II ginepro comune (Junìperus communis) cresce sia in terreni acidi che calcarei. Questo soggetto ha una forma notevole ed è il tipico materiale che si può trovare in natura: la sua altezza di circa 1 metro e mezzo lo rende inadatto alla coltivazione bonsai.
In termini di tempo, il bonsai è lento: il procedimento per creare un albero piacevole può richiedere decenni. Bisogna pensare in termini di anni e stagioru vegetative piuttosto che in mesi o giorni. In un certo senso, ciò è tipicamente orientale dal momento che in quella cultura tutti accettano che certe cose semplicemente non possono essere fatte più in fretta.
La pazienza viene considerata dagli orientali come una virtù cardinale: in genere non e e alcun dispiacere nell'avere da aspettare. Tutto ciò si adatta bene al bonsai: aspettare che l'albero maturi fa parte del divertimento... come dire che è piacevole invecchiare insieme con il proprio albero. I vecchi bonsai possono addirittura diventare un'eredità che passa di generazione in generazione.
Recentemente, tuttavia, i valori sono cambiati, molto probabilmente per l'influenza occidentale, e si cerca di superare questa venerazione per l'età.
Sempre più spesso si cerca di insegnare a. pubblico che l'età di un albero non è così importante come la sua bellezza. Nonostante questa tendenza, l'età dell'albero, intesa in primo luogo come il tempo necessario alla sua coltivazione, resta una delie qualità intrinseche più importanti di ur. bonsai.
Una delle domande che più di frequente <: ascoltano alle mostre è: «Quanto è vecchie quest'albero?». Immancabile sarà la delusione nel caso in cui alla fine il bonsai non risulti tanto vecchio quanto ci si aspettava che fosse. C'è qualcosa di speciale in un vecchio bonsai. Questa età apparente è spesso une dei fattori principali che distinguono un capolavoro da un bonsai comune. Come per gli oggetti di antiquariato, il tempo passato infonde nel bonsai una certa qualità e suggestione, che vengono percepite da chi lo guarda: è però qualcosa di cosi sottile che è difficile descriverlo a parole. Fa parte della natura umana, comunque, essere impazienti, il che significa che molte persone cercano di imboccare delle scorciatoie per raggiungere i loro obiettivi.
Questo desiderio di risparmiare tempo e fatica non è necessariamente negativo: infatti è una delle spinte del progresso. Nel bonsai svariati metodi per 'bruciare le tappe' sono stati escogitati nel corso dei secoli. Anche se in origine queste tecniche non erano stat studiate per scopi commerciali, esse oggi sono molto importanti sia per l'appassionato che per il professionista. Esse permettono infatti di aumentare il quantitativo di bonsai commercializzati, ma anche di godere della bellezza di un albero in tempi molto più brevi. È chiaro infatti che tanto l'amatore quanto il commerciante preferiscono vedere presto i risultati dei loro sforzi. Queste tecniche speciali, sviluppate nel frattempo, rendono possibile tutto ciò. I metodi che vengono descritti nelle pagine seguenti saranno poi spiegati con maggiori dettagli nei capitoli successivi.
foto ginepro:
Questo ginepro, dal legno vecchio e contorto ha una naturalezza e un vigore che non possono essere ottenuti artificialmente. Raccolto in natura nell'83, ha richiesto pochissimi interventi, se non cambiare il suo assetto da orizzontale a verticale.
foto ginepro comune:
II ginepro comune (Juniperus communis) cresce sia in terreni acidi che calcarei. Questo soggetto ha una forma notevole ed è il tipico materiale che si può trovare in natura: la sua altezza di circa 1 metro e mezzo lo rende inadatto alla coltivazione bonsai.
foto ginepro raccolto:
II materiale bonsai può essere trovato un pò dappertutto.Quest'altro ginepro, raccolto in natura, ha un tronco sbello e dolcemente incurvato que lo rende idelae per fare un literati. Praticamente non ha subito nessun intervento di educazione: bisognerà solo migliorare la forma della chioma.
