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dicembre 26, 2025

Le specie più utilizzate di Melo nella coltivazione a bonsai sono il Malus evereste, sieboldii e il Malus halliana

Il melo (Malus) è costituito da circa 50 specie e da un gran numero di cultivar

Le specie più utilizzate nella coltivazione a bonsai sono il Malus evereste, sieboldii e il Malus halliana. Il secondo ha una caratteristica corteccia chiazzata, rami fini piuttosto rigidi di colore violaceo e fiorisce in primavera alle estremità dei rami; fra le varie caratteristiche, è sicuramente la sua fine ramificazione a renderlo ideale come bonsai. Il terzo, il Malus halliana, fin dall’antichità in Cina era particolarmente amato come albero da fiore: anch’esso possiede una ramificazione fine ed ha una particolare corteccia liscia e grigia. Uno dei vantaggi maggiori di queste specie ai fini della formazione a bonsai è la rapidità di crescita che permette di ottenere buoni esemplari in pochi anni. Gli stili a cui maggiormente si adattano sono l’eretto informale o inclinato.

ESPOSIZIONE
Come tutti gli alberi da frutto necessita di molta luce per dar luogo alla fioritura e alla fruttificazione. Si espone, quindi, in pieno sole durante tutto l’anno, naturalmente ad esclusione dei mesi estivi più caldi, quando è consigliabile ripararlo sotto una rete ombreggiante al fine di evitare bruciature alle foglie. La protezione è utile anche in inverno nei periodi caratterizzati da forti gelate.
ANNAFFIATURA
Ama acqua in abbondanza, in modo particolare dopo la fioritura, quando sta formando il frutto: in questa fase potrà essere necessario annaffiare anche 2-3 volte al giorno. Generalmente, per tutto il periodo vegetativo, le somministrazioni dovranno essere quotidiane. Durante la fioritura, bisognerà fare molta attenzione a non bagnare mai direttamente i fiori altrimenti non arrivano a fruttificare. È bene spruzzare periodicamente anche le foglie, poiché sono facilmente soggette a muffe.

RINVASO
Lo stesso vigore che caratterizza la parte aerea di questa pianta, lo si ritrova ovviamente anche nell’apparato radicale. Questo rende necessario trapiantare gli esemplari giovani tutti gli anni, e quelli più maturi ogni due. I periodi in cui intervenire sono l’inizio dell’autunno o la primavera, prima del risveglio vegetativo: nel primo caso, l’anno successivo si potrà godere la fioritura, mentre rinvasando in primavera per quell’anno si dovrà rinunciare ai frutti.
Per quanto riguarda il composto da utilizzare, si consiglia di mescolare 60% di akadama, 20% di terra pronta e 20% di sabbia di fiume.

POTATURA
Durante il periodo di sviluppo si accorciano i nuovi rami, mentre nella fase di dormienza ci si dedica alla formazione della silhouette, potando a due o tre nodi. Come per tutte le piante da frutto, la scopo primario è riuscire ad ottenere le gemme da fiore. Queste si sviluppano da metà giugno a metà luglio sulle cime dei rami corti dell’anno precedente. I rami che rimangono corti formano un gruppo di foglie sulla cima, che diventeranno le gemme da fiore per l’anno seguente. Quindi, se si vogliono ottenere i fiori è indispensabile riuscire ad avere molti rami corti, pertanto si interverrà con la potatura solo sui germogli lunghi. È meglio evitare potature troppo drastiche poiché, in tal caso, le gemme da fiore non si formano e l’anno seguente la fioritura non si manifesta. Per ovviare a questo inconveniente si lasciano allungare dei rami guida, detti “di sacrificio”. Concentrando il suo vigore su questi rami, l’albero sviluppa un gran numero di rametti corti che favoriranno la formazione di gemme da fiore. Dopo la formazione di queste gemme, nel mese di giugno, i rami troppo lunghi vanno accorciati, lasciando quattro o più foglie. I germogli della seconda vegetazione cresceranno in maniera stentata, ma la primavera successiva saranno carichi di fiori.
PINZATURA
Se l’albero produce frutti ogni anno, i rami forti tenderanno a diventare sempre più vigorosi, mentre quelli deboli, sempre più stentati. Per evitare questo inconveniente, ed equilibrare il vigore sull’intero albero, è importante intervenire con la defogliazione in modo da frenare l’energia di crescita delle parti più forti. Si defogliano i rami dell’apice e quelli più giovani, allo scopo di aumentare la ramificazione sottile. Come risposta, i rami vecchi producono subito germogli da fiore. È bene tener presente che per ottenere buoni risultati da questa operazione, bisognerà prendere le dovute precauzioni: accertarsi che l’albero goda di buona salute e provvedere, nei due mesi precedenti alla defogliazione, ad una concimazione abbondante dell’esemplare, evitando di utilizzare concimi ad alto contenuto di Azoto che provocherebbero un eccessivo ingrossamento delle foglie nuove; la fertilizzazione non sarà necessaria se la defogliazione sarà solo parziale.

