessi.

La loro funzione principale è quella di accentuare il carattere della pianta a cui vengono affiancate nelle seguenti caratteristiche: movimento, profondità, linea, stagione, (rappresentano e accentuano il periodo dell'anno, ad es. composizione estiva, sassifraghe durante la fioritura; autunnale, gramigne; primavera, osmunda).

Esposizione.

Nell'esposizione, bonsai ed erba di compagnia devono convergere l'uno verso l'altra.

Bisogna essere attenti ad alternare i vari tipi d'erba di compagnia durante l'anno.

L'aggiunta di piantine d'accompagnamento dona naturalezza all'esposizione di bonsai; nella maniera tradizionale di esporli infatti ogni esemplare non è mai presentato da solo ma accompagnato da una piantina e dal KAKEMONO, un rotolo dipinto.

Questi tre elementi formano un triangolo dove il bonsai simboleggia l'uomo, la pittura il cielo e la piantina, la terra.

Per tale motivo è sempre presente idealmente il triangolo che equilibra l'esposizione.

Il bonsai è il soggetto principale, che deve stimolare un insieme di sentimenti o ispirare una scena in natura.
Le piantine o le erbacee, abbinate al bonsai, sono essenze che vivono in natura nelle stesse zone in cui cresce la specie che abbiamo usato per la formazione del bonsai.

Le piante d'accompagnamento testimoniano l'amore e l'osservali;: della natura; la loro scelta richiede molta sensibilità e la loro cura tante attenzioni.

La piantina complementare può essere formata da una sola essenza, che ricorda il prato di montagna, o di pianura. I contenitori di queste piantine sono piccoli vasi, bassi vassoi, pietre leggermente concave su cui poggia la massa tondeggiante della terra.


Terriccio.
La quantità è minima, data la dimensione del contenitore.

Per le piante che si presume saranno sempre esposte in vaso (SHITÀKUSA), si può usare dell'AKADAMA con altro terriccio simile a quello originario, sempre tenendo conto dell'importanza di un ottimo drenaggio. Nel caso di NEARAI è da preferirsi il KETO.

Nel momento in cui si richiama un ambiente umido e ricco, la terra in cui affondano le radici di festuche, giunchi, felci, aquilegie, fritillarie, è posta su di un velo d'acqua ed è trattenuta da una retina sottile nascosta da muschio perché non si sfasci.

Per questo tipo di composizione, senza vaso, s'inizia da una rete di plastica, attraverso la quale si fanno passare dei fili che serviranno per legare le piante; si preparano poi delle palle di torba e AKADAMA, che saranno il substrato delle piantine.
Si mette una palla di terriccio sulla rete, si dispone un gruppetto di piante, e infine si rifinisce con muschio a fibra lunga.

In alcuni bonsai è possibile utilizzare piante d'accompagnamento alla base del bonsai stesso, in modo che ricordi un vero e proprio ambiente naturale.

Per fare questo è sufficiente raccogliere delle piante selvatiche e scegliere le specie a radici corte che non possono entrare in competizione con quelle del bonsai.

Le piante d'accompagnamento si aggiungono prima di mettere l'ultimo strato di terriccio, praticando dei piccoli buchi che le accolgono; poi si copre con il terriccio e si ritinge con cuscinetti di muschio dalle differenti tonalità.

L'obiettivo non è nascondere i diretti del bonsai, ma aggiungere un tocco di bellezza alla superficie del terriccio alla quale spesso non si applicano che monotoni cuscinetti di muschio.

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gennaio 17, 2010

Il bonsai nel mondo occidentale

L'estremo oriente ha sempre affascinato gli occidentali; basti pensare che proprio a questo interesse si deve, per esempio, la scoperta dell'America.

Alcuni prodotti orientali, cose la seta o la porcellana, hanno una storia così seducente che nessuna fantasia d'autore potrebbe immaginare. Eppure e stranamente il bonsai non attiro' mai l'attenzione dei primi viaggiatori.


E' solo alla fine del secolo scorso e agli inizi di questo che si hanno le prime notizie certe sul bonsai in occidente, con relazioni e mostre tenute sia in Inghilterra che in Francia. Nel 1937 i bonsai vinsero un Gran Premio all' esposizione Universale di Parigi, tuttavia l'interesse degli occidentali non si risvegliò.


Un libro stampato in Italia negli anni trenta, fa da buon test per capire come in quel periodo e, sicuramente anche in precedenza, il bonsai non fosse sconosciuto come pianta ma come modo di avvicinare e capire la natura. Nel libro, oltre al solito paragone fra il bonsai e i piccoli piedi delle donne cinesi, ottenuti con fasciature costrittive, si parla di piante torturate e si mette in risalto l'inutilità di questo tipo di coltivazione. Tutti coloro che praticano il bonsai sanno come certi pregiudizi sono spesso presenti ancora oggi. Dipinto murale nella tomba della principessa Zhang-Huai a Xian, raffigurante una donna con un bonsai. Periodo Tang (VIII secolo).


La vera scoperta del bonsai da parte degli occidentali e' avvenuta con la seconda guerra mondiale o, secondo una tesi giapponese, durante l'Esposizione di Osaka dei 1970. C'è da dire che l'interesse degli orientali per questa loro antica arte ha fatto si' che anche nello stesso Giappone il bonsai abbia conosciuto un'espansione senza precedenti, tanto che e' logico parlare più che di espansione, di una vera e propria riscoperta.