Grandi alberi di vivaio
Un modo per abbreviare i tempi nel bonsai è partire con alberi di vivaio già di una certa dimensione. Io ho realizzato dei bonsai da alberi che erano alti anche 6-9 metri riducendoli a 60-90 centimetri. In questo modo è possibile risparmiarsi parecchi anni di coltivazione e nello stesso tempo trarre vantaggio dallo spessore del tronco che tali alberi hanno raggiunto. Un bonsai con un grosso tronco, a parità di condizioni, colpisce molto più di un albero con il tronco sottile. Le piante decidue sono particolarmente adatte a fare bonsai, poiché producono facilmente nuovi rami anche dal legno molto vecchio, mentre per le conlfere ciò è molto più difficile. Nei prossimi capitoli (in particolare il sesto e il settimo) le illustrazioni mostrano come certi bonsai sono stati realizzati usando materiale di vivaio già molto sviluppato, sia con latifoglie che con conifere. Gli alberi usati sono normale produzione di vivaio, reperibile ovunque.
Alberi raccolti
Un altro metodo per ottenere rapidamente un bonsai è quello di utilizzare 'alberi raccolti'. Con questa espressione normalmente si intendono gli alberi che sono stati raccolti in natura - montagna e foresta - ma io preferisco pensare che la raccolta comprenda un maggiore assortimento di materiale di questo tipo.
Si possono, ad esempio, raccogliere alberi nel proprio giardino o in quello degli amici, così come si può ricavare materiale da siepi, vecchi frutteti o campagne abbandonate, vicino alle ferrovie e sui bordi della strada. Questi alberi raccolti hanno la qualità di essere cresciuti per molti anni trascurati dall'uomo. Hanno perciò un aspetto molto naturale.
Inoltre, gli elementi e il tempo passato li hanno trasformati in potenziale materiale per bonsai molto pregevole. Nelle regioni di alta montagna, dove le condizioni di sviluppo sono molto dure, gli alberi crescono spontaneamente ridotti e assumono forme particolarmente interessanti a causa degli effetti del vento e della neve. I metodi per trasformare alberi raccolti in bonsai sono descritti in dettaglio nel quinto capitolo.
In termini di tempo, il bonsai è lento: il procedimento per creare un albero piacevole può richiedere decenni. Bisogna pensare in termini di anni e stagioru vegetative piuttosto che in mesi o giorni. In un certo senso, ciò è tipicamente orientale dal momento che in quella cultura tutti accettano che certe cose semplicemente non possono essere fatte più in fretta.
La pazienza viene considerata dagli orientali come una virtù cardinale: in genere non e e alcun dispiacere nell'avere da aspettare. Tutto ciò si adatta bene al bonsai: aspettare che l'albero maturi fa parte del divertimento... come dire che è piacevole invecchiare insieme con il proprio albero. I vecchi bonsai possono addirittura diventare un'eredità che passa di generazione in generazione.
Recentemente, tuttavia, i valori sono cambiati, molto probabilmente per l'influenza occidentale, e si cerca di superare questa venerazione per l'età.
Sempre più spesso si cerca di insegnare a. pubblico che l'età di un albero non è così importante come la sua bellezza. Nonostante questa tendenza, l'età dell'albero, intesa in primo luogo come il tempo necessario alla sua coltivazione, resta una delie qualità intrinseche più importanti di ur. bonsai.
Una delle domande che più di frequente <: ascoltano alle mostre è: «Quanto è vecchie quest'albero?». Immancabile sarà la delusione nel caso in cui alla fine il bonsai non risulti tanto vecchio quanto ci si aspettava che fosse. C'è qualcosa di speciale in un vecchio bonsai. Questa età apparente è spesso une dei fattori principali che distinguono un capolavoro da un bonsai comune. Come per gli oggetti di antiquariato, il tempo passato infonde nel bonsai una certa qualità e suggestione, che vengono percepite da chi lo guarda: è però qualcosa di cosi sottile che è difficile descriverlo a parole. Fa parte della natura umana, comunque, essere impazienti, il che significa che molte persone cercano di imboccare delle scorciatoie per raggiungere i loro obiettivi.
