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ottobre 16, 2019

Le varietà autoctone come il Pinus Thunbergii occupano il primo posto tra le specie più apprezzate come bonsai.

Le varietà autoctone occupano il primo posto tra le specie più apprezzate come bonsai. Si tratta di una pianta molto longeva che ha dimostrato di poter vivere, coltivata come bonsai, per centinaia di anni.

Il Pinus thunbergii bonsai

Le varietà autoctone occupano il primo posto tra le specie più apprezzate come bonsai. Si tratta di una pianta molto longeva che ha dimostrato di poter vivere, coltivata come bonsai, per centinaia di anni. Per molti appassionati ha costituito sicuramente il primo approccio all’arte bonsai. Sono diversi gli stili indicati per i Pini: bunjin, eretto formale e informale, inclinato, semi-cascata e cascata; si adatta comunque anche ad altre forme, che però a volte possono apparire meno naturali. Invecchiando, le peculiarità di questa pianta si accentuano: la corteccia fessurandosi, diventa sempre più interessante, la vegetazione si arricchisce definendo splendidi palchi, ecc. Grazie quindi alla tipica longevità, garantita anche dalla grande resistenza dei Pini nei confronti delle avversità climatiche e ambientali, esistono esemplari spettacolari che, soprattutto nella patria del bonsai, il Giappone, si tramandano di generazione in generazione, scrivendo una propria storia.

Esposizione

I Pini amano posizioni soleggiate e ben ventilate, pertanto è consigliabile lasciarli costantemente all’esterno. Tuttavia, nel caso in cui i vasi siano di dimensioni molto contenute, conviene proteggerli dal vento proveniente dal nord in inverno, per evitare che la zolla geli. In estate se non si ha la possibilità di annaffiare con costanza nei momenti adeguati, può essere utile proteggerli collocandoli sotto una rete ombreggiante durante il giorno e riportandoli all’esterno ogni sera, in modo che possano godere della rugiada notturna.

Annaffiatura

In generale, queste piante sopportano piuttosto bene la siccità. Se si lascia asciugare adeguatamente la terra tra un’annaffiatura e l’altra, il fogliame assume un aspetto più compatto. Dall’inizio dell’estate fino all’autunno non bisogna trascurare la nebulizzazione degli aghi a fine giornata.

Terreno

Il composto ideale è costituito da akadama e sabbia grossolana, che riesce a garantire un drenaggio ottimale.

Rinvaso

Gli esemplari giovani si trapiantano circa ogni 3 anni, quelli più maturi ogni 5-7 anni. L’epoca più adatta è tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, quando le gemme sono gonfie, ma gli aghi non si sono ancora aperti. Dopo il rinvaso si bagna a fondo e si posiziona l’albero all’ombra, nebulizzando gli aghi due volte al giorno. Solo quando gli aghi saranno completamente aperti, si potrà abituare il Pino al sole.

Potatura

La potatura dei rami o dell’apice si esegue esclusivamente in inverno, quando l’albero è in dormienza e la pressione della linfa è minima, altrimenti la ferita comincerà a gemere resina, anche se protetta con pasta cicatrizzante. È consigliabile potare, lasciando un moncone, applicare pasta cicatrizzante ed eliminare il moncone l’anno successivo. La potatura di mantenimento consiste nella sostituzione degli apici: si tagliano i germogli troppo lunghi, sostituendoli con altri laterali più corti. Allo stesso tempo si eliminano i germogli che crescono direttamente verso il basso, e quelli che crescono in tutte le altre posizioni inopportune. È bene tener presente che i Pini mostrano una forte tendenza alla crescita apicale e l’unico modo per contenere questo sviluppo verticale, è favorire quello orizzontale.

Pinzatura

Il periodo migliore per pinzare le candele mature è intorno alla metà di giugno, momento in cui si eliminano completamente i germogli: subito quelli deboli e a distanza di due settimane quelli forti. Se dopo la pinzatura si formassero 3 o 4 germogli nello stesso punto, conviene sfoltire i più vigorosi, mantenendo quelli più deboli presenti nelle zone forti, mentre nelle zone deboli si interviene su quelli deboli, lasciando i più forti, per evitare che si verifichi un ingrossamento delle estremità dei rami.

Avvolgimento

L’epoca più adatta per questa pratica è l’inverno. I Pini consentono una piegatura di rami e tronco, impensabili in altre specie, purché vengano prese le dovute precauzioni. Poiché la legna è molto flessibile, è bene usare filo di spessore maggiore, rispetto a quello che sarebbe adatto per altre specie con dimensioni simili; viceversa il ramo modellato tornerebbe in pochi minuti nella posizione iniziale. Dopo l’avvolgimento si pone l’albero all’ombra, nebulizzando la ramificazione con acqua, un paio di volte al giorno.

Concimazione

Da aprile all'inizio di luglio, somministrare ogni 15 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan insieme al Concime Stimolante Bonsan, oppure, una volta al mese, Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro più il Concime Stimolante Bonsan. Dalla fine di agosto ad ottobre fertilizzare ogni 15 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan o con Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro. Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro; 3-4 volte all'anno è opportuno intervenire anche con la Soluzione Curativa Minerale Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

Cure

Durante la stagione vegetativa i Pini possono subire attacchi da parte di parassiti, quali afidi e acari, che dovranno essere trattati immediatamente, utilizzando prodotti specifici. A scopo preventivo è utile nebulizzare la chioma in inverno, con del liquido jin, diluito in acqua (1:30).

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A proposito dell'autore: Fausto Baccino

Un bonsai non è semplicemente una pianta. È una filosofia, un simbolo d’armonica condivisione con la natura. È un essere vivente sul quale vanno riversate tante attenzioni. Alcuni ritengono che per curarne uno sia necessario essere sereni con se stessi, in armonia con la natura.

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