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agosto 07, 2022

Come creare un bonsai di ginepro passo dopo passo: Pulizia e potatura.

Posted By: Fausto Baccino - agosto 07, 2022

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Il Bonsai più antico del mondo (più di 1000 anni) si trova in Italia al Museo del Bonsai Crespi.

Nel mio post di presentazione nella Comunità Argentina di #HIVE ho fatto riferimento al fatto che uno dei miei hobby preferiti con le piante era il bonsai.

Il bonsai è una tecnica antica, un'arte a cui alcuni si abituano a vedere una pianta in miniatura al supermercato. Ma è molto di più.

Dietro quella tecnica ci sono secoli di studio, di dedizione. È uno stile di vita nella cultura asiatica, non solo giapponese.

È il dono della pazienza e della calma trasmessa nell'azione di cura e perfezionamento di una pianta.

Tradotto letteralmente la parola bonsai è "natura in miniatura". Possono essere una o più piante.

Ma l'essenza è quella.

Una volta ho visto in una mostra in Italia la composizione di un bosco di bonsai in un vaso di 30 cm di diametro. Immagina di coltivare non una ma diverse piante in miniatura in quello spazio.

In Giappone ci sono famiglie che trasmettono questo mestiere, mestiere o professione (ognuna usa il termine che preferisce) di generazione in generazione.

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La pianta di ginepro quando ho iniziato a lavorarla come bonsai./ La pianta di ginepro quando ho iniziato a lavorarla come bonsai.

Ho incontrato un maestro giapponese erede di un'intera generazione di artisti bonsai. Era un po' come il pronipote. Sto parlando di persone che per due secoli hanno tramandato non solo conoscenze ma anche piante. Quei bonsai che oggi compiono 200 anni.

I miei bonsai sono modestamente molto più giovani. Ma sono loro. "Fatto a mano" come dicono i miei amici. Dal seme o dalla talea alla pianta in quanto tale.

Il più vecchio ha poco meno di 10 anni.

Come creare un bonsai di ginepro.

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Il ginepro è spesso usato in orticoltura e bonsai come ornamentale. / Il ginepro è spesso usato in orticoltura e bonsai come ornamentale.

Il ginepro è una delle piante che meglio si adatta alla realizzazione di un bonsai.

Ci sono un totale di circa 12 specie appartenenti al genere botanico Juniperus o Enebro.

Come pianta in natura possiamo vedere che fiorisce in primavera e matura i suoi frutti nel secondo o terzo anno.

Ciò consente alla stessa pianta di vedere frutti diversi con diversi stadi di maturazione.

Il ginepro trova la sua origine nell'Asia orientale, in particolare in Giappone, Cina e Corea, paesi invece in cui il bonsai ha raggiunto livelli molto elevati.

Allo stato naturale raggiunge normalmente un'altezza di 2-4 metri, anche se sono stati rinvenuti esemplari eccezionali fino a 10 metri di altezza.

Primi passi. / Primi passi.

Partiamo dal fatto di avere una pianta già sviluppata. Possiamo raggiungere questa condizione:

  • Comprandolo.
  • Semina e aspetta che cresca (è la tecnica che preferisco anche se è molto più lenta).
  • Riproducendolo tagliando.

Il primo passo è rimuovere il terriccio superficiale dal vaso o dal contenitore in cui lo abbiamo coltivato per vedere dove inizia a essere visto l'inizio delle radici.

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Solleva delicatamente la pianta dal vaso e raccogli il terreno con un bastoncino fino a quando la radice principale è chiaramente visibile.

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È imp

ortante definire il profilo della pianta e vedere da quale posizione si inizia a lavorare con il tronco ei rami principali.

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Il passo successivo è rimuovere con cura i rami morti e i rametti più piccoli o che non presentano uno sviluppo vigoroso e vivace.

Nelle immagini seguenti vedremo com'era la pianta prima della pulizia e com'è dopo averla fatta.

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Prima della pulizia.

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Dopo la pulizia.

Prossimo passo: la vera potatura.

Quello che abbiamo fatto nel passaggio precedente è stato pulire la pianta, non potarla.

La vera potatura inizia ora.

Se vogliamo creare un design più compatto, eliminiamo la punta della pianta.

La potatura è considerata l'azione più difficile nella creazione di bonsai e quella a maggior rischio.

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Abbiamo rimosso alcuni dei rami inferiori per esporre al tronco un'area abbastanza ampia da permetterci di lavorare senza problemi.

07.-Come-creare-un-bonsai-di-ginepro-rimozione-rami-inferiori.jpg

Possiamo potare senza problemi, cioè senza causare danni alla pianta, fino al 33% di essa, cioè 1/3

Come parte finale della potatura possiamo accorciare la punta per evitare che cresca troppo in alto.

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A questo punto la prima vera fase della realizzazione di un bonsai, ovvero la potatura, è terminata.

Ci vediamo nel prossimo tutorial che tratterà dell'applicazione del filo o del cablaggio per bonsai come è noto nel gergo popolare.

 

FONTE: https://hive.blog/hive-169099/@greengalletti/como-crear-un-bonsai-de-enebro-paso-a-paso-limpieza-y-poda-how-to-create-a-juniper-bonsai-step-by-step-cleaning-and-pruning-esp

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agosto 04, 2022

Questi sono i vantaggi del bonsai, un'antica forma di coltivazione

Posted By: Fausto Baccino - agosto 04, 2022

Il bonsai è una disciplina ben nota. Consiste  nel coltivare alberi e arbusti in vaso  e controllarne le dimensioni per mezzo di tecniche come il trapianto, la potatura, il cablaggio o il clampaggio, in modo che rimangano molto più piccoli di quanto sarebbero in circostanze naturali.

Furto di bonsai, un colpo emotivo più che economico per i suoi coltivatori
Furto di bonsai, un colpo emotivo più che economico per i suoi coltivatori


Quello che non è così noto, almeno nel mondo occidentale, sono  i benefici che questa attività  può avere per la salute di chi la pratica. Nel mondo occidentale, questi benefici hanno cominciato a essere presi in considerazione non molto tempo fa. Uno  studio  condotto presso l'Università di Scienze della Vita e dell'Ambiente a Breslavia, in Polonia, nel 2008 ha caratterizzato questa "arte della miniaturizzazione" come una "disciplina speciale della conoscenza, connessa con la filosofia, la pittura, la scultura, l'architettura e il giardinaggio.

Usos terapéuticos del bonsái
Tali connessioni con altre attività artistiche hanno consentito lo sviluppo della cosiddetta  bonsai therapy, o bonsai therapy , sulla falsariga  dell'arteterapia ,  della musicoterapia  e di altri usi terapeutici delle pratiche creative. UN di scienziati cubani di alcuni anni fa ha evidenziato che la pratica del bonsai come terapia con gli  anziani ha dato risultati positivi in ​​relazione alla "stimolazione della creatività, alla socializzazione e alla percezione dell'utilità" di queste persone.

Oltre agli anziani, questa pratica è stata utilizzata anche in pazienti con problemi psichiatrici. In questo caso,  la terapia bonsai  è stata benefica sia cognitivamente che fisicamente, comportamentalmente ed emotivamente. D'altra parte,  un'indagine del 2017  -condotta da scienziati giapponesi- ha rilevato che l la mera contemplazione del bonsai riduce lo stress  e contribuisce a uno stato di rilassamento fisiologico e psicologico nei pazienti con lesione del midollo spinale (le cui conseguenze includono la perdita di movimento o di sensibilità) .

