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giugno 04, 2011

Bonsai e dimensioni.

Negli ultimi anni, si è notato, in sede di mostre e manifestazioni, un numero crescente di esemplari aventi dimensioni medio-grandi, che spiccano per imponenza e maestosità.

Tutto ciò ha spinto gli appassionati a cercare e raccogliere materiali sempre più grandi, al fine di proporre bonsai che si notano più per la taglia che per la particolarità.

Tuttavia, a volte, si può avere il piacere di fare bonsai, creando miniature di alberi, da essenze di dimensioni più ridotte.

Il Pino Mugo preso in esame p è una di queste.

Ad un primo approccio, ciò che subito colpisce l'osservatore, è la qualità del materiale: corteccia a scaglie piccole, vecchia e fessurata, piede possente che dona al tronco una spiccata conicità, elementi di legna secca che conferiscono oltremodo tipicità e annosità, vegetazione sufficientemente raccolta, senso dinamico molto evocativo.

Tale essenza, nonostante le ridotte dimensioni, possiede notevoli potenzialità, numerosi punti focali che catturano lo sguardo dell'osservatore.

Questo pino rientra, viste le sue dimensioni, nella categoria SHOIN, ma trasmette e suscita impressioni ed emozioni come un esemplare di taglia più grande.


II bonsaista può avere un valido aiuto, in fase di realizzazione, nell'elaborazione di un progetto grafico o disegno, con l'ausilio del quale si possono ipotizzare svariate soluzioni per la pianta presa in esame.


Costante esercizio e continua applicazione di questo preliminare portano, nel corso del tempo, anche all'aumento delle capacità di esprimere graficamente soluzioni sempre più fantasiose e forme d'albero sempre più evocative, riportandole e applicandole poi sulle proprie piante.

II progetto scelto per il pino era una modellatura in stile prostrato.

Dopo avere trovato l'inclinazione ideale, che enfatizzasse e mostrasse le caratteristiche del tronco, la pianta è stata potata, mantenendo i rami più suddivisi e meglio posizionati.

Un'accurata legatura, proteggendo le porzioni di tronco che dovevano sopportare le piegature più impegnative con l'ausilio di rafia, e una successivi modellatura, hanno dato come risltato uno SHOIN di grande carattere e dinamicità, che si appresta oggi, (dopo 15 anni di coltivazione in vaso senza mai aver subito alcuna modellatrura) ad iniziare il suo cammino come bonsai


 

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maggio 01, 2011

Pino silvestre: passione e rispetto.

Tra le specie Bonsai che mi entusiasmano maggiormente c'è sicuramente il Pino Silvestre, e in questo articolo voglio descrivervi il mio sistema di valutazione di una pianta prima della raccolta in natura.

Durante la ricerca faccio una selezione delle piante che osservo.

Il criterio adottato consiste nello scegliere piante molto vecchie, di dimensioni ridotte e, ovviamente,
con le caratteristiche tecniche che ogni buon bonsaista conosce.

Piante come quelle appena descritte, si trovano su termini molto rocciosi e poverissimi di sostanze nutritive.

Le grosse radici si sviluppano in profondità, nelle fessure della roccia, dove è costante l'umidità.

Altre crescono in superficie dove m accumulano piccole quantità di torba e aghi secchi.

Durante i periodi di siccità venscoe alimentate dai fittoni che penetrane in profondità, mentre le radici superficiali restano inattive.

Durante i mesi che precedono la raccolta della pianta, se questi sono caratterizzati dal clima precedentemente descritto, basgno la pianta con uno spruzzatore per mantenere attivo l'apparato radicale in superficie, che è quello che manterrà in vita la pianta stessa dopo la raccolta.

In ogni caso prima della raccolta osservo gli aghi dell'ultima vegetazione e se sono molto più corti di quelli dell'annata precedente e le gemme sono poco sviluppate, rinvio all'anno successivo il lavoro (consapevole di poter fare piacere a qualche altro bonsaista).

Precauzioni come queste, apparentemente eccessive, dovrebbero essere adottate da tutti i bonsaisti che rispettano la natura, perché "bonsaista" non equivale a "vandalo * come certi ben pensanti affermano, e non dobbiamo dare credito a queste voci.

