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ottobre 31, 2025

Nell’arte bonsai i Ginepri (Juniperus chinensis) sono tra le piante maggiormente utilizzate.

Sicuramente nell’arte bonsai i Ginepri sono tra le piante maggiormente utilizzate: in Giappone e in Cina, lo Juniperus rigida e lo Juniperus chinensis, costituiscono addirittura gruppi a sé stanti nelle esposizioni e nelle collezioni e questo sia per il gran numero di esemplari esposti, sia per la bellezza che li distingue. Anche nel nostro Paese sono particolarmente diffusi poiché, grazie alla loro adattabilità alle più svariate condizioni, sono piante ideali per la coltivazione a bonsai. Rispondono bene a tutte le tecniche, in modo particolare a quelle legate alla lavorazione della legna secca con le quali gli alberi assumono un carattere forte e suggestivo. A causa della loro lenta crescita i risultati della coltivazione affiorano col tempo, ma attenendosi alle regole di coltivazione e applicando correttamente le tecniche, si otterranno esemplari dalle qualità eccezionali.

ESPOSIZIONE
La sua collocazione ideale, come facilmente intuibile, è esterna, in luogo ben ventilato e soleggiato. Va protetto unicamente dagli eccessi di calore e dal freddo molto intenso. Difficilmente queste piante presenteranno problemi dovuti alle condizioni atmosferiche, poiché in natura si sviluppano anche in zone particolarmente impervie, sottoposte alle più avverse condizioni climatiche, che anziché danneggiarle, ne esaltano il loro particolare carattere forte e maturo.

ANNAFFIATURA
La terra deve rimanere sempre leggermente umida, evitando sia di annaffiare eccessivamente, sia di far mancare l’acqua. È utile applicare anche una vaporizzazione quotidiana sugli aghi e sui rami, preferibilmente nelle prime ore della giornata, o verso mezzogiorno in inverno. Attenzione a non lasciarsi ingannare dal fatto che in natura vivano in terreni quasi aridi, i Ginepri hanno sempre bisogno di una certa umidità per crescere in modo vigoroso.

TERRENO
L’akadama può sicuramente essere considerata come il terriccio migliore per questa specie.

RINVASO
L’epoca ideale per trapiantare i Ginepri è la metà primavera, nel momento in cui le gemme iniziano a gonfiarsi. Le piante giovani, in fase di crescita, si trapiantano ogni 2 anni, mentre quelle già formate ogni 4/5 anni. In entrambi i casi, durante la potatura delle radici bisogna intervenire con molta cura su quelle fini per non comprometterne il loro importantissimo sviluppo.

POTATURA
Bisogna distinguere due tipi di potatura: quella di formazione e quella di mantenimento. Nel primo caso la potatura serve per eliminare tutte le crescite indesiderate, per mantenere uno sviluppo ed un equilibrio armonico delle diverse parti, in base alla forma che si intende raggiungere. La potatura drastica dei rami primari si può effettuare durante i mesi di riposo vegetativo, soprattutto tra febbraio e marzo del terzo o quarto anno di vita della pianta. Alla potatura drastica è comunque sempre preferibile quella graduale e progressiva. La potatura di mantenimento di un Ginepro ben formato consiste essenzialmente nell’eliminare tutti i germogli che nascono sul tronco e nell’accorciare quelli sui rami principali. Quando si vuole ringiovanire una parte della pianta, si mantengono uno o più germogli nuovi.