AVVOLGIMENTO
Affinché l’albero porti a maturazione i frutti, pur mantenendo il proprio vigore, si interviene con l’avvolgimento dei nuovi rami. Tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, prima che lignifichino, i nuovi rami vengono abbassati con il filo: in questo modo si frena la crescita e si favorisce lo sviluppo di un maggior numero di rametti corti. Si consiglia l’utilizzo di filo di alluminio ramato, da rimuovere dopo circa un mese dalla sua applicazione.

CONCIMAZIONE
Alla fine della fioritura, dopo la potatura, somministrare Concime Stimolante Bonsan unito a Concime Organico Liquido Bonsan per 3 volte ad intervalli di 8-10 giorni. Tale concimazione può essere sostituita da una somministrazione di Concime Stimolante Bonsan più Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro per 2 volte ogni 15-20 giorni. Negli altri periodi utilizzare il Concime Organico Liquido Bonsan ogni 15 giorni fino ad ottobre, oppure Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro ogni 15-25 giorni, escludendo il periodo di luglio e agosto. Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro; 3-4 volte all'anno è opportuno intervenire anche con la Soluzione Curativa Minerale Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

CURE
Batteri, funghi ed insetti sono problemi frequenti per i Meli. Si consiglia un trattamento preventivo mensile adatto agli alberi da frutto. In caso di deformazioni tumorali sulle radici, tagliare completamente la parte infetta e trattare con nematocida.


È la pianta da frutto più armonica, con i suoi piccoli frutti rossi, ed è particolarmente suggestiva in primavera per la sua rigogliosa fioritura. Vanta ben 35 specie conosciute tra Europa, Asia e America.

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dicembre 19, 2025

La varietà Magnolia stellata è particolarmente adatta per il bonsai grazie alla sua crescita più contenuta

La magnolia può essere coltivata come bonsai, anche se le sue dimensioni originarie e le foglie grandi possono rendere la sua gestione più impegnativa rispetto ad altre specie. La varietà Magnolia stellata è particolarmente adatta per il bonsai grazie alla sua crescita più contenuta e alla fioritura precoce.

Scelta della varietà e preparazione:

  • La Magnolia stellata è preferibile per il bonsai a causa delle sue dimensioni più ridotte e della fioritura precoce, mentre la Magnolia soulangeana è più adatta per giardini o parchi.
  • Le magnolie possono essere allevate da seme, talea o innesto, ma per il bonsai è preferibile utilizzare esemplari già sviluppati.

Cura e manutenzione del bonsai di magnolia:

  • Luce:

    La magnolia ama il sole, ma nei climi più caldi può tollerare anche la mezz'ombra.

  • Annaffiatura:

    Annaffiare regolarmente, ma evitare i ristagni idrici, soprattutto in estate, quando è consigliabile annaffiare la sera.

  • Concimazione:

    Concimare mensilmente durante la stagione di crescita (esclusi i mesi di luglio e agosto), con un concime minerale ricco di azoto e solfato di ferro.

  • Rinvaso:

    Il rinvaso va effettuato ogni due anni, preferibilmente in primavera, utilizzando un terriccio specifico per bonsai, leggermente acido.

  • Potatura:

    La potatura va effettuata dopo la fioritura, rimuovendo i rami secchi o danneggiati e riducendo la lunghezza dei rami per mantenere la forma desiderata.

  • Filatura:

    La filatura può essere effettuata con filo di alluminio o rame, ma è importante fare attenzione a non danneggiare la corteccia.

Problemi comuni:

  • Caduta delle foglie: Può essere causata da stress idrico, carenze nutritive o malattie.
  • Macchie marroni: Possono indicare la presenza di malattie fungine o batteriche.
  • Essiccazione della pianta: Può essere causata da temperature troppo alte o basse, o da carenze nutritive.