Bonsai in natura.

Le sentinelle dei monti.





Modellati a bonsai dalla natura ma impossibili da raccogliere.




  


 

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marzo 31, 2011

L'essenza di Shoka: Fiore di Ciliegio.

La bellezza dei fiori di Ciliegio e dell'Acero in veste autunnale è la più rappresentativa del sentimento
popolare verso i fiori in generale.

Il termine "fiore" in Giappone spesso si riferisce al fiore di Ciliegio, Un SHOKA di Ciliegio (SAKURA) è
DENKA, uno degli svariati SHOKA con proprie regole e tradizioni.

Un DENKA di Ciliegio viene realizzato con varietà di Ciliegio naturale o tradizionale, come YAMAZAKURA O HONZAKURA.

Non può essere usata alcuna varietà orticola.

Lo stile OYO in un ampio vaso o in un largo cesto senza manici è il preferito per catturare l'effetto
migliore del Ciliegio in fiore.


Né lo stile SHIN e nemmeno lo spazio limitato di un vaso sospeso sono indicati per il Ciliegio fiorito.

II Ciliegio inizia a fiorire nelle pianure più calde e, gradualmente anche in  montagna.

L'effetto migliore è quello dato un attimo prima della completa fioritura.

Per enfatizzare la sensazione di uno scenario naturale, viene usato un pezzo di legno ricoperto di muschio o licheni; in una composizione molto grande possono venire utilizzati due pezzi.

Questo legno non deve essere veduto nel MIZUGIWA ma deve emergere tra fiori e foglie a livello medio di fronte allo SHIN.

SOE deve fare immaginare che  la completa fioritura è appena passata. Nella variazione IN-YO una stelo SOE mostra il retro di cinque o sette boccioli. L'utilizzo di fiori grandi e piccoli nella stessa composizione rafforza l'impressione di naturalezza.

 Questo DENKA tuttavia insegna che un ramo di Pino viene utilizzato ad un livello più basso.
Il  Pino suggerisce stabilità in contrasto alla fragilità della belezza dei fiori di Ciliegio che verranno presto portati  via dal vento.

Si dice che i fiori di Ciliegio riflettano la bellezza del sorgere del sole. Questo forse è il materiale giapponese più rappresentativo che può venire esposto da solo in un TOKONOMA.
 Se vi sono diverse coi di IKEBANA, il posto di onore viene sempre dato al DENKA di Ciliegio

L'Ikebana è un'arte molto antica, ha le sue origini in Oriente (India, Cina) ma solo nel complesso artistico e religioso del Giappone ha trovato il terreno fertile per il suo sviluppo trasformandosi, da iniziale offerta agli dei, in una multiforme espressione artistica, frutto e riflesso della cultura del momento.

Le sue origini risalgono al VI secolo d.C. e cioè al periodo in cui il buddhismo attraverso la Cina e la Corea penetra nell'arcipelago nipponico introducendo l'usanza delle offerte floreali votive.

In origine l'arte dei fiori era praticata solamente dai nobili e dai monaci buddhisti, che rappresentavano le classi elevate del Giappone, e solo molto più tardi si diffuse in tutti i ceti diventando popolare con il nome di Ikebana.

 Il primo stile, piuttosto elaborato, fu il Rikka che comprendeva la presenza nella composizione di ben sette elementi: i tre rami principali e i quattro secondari.

In seguito venne elaborato uno stile più semplice, il Nageire. A questo seguì il Seika, una specie di Rikka semplificato, meno austero del Nageire. In epoca moderna ogni scuola adottò un proprio stile personale e si cominciarono ad usare anche vasi bassi dal bordo poco elevato, elementi vari come sassi, rami secchi ed altri materiali naturali.





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febbraio 20, 2011

Il calendario dei lavori da fare per mantenere un bonsai: Ottobre, Novembre e Dicembre.

OTTOBRE

Il primo mese dell’autunno è caratterizzato da rallentamento progressivo e arresto della vegetazione, maturazione dei frutti e caduta delle foglie. È sicuramente l’epoca in cui le foglie sono più belle, in modo particolare quelle degli aceri che assumono splendide tonalità dal rosso all’arancio.

Soprattutto al nord questo mese porta con sé i primi freddi e le piante si preparano ai rigori invernali.