PINZATURA
I Ginepri vegetano continuamente dall’inizio della primavera fino all’autunno, pertanto bisogna pinzare durante tutta la stagione di crescita. Si prende tra le dita ciascun ciuffetto di vegetazione e si spezzano delicatamente le scaglie nuove che fuoriescono dal profilo a forma di ventaglio. Questa pinzatura favorisce lo sviluppo di germogli laterali, per cui occorrerà ripetere varie volte la stessa operazione. Dirigendo il vigore dell’albero verso l’interno, si ottengono palchi folti di vegetazione in breve tempo. A seguito delle potature drastiche del fogliame o dell’avvolgimento, l’albero può produrre foglie a forma di ago. L’albero recupererà la sua forma naturale, se non si interviene eliminando questi germogli ad aghi, quindi si seguirà il normale ritmo di coltivazione, fino a che non riappariranno germogli a forma di scaglie.
AVVOLGIMENTO
Il processo di formazione si completa mediante l’avvolgimento, che si effettua con filo di alluminio ramato o di rame (se si ha una certa esperienza), da applicare direttamente sulla corteccia se il ramo non è molto rigido; in caso contrario è meglio prevedere una protezione, avvolgendo prima la ramificazione, sui cui va applicato il filo, con della rafia inumidita. L’epoca adatta per questa operazione è l’inverno (da ottobre a febbraio). Il filo può essere lasciato anche per lungo tempo, ma va rimosso tempestivamente non appena comincia ad incidere la corteccia per evitare che poi si formino antiestetiche cicatrici.

CONCIMAZIONE
Da aprile all'inizio di luglio, somministrare ogni 15 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan insieme al Concime Stimolante Bonsan, oppure, una volta al mese, Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro più il Concime Stimolante Bonsan. Dalla fine di agosto ad ottobre fertilizzare ogni 15 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan o con Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro. Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro; 3-4 volte all'anno è opportuno intervenire anche con la Soluzione Curativa Minerale Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

CURE
I Ginepri sono piante generalmente forti, non particolarmente soggette ad attacchi parassitari. Bisogna in ogni caso fare attenzione ad afidi, cocciniglia e ragnetto rosso, cercando di prevenire eventuali attacchi attraverso una collocazione ottimale (luminosa e ventilata) e con frequenti nebulizzazioni della vegetazione.

Questa conifera presenta caratteristiche diverse a secona dell'età: nelle piante giovani le foglie sono aghiformi, lunghe, chiare e compatte; in quelle adulte sono piccole e squamiformi. Il ginepro produce delle bacche bluastre che diventano brune quando arrivano a maturazione ed è forse il sempreverde che più si adatta all'arte bonsai. Il suo legno, flessibile quando è verde, diventa infatti duro e resistente una volta scortecciato ed è perfetto per la lavorazione della legna secca. Una pianta per veri appassionati che può essere lavorata tutto l'anno, tranne in luglio e agosto.

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ottobre 24, 2025

L'Itea japonica, o falso gelsomino giapponese, è un piccolo albero deciduo, molto adatto alla coltivazione come bonsai.

L'Itea japonica è un piccolo albero a foglie caduche, solitamente coltivato con un tronco multiplo. Le sue foglie diventano rosse in autunno e i suoi rami si riempiono di fiori bianchi in racemi in primavera. Sembra di essere in un bosco: avete visto come i raggi del sole attraversano le foglie e illuminano il tronco?

L'Itea japonica, o falso gelsomino giapponese, è un piccolo albero deciduo, molto adatto alla coltivazione come bonsai. Le sue foglie diventano rosse in autunno e i suoi rami si ricoprono di fiori bianchi a grappoli in primavera.

Caratteristiche dell'Itea japonica come bonsai:

Dimensioni:

È un albero di piccole dimensioni, il che lo rende adatto alla coltivazione in piccoli vasi come bonsai.

Foglie:

Le sue foglie sono ovali e dentate e diventano di un rosso intenso in autunno, aggiungendo interesse visivo al bonsai.

Fiori:

Produce fiori bianchi a grappoli pendenti in primavera, molto belli e profumati.

Tronco:

Può essere coltivato con un singolo tronco o più tronchi, consentendo diversi stili di bonsai.

Crescita:

È un albero a crescita relativamente rapida, il che lo rende facile da modellare e da usare come bonsai.

Considerazioni per la coltivazione:

Luce: Richiede luce solare diretta, ma può tollerare anche un po' d'ombra.

Terreno: Un terreno ben drenato è essenziale per evitare il marciume radicale. Si consiglia un terriccio per bonsai ben drenante.

Irrigazione: Annaffiare regolarmente, soprattutto durante i mesi più caldi, evitando però i ristagni d'acqua.

Fertilizzazione: Fertilizzare durante la stagione vegetativa con un fertilizzante bilanciato per bonsai.