Misure preventive e correttive
Nel 2018, uno psicologo sudafricano ha pubblicato uno  studio  intitolato "Influence of Bonsai on Health and Wellbeing as a Untapped Resource". Il testo sottolinea che questa disciplina “integra il relax, il tempo libero e la terapia artistica  in un mezzo che può avere un valore personale, emotivo, commerciale e curativo".

Questo documento sottolinea che la pratica del bonsai può essere "particolarmente utile come misura preventiva e riparativa" in contesti come ospedali psichiatrici, case di cura e orfanotrofi. Sottolinea che può avere applicazioni e vantaggi simili a quelli terapie assistite con animali , con il vantaggio di essere più facili e non implicare considerazioni etiche, come può succedere con gli animali domestici. Ed è anche conveniente, poiché le spese che rappresenta sono relativamente basse.

Principali vantaggi del bonsai
Sebbene gli studi si concentrino sugli anziani o sui pazienti con problemi di salute, i benefici di dedicarsi ai bonsai  raggiungono naturalmente anche le persone sane . Alcuni dei più importanti sono elencati di seguito.

Rilassatevi e riducete lo stress . Come ogni compito che implica attenzione e concentrazione, permette di staccare dalla frenesia della vita quotidiana e di abbassare i livelli di stress e ansia, con i suoi conseguenti benefici per il sistema circolatorio, l'umore e il benessere generale.
piacere estetico . Il suddetto rapporto tra bonsai e discipline come la pittura e la scultura fanno degli alberi e degli arbusti così coltivati ​​delle vere e proprie opere d'arte. Per questo forniscono un doppio piacere estetico: da un lato, lavorando con loro, alla ricerca di donare loro la massima bellezza; dall'altro, il resto del tempo, quando fanno parte dell'arredo della casa.
Aiuta a connetterti con la natura . Oltre alla sua bellezza, avere in casa bonsai o arbusti (proprio come le altre  piante d'appartamento ) è un modo di relazionarsi con la natura, che spesso si sente così distante quando si vive in città. E anche se ovviamente non è la stessa cosa che fare una  passeggiata in campagna  o fare un " bagno nel bosco ", contribuisce anche alla tranquillità e al benessere.
Migliora la qualità dell'aria . È dimostrato che alcune piante  contribuiscono alla purificazione dell'aria  all'interno delle abitazioni, in quanto aiutano ad eliminare le tossine rilasciate dalle sostanze di uso domestico, come disinfettanti, insetticidi, deodoranti e vernici. È importante, sì, controllare la presenza di insetti e altri animali che potrebbero comparire proprio a causa della coltivazione dei bonsai.
Stimola la percezione, la pazienza e la creatività . I tempi degli alberi e dei cespugli sono molto diversi dai tempi umani. Molte specie possono vivere centinaia di anni. Per questo motivo, i cambiamenti nello sviluppo di ogni esemplare possono richiedere settimane o mesi. La capacità di percepirli, così come la pazienza, si esercitano nella pratica del bonsai. E anche creatività, durante il processo di pianificazione quali misure devono essere attuate per garantire che ogni bonsai adotti la forma desiderata.
Aumenta l'autostima . Come ogni attività che implichi l'apprendimento e la padronanza di determinate tecniche, ottenere i risultati desiderati è fonte di soddisfazione personale e maggiore fiducia in se stessi.
Un grande impegno emotivo
È chiaro che coltivare bonsai non è la stessa cosa che avere un cane o un gatto. Tuttavia, alberi e cespugli sono anche esseri viventi e molte persone hanno un legame emotivo molto forte con loro. E anche un bonsai  può essere un compagno di vita  (e anche di più vite). L'anno scorso, il furto di diversi bonsai da vivai intorno a Tokyo, incluso  un esemplare di 400 anni, ha fatto notizia .

Nonostante il suo valore economico fosse stimato in più di 80.000 euro, per i suoi caregiver - una famiglia che lo aveva curato per più di vent'anni - la perdita ha rappresentato  un colpo particolarmente emotivo . "E' come se ci avessero tagliato le membra", dichiararono, dando pubbliche istruzioni ai ladri, per evitare che l'albero muoia.

Questo è il punto d'affetto per un esemplare di bonsai, una tecnica le cui  origini risalgono alla Cina di due millenni fa , sebbene il suo sviluppo come arte sia avvenuto nei secoli successivi in ​​Giappone. La parola  bonsai etimologicamente significa "pianta in una ciotola". Per i seguaci di questa disciplina, senza dubbio, ogni esemplare significa molto di più.

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febbraio 25, 2020

Come creare un bonsai passo dopo passo, da zero, partendo da un ramo o talea.

Posted By: Fausto Baccino - febbraio 25, 2020

In due articoli precedenti avevo descritto i miei due hobby principali: da un lato la filatelia e dall'altro il bonsai .

Di entrambi aveva fatto una descrizione più o meno dettagliata (mai esaustiva perché l'argomento da sviluppare è molto vasto) ma almeno per avere un'idea di coloro che sono estranei all'argomento e per condividere preoccupazioni comuni sono quelli che sono più legati all'argomento.

Nell'articolo intitolato Bonsai un'arte antica, dai grandi paesaggi alle singole piante. Avevo promesso di mostrarti come è il bonsai che sto sviluppando da un po 'di tempo, in particolare quasi 10 anni fa (il bonsai è amico della pazienza, molta pazienza!)

E come promesso è debito, eccolo qui. L'ho raccolto quando era solo un ramo spezzato caduto da un pino in un fine settimana autunnale nell'Appennino centrale d'Italia e l'ho trapiantato in un contenitore per iniziare a mettere radici.

Quindi fece 12.000 km di viaggio in aereo per tornare nel mio paese natale (ma questa è un'altra storia). Per ora continuiamo con il bonsai e i suoi primi passi.

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La prima immagine del mio futuro bonsai, poche ore dopo aver raccolto il ramo.


Ecco come è stato presentato il ramo di pino selvatico raccolto e appena trapiantato, prima di iniziare a lavorare come un futuro bonsai.

È importante lasciarlo trapiantato per un anno per consentire il tempo di formazione delle radici.

L'altezza era di circa un metro, troppo alta per iniziare a sviluppare un bonsai e soprattutto per evidenziarne il tronco, che è il più importante.

Pertanto il primo passo è stato accorciarlo. Come puoi vedere, il taglio è all'altezza del terzo ramo dopo la seconda forcella. Questo è importante per dare stabilità al futuro bonsai. Il suo aspetto deve indicare, anche all'inizio, un equilibrio nella sua struttura.

D'altra parte questo modulo contribuirà in futuro a dargli una tazza nutrita e armoniosa.

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Bonsai accorciato ad un'altezza di circa 50 cm


La foto seguente presenta un aspetto un po 'cupo, e tuttavia necessario per la formazione di bonsai.

Tutti i rami devono essere eliminati tranne uno, nel mio caso dei tre ho selezionato quello di mezzo perché quello più alto avrebbe sollevato troppo il bonsai e quello più basso si è avvicinato troppo al terreno.

L'unico che poteva generare una bella coppa era quello centrale. Per renderlo il più naturale possibile, ho iniziato a rimuovere la corteccia con un formon o una sgorbia con grande delicatezza e pazienza.