Nelle regioni del centro-sud, invece, ottobre è un mese in cui molte piante continuano a vegetare, grazie alle temperature sensibilmente più alte rispetto al nord; di conseguenza, gli interventi da effettuare vanno decisi osservando il clima del luogo e non il calendario.
Innaffiamento.

Gli alberi iniziano ad entrare in riposo vegetativo, la necessità di acqua sarà minore, pertanto è possibile eliminare i sottovasi per evitae l’accumulo di un eccesso di umidità nelle radici. Non avviene la stessa cosa per le specie da interni le quali dovranno essere riposte in casa.
Fitosanitari.

Non sarà necessario usare un insetticida, ma un fungicida sistemico.

Fertilizzanti.

L’apporto di fertilizzante prosegue per tutto il mese, fino a quando le temperature si mantengono alte, usando concimi con un'alta percentuale di potassio, per aumentare la resistenza dei tessuti
vegetali; se invece inizia a far freddo è consigliabile sospendere le concimazioni, che andranno riprese in primavera.

Concimare leggermente conifere e specie da interno. Da novembre a marzo non occorre dare fertilizzanti.

Lavori da fare.

E' un mese adatto al trapianto di piante da frutta ed a foglie caduche.

Per le conifere potremo attendere, fino alla fine di questo mese o all'inizio del prossimo. In ottobre si fa la potatura dei grossi rami dei pini, poiché la linfa non circola più abbondante, i pini potati drasticamente dovranno essere un po' riparati in inverno.

È opportuno predisporre un luogo riparato dalle prime gelate notturne e preparare quindi una serra fredda.

È opportuno rimuovere dai vasi sia le foglie morte e sia gli eventuali frutti caduti, in quanto possono divenire, con la decomposizione, causa di sviluppo di malattie crittogamiche.

Le giornate si accorciano e le temperature calano, perciò, i bonsai vanno collocati in pieno sole per sfruttare al massimo la minore insolazione e il poco calore autunnale. Inoltre, nelle regioni più fredde, i bonsai da interno (Ficus, Serissa, Carmona ecc.) vanno riportati in casa quando le temperature scendono sotto gli 8 gradi.

Si possono iniziare a potare le piante sempreverdi verso la fine del mese; per le caducifoglie, invece, conviene aspettare che siano spoglie, sia per vedere meglio la struttura del bonsai, sia per essere certi che la vegetazione si sia arrestata.


NOVEMBRE

Specialmente di notte arriva l’inverno, la temperatura scende a livelli bassi per parecchie essenze, perciò è opportuno che i bonsai “da interno” più delicati (Ficus, Carmona ecc.) vengano portati in casa e posizionati in zone luminose.

Tutti gli altri bonsai vanno riparati in serra fredda (non riscaldata) o, almeno, sotto una tettoia, balcone ecc.

La parte più delicata per i bonsai lasciati all’aperto, è l’apparato radicale, quindi sarebbe opportuno coprire i vasi con un materiale isolante come argilla espansa, polistirolo, foglie, ecc.

Entro questo mese tutti gli alberi a foglia caduca devono restare senza foglie o averle già ingiallite. Il freddo comincia a farsi sentire ed i bonsai devono essere protetti, soprattutto quelli da poco trapiantati.

Innaffiamento.

In generale valgono gli stessi principi esposti per il mese precedente, quindi, poca acqua in quanto mantenere troppo umido il pane radicale, favorisce le malattie crittogamiche in particolare proprio dell’apparato radicale.

Fitosanitari.

Non sarà necessario l'uso di fungicida. Basterà l'applicazione di olio. Per le piante a foglia caduca, ora senza foglie, è l’occasione per un attento esame della corteccia, dove potrebbero annidarsi larve di afidi e parassiti in genere.

Fertilizzanti.

Da questo mese tralasceremo la concimazione fino all'arrivo della primavera.

Lavori da fare Questo è l'ultimo mese in cui si può trapiantare. Si consiglia di farlo soprattutto per pini e conifere. Proteggeremo i pini recentemente trapiantati. Possiamo anche potare ed avvolgere: ora , però, i rami saranno meno flessibili.