Potatura: Potare per controllare le dimensioni e la forma dell'albero. La potatura di mantenimento può essere effettuata dopo la fioritura.

Rinvaso: Rinvasare ogni due o tre anni, o secondo necessità, utilizzando terriccio per bonsai fresco.

Protezione invernale: Nelle zone con inverni freddi, proteggere il bonsai dal gelo.

L'Itea japonica è un'ottima scelta sia per i principianti che per gli esperti di bonsai grazie alla sua facilità di coltivazione, alle sue caratteristiche attraenti e alla capacità di adattarsi a diversi stili.

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ottobre 17, 2025

L’Agrifoglio (Ilex) è uno degli alberi da frutto più facili ed eleganti da formare a bonsai.

L’Agrifoglio è uno degli alberi da frutto più facili ed eleganti da formare a bonsai. Essendo una specie dioica, i fiori maschili e femminili compaiono su piante diverse: gli alberi che portano i fiori maschili sono caratterizzati da una maggiore delicatezza dei fiori e della ramificazione, ma solo quelli femminili producono il frutto. Altro pregio di questa specie è la spettacolare fioritura e l’adattabilità a tutti gli stili bonsai, rendendola una pianta particolarmente apprezzata da numerosi appassionati. Le varietà più utilizzate sono l’Ilex crenata, l’Agrifoglio del Giappone che presenta foglie e rami fini e l’Ilex serrata, con sottili foglie oblunghe che assomigliano più a quelle del Ciliegio o del Melo che a quelle lucide e spinose del classico sempreverde.

ESPOSIZIONE
Trattandosi di una specie tropicale, ma molto tollerante anche verso le temperature rigide, può essere tranquillamente posta all’esterno durante tutto l’anno, purché vengano protette le radici nei periodi più rigidi dell’inverno e preservato il fogliame dai venti gelidi. Non ci sono problemi, invece, a lasciar esposto l’Ilex anche agli intensi raggi solari dell’estate. Solo le giovani piantine vanno protette nei momenti più caldi della giornata, arrivando però gradualmente ad abituarle anche a queste particolari condizioni. Considerando che per poter godere appieno della fruttificazione è assolutamente indispensabile evitare che si verifichi la perdita precoce dei fiori, che in tal caso non potrebbero essere impollinati e quindi fecondati, nei giorni di forte vento o pioggia intensa, l’Agrifoglio va protetto anche semplicemente ponendolo sotto al banco di appoggio, poiché questi fenomeni atmosferici possono danneggiare i petali o far cadere i fiori.

ANNAFFIATURA
Necessita di abbondante acqua, quindi bisogna riporre particolare attenzione nell’annaffiatura, soprattutto una volta formatisi i frutti, poiché se l’acqua viene a mancare, le bacche cadono o perdono colore e anche le foglie appassiscono. L’insufficienza d’acqua, inoltre, rende più lenta la maturazione dei germogli, causando anche uno sviluppo irregolare delle gemme da fiore, quindi, bisogna assicurarsi che il terreno rimanga sempre umido o meglio non asciughi mai completamente fra un’annaffiatura e l’altra. Mentre si bagna non si deve dirigere il getto d’acqua direttamente sui fiori, ma va indirizzato esclusivamente al substrato poiché, come la pioggia battente, il flusso d’acqua potrebbe danneggiare o far cadere i fiori, a scapito della fruttificazione.

RINVASO
Effettuare il rinvaso con una certa frequenza apporta grandi benefici all’Agrifoglio. Fino al suo decimo anno di vita è opportuno trapiantare ogni anno all’inizio della primavera, in quanto le radici sono fini e molto vigorose e di conseguenza arrivano a saturare il vaso in una sola stagione di crescita, rendendo difficile una corretta annaffiatura. Superato questo periodo, si potrà intervenire ad anni alterni. Il composto ideale per questa specie è costituito da 50% di akadama, 30% di terriccio e 20% di pozzolana o lapillo vulcanico.