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Le parti estreme dei rami tagliati sono state accuratamente accorciate per dargli un aspetto più naturale.


Poiché è una varietà di pino se lasciamo il tronco e sicuramente inizierà a emanare resina distorcendo tutto il lavoro svolto.

Pertanto la tecnica viene utilizzata per "bruciare" il tronco per evitarlo. Cioè, applica il fuoco all'intera parte "nuda" del tronco. In precedenza dovevamo applicare il liquido di Jin.

L'uso principale del liquido di Jin è lo sbiancamento e la protezione del legno morto sia nei ginepri e nei pini che in tutti i tipi di alberi.

In questo modo quella parte del tronco assumerà un colore grigiastro, molto simile a quello di tronchi e rami morti in natura.

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Una torcia speciale a bassa potenza di fiamma viene utilizzata per bruciare il bagagliaio.

La tecnica di bruciare un bonsai con una fiamma ossidrica, sostanzialmente consiste in questo, bruciando il legno a cui abbiamo rimosso la corteccia con una fiamma ossidrica.

Questo viene fatto per invecchiare il legno più rapidamente, bruciando il legno con la torcia si asciuga più rapidamente, come è logico, ma per farlo bene deve essere fatto con cura e non bruciare troppo il legno, se non puoi solo bruciare il legno, se non l'intero albero.

Il prossimo passo è piegare il ramo per dargli una forma predeterminata. E per questo, il filo di rame viene generalmente utilizzato a causa della sua estrema manovrabilità. Ma il filo non viene applicato sul ramo nudo. In precedenza, doveva essere coperto per non ferirla.

Per proteggere la corteccia, di solito viene utilizzata la rafia (ci sono ventole che usano nastro di gomma o nastro adesivo) per proteggere la corteccia dell'albero mentre è cablata e quindi piegarla in modo più sicuro, in questo modo non viene danneggiata. La rafia deve essere in fibra naturale piatta e non intrecciata in corda.

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Il cablaggio è una tecnica fondamentale per modellare e modellare gli alberi dei bonsai.

Avvolgendo correttamente un filo di rame attorno ai rami dell'albero sarai in grado di piegare e posizionare i rami nel punto desiderato.

A seconda dello spessore del ramo, sarà necessario utilizzare un certo diametro del filo in modo che il ramo rimanga in posizione. Inoltre, ci vorranno alcuni mesi prima che i rami mantengano la loro nuova forma e rimangano in posizione dopo che il filo di rame è stato rimosso.

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Nel mio caso, a parte la rafia, ho usato un cintra trasparente per dargli una maggiore resistenza ed evitare rotture quando piega il ramo.

E ora inizia la parte "artistica" del bonsai: cioè quale forma vogliamo dargli. Ho deciso di iniziare con alcuni colpi di scena. Avrei potuto cercare la forma di cerchi, spirali, ecc. Compattare la tazza in questo bonsai non sarà affatto facile e ho cercato di concentrare la vegetazione futura nel punto desiderato.

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Due piccole parentesi graffe mi hanno aiutato a mantenere la filiale ferma e stabile nella sua nuova posizione

In questo panorama vediamo che i rami si stanno sviluppando abbastanza bene ma si allungano troppo in modo disordinato rendendo difficile la creazione della coppa.

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Questa è una delle parti più difficili perché dobbiamo iniziare con la creazione definitiva della tazza per bonsai.

Ogni ramoscello deve essere girato nella giusta direzione per dare alla tazza la giusta simmetria. Applicare la rafia e cablarla.

Il filo di rame viene rimosso solo dopo aver verificato che la forma del ramo è stabile. Normalmente tra 6 mesi e un anno. Dipende dalle dimensioni del ramo e dal tipo di pianta.

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Dare la forma di ogni ramoscello in modo delicato è essenziale per non sottoporre il bonsai a stress eccessivo.

E questo è il risultato finale.

La coppa deve ancora formarsi bene. Tieni presente che il pino è una pianta di crescita lentro.

In altre varietà di piante (ad esempio olmo o alberi da frutto per citarne due esempi) il bonsai si sviluppa più rapidamente.

La strada è ancora lunga e ardua. Ma la parte più difficile è fatta.

Ora non resta che mantenerlo e prendersene cura.

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Il risultato finale è un bonsai alto 46 cm e un diametro alla base del tronco di 13 cm.


Questo stile di bonsai che sto sviluppando si chiama YAMADORI .

Tutte le foto sono di mia proprietà e sono state scattate con una fotocamera digitale con zoom Olympus Camedia C 220. La risoluzione non è la migliore perché è una macchina con solo 2 megapixel, che quasi non uso più. 10 anni fa era un piccolo gioiello. Il che ci dà un'idea di come la tecnologia viene aggiornata in questo settore.

Le procedure sono state eseguite a intervalli di tempo, motivo per cui nelle foto puoi vedere come, a poco a poco, il bonsai ha iniziato a svilupparsi ed espandersi con nuovi rami.

Che è un buon segno, in quanto dimostra il vigore delle radici.

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Come creare un bonsai passo dopo passo, da zero, partendo da un seme.

Posted By: Fausto Baccino - febbraio 25, 2020

In un precedente articolo avevo spiegato come, a grandi linee, potremmo ottenere un bonsai da un ramo o da un taglio.

In tal caso potrebbe essere un ramo semplice (che dovremmo immediatamente trapiantare e riposare almeno all'anno per generare radici) o raccogliere un tronco normalmente sui pendii di montagne, colline o persino fiumi da cui deriva un ramo ma questo non si è completamente staccato dalla terra.

In questo caso abbiamo il vantaggio che alcune radici sono già state generate e quindi il processo di sviluppo è più veloce.

19. como_hacer_un_bonsai_a_partir_de_una_semilla_2022_orig.jpg


Oggi mi occuperò del processo più lento per realizzare un bonsai, ma in particolare quello che mi piace di più: a partire dal seme.


Crea il bonsai dal seme.

Perché dovresti chiedere?

Perché la pianta si svilupperà in modo armonico dall'inizio e tutti i suoi elementi verranno sviluppati in parallelo e allo stesso tempo: tronco, rami, radici.

Il nostro compito sarà di accorciare le radici di volta in volta per evitare che la pianta si sviluppi troppo e preservi l'estetica e i principi del bonsai.

Non avrà né più né meno valore di qualsiasi altro bonsai. Ma sarà il nostro lavoro dall'inizio alla fine.

I tempi saranno più lunghi, ma la crescita sarà ottimale, anche per la forma della struttura, ordinata e precisa.

Nell'articolo intitolato Bonsai un'arte antica, dai grandi paesaggi alle singole piante. Possiamo vedere bellissimi bonsai che hanno forme diverse. Non necessariamente quello di una pianta come siamo abituati a vedere. E se non sono quindi meno preziosi.


I semi di bonsai dovrebbero essere piantati in primavera o in autunno.

I semi di bonsai, come molti altri in natura, dovrebbero essere piantati in primavera o in autunno. Dobbiamo seminare in abbondanza perché non tutti i semi germineranno naturalmente.

I semi possono essere acquistati da un vivaio specializzato o raccolti dalla pianta che abbiamo già in nostro possesso. Importante: la terra che ospita la nuova pianta deve essere povera in nutrizione.