Analizzando i motivi credo, innanzi tutto, che non si debba mai cercare di capire una forma d'arte slegandola dall'epoca in cui e' stata creata. Ogni epoca ha le sue forme di arte legate e condizionate dalla realtà.


I primi viaggiatori, da Marco Polo in poi, avranno probabilmente visto anche i bonsai o i loro antenati, ma questi non erano, ai loro occhi, niente di più di piante che abbellivano le dimore dei potenti locali, ne più' ne meno di quanto accadeva nello stesso periodo in Europa.


Anche le prime relazioni e le prime mostre in cui vennero presentati i bonsai non riuscirono a suscitare ne entusiasmo ne interesse per due buone ragioni. La prima e' che la società della fine del secolo scorso e degli inizi di questo, era tutta protesa, quasi abbagliata, dalle conquiste scientifiche: una società che puntava verso orizzonti utilitaristici in cui il bonsai non avrebbe potuto trovare spazio. La scoperta del bonsai in occidente e la sua riscoperta in oriente sono frutto di reazioni legate ad un nuovo concetto di scienza e di cultura. Nessuno negli anni trenta si era reso conto che le conquiste tecnologiche avessero come limite la nostra natura umana. Si era creata l'illusione che l'uomo avrebbe avuto il dominio; più completo sull'ambiente che resta, invece, legato all'uomo e che e' la condizione stessa della sua sopravvivenza. La seconda ragione e', a mio parere, che mancassero anche i pregi artistici. A giudicare dallo immagini arrivate fino a noi, gli esemplari presentati erano poco più di 'piante in vaso', sicuramente poco adatte a colpire la fantasia e l'immaginazione dei nostri antenati.


Seguendo quarto viene scritto sul bonsai nel mondo, ho avuto spesso l'impressione che ci sia stata la caccia a prestigiosi antenati. La ricerca di queste 'radici' ha talvolta sfiorato l'assurdo, coinvolgendo i romani, il Re Sole e immaginari e improbabili ritrovamenti archeologici. Nessuno sembra rendersi conto che 'piante in vaso' sono esistite da sempre.


L'antico bonsai non era molto dissimile dalle cose che si potevano veder qui nello stesso periodo. Il bonsai come espressione d'arte è un concetto moderno che si deve all'evoluzione della scuola Giapponese contemporanea. Se questo è vero, credo che sarebbe un grossolano errore considerare queste piante 'oggetti' e non cercare di approfondire, con le conoscenze tecniche, anche quelle filosofico-religiose.

Nella religione Shinto, di cui e' impregnato ogni atto del vivere quotidiano giapponese, ogni oggetto possiede il suo "hami " che si potrebbe definire 'una presenza divina' o, se volete, 'un'anima".


Nel mondo giapponese la natura e le piante non sono avulse dall'uomo, ma parte della sua vita, L'arte e' il frutto di un lungo sforzo d'apprendimento, d'attenzione e di meditazione.


Detto questo e' evidente che "creare' un bonsai non e', per un giapponese, solo un problema tecnico od estetico, ma anche una ricerca interiore. L'espressione artistica è il risultato di una ricerca costante della semplicità, dell'essenzialità e della naturalezza. Un concetto del bello, quello giapponese, in cui e' il materiale stesso a suggerire, nella sua essenzialità un ricco mondo interiore.


Concetti come essenzialità, semplicità, naturalezza, visione meditata della realtà rispetto e amore per il 'materiale' usato, dovrebbero essere la base sia di una comprensione reciproca con i giapponesi, sia dei nostri sforzi d'interpretare la natura attraverso le piante.


Affermare, come uno dei più grandi maestri giapponesi Kyuzo Murata, che far bonsai e' una forma quasi religiosa d'amore per la natura e per gli uomini e' forse un po' azzardato; certamente il bonsai e', o dovrebbe essere, per chi lo pratica, un modo di avvicinare, capire e amare la natura. Poichè il bonsai e' anche espressione artistica e ricerca del bello, chiunque lo faccia, lo 'viva', dovrebbe considerare amico, ai di sopra di tutte le diversità, chi come lui prova gli stessi sentimenti e condivide gli stessi entusiasmi. E non solo questo.


Poichè il bonsai e' il risultato di conoscenze botaniche, tecniche, artistiche e filosofiche, nessuno, credo, sarà mai detentore della conoscenza in assoluto. Ognuno di noi ha qualcosa da ricevere e da donare. Nell'amicizia, nello scambio d'esperienze, nel migliorare le conoscenze, nel confronto fra i nostri risultati e quelli altrui sta la chiave del rapporto associativo.Dalle mie molteplici esperienze associative ho tratto la convinzione che le associazioni più costruttive siano quelle locali, quelle in cui ogni socio e' contemporaneamente anche un amico. Credo pero' che Io spirito del bonsai imponga che si debba essere amici e ricercare occasioni d'incontro e di scambio d'esperienze e di notizie non solo nell'ambito nazionale, ma internazionale.

fonte: Bonsai San Marino

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