POTATURA
Generalmente si pota in tardo autunno-inizio inverno, dopo aver ammirato l’albero ricoperto di bacche, mantenendo 2-3 gemme, oppure in primavera, tagliando al secondo-terzo nodo i rami che sono stati lasciati allungare ai fini della fruttificazione. Riuscire a mantenere la forma dell’albero, comunque, non è difficile, in quanto le gemme da fiore non si formano sui germogli ma sui rami dell’anno precedente, per cui si può potare senza rischiare di compromettere la fioritura. Trattandosi di una specie vigorosa, la potatura deve essere mirata anche al mantenimento di un buon equilibrio, quindi i germogli dell’apice vanno costantemente accorciati in maniera consistente, così come le estremità dei rami più forti. La potatura di formazione si applica a fine autunno-inizio inverno.

PINZATURA
Un’adeguata pinzatura garantisce una crescita compatta. È importante che venga effettuata con tempismo, per cui, non appena l’albero comincia a germogliare, si cimeranno i germogli che si sviluppano in posizioni indesiderate, a favore dei restanti che si lasceranno allungare fino al raggiungimento della misura ideale per la formazione.

AVVOLGIMENTO
Per modellare questa pianta risulta efficace anche l’avvolgimento, purché praticato nel periodo adeguato: fra la fine di maggio e l’inizio di giugno. Poiché presenta una corteccia molto sensibile, esso va applicato con estrema attenzione e possibilmente rivestendolo il filo con nastro adesivo. Il filo andrà poi rimosso al più presto non appena inizia ad incidere la corteccia. Se non si vogliono correre rischi, in alternativa al filo si possono usare pesi e tiranti.

CONCIMAZIONE
Un difetto comune nella coltivazione dell’Agrifoglio è l’eccesso di concime. Questa pianta è piuttosto vigorosa e resistente e pertanto non necessita di grandi dosi di fertilizzante. Si consiglia di usare soprattutto concime in pastiglie tipo hanagokoro dalla primavera all’autunno, evitando i mesi più caldi.

CURE
È soggetto soprattutto a bruchi, microlepidotteri e minatori. Il periodo in cui è più probabile che venga attaccata da questi parassiti è la primavera, quando comincia a vegetare. Un metodo efficace per evitare che questo si verifichi, consiste nell’effettuare trattamenti preventivi. Se la patologia si è manifestata, è necessario intervenire con un prodotto specifico, applicando almeno tre trattamenti a distanza di 10 giorni uno dall’altro.

L’Agrifoglio è uno degli alberi da frutto più facili ed eleganti da formare a bonsai, adattabile a tutti gli stili.

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ottobre 10, 2025

Il Ginkgo (Ginkgo biloba) è una pianta piuttosto forte, resistente alla maggior parte delle malattie.

In Oriente, fin dai tempi antichi, il Ginkgo è stata una delle specie più coltivate a bonsai, non solo per la sua bellezza, che si esprime in modo particolare attraverso i colori autunnali che lo rendono fortemente decorativo, ma anche per l’ottima rispondenza all'applicazione di tutte le tecniche bonsaistiche. Quest'ultimo aspetto determina l'interesse verso tale specie soprattutto da parte dei principianti. Come bonsai si cerca di riprodurre la sua caratteristica ramificazione espansa, che con l'età assume una conformazione più compatta, colonnare, attraverso una potatura mirata. Gli stili a cui meglio si adatta il Ginkgo sono l’eretto informale e il tronco multiplo; bisogna però tener presente che a causa delle dimensioni delle foglie (piuttosto grandi) e della ramificazione, non è indicata la creazione di bonsai di piccole dimensioni.

ESPOSIZIONE
L'esposizione più favorevole ad un buon sviluppo di questa specie è quella in pieno sole. Regola che viene infranta solo nel caso degli esemplari più giovani, per i quali è invece meglio una collocazione che garantisca una parziale protezione dai raggi diretti nei periodi in cui le temperature sono più elevate. Durante l'inverno, al verificarsi delle prime gelate occorre ripararlo, tenendo presente che andranno soprattutto salvaguardate le radici poiché esse trattengono molta umidità.