I semi dovrebbero essere sepolti e bagnati e la pianta dovrebbe essere mantenuta all'ombra fino a quando, nel tempo, inizia a germogliare e poi si trasforma in una pentola.

Due esempi di bonsai: il melo e il faggio.

Se vogliamo creare un albero bonsai che non troviamo in commercio o vogliamo vederlo crescere e svilupparsi fin dall'inizio come pianta, possiamo optare per l'alternativa del seme.

In questo articolo vedremo come vengono piantati i semi di un albero da frutto (in questo caso un albero di mele) e un albero comune, il faggio.

Il melo è una delle piante da frutto, di coltivazione domestica piuttosto diffusa, che si adatta meglio alla coltivazione dei bonsai.

Il faggio è un albero di lunga durata e a crescita lenta che può raggiungere i 35-40 metri di altezza, con un tronco dritto e non ramificato, e una corona ovale nel suo terzo superiore che si adatta perfettamente per l'uso come bonsai. È diffuso nell'Europa centrale mettendo in evidenza le foreste della Foresta Nera (Germania), la Foresta di Soignes e anche Sart-Tilman in Belgio e la Foresta di Irati a Navarra (Spagna). In America Latina è in Patagonia.

In Argentina e Cile , ad esempio, le specie del genere ricevono nomi diversi attraverso la loro gamma e anche diverse specie diverse vengono chiamate allo stesso modo.

È importante notare che non tutti i semi di piante o arbusti sono adatti allo sviluppo di un bonsai.

Nel primo caso a portata di mano, vale a dire i semi di mela, è consigliabile separarli dalla polpa, qualcosa che può essere fatto bene nella mela e asciugato perfettamente.

19. bonsai-semi-mele.png

Altri semi (in particolare gli alberi forestali che fioriscono in primavera e producono frutti in estate) sono ricoperti da uno strato legnoso che li protegge dalle intemperie e dalla durezza invernale, soprattutto quando i semi cadono a terra e rimangono nel terreno fino a La primavera successiva germogliano.

Esempi sono castagni, noci, mandorli e altre specie simili.

Preparazione di semi e terreno.

Prima di seminare questi semi dobbiamo simulare artificialmente l'inverno in modo che possano riposare in condizioni "naturali". Presumiamo di aver raccolto questi semi alla fine dell'estate raccogliendoli direttamente da terra.

In una bustina contenente sabbia e substrato di bonsai mettiamo i semi e mettiamo tutto in frigorifero per alcune settimane.

19. bonsai-semi-faggio-1.png

Trascorso questo periodo, rimuoviamo il sacchetto dal frigorifero e con una carta vetrata (quella fine usata per levigare il legno) levigiamo bene la corteccia per cercare di non essere così spessa e in questo modo viene facilitata la germinazione del seme (il caso per eccellenza è la noce).

19. bonsai-semi-faggio-2.png

Possiamo anche fare alcuni buchi nella corteccia facendo attenzione a non "ferire" il seme all'interno.

Con un setaccio o un setaccio rimuoviamo le impurità che sono state lasciate in modo che i semi siano più puliti possibile, come vediamo nell'immagine.

19. bonsai-semi-faggio-3.png

A questo punto siamo già all'inizio della primavera e con i semi già pronti e in grado di essere seminati. Mescolare in una pentola uguali quantità di sabbia e substrato per i bonsai. Seppelliamo i semi a una profondità ridotta - non più di un paio di centimetri - e annaffiamo regolarmente fino a quando le piante germinano completamente.

19. bonsai-semi-faggio-4.png

Le seguenti immagini illustrano il processo di semina finale.

19. bonsai-semi-faggio-5.png

19. bonsai-semi-faggio-6.png

È importante che il terreno all'interno del vaso non sia troppo compatto. Devi riordinarlo con le mani ma senza schiacciarlo troppo. Innaffia preferibilmente con un nebulizzatore d'acqua da giardino come mostrato nell'immagine.

19. bonsai-semi-faggio-7.png

Ho raccolto questi comuni semi di faggio nel mezzo dell'inverno italiano 2015 - gennaio - in una foresta ligure (in particolare nella Val Bormida) e li ho piantati un paio di mesi dopo (marzo) all'inizio della primavera.

Il risultato

Questo è il risultato della pianta di Haya (futuro bonsai) completata nel primo anno di vita.

19. bonsai-piantina-faggio.png

E questo è come appaiono oggi cinque (5) anni di vita.

19. bonsai-di-faggio_NG2.jpg

Lavoro finito?

No. Niente affatto. Ora arriva il più divertente:

a) Dai la forma che vuoi ai bonsai, cioè personalizzala o, come dicono i bonsaisti, definisci il tuo stile .

b) Accorciare sistematicamente la radice per impedire la crescita della pianta, ma allo stesso tempo mantenere la sua forma.

Alla prossima!

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ottobre 30, 2019

Il Prunus mume è sicuramente una delle specie più amate per la sua fioritura e fruttificazione particolarmente generose.

Posted By: Fausto Baccino - ottobre 30, 2019

Il Prunus mume, originario della Cina e della Corea, ma soprattutto diffuso in Giappone (dove è considerato un albero portafortuna), è sicuramente una delle specie più amate per la sua fioritura e fruttificazione particolarmente generose.

Il Prunus mume come bonsai

Il Prunus mume, originario della Cina e della Corea, ma soprattutto diffuso in Giappone (dove è considerato un albero portafortuna), è sicuramente una delle specie più amate per la sua fioritura e fruttificazione particolarmente generose. Fiorisce infatti abbondantemente già verso la fine dell'inverno e i suoi fiori leggeri creano uno splendido contrasto con il tronco rugoso e dal piacevole aspetto vetusto. Poiché trattasi di una specie che risponde bene alla potatura e vegeta vigorosamente, costituisce un materiale piuttosto semplice da formare, quindi è l'ideale anche per i principianti. La sua formazione come bonsai è estremamente gratificante non solo per la fioritura, ma anche per il fascino dell'aspetto d'insieme, il portamento e la distribuzione dei rami. In Oriente si trovano anche molte cultivar che non sono diffuse in Occidente. È adatto a tutti gli stili, eccetto l’eretto formale e quello a scopa.

Esposizione

Predilige il pieno sole, avendo però l'accortezza di proteggere la pianta dai raggi diretti nei mesi estivi più caldi. Non presenta particolari problemi durante la stagione invernale, salvo necessitare di un'adeguata protezione in caso di gelate.

Annaffiatura

Ogni qualvolta lo strato superficiale del terreno appare asciutto, annaffiare abbondantemente. Attenzione a non spruzzare mai direttamente l'acqua sui fiori.

Terreno

Terra composta da: 60% akadama, 30% terra pronta e 10% pozzolana.

Rinvaso

Poiché trattasi di una specie molto vigorosa, quando giovane è necessario trapiantare tutti gli anni, solo negli esemplari più maturi si può portare la frequenza a ogni 2-3 anni. Il periodo ideale in cui intervenire è l'autunno, tra ottobre e novembre, subito dopo la caduta delle foglie. In questo momento è possibile anche potare le radici grosse. Si può trapiantare anche subito dopo la fioritura, questa alternativa però deve essere adottata solo in casi eccezionali come, ad esempio, la rottura del vaso, l'esigenza di presentare la pianta ad una mostra, ecc.