Ritirare le piante non significa metterle in serre o ambienti riscaldati, in quanto darebbero come risultato una alterazione del ciclo vegetativo.

Bisogna porle in locali freschi e arieggiati ove la temperatura non superi gli 8 °C.

Le parti di legno in cattive condizioni verranno eliminate e le ferite spalmate con mastice.

La potatura di formazione, in particolare per le latifoglie, può cominciare in questo periodo per una correzione dei rami, mentre il taglio eventuale dei rami principali deve avvenire verso la fine dell’inverno, prima della ripresa vegetativa.



DICEMBRE

Tutti gli alberi devono ora rimanere in letargo. Nelle zone fredde, devono essere protetti, in modo da non essere colpiti dalle gelate. I bonsai da interno devono ricevere quanta più luce possibile e non devono essere esposti a correnti di aria fredda, né al calore diretto del riscaldamento.
Innaffiamento.

Per le piante in interno, annaffiare abbondantemente, ma solo quando il terriccio è veramente asciutto; per umidificare l’aria circostante, seccata dai termosifoni, è conveniente mettere dei sottovasi riempiti di ghiaia umida sotto ai bonsai. All’esterno, ricordarsi di annaffiare la mattina tardi, in modo che la notte, quando il pericolo di gelate diventa più reale, il terriccio abbia drenato tutta l’acqua in eccesso.
Fitosanitari.

Potremo eventualmente eseguire un'applicazione di fungicida; di insetticida non è necessario. Questo è un mese di riposo.

Fertilizzanti.

Anche in questo mese non sono necessari fertilizzanti in quanto tutte le piante sono assolutamente a riposo.

Lavori da fare.

Si possono eventualmente proseguire le operazioni di formazione delle conifere, come la legatura con filo di rame, avendo cura però di lasciare il filo abbastanza allentato in modo che alla ripresa vegetativa non risulti troppo stretto, provocando l’incisione della corteccia.

Se dobbiamo impostare un bonsai, questo è il periodo migliore, sia perché le piante senza foglie lasciano vedere bene tutta la struttura, sia perché trovandosi “a riposo” possiamo potare anche grossi rami, o ffettuare il rinvaso, senza che i bonsai ne risentano.
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gennaio 11, 2011

Il calendario dei lavori da fare per mantenere un bonsai: Luglio, Agosto e Settembre.

LUGLIO.

È in genere il mese più caldo dell’anno, durante il quale deve essere riservata particolare attenzione alla disponibilità di acqua per il bonsai.

Fare attenzione ai danni che possono essere provocati dal sole intenso, il caldo e l'aria secca. Le specie a foglia delicata (aceri) devono essere collocati in semi-ombra.

In questo periodo non si effettuano particolari lavorazioni, se non qualche cimatura, l’avvolgimento dei nuovi rametti che si sono lignificati, la protezione dal sole, la difesa dai parassiti.

Innaffiamento.

E' la cura più importante del mese. E' buona cosa spargere dello sfagno sulla superficie della terra, fornirà un'umidità supplementare sotto le foglie, molto utile in caso di vento secco e caldo, oppure posizionare sotto i vasi uno strato di argilla espansa, la quale renderà l’ambiente circostante più umido. Le annaffiature dovranno avvenire presto la mattina e tardi alla sera, avendo cura quindi di evitare le ore più calde della giornata, in quanto potrebbero risultare fatali per le delicate foglie ancora giovani.

Fitosanitari.

Verificare quotidianamente con molta attenzione i bonsai per individuare tempestivamente eventuali attacchi di Cocciniglie, Afidi, e Funghi in genere. La profilassi, effettuata con trattamenti preventivi, è il sistema migliore per proteggere i bonsai dai parassiti.

Inoltre, in questo mese il ragno rosso la fa da padrone e quindi dobbiamo essere pronti ad intervenire con un buon acaricida.

Fertilizzanti.

È opportuno sospendere la somministrazione di qualsiasi fertilizzante visto che il forte caldo induce le piante ad una stasi vegetativa. Può essere utile eventualmente qualche somministrazione di vitamina B o del chelato di ferro (sequestrene).

Lavori da fare.

Rigorosamente proibito rinvasare, avvolgere conifere col filo ed effettuare una forte potatura.

