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luglio 02, 2019

Le specie più utilizzate come bonsai sono il Malus evereste, sieboldii e il Malus halliana.

Le specie più utilizzate nella coltivazione a bonsai sono il Malus evereste, sieboldii e il Malus halliana.

Il secondo ha una caratteristica corteccia chiazzata, rami fini piuttosto rigidi di colore violaceo e fiorisce in primavera alle estremità dei rami.

Fra le varie caratteristiche, è sicuramente la sua fine ramificazione a renderlo ideale come bonsai.

Il terzo, il Malus halliana, fin dall’antichità in Cina era particolarmente amato come albero da fiore: anch’esso possiede una ramificazione fine ed ha una particolare corteccia liscia e grigia.

Il Malus come bonsai.

Uno dei vantaggi maggiori di queste specie ai fini della formazione a bonsai è la rapidità di crescita che permette di ottenere buoni esemplari in pochi anni. Gli stili a cui maggiormente si adattano sono l’eretto informale o inclinato.

Esposizione.


Come tutti gli alberi da frutto necessita di molta luce per dar luogo alla fioritura e alla fruttificazione.



Si espone, quindi, in pieno sole durante tutto l’anno, naturalmente ad esclusione dei mesi estivi più caldi, quando è consigliabile ripararlo sotto una rete ombreggiante al fine di evitare bruciature alle foglie.

La protezione è utile anche in inverno nei periodi caratterizzati da forti gelate.

Annaffiatura.



Ama acqua in abbondanza, in modo particolare dopo la fioritura, quando sta formando il frutto: in questa fase potrà essere necessario annaffiare anche 2-3 volte al giorno.

Generalmente, per tutto il periodo vegetativo, le somministrazioni dovranno essere quotidiane.

Durante la fioritura, bisognerà fare molta attenzione a non bagnare mai direttamente i fiori altrimenti non arrivano a fruttificare.
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È bene spruzzare periodicamente anche le foglie, poiché sono facilmente soggette a muffe.

Terreno.


Per quanto riguarda il composto da utilizzare, si consiglia di mescolare 60% di akadama, 20% di terra pronta e 20% di sabbia di fiume.

Rinvaso.


Lo stesso vigore che caratterizza la parte aerea di questa pianta, lo si ritrova ovviamente anche nell’apparato radicale.

Questo rende necessario trapiantare gli esemplari giovani tutti gli anni, e quelli più maturi ogni due.

I periodi in cui intervenire sono l’inizio dell’autunno o la primavera, prima del risveglio vegetativo: nel primo caso, l’anno successivo si potrà godere la fioritura, mentre rinvasando in primavera per quell’anno si dovrà rinunciare ai frutti.

Potatura.


Durante il periodo di sviluppo si accorciano i nuovi rami, mentre nella fase di dormienza ci si dedica alla formazione della silhouette, potando a due o tre nodi.

Come per tutte le piante da frutto, la scopo primario è riuscire ad ottenere le gemme da fiore.

Queste si sviluppano da metà giugno a metà luglio sulle cime dei rami corti dell’anno precedente.

I rami che rimangono corti formano un gruppo di foglie sulla cima, che diventeranno le gemme da fiore per l’anno seguente.



Quindi, se si vogliono ottenere i fiori è indispensabile riuscire ad avere molti rami corti, pertanto si interverrà con la potatura solo sui germogli lunghi. È meglio evitare potature troppo drastiche poiché, in tal caso, le gemme da fiore non si formano e l’anno seguente la fioritura non si manifesta.

Per ovviare a questo inconveniente si lasciano allungare dei rami guida, detti “di sacrificio”.

Concentrando il suo vigore su questi rami, l’albero sviluppa un gran numero di rametti corti che favoriranno la formazione di gemme da fiore.

Dopo la formazione di queste gemme, nel mese di giugno, i rami troppo lunghi vanno accorciati, lasciando quattro o più foglie. I germogli della seconda vegetazione cresceranno in maniera stentata, ma la primavera successiva saranno carichi di fiori.

Pinzatura.


Se l’albero produce frutti ogni anno, i rami forti tenderanno a diventare sempre più vigorosi, mentre quelli deboli, sempre più stentati.

Per evitare questo inconveniente, ed equilibrare il vigore sull’intero albero, è importante intervenire con la defogliazione in modo da frenare l’energia di crescita delle parti più forti.

Si defogliano i rami dell’apice e quelli più giovani, allo scopo di aumentare la ramificazione sottile. Come risposta, i rami vecchi producono subito germogli da fiore.

È bene tener presente che per ottenere buoni risultati da questa operazione, bisognerà prendere le dovute precauzioni: accertarsi che l’albero goda di buona salute e provvedere, nei due mesi precedenti alla defogliazione, ad una concimazione abbondante dell’esemplare, evitando di utilizzare concimi ad alto contenuto di Azoto che provocherebbero un eccessivo ingrossamento delle foglie nuove; la fertilizzazione non sarà necessaria se la defogliazione sarà solo parziale.

Avvolgimento.


Affinché l’albero porti a maturazione i frutti, pur mantenendo il proprio vigore, si interviene con l’avvolgimento dei nuovi rami.

Tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, prima che lignifichino, i nuovi rami vengono abbassati con il filo: in questo modo si frena la crescita e si favorisce lo sviluppo di un maggior numero di rametti corti.
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Si consiglia l’utilizzo di filo di alluminio ramato, da rimuovere dopo circa un mese dalla sua applicazione.

Concimazione.


Alla fine della fioritura, dopo la potatura, somministrare Concime Stimolante Bonsan unito a Concime Organico Liquido Bonsan per 3 volte ad intervalli di 8-10 giorni.

Tale concimazione può essere sostituita da una somministrazione di Concime Stimolante Bonsan più Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro per 2 volte ogni 15-20 giorni.

Negli altri periodi utilizzare il Concime Organico Liquido Bonsan ogni 15 giorni fino ad ottobre, oppure Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro ogni 15-25 giorni, escludendo il periodo di luglio e agosto.

Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro; 3-4 volte all'anno è opportuno intervenire anche con la Soluzione Curativa Minerale Bonsan.

Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

Cure.


Batteri, funghi ed insetti sono problemi frequenti per i Meli.

Si consiglia un trattamento preventivo mensile adatto agli alberi da frutto. In caso di deformazioni tumorali sulle radici, tagliare completamente la parte infetta e trattare con nematocida.

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A proposito dell'autore: Fausto Baccino

Un bonsai non è semplicemente una pianta. È una filosofia, un simbolo d’armonica condivisione con la natura. È un essere vivente sul quale vanno riversate tante attenzioni. Alcuni ritengono che per curarne uno sia necessario essere sereni con se stessi, in armonia con la natura.

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