Potatura

Per questa specie è necessario distinguere due differenti tecniche di potatura, a seconda che l'albero sia in formazione o sia ben delineato e si desideri solo favorirne la fioritura. La potatura di formazione si effettua nell'arco della stagione vegetativa, in primavera, quando le gemme cominciano a gonfiarsi, mentre è assolutamente sconsigliato potare in inverno poiché si può andare incontro a ritiri di linfa. I risultati migliori si ottengono potando e lasciando solo due gemme, così si riescono a creare rami con curve interessanti. In questa fase è molto importante mantenere delle gemme da foglia, altrimenti si rischia di perdere il ramo. Se la base del ramo è ormai definita si torna a potare a fine luglio-inizio agosto. Una volta rifinita la ramificazione secondaria, la potatura sarà diretta all'ottenimento di fiori e frutti, cercando di favorire il maggior numero possibile di gemme da fiore. Questa specie fiorisce a fine inverno, ma comincia a formare le gemme in estate. Se la ramificazione è formata, si attende il termine della fioritura per potare l'eccesso di crescita dell'anno precedente, in cui si eliminano i fiori e si potano i rami a piacimento. Il taglio successivo viene praticato quando le gemme si saranno già differenziate; su questa specie il segnale si riscontra quando le foglie si arricciano. Le gemme da fiore, si distinguono da quelle da foglia poiché sono più grosse.

Pinzatura

Il Prunus mume necessita di una costante pinzatura. La cimatura va effettuata utilizzando le forbici, al termine della fioritura: ogni volta che un ramo presenta 4 foglie se ne lasciano solo 2, smettendo di pinzare all'inizio dell'estate. È indispensabile applicare questa tecnica nel periodo corretto poiché ritardandola, i germogli si svilupperebbero con internodi lunghi. Non conviene però, neanche pinzare troppo presto visto che le gemme da fiore non si formano su legno molto giovane. Terminato il periodo di pinzatura, si lascia che l'albero si sviluppi liberamente per formare le gemme da fiore.

Avvolgimento

È meglio evitare di applicare questa tecnica: si forma soprattutto con le potature.

Concimazione

Alla fine della fioritura, dopo la potatura, somministrare Concime Stimolante Bonsan più Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro per 2 volte ogni 15-20 giorni. Negli altri periodi utilizzare il Concime Organico Liquido Bonsan ogni 15 giorni fino ad ottobre, oppure Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro ogni 15-25 giorni, escludendo il periodo di luglio e agosto. Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro; 3-4 volte all'anno è opportuno intervenire anche con la Soluzione Curativa Minerale Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

Cure

Se la pianta è coltivata come indicato, le fisiopatie che possono verificarsi, sono quasi insignificanti.

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ottobre 24, 2019

In Giappone il Melograno, o Punica granatum, si coltiva come bonsai dall'inizio del secolo scorso.

Posted By: Fausto Baccino - ottobre 24, 2019

In Giappone il Melograno, o Punica granatum,  si coltiva come bonsai dall'inizio del secolo scorso.Risulta molto adatto per la modellatura a bonsai.

Il Punica granatum come bonsai

In Giappone il Melograno, o Punica granatum,  si coltiva come bonsai dall'inizio del secolo scorso.Risulta molto adatto per la modellatura a bonsai: sopporta le potature drastiche e la pinzatura continua delle gemme, è facile da raccogliere, da far radicare ed inoltre possiede un grande vigore di crescita, oltre ad adattarsi molto bene al vaso. Applicando le tecniche bonsai, il Melograno assume caratteristiche molto affascinanti, soprattutto per quanto riguarda la sua ramificazione che diviene finissima, se si presta particolare attenzione alla potatura dei nuovi germogli. Il suo legno durissimo, permette di realizzare con grande successo dei jin. La fioritura ed i bellissimi frutti completano le qualità di quest'albero. Le sue peculiarità ne fanno anche una delle specie più adatte ad essere lavorate come shohin, per cui risulta particolarmente adeguata la varietà nana di questa pianta poiché presenta fiori e frutti di dimensioni ridotte.

Esposizione

Poiché ama molto il sole, trae il massimo beneficio dall'irradiazione diretta; l'ideale, comunque è che possa ricevere anche una buona ventilazione. È molto resistente anche al caldo estivo più intenso, ma soffre se sottoposto al freddo e soprattutto alle gelate invernali: ai primi abbassamenti di temperatura la pianta andrà protetta.

Annaffiatura

Il terreno in cui cresce il Melograno non deve rimanere costantemente umido, ma è fondamentale bagnarlo bene e abbondantemente: tra un'annaffiatura e l'altra la terra deve avere il tempo di asciugarsi.Vanno evitati gli eccessi di annaffio, altrimenti sulla pianta si manifesta una crescita lunga e debole con foglie gialle. Allo stesso modo anche le annaffiature scarse danneggiano seriamente lo sviluppo della pianta: le foglie si arricciano, seccandosi ai bordi, inoltre la fioritura viene compromessa.

Terreno

Il composto migliore da utilizzare è costituito da: 4/6 di akadama, 1/6 di terriccio, 1/6 di sabbia.

Rinvaso

La frequenza ideale per effettuare il trapianto di questa specie è ogni due/tre anni. Se si effettua il rinvaso una settimana dopo che la pianta ha vegetato, l'albero non andrà incontro ad alcun rischio. Si scelgano preferibilmente vasi piuttosto profondi e provvisti di molti e ampi fori al fine di un buon drenaggio.

Potatura

I due tipi di potatura che si praticano sul Melograno sono quella di formazione e quella di mantenimento. Con la prima si effettua il taglio di grossi rami all'inizio della primavera, momento in cui l'albero ha già vegetato, coprendo immediatamente le ferite con mastice cicatrizzante. La potatura di formazione va effettuata solo se è assolutamente necessaria, poiché il Melograno ha la forte tendenza al ritiro di linfa proprio sui tagli dei rami di grosse dimensioni. La potatura di mantenimento si applica soprattutto per eliminare l'eccesso di crescita prodotto durante tutto l'anno: rami che si incrociano, che crescono verso l'alto o il basso o che appaiono troppo lunghi. Il periodo migliore per eseguirla è la primavera o a metà autunno, in modo che i tagli abbiano il tempo di chiudersi prima del sopraggiungere dell'inverno.

Pinzatura

Per effettuare la pinzatura su questa specie, va considerato che il fiore appare alle estremità delle nuove vegetazioni, quindi se si interviene continuamente con le cimature non si otterranno i frutti, ma d’altra parte, se non si pinzasse, non si riuscirebbe a mantenere la silhouette dell’albero. Per pinzare correttamente il Melograno è bene far attenzione al suo ritmo di crescita come specie da fiore. È difficile che dai suoi fiori, che si sviluppano prima di giugno, si ottengano dei frutti, per questo motivo fino all'inizio dell'estate essi non saranno necessari e quindi ci si potrà occupare delle nuove crescite, pinzando allo scopo di formare nuovi rami. Dalla fine di maggio/primi di giugno i rami si lasceranno crescere: osservando quali portano la gemma da fiore all’estremità, si scelgono quelle che interessano al disegno dell’albero, pinzando le restanti.