ANNAFFIATURA
È soprattutto durante la stagione vegetativa che il Ginkgo necessita di frequenti annaffiature. In inverno bisognerà invece diminuire particolarmente la somministrazione d’acqua, poiché come già visto, le radici tendono a trattenere l’acqua e quindi se troppo bagnate, potrebbero venire facilmente colpite dal gelo. Un segnale a cui far riferimento al fine di comprendere l'esigenza d’acqua del Ginkgo, è lo stato delle foglie: se si nota che esse pendono flaccide, significa che la pianta sta soffrendo a causa della disidratazione, sarà quindi necessario intervenire immediatamente con un'abbondante annaffiatura.

RINVASO
Finché l'albero è giovane (fino circa ai 10 anni), va trapiantato ogni anno, successivamente, una volta raggiunta la sua formazione, ogni 3 anni. Il periodo migliore per operare questo intervento è la primavera. Al termine del rinvaso è molto importante garantire alla pianta un'abbondante annaffiatura. Il composto più adatto a questa specie è costituito da: akadama 70%, sabbia 20% e terra pronta 10%.

POTATURA
Mentre si sta effettuando il rinvaso, all'inizio della primavera, si provvede a tagliare i rami non necessari e quelli che appaiono troppo cresciuti, allo scopo di migliorare la silhouette del bonsai, potando alla prima o seconda foglia. È molto importante seguire tale procedura costantemente, in modo da poter mantenere la tipica struttura di questa pianta, caratterizzata da una ramificazione espansa. Così facendo, col tempo il Ginkgo assumerà una gradevole forma compatta, inoltre le dimensioni delle foglie si ridurranno leggermente.

PINZATURA
La pinzatura su questa specie si effettua due volte nel corso dell'anno: la prima intervenendo sui germogli nuovi e teneri, posti all'apice, in primavera, in modo che successivamente la pianta produca germogli con internodi corti e proporzionati. La seconda si effettua sui germogli maturi in autunno, accertandosi però che siano presenti delle gemme dormienti retrostanti.

AVVOLGIMENTO
Tenendo presente che è sempre preferibile educare la pianta mediante la potatura, nel caso in cui si abbia la necessità di modellare alcuni rami attraverso l'avvolgimento, è possibile intervenire solo durante il mese di giugno, poiché in questo momento la crescita non è ancora totalmente lignificata, e quindi i rami possono essere modellati senza correre il rischio di rotture. Il tipo di filo che si consiglia di utilizzare è quello di alluminio ramato, facendo attenzione a rimuoverlo tempestivamente prima che cominci ad incidere la corteccia.

CONCIMAZIONE
Da aprile all'inizio di luglio, somministrare ogni 15 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan insieme al Concime Stimolante Bonsan, oppure, una volta al mese, Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro più il Concime Stimolante Bonsan. Dalla fine di agosto ad ottobre fertilizzare ogni 15 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan o con Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro. Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

CURE
Il Ginkgo è una pianta piuttosto forte, resistente alla maggior parte delle malattie.

Le foglie, dalla caratteristica forma a ventaglio, arrotondato, offrono uno spettacolo impareggiabile in autunno, quando diventano color giallo oro.

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ottobre 03, 2025

Particolarmente apprezzata per la sua splendida fioritura, la Gardenia è una specie molto diffusa in forma bonsai.

Si tratta di un’essenza piuttosto diffusa in forma bonsai, particolarmente apprezzata per la sua splendida fioritura. È una pianta raffinata con foglie lucenti e fiori molto profumati con petali setosi, a fiore semplice o a fiore doppio. Le Gardenie fioriscono all’inizio dell’estate e i fiori spuntano all’estremità dei rami nuovi. La varietà chiamata jasminoides è a fiore semplice, possiede foglie sottili arrotondate-ovali e in autunno produce frutti di tonalità giallo-aranciato. Quella a fiore doppio chiamata fortunei non fruttifica, in compenso i fiori sono spettacolari. È una specie sicuramente di grande soddisfazione, ma educata a bonsai diventa piuttosto esigente, pertanto occorre somministrare cure assidue e corrette per ottenere la fioritura. Lo stile più usato per la Gardenia è quello a tronco multiplo, poiché per ottenere un tronco grosso sono necessari parecchi anni.

