Negli ultimi anni, si è notato, in sede di mostre e manifestazioni, un numero crescente di esemplari aventi dimensioni medio-grandi, che spiccano per imponenza e maestosità.
Tutto ciò ha spinto gli appassionati a cercare e raccogliere materiali sempre più grandi, al fine di proporre bonsai che si notano più per la taglia che per la particolarità.
Tuttavia, a volte, si può avere il piacere di fare bonsai, creando miniature di alberi, da essenze di dimensioni più ridotte.
Il Pino Mugo preso in esame p è una di queste.
Ad un primo approccio, ciò che subito colpisce l'osservatore, è la qualità del materiale: corteccia a scaglie piccole, vecchia e fessurata, piede possente che dona al tronco una spiccata conicità, elementi di legna secca che conferiscono oltremodo tipicità e annosità, vegetazione sufficientemente raccolta, senso dinamico molto evocativo.
Tale essenza, nonostante le ridotte dimensioni, possiede notevoli potenzialità, numerosi punti focali che catturano lo sguardo dell'osservatore.
Questo pino rientra, viste le sue dimensioni, nella categoria SHOIN, ma trasmette e suscita impressioni ed emozioni come un esemplare di taglia più grande.
II bonsaista può avere un valido aiuto, in fase di realizzazione, nell'elaborazione di un progetto grafico o disegno, con l'ausilio del quale si possono ipotizzare svariate soluzioni per la pianta presa in esame.
Costante esercizio e continua applicazione di questo preliminare portano, nel corso del tempo, anche all'aumento delle capacità di esprimere graficamente soluzioni sempre più fantasiose e forme d'albero sempre più evocative, riportandole e applicandole poi sulle proprie piante.
II progetto scelto per il pino era una modellatura in stile prostrato.
Dopo avere trovato l'inclinazione ideale, che enfatizzasse e mostrasse le caratteristiche del tronco, la pianta è stata potata, mantenendo i rami più suddivisi e meglio posizionati.
Un'accurata legatura, proteggendo le porzioni di tronco che dovevano sopportare le piegature più impegnative con l'ausilio di rafia, e una successivi modellatura, hanno dato come risltato uno SHOIN di grande carattere e dinamicità, che si appresta oggi, (dopo 15 anni di coltivazione in vaso senza mai aver subito alcuna modellatrura) ad iniziare il suo cammino come bonsai
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Tutto ciò ha spinto gli appassionati a cercare e raccogliere materiali sempre più grandi, al fine di proporre bonsai che si notano più per la taglia che per la particolarità.
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Il Pino Mugo preso in esame p è una di queste.
Ad un primo approccio, ciò che subito colpisce l'osservatore, è la qualità del materiale: corteccia a scaglie piccole, vecchia e fessurata, piede possente che dona al tronco una spiccata conicità, elementi di legna secca che conferiscono oltremodo tipicità e annosità, vegetazione sufficientemente raccolta, senso dinamico molto evocativo.
Tale essenza, nonostante le ridotte dimensioni, possiede notevoli potenzialità, numerosi punti focali che catturano lo sguardo dell'osservatore.
Questo pino rientra, viste le sue dimensioni, nella categoria SHOIN, ma trasmette e suscita impressioni ed emozioni come un esemplare di taglia più grande.
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Un'accurata legatura, proteggendo le porzioni di tronco che dovevano sopportare le piegature più impegnative con l'ausilio di rafia, e una successivi modellatura, hanno dato come risltato uno SHOIN di grande carattere e dinamicità, che si appresta oggi, (dopo 15 anni di coltivazione in vaso senza mai aver subito alcuna modellatrura) ad iniziare il suo cammino come bonsai
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