Avvolgimento

In maggio-giugno si può applicare il filo poiché questo è il momento in cui la nuova crescita non è ancora totalmente lignificata e quindi i rami potranno essere curvati più facilmente, evitando il rischio di rotture. Su questa specie, essendo piuttosto delicata, l'avvolgimento va effettuato con la massima attenzione. Si consiglia di utilizzare filo di alluminio ramato. Quando si prevede di avvolgere un ramo di grosse dimensioni, è bene non annaffiare la pianta nei due giorni precedenti al lavoro.

Concimazione

Alla fine della fioritura, dopo la potatura, somministrare Concime Stimolante Bonsan unito a Concime Organico Liquido Bonsan per 3 volte ogni 8-10 giorni. Negli altri periodi utilizzare il Concime Organico Liquido Bonsan ogni 15 giorni fino ad ottobre, oppure Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro ogni 15-25 giorni, escludendo il periodo di luglio e agosto. Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

Cure

Nel momento della fioritura gli alberi sono maggiormente soggetti ad attacchi di parassiti, ma nella somministrazione dei prodotti insetticidi occorre avere cautela, altrimenti si rischia di ostacolare l'impollinazione naturale. Quindi è consigliabile applicare dei trattamenti di prevenzione, piuttosto che dover intervenire quando l'albero si trova nella fase di fioritura. Questa specie può essere soggetta soprattutto a mosca bianca e ragnetto rosso.

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ottobre 16, 2019

Le varietà autoctone come il Pinus Thunbergii occupano il primo posto tra le specie più apprezzate come bonsai.

Posted By: Fausto Baccino - ottobre 16, 2019

Le varietà autoctone occupano il primo posto tra le specie più apprezzate come bonsai. Si tratta di una pianta molto longeva che ha dimostrato di poter vivere, coltivata come bonsai, per centinaia di anni.

Il Pinus thunbergii bonsai

Le varietà autoctone occupano il primo posto tra le specie più apprezzate come bonsai. Si tratta di una pianta molto longeva che ha dimostrato di poter vivere, coltivata come bonsai, per centinaia di anni. Per molti appassionati ha costituito sicuramente il primo approccio all’arte bonsai. Sono diversi gli stili indicati per i Pini: bunjin, eretto formale e informale, inclinato, semi-cascata e cascata; si adatta comunque anche ad altre forme, che però a volte possono apparire meno naturali. Invecchiando, le peculiarità di questa pianta si accentuano: la corteccia fessurandosi, diventa sempre più interessante, la vegetazione si arricchisce definendo splendidi palchi, ecc. Grazie quindi alla tipica longevità, garantita anche dalla grande resistenza dei Pini nei confronti delle avversità climatiche e ambientali, esistono esemplari spettacolari che, soprattutto nella patria del bonsai, il Giappone, si tramandano di generazione in generazione, scrivendo una propria storia.

Esposizione

I Pini amano posizioni soleggiate e ben ventilate, pertanto è consigliabile lasciarli costantemente all’esterno. Tuttavia, nel caso in cui i vasi siano di dimensioni molto contenute, conviene proteggerli dal vento proveniente dal nord in inverno, per evitare che la zolla geli. In estate se non si ha la possibilità di annaffiare con costanza nei momenti adeguati, può essere utile proteggerli collocandoli sotto una rete ombreggiante durante il giorno e riportandoli all’esterno ogni sera, in modo che possano godere della rugiada notturna.

Annaffiatura

In generale, queste piante sopportano piuttosto bene la siccità. Se si lascia asciugare adeguatamente la terra tra un’annaffiatura e l’altra, il fogliame assume un aspetto più compatto. Dall’inizio dell’estate fino all’autunno non bisogna trascurare la nebulizzazione degli aghi a fine giornata.

Terreno

Il composto ideale è costituito da akadama e sabbia grossolana, che riesce a garantire un drenaggio ottimale.

Rinvaso

Gli esemplari giovani si trapiantano circa ogni 3 anni, quelli più maturi ogni 5-7 anni. L’epoca più adatta è tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, quando le gemme sono gonfie, ma gli aghi non si sono ancora aperti. Dopo il rinvaso si bagna a fondo e si posiziona l’albero all’ombra, nebulizzando gli aghi due volte al giorno. Solo quando gli aghi saranno completamente aperti, si potrà abituare il Pino al sole.

Potatura

La potatura dei rami o dell’apice si esegue esclusivamente in inverno, quando l’albero è in dormienza e la pressione della linfa è minima, altrimenti la ferita comincerà a gemere resina, anche se protetta con pasta cicatrizzante. È consigliabile potare, lasciando un moncone, applicare pasta cicatrizzante ed eliminare il moncone l’anno successivo. La potatura di mantenimento consiste nella sostituzione degli apici: si tagliano i germogli troppo lunghi, sostituendoli con altri laterali più corti. Allo stesso tempo si eliminano i germogli che crescono direttamente verso il basso, e quelli che crescono in tutte le altre posizioni inopportune. È bene tener presente che i Pini mostrano una forte tendenza alla crescita apicale e l’unico modo per contenere questo sviluppo verticale, è favorire quello orizzontale.

Pinzatura

Il periodo migliore per pinzare le candele mature è intorno alla metà di giugno, momento in cui si eliminano completamente i germogli: subito quelli deboli e a distanza di due settimane quelli forti. Se dopo la pinzatura si formassero 3 o 4 germogli nello stesso punto, conviene sfoltire i più vigorosi, mantenendo quelli più deboli presenti nelle zone forti, mentre nelle zone deboli si interviene su quelli deboli, lasciando i più forti, per evitare che si verifichi un ingrossamento delle estremità dei rami.

Avvolgimento

L’epoca più adatta per questa pratica è l’inverno. I Pini consentono una piegatura di rami e tronco, impensabili in altre specie, purché vengano prese le dovute precauzioni. Poiché la legna è molto flessibile, è bene usare filo di spessore maggiore, rispetto a quello che sarebbe adatto per altre specie con dimensioni simili; viceversa il ramo modellato tornerebbe in pochi minuti nella posizione iniziale. Dopo l’avvolgimento si pone l’albero all’ombra, nebulizzando la ramificazione con acqua, un paio di volte al giorno.

Concimazione

Da aprile all'inizio di luglio, somministrare ogni 15 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan insieme al Concime Stimolante Bonsan, oppure, una volta al mese, Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro più il Concime Stimolante Bonsan. Dalla fine di agosto ad ottobre fertilizzare ogni 15 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan o con Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro. Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro; 3-4 volte all'anno è opportuno intervenire anche con la Soluzione Curativa Minerale Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

Cure

Durante la stagione vegetativa i Pini possono subire attacchi da parte di parassiti, quali afidi e acari, che dovranno essere trattati immediatamente, utilizzando prodotti specifici. A scopo preventivo è utile nebulizzare la chioma in inverno, con del liquido jin, diluito in acqua (1:30).

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ottobre 13, 2019

Il Podocarpues macrophyllia nonostante l'origine orientale, viene chiamato anche Pino dei buddisti.

Posted By: Fausto Baccino - ottobre 13, 2019

Per le sue caratteristiche foglie strette e lunghe, che gli conferiscono un sapore decisamente mediterraneo, nonostante l'origine orientale, viene chiamato anche Pino dei buddisti.

