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luglio 28, 2019

L'Olea europaea è entrato nel mondo del bonsai con le prime coltivazioni dell'anno 1970.

Non è da molto tempo che l'Olivo è entrato nel mondo del bonsai: con le prime coltivazioni non si va più indietro del 1970.

In ogni caso, si possono già fornire delle indicazioni per poter avere successo con questo tipo di pianta.

Essere consapevoli delle reazioni di tale specie all'applicazione delle varie tecniche che l'arte bonsai comporta, è sicuramente l'aspetto più importante da tenere in considerazione.

I rischi legati al clima sono molto alti, poiché essendo una specie da esterno è completamente esposta alle variazioni atmosferiche.


L'Olea europaea come bonsai.


Il suo punto debole è rappresentato dall’apparato vegetale, e considerando la facilità di emissione delle radici superficiali, un grave pericolo è costituito dalle gelate prolungate che possono addirittura portare alla morte dell’albero: è un aspetto, quest’ultimo, da tenere particolarmente in considerazione soprattutto quando si trapianta in vaso bonsai.

Esposizione.

Ama la coltivazione in pieno sole. In caso di poca luce produrrà una crescita allungata, con internodi distanziati ed inclinazione dei nuovi germogli verso la sorgente di luce.


Se il bonsai si trova molto vicino ad una parete, e le ore in cui riceve il sole sono ridotte, è bene girare il vaso affinché possa ricevere irradiazione solare da ogni lato e le punte dei rami non tendano a seguire la direzione della luce.

L'Olivo necessita di protezione dalle gelate prolungate e tardive, oltre che dai venti secchi e caldi.

Durante l’inverno, nelle zone in cui il clima è particolarmente rigido, è consigliabile collocarlo in una serra fredda o in un locale della casa poco riscaldato, posizionandolo molto vicino ad una finestra.

Annaffiatura.

Occorre annaffiare ogni qualvolta il terreno risulta asciutto al tatto. Durante la stagione estiva è bene nebulizzare spesso la chioma.

Se all'Olivo non venisse garantita l'acqua di cui necessita, si produrrebbe il processo di disidratazione, che si manifesta con l'avvizzimento dei nuovi germogli e successiva caduta delle foglie.

Anche un'eccessiva annaffiatura porta a conseguenze negative, i cui primi sintomi sono una crescita sproporzionata, con internodi molto distanziati e foglie grandi e flosce; in seguito appaiono macchie scure sui germogli e sulle foglie, con conseguente arresto della crescita.

Terreno.

Terra composta da: 100% akadama oppure da 50% di akadama mescolata ad altrettanta sabbia grossolana.

Rinvaso.

Sarà sufficiente effettuarlo ogni due o tre anni, all'inizio della primavera. Il momento ideale dipende sia dai fattori climatici, sia dalle caratteristiche proprie di ogni bonsai; comunque, nell'Olivo, l'arrivo della primavera si manifesta in modo evidente per il rigonfiamento dei germogli del ceppo e dell'apice.
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Se si tratta di un albero raccolto, il primo trapianto è quello che va effettuato con maggiore attenzione poiché, in questa occasione, va eliminata tutta la terra originale.

Per quanto riguarda le radici, quelle attorcigliate, grosse e indesiderabili vanno potate, considerando che non è possibile eliminarne più di 1/3; la diminuzione dell’apparato radicale dovrà essere compensata da una conseguente potatura dei rami.

Per i trapianti successivi, generalmente, si eliminerà sempre 1/3 del ceppo originale e si collocherà la pianta in un vaso perfettamente pulito e disinfettato, utilizzando ad esempio il prodotto Labiosan della linea Bonsan, come misura preventiva.

I vasi più indicati per questa specie sono quelli in grès non smaltati, o smaltati con colori neutri e poco brillanti.

Potatura.