ESPOSIZIONE
Si colloca da maggio a settembre all’esterno in posizione luminosa e arieggiata, evitando di esporla al sole soprattutto nei periodi più caldi. All’interno va posizionata in una zona molto luminosa e fresca possibilmente ad una temperatura non inferiore ai 10°C. Per arrivare alla fioritura è necessario fornirle cure specifiche, infatti perché i boccioli dei fiori si formino occorre che la temperatura diurna sia più alta di quella notturna di 8-10°C. Tuttavia, perché il fiore permanga più a lungo sulla pianta, la temperatura tra il giorno e la notte non deve oscillare di oltre 5°C. Alle nostre latitudini la Gardenia può essere coltivata come bonsai da interno, dato che ha bisogno di una temperatura minima attorno ai 10-12°C, ma nelle regioni del sud può rimanere all’esterno tutto l’anno. All’interno si trovi una collocazione lontana da fonti di calore.

ANNAFFIATURA
Essendo la Gardenia una pianta acidofila è consigliabile utilizzare acqua decalcificata per l’annaffio. Si annaffia abbondantemente in primavera ed in estate, lasciando leggermente asciugare il terreno. In inverno è necessario invece annaffiare con moderazione, periodo in cui si devono evitare anche i ristagni d'acqua. Ama essere nebulizzata frequentemente sulle foglie. Poiché questa specie consuma molta acqua, in estate potrebbe essere necessario annaffiare anche tre volte al giorno altrimenti perde vitalità.

RINVASO
Si applica a tarda primavera, prima della comparsa delle gemme, ogni 2-3 anni, potando le radici per almeno 1/3 della loro lunghezza. Si eliminino le radici fittonanti cresciute, potando bene tutto l’apparato radicale in modo che anche le radici sottili non rimangano troppo lunghe, altrimenti tendono a marcire. Il terriccio più adatto a questa specie è la kanuma 100%, tipica terra per acidofile che, oltre ad avere una buona umidità, è caratterizzata da un’elevata ritenzione idrica. Nel periodo successivo al trapianto si consiglia di nebulizzare frequentemente le foglie e annaffiare il terriccio solo quando è asciutto.

POTATURA
Dopo la fioritura è bene accorciare i rami, lasciando tre foglie. Per potare completamente un ramo si opera da maggio a giugno, senza dimenticarsi di usare il mastice per proteggere le ferite. Dopo la fioritura occorre effettuare una potatura di sfoltimento, accorciando soprattutto i rami più forti.

PINZATURA
È possibile avere i fiori vicino alla base dei rami, se si pinza la nuova vegetazione all’estremità di tutti i rami a maggio. Per correggere la silhouette dell’albero si accorciano i rami a due nodi durante il periodo vegetativo estivo.

AVVOLGIMENTO
Si può avvolgere in maggio-giugno, poiché i rami in questo periodo sono molto flessibili e non si rischiano spaccature. Per danneggiare il meno possibile la pianta, si consiglia di applicare il filo solo sui rami e sui germogli lignificati e di ricoprirlo con carta adesiva prima di avvolgerlo.

CONCIMAZIONE
Ama abbondanti concimazioni, per cui è consigliabile fertilizzare durante tutto il periodo vegetativo da aprile ad ottobre, utilizzando concimi organici a lenta cessione come ad esempio l’Aburukasu, oppure liquidi, come quelli della Linea Bonsan. Le somministrazioni si devono assolutamente interrompere durante la fioritura, pena la caduta dei fiori.

CURE
Questa specie è particolarmente sensibile verso cocciniglie e afidi, da cui purtroppo è spesso aggredita anche a livello di apparato radicale. I controlli fitopatologici devono essere effettuati, quindi, con attenzione anche nei confronti delle radici, per assicurarsi che in esse non si annidino pericolosi parassiti, i quali, contrariamente a quanto avviene per le altre specie, possono causare un forte deperimento e nei casi più gravi addirittura la moria dell’albero. Un suggerimento: le foglie perdono lucentezza e i fiori cadono se la pianta è tenuta troppo asciutta o in una zona con luce insufficiente.

Particolarmente apprezzata per la sua splendida fioritura, è ua specie molto diffusa in forma bonsai.

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