Il Podocarpus macrophylla come bonsai

Per le sue caratteristiche foglie strette e lunghe, che gli conferiscono un sapore decisamente mediterraneo, nonostante l'origine orientale, viene chiamato anche Pino dei buddisti. È molto resistente e, se ben coltivato, fiorisce a fine agosto, dopodiché fruttifica. Grazie alla sua lenta crescita, come bonsai mantiene a lungo la forma conferitagli, richiedendo solo minimi interventi. Gli stili a cui meglio si adatta sono: eretto formale, inclinato, a due tronchi, a ceppaia, a zattera, a tronco multiplo e a gruppo.

Esposizione

Nei mesi più freddi questa pianta deve essere riparata all’interno, in una zona molto luminosa, garantendole una temperatura tra i 10° ed i 21° C. Da maggio a settembre va posta all’esterno in un luogo soleggiato e ventilato.

Annaffiatura

Deve essere abbondante e regolare, in modo da mantenere il terreno sempre fresco. Bisogna evitare i ristagni di acqua e quindi curare particolarmente il drenaggio. Nel periodo invernale vaporizzare il fogliame. Se si utilizza acqua corrente, è particolarmente consigliabile l'uso del Decalcificante Bonsan per neutralizzarne i sali nocivi.

Terreno

Terra composta da: 60% akadama, 20% terra pronta e 20% pozzolana.

Rinvaso

Questa operazione va effettuata ogni 3-5 anni in primavera inoltrata.

Potatura

Si può effettuare la potatura dei rami in qualsiasi periodo dell’anno.

Pinzatura

Spuntare durante tutto il periodo vegetativo i germogli nuovi a 3-4 cm, eliminando anche le foglie che appaiono troppo grosse.

Avvolgimento

Il filo può essere applicato sui rami durante l’anno, mentre sui germogli nuovi solo quando sono lignificati. È bene rimuoverlo al massimo dopo due mesi, altrimenti si rischia di incidere la corteccia.

Concimazione

Alla ripresa vegetativa (marzo-aprile) concimare ogni 8-10 giorni abbinando il Concime Bonsan ad Azione Stimolante al Concime Liquido Organico Bonsan. Da aprile a settembre concimare ogni 8-10 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan oppure ogni 15-20 giorni con Bonsan Concime Solido Organico Aburukasu, evitando i mesi di luglio e agosto. Da settembre a febbraio utilizzare ogni 15-20 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

Cure

È soggetto soprattutto a ragnetto rosso, cocciniglie, lumache e afidi.

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settembre 22, 2019

Il Pino è una pianta che ha dimostrato di poter vivere, come bonsai, per centinaia di anni.

Posted By: Fausto Baccino - settembre 22, 2019
Sia per le varietà autoctone, sia per quelle di importazione i Pini bonsai occupano il primo posto tra le specie più apprezzate come bonsai.

Si tratta di una pianta molto longeva che ha dimostrato di poter vivere, coltivata come bonsai, per centinaia di anni.

Per molti appassionati ha costituito sicuramente il primo approccio all’arte bonsai.

Le specie di pino più utilizzate e più facili da reperire come bonsai sono: Pinus thunbergii (Pino nero) e Pinus pentaphylla (Pino a cinque aghi).

Senza ombra di dubbio i bonsai di pino, sono di gran lunga i bonsai più largamente apprezzati e coltivati, grazie anche al fatto che sono molto longevi e particolarmente resistenti alle condizioni climatiche.

I pini bonsai occupano il primo posto tra le specie più apprezzate come bonsai.

Pinus Pentaphylla tra le specie più apprezzate come bonsai.

Sono diversi gli stili indicati per i Pini: bunjin, eretto formale e informale, inclinato, semi-cascata e cascata; si adatta comunque anche ad altre forme, che però a volte possono apparire meno naturali. Invecchiando le peculiarità di questa pianta si accentuano: la corteccia fessurandosi, diventa sempre più interessante, la vegetazione si arricchisce definendo splendidi palchi, ecc.



Grazie quindi alla tipica longevità, garantita anche dalla grande resistenza dei Pini nei confronti delle avversità climatiche e ambientali, esistono esemplari spettacolari che, soprattutto nella patria del bonsai, il Giappone, si tramandano di generazione in generazione, scrivendo una propria storia.

Esposizione.


I Pini amano posizioni soleggiate e ben ventilate, pertanto è consigliabile lasciarli costantemente all’esterno. Tuttavia, nel caso in cui i vasi siano di dimensioni molto contenute, conviene proteggerli dal vento proveniente dal nord in inverno, per evitare che la zolla geli.

In estate se non si ha la possibilità di annaffiare con costanza nei momenti adeguati, può essere utile proteggerli collocandoli sotto una rete ombreggiante durante il giorno e riportandoli all’esterno ogni sera, in modo che possano godere della rugiada notturna.

Annaffiatura.


In generale, queste piante sopportano piuttosto bene la siccità. Se si lascia asciugare adeguatamente la terra tra un’annaffiatura e l’altra, il fogliame assume un aspetto più compatto.

Dall’inizio dell’estate fino all’autunno non bisogna trascurare la nebulizzazione degli aghi a fine giornata.

Terreno.


Il composto ideale è costituito da akadama e sabbia grossolana, che riesce a garantire un drenaggio ottimale.

Rinvaso.


Gli esemplari giovani si trapiantano circa ogni 3 anni, quelli più maturi ogni 5-7 anni. L’epoca più adatta è tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, quando le gemme sono gonfie, ma gli aghi non si sono ancora aperti.
Leggi anche: La Metasequoia come bonsai fino al secolo scorso era considerato estinto da due milioni di anni.
Dopo il rinvaso si bagna a fondo e si posiziona l’albero all’ombra, nebulizzando gli aghi due volte al giorno.

Solo quando gli aghi saranno completamente aperti, si potrà abituare il Pino al sole.

Potatura.


La potatura dei rami o dell’apice si esegue esclusivamente in inverno, quando l’albero è in dormienza e la pressione della linfa è minima, altrimenti la ferita comincerà a gemere resina, anche se protetta con pasta cicatrizzante.

È consigliabile potare, lasciando un moncone, applicare pasta cicatrizzante ed eliminare il moncone l’anno successivo.

La potatura di mantenimento consiste nella sostituzione degli apici: si tagliano i germogli troppo lunghi, sostituendoli con altri laterali più corti.

Allo stesso tempo si eliminano i germogli che crescono direttamente verso il basso, e quelli che crescono in tutte le altre posizioni inopportune.

È bene tener presente che i Pini mostrano una forte tendenza alla crescita apicale e l’unico modo per contenere questo sviluppo verticale, è favorire quello orizzontale.

Pinzatura.


Per quanto riguarda le nuove crescite, quando i germogli si allungano a forma di candela, verso aprile-maggio, è bene pinzarli in modo da equilibrare il loro vigore di crescita.

Cimando con decisione le candele più lunghe e forti e pinzando leggermente o addirittura evitando di applicare questa operazione su quelle più deboli, si conferisce equilibrio allo sviluppo dell’albero.

Avvolgimento.


L’epoca più adatta per questa pratica è l’inverno.


I Pini consentono una piegatura di rami e tronco, impensabili in altre specie, purché vengano prese le dovute precauzioni.

Poiché la legna è molto flessibile, è bene usare filo di spessore maggiore, rispetto a quello che sarebbe adatto per altre specie con dimensioni simili; viceversa il ramo modellato tornerebbe in pochi minuti nella posizione iniziale.