L’estate è propizia alle diverse tecniche di moltiplicazione vegetativa e in particolare alla margotta e alla talea.

Se la vegetazione è vigorosa ed esuberante, è necessario effettuare spuntature per mantenere proporzionata la pianta .





AGOSTO.

Come in luglio, la nostra attenzione sarà rivolta ad evitare le bruciature causate dal sole. Dopo il 15 del mese, fermo restando il caldo del giorno, le temperature notturne iniziano ad abbassarsi e questo crea le condizioni di una “seconda primavera”: un periodo di ripresa vegetativa che si era arrestato in giugno-luglio a causa delle alte temperature notturne.

Innaffiamento.

Come in luglio sempre molta attenzione alle temperature elevate, se è il caso proteggere dal sole con reti ombreggianti. E’ importante controllare tutti giorni l’umidità del terriccio nei vasi e se lo
troviamo asciutto occorre annaffiare abbondantemente.

Fitosanitari.

Controllare che non vi siano lanugini o afidi. Se vi fossero trattare con insetticida specifico. L’alta umidità notturna può provocare lo sviluppo del cosiddetto “mal bianco” da combattere con un buon anticrittogamico.

Fertilizzanti.

Verso la fine del mese possiamo iniziare a concimare i bonsai, sia per aiutare lo sviluppo vegetativo di settembre, sia per fortificare i tessuti e prepararli ai rigori invernali. A questo proposito è opportuno iniziare ad utilizzare concimi con una più alta presenza di fosforo e potassio (P, K).

Lavori da fare.

Non c'è molto da fare in questo mese, visto che la crescita è rallentata, oppure si è fermata a causa del calore e la secchezza dell'aria.

Fare attenzione all’illuminazione delle piante in quanto nel caso la maggior parte della luce provenisse da una parte, sarà opportuno ruotare periodicamente il vaso per dare modo alla pianta di avere uno sviluppo armonico da tutti i lati.





SETTEMBRE.

Aumenta in questo periodo l’escursione termica tra il giorno e la notte, e questo stimola la crescita dei tessuti vegetali come fosse una nuova primavera; perciò dovremo regolarci di conseguenza, aiutando i nostri bonsai a vegetare in salute e preparandoli per affrontare l’inverno
nelle migliori condizioni possibili.

Come sempre adeguare il comportamento alle condizioni climatiche Il caldo del giorno, unito al fresco della notte, riproduce esattamente le condizioni climatiche della primavera, quindi, riprendendo la vegetazione delle piante, che si era bloccata nei caldi mesi estivi, si dovrà fare attenzione ad annaffiare regolarmente.

Fitosanitari.

Se la temperatura si mantiene calda vi è ancora il rischio di malattie.

Useremo un insetticida generico ogni quindici giorni nel caso di infestazioni. Nei pini dobbiamo iniziare ad usare fungicidi a base di rame, in previsione dell'apparizione di un fungo che spesso colpisce i pini e che produce strisce orizzontali giallognole negli agli. L’umidità notturna favorisce l’Oidio (mal bianco) il quale attacca facilmente Aceri e Querce, che non vanno assolutamente nebulizzati sulle foglie per non facilitare l’attecchimento di questo fungo.

Fertilizzanti.

Con il diminuire delle temperature è opportuno riprendere la fertilizzazione ma tenendo conto di utilizzare prodotti con un maggiore apporto di potassio, identificato con la lettera “K”. Il potassio
preparerà il bonsai alla stagione invernale e di conseguenza alla successiva primavera, metabolizzando gli zuccheri necessari come riserva e favorire la formazione di nuove gemme da fiore.

Lavori da fare.

E' presto per trapiantare ogni specie, ma se il trapianto non richiede la potatura delle radici, potremmo eseguirlo. Dobbiamo potare le specie da frutto all'inizio di questo mese, perché le gemme da fiore del prossimo anno si possono formare prima dell'inverno. Togliere il filo ai
rami che hanno preso la forma. Attenzione anche ai pini col filo: questo è il momento in cui i rami si ispessiscono.

Il sole è ancora forte, quindi, si deve continuare a tenere in posizione ombreggiata i bonsai più delicati per evitare ustioni alle foglie, o improvvisi “colpi di secco” .



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