La potatura drastica o di formazione si effettua solo su materiale raccolto in natura o proveniente da vivaio, durante la stagione di stasi vegetativa; è la potatura più importante poiché è quella che forma il futuro bonsai.

Potando in primavera o in estate, sebbene la ferita tenda a cicatrizzare più rapidamente, si corre il rischio di avere una nuova germogliazione con conseguente rigonfiamento della zona.

La potatura di sfoltimento si esegue dopo la crescita primaverile ed autunnale.

L'obiettivo è la creazione di palchi di vegetazione: si eliminano i germogli che crescono direttamente verso l'alto o il basso, cercando di ottenere una ramificazione alterna a destra e sinistra dei rami principali.

I polloni presenti alla base del ceppo e i succhioni che nascono dai calli delle ferite vanno eliminati al più presto.

Pinzatura.

La pinzatura si effettua durante il periodo di crescita, accorciando i nuovi germogli quando presentano la lunghezza desiderata.


Sugli esemplari molto giovani si cima nel momento in cui i rami da violacei assumono il colore del legno maturo, lasciando da una a tre paia di foglie: il taglio va effettuato dopo due foglie che presentano crescita orizzontale, a secondo dello sviluppo dei rami.

Potando in questo modo, dalle ultime due foglie si svilupperanno solo due germogli.

Sulle piante più mature si interviene quando il ramo è ancora verde e nella sua prima parte tende al violaceo, eliminando l'ultimo paio di foglie, i germogli e le foglie che crescono verso il basso.

La pinzatura si effettua durante tutto il periodo di crescita ad eccezione del mese di agosto, ma non quando la temperatura scende al di sotto dei 10° C o supera i 40° C.

Avvolgimento.

Per l'avvolgimento dell'Olivo bisogna fare una distinzione tra esemplari molto giovani ed esemplari più maturi.

Per quelli giovani, l'applicazione del filo non può essere effettuata fino al secondo o terzo anno.

Superato questo periodo si avvolge con filo di alluminio ramato prima del riposo invernale; fino alla germogliazione primaverile non si interverrà in alcun modo, mentre successivamente occorrerà controllare la situazione tutte le settimane, procedendo immediatamente alla rimozione del filo non appena si notano i primi segni di incisione sulla corteccia.

Alla fine della primavera è bene rimuovere il filo, se necessario.

Nel caso invece di alberi più maturi, si avvolge ogni due-tre anni nei periodi di riposo, applicando il filo di rame sui rami vecchi, mentre per i germogli nuovi si utilizza filo di alluminio ramato nel momento in cui il colore del ramo da verde comincerà a diventare violaceo.

Questo è il periodo di formazione della parte legnosa, quindi sarà breve il tempo impiegato dai rami per fissarsi nella posizione corretta, perciò bisognerà fare più attenzione affinché il filo non incida la corteccia.

Concimazione.

Da aprile all'inizio di luglio, somministrare ogni 15 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan insieme al Concime Stimolante Bonsan, oppure, una volta al mese, Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro più il Concime Stimolante Bonsan.

Dalla fine di agosto ad ottobre fertilizzare ogni 15 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan o con Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro. Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro; 3-4 volte all'anno è opportuno intervenire anche con la Soluzione Curativa Minerale Bonsan.

Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Naturale Organico Minerale con vitamine B al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

Cure.

L'Olivo non solo è una specie longeva, ma possiede anche una buona resistenza alle malattie. Come bonsai però, difetti di coltivazione e lunghe permanenze in zone chiuse  possono debilitare la pianta, che quindi diviene più vulnerabile alle malattie.
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Può essere colpito da cocciniglia, afidi, fumaggine e tripidi.

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A proposito dell'autore: Fausto Baccino

Un bonsai non è semplicemente una pianta. È una filosofia, un simbolo d’armonica condivisione con la natura. È un essere vivente sul quale vanno riversate tante attenzioni. Alcuni ritengono che per curarne uno sia necessario essere sereni con se stessi, in armonia con la natura.

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