Dopo l’avvolgimento si pone l’albero all’ombra, nebulizzando la ramificazione con acqua, un paio di volte al giorno.

Concimazione.


Da aprile all'inizio di luglio, somministrare ogni 15 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan insieme al Concime Stimolante Bonsan, oppure, una volta al mese, Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro più il Concime Stimolante Bonsan.

Dalla fine di agosto ad ottobre fertilizzare ogni 15 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan o con Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro.

Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro; 3-4 volte all'anno è opportuno intervenire anche con la Soluzione Curativa Minerale Bonsan.

Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

Cure.


Durante la stagione vegetativa i Pini possono subire attacchi da parte di parassiti, quali afidi e acari, che dovranno essere trattati immediatamente, utilizzando prodotti specifici.
Leggi anche: L'Olea europaea è entrato nel mondo del bonsai con le prime coltivazioni dell'anno 1970.
A scopo preventivo è utile nebulizzare la chioma in inverno, con del liquido jin, diluito in acqua (1:30).
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agosto 30, 2019

La specie Picea Jezoensis si adatta perfettamente a tutti gli stili bonsai a tronco eretto.

Posted By: Fausto Baccino - agosto 30, 2019
In arte bonsai la specie più apprezzata è la Picea Jezoensis.

La Picea si adatta perfettamente a tutti gli stili a tronco eretto, essendo la sua silhouette in natura quasi sempre conica.

Le formazioni consigliabili sono quindi l’eretto formale ed informale.

La specie Picea Jezoensis è particolarmente adatta anche per realizzare boschetti, visto che il suo tronco solitamente non presenta curve pronunciate.

La Picea è una specie tipica delle zone fredde.

In arte bonsai la specie più apprezzata è la Picea Jezoensis. 

Altre peculiarità importanti per l’educazione a bonsai, sono il suo fogliame minuto e la crescita rapida e vigorosa del tronco: caratteristiche che facilitano notevolmente la formazione e la modellatura.


Esposizione.

La Picea è una specie tipica delle zone fredde: ciò potrebbe far pensare che si tratti di una pianta molto robusta, ma in realtà non sopporta bene né il freddo, né il caldo e nemmeno il clima troppo secco.



Bisognerà far attenzione soprattutto all’inizio della primavera, momento in cui il clima cambia bruscamente ed è necessario adottare un controllo molto meticoloso, curando particolarmente l’annaffiatura e la nebulizzazione del fogliame.

Poiché le sue radici hanno bisogno di suolo fresco, è meglio evitare di collocarla in pieno sole, scegliendo invece un luogo a mezzombra e arieggiato. Si evitino anche collocazioni in zone poco luminose. In inverno è necessario proteggerla dalle gelate intense e prolungate.

Annaffiatura.

Soprattutto nei mesi più caldi ama frequenti nebulizzazioni del fogliame.

Per quanto riguarda le radici, si bagna a fondo la terra, lasciandola poi quasi seccare prima di irrigare nuovamente: in questo modo si riesce a fornire anche un’aerazione adeguata.

Terreno.

È necessario che il substrato sia poroso ed evitare che il contenitore possa inzupparsi, fornendogli un buon strato di drenaggio.

Il composto più adatto a questa specie è costituito da: akadama 100% di granulometria medio/grossa.

Rinvaso.

Il trapianto si esegue in primavera ogni due-tre anni, quando le gemme cambiano colore, conservando sempre 1/3 della massa di terra originale, infatti è consigliabile non potare eccessivamente l’apparato radicale.
Leggi anche: Il Morus è coltivato come bonsai da secoli poiché le sue foglie sono la dieta base dei bachi da seta.
Considerando che, anche in natura, le radici della Picea non sono molto profonde si possono utilizzare vasi piani; tuttavia in zone con estati calde e molto secche sono consigliabili contenitori profondi.

Potatura.

Dall’inizio dell’autunno alla fine dell’inverno i rami vanno potati e sfoltiti.

Poiché la Picea ramifica abbondantemente e con facilità, si sfoltisce lasciando ramoscelli alterni con l'obiettivo di creare un profilo triangolare, ecco perché si cercherà di mantenere più lunghi i rami della base e più corti quelli dell’apice.

Pinzatura.

I germogli della Picea sono sottili, minuti e non crescono molto, pertanto anche se non si pinzassero, l’albero non perderebbe la forma, tuttavia la pinzatura è necessaria affinché i rami aumentino in densità. I germogli spuntano a forma arrotondata, ma il momento giusto per pinzarli è quando appaiono come piccole ghiande e raggiungono 1 o 2 cm di lunghezza.

Se i germogli si sono sviluppati al punto di richiedere l’intervento con le forbici, anziché con le dita, significa che è già troppo tardi per pinzare. Si pinzano i germogli forti dell’apice e delle punte dei rami e solo leggermente quelli deboli delle zone interne e basse.

Generalmente i germogli si pinzano dalla base, ma se l’albero non è abbastanza vigoroso si corre il rischio di far seccare l’intero ramo: bisognerà lasciar crescere le parti deboli senza pinzarle, per equilibrare il vigore dell’albero.

È indispensabile applicare anche un’accurata selezione dei germogli: le zone troppo folte vanno alleggerite, lasciando solo 2 o 3 germogli in modo che arrivi sole ed aria all’interno dei rami.




Le gemme rivolte verso l’alto e quelle rivolte verso il basso vanno eliminate, preferendo le crescite orizzontali: trascurare questa operazione, significa trovarsi la stagione successiva con un ammasso confuso di nuovi germogli alle estremità dei rami.

Dopo la selezione delle gemme e la pinzatura, l’albero produce una seconda, vigorosa, vegetazione che dovrà essere controllata soprattutto nelle zone forti.

Avvolgimento.

L’avvolgimento si applica in autunno. Ha un legno molto flessibile pertanto ai rami si può fare assumere qualsiasi forma.

Considerando che la sua silhouette è generalmente triangolare, spesso è più comodo utilizzare tensori per abbassare la posizione dei rami; in questo modo si evita anche di schiacciare gli aghi con il filo.

Si tenga presente che pur essendo l’avvolgimento una tecnica efficace di modellatura, con la Picea capita sovente che i rami tendano a rialzarsi quando si toglie il filo. Se ciò accadesse, occorre avvolgere nuovamente.

Durante l’operazione di avvolgimento è importante vaporizzare spesso la pianta.

Concimazione.

Da aprile all'inizio di luglio, somministrare ogni 15 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan insieme al Concime Stimolante Bonsan, oppure, una volta al mese, Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro più il Concime Stimolante Bonsan.

Dalla fine di agosto ad ottobre fertilizzare ogni 15 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan o con Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro.

Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro; 3-4 volte all'anno è opportuno intervenire anche con la Soluzione Curativa Minerale Bonsan.

Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

Cure.

Le malattie che più frequentemente si manifestano sulla Picea sono quelle fungine, ma anche gli acari sono suoi acerrimi nemici: durante l’inverno è consigliabile applicare un paio di trattamenti preventivi con liquido jin in soluzione di 1:30.
Leggi anche: Il Pino è una pianta che ha dimostrato di poter vivere, come bonsai, per centinaia di anni.
Se si manifestasse qualche attacco, utilizzare subito il rimedio appropriato, applicando almeno tre trattamenti a distanza di 10 giorni uno dall’altro.
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