Questo desiderio di risparmiare tempo e fatica non è necessariamente negativo: infatti è una delle spinte del progresso. Nel bonsai svariati metodi per 'bruciare le tappe' sono stati escogitati nel corso dei secoli. Anche se in origine queste tecniche non erano stat studiate per scopi commerciali, esse oggi sono molto importanti sia per l'appassionato che per il professionista. Esse permettono infatti di aumentare il quantitativo di bonsai commercializzati, ma anche di godere della bellezza di un albero in tempi molto più brevi. È chiaro infatti che tanto l'amatore quanto il commerciante preferiscono vedere presto i risultati dei loro sforzi. Queste tecniche speciali, sviluppate nel frattempo, rendono possibile tutto ciò. I metodi che vengono descritti nelle pagine seguenti saranno poi spiegati con maggiori dettagli nei capitoli successivi.
foto ginepro:
Questo ginepro, dal legno vecchio e contorto ha una naturalezza e un vigore che non possono essere ottenuti artificialmente. Raccolto in natura nell'83, ha richiesto pochissimi interventi, se non cambiare il suo assetto da orizzontale a verticale.
foto ginepro comune:
II ginepro comune (Juniperus communis) cresce sia in terreni acidi che calcarei. Questo soggetto ha una forma notevole ed è il tipico materiale che si può trovare in natura: la sua altezza di circa 1 metro e mezzo lo rende inadatto alla coltivazione bonsai.
foto ginepro raccolto:
II materiale bonsai può essere trovato un pò dappertutto.Quest'altro ginepro, raccolto in natura, ha un tronco sbello e dolcemente incurvato que lo rende idelae per fare un literati. Praticamente non ha subito nessun intervento di educazione: bisognerà solo migliorare la forma della chioma.
Grandi alberi di vivaio
Un modo per abbreviare i tempi nel bonsai è partire con alberi di vivaio già di una certa dimensione. Io ho realizzato dei bonsai da alberi che erano alti anche 6-9 metri riducendoli a 60-90 centimetri. In questo modo è possibile risparmiarsi parecchi anni di coltivazione e nello stesso tempo trarre vantaggio dallo spessore del tronco che tali alberi hanno raggiunto. Un bonsai con un grosso tronco, a parità di condizioni, colpisce molto più di un albero con il tronco sottile. Le piante decidue sono particolarmente adatte a fare bonsai, poiché producono facilmente nuovi rami anche dal legno molto vecchio, mentre per le conlfere ciò è molto più difficile. Nei prossimi capitoli (in particolare il sesto e il settimo) le illustrazioni mostrano come certi bonsai sono stati realizzati usando materiale di vivaio già molto sviluppato, sia con latifoglie che con conifere. Gli alberi usati sono normale produzione di vivaio, reperibile ovunque.
Alberi raccolti
Un altro metodo per ottenere rapidamente un bonsai è quello di utilizzare 'alberi raccolti'. Con questa espressione normalmente si intendono gli alberi che sono stati raccolti in natura - montagna e foresta - ma io preferisco pensare che la raccolta comprenda un maggiore assortimento di materiale di questo tipo.
Si possono, ad esempio, raccogliere alberi nel proprio giardino o in quello degli amici, così come si può ricavare materiale da siepi, vecchi frutteti o campagne abbandonate, vicino alle ferrovie e sui bordi della strada. Questi alberi raccolti hanno la qualità di essere cresciuti per molti anni trascurati dall'uomo. Hanno perciò un aspetto molto naturale.
Inoltre, gli elementi e il tempo passato li hanno trasformati in potenziale materiale per bonsai molto pregevole. Nelle regioni di alta montagna, dove le condizioni di sviluppo sono molto dure, gli alberi crescono spontaneamente ridotti e assumono forme particolarmente interessanti a causa degli effetti del vento e della neve. I metodi per trasformare alberi raccolti in bonsai sono descritti in dettaglio nel quinto capitolo.