Consigli:

  • È importante proteggere il bonsai di magnolia dalle gelate tardive, che possono danneggiare i boccioli.
  • Controllare regolarmente la pianta per individuare tempestivamente eventuali problemi e intervenire prontamente.
  • Utilizzare prodotti specifici per la cura del bonsai, come concimi e antiparassitari.

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dicembre 12, 2025

Il caprifoglio (Lonicera) è apprezzato per i loro fiori profumati e la crescita vigorosa, che le rendono una scelta popolare per l'arte bonsai.

Un bonsai di Lonicera, comunemente noto come caprifoglio, è un albero in miniatura che può essere coltivato a partire da diverse specie di caprifoglio. Queste piante sono apprezzate per i loro fiori profumati e la crescita vigorosa, che le rendono una scelta popolare per l'arte bonsai.


Cura del bonsai di Lonicera:


Posizione:


I bonsai di Lonicera prosperano in pieno sole, ma è importante proteggerli dalle forti gelate, soprattutto in vasi piccoli.


Annaffiatura:


Annaffiare quando la superficie del terreno è asciutta, evitando sia l'eccesso che la carenza di acqua.


Concimazione:


Concimare ogni due settimane durante la stagione vegetativa.


Potatura:


Potare regolarmente per mantenere la forma desiderata e favorire una crescita densa. Potature più drastiche possono essere effettuate nel tardo autunno o in inverno.


Rinvaso:


Rinvasare in primavera, non appena compaiono i nuovi germogli, utilizzando un terriccio base per bonsai.


Propagazione:


Le talee radicano facilmente tra luglio e agosto. Possono anche essere propagate per margotta da agosto a novembre o per semina a febbraio o marzo.

 

Considerazioni aggiuntive:


Stile:


I tronchi di Lonicera tendono ad essere dritti, il che può rappresentare una sfida nella progettazione di un bonsai. Le curve possono essere realizzate ramificando rami primari e secondari o creando effetti di legno morto.


Specie:


Diverse specie di Lonicera possono essere utilizzate per i bonsai, tra cui Lonicera implexa, Lonicera japonica e Lonicera nitida.


Resistenza:


I bonsai di Lonicera sono generalmente resistenti e facili da curare, il che li rende un'ottima scelta per i principianti.


Posizione:


I bonsai necessitano di luce solare e aria fresca, quindi un luogo ben illuminato, come un balcone, una terrazza o un giardino, è l'ideale. In breve, il bonsai di Lonicera è un'opzione attraente e relativamente facile da curare che può aggiungere bellezza e profumo a qualsiasi spazio.

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dicembre 05, 2025

Il ligustro (Ligustrum) con il suo caratteristico fogliame, piccolo e tondeggiante, lo rende un soggetto ideale per la coltivazione a bonsai

Il suo caratteristico fogliame, piccolo e tondeggiante, lo rende un soggetto ideale per la coltivazione a bonsai. Quella proposta è una specie che cresce spontanea nel sud della Cina: il suo habitat naturale è caratterizzato da un clima caldo, pertanto nelle regioni temperate più fresche va coltivata come bonsai d’appartamento. Gli stili a cui meglio si adatta sono: eretto, inclinato, su roccia, a due tronchi, a tronco multiplo.

ESPOSIZIONE
Nei lunghi mesi in cui rimane all’interno, occorre assicurargli una collocazione in posizione luminosa a meno di 1 metro dalla finestra, mantenendo la temperatura tra i 15° e i 23° C. Da maggio a settembre viene posto all'esterno in una posizione a mezzombra.

ANNAFFIATURA
L’annaffiatura ideale deve essere abbondante e regolare, facendo asciugare il terreno fra un annaffio e l’altro. Non ama i ristagni d’acqua, pertanto il drenaggio va tenuto sempre sotto controllo. In caso di eccesso d’acqua, le punte delle foglie diventano nere e gradualmente cadono. Deleteria risulta anche ovviamente la carenza d’acqua, che può essere considerata come una delle cause principali di moria del Ligustrum.

TERRENO
Il composto più adatto a questa specie è costituito da: 60% di akadama e 40% di terra pronta

RINVASO
Il periodo ideale per trapiantare questa specie è la tarda primavera o l’inizio dell’estate; la frequenza deve essere di 2/3 anni. Durante il trapianto si elimina 1/3 della terra sulla parte esterna del ceppo, accorciando le radici troppo lunghe.

POTATURA
Nel corso della stagione vegetativa fino alla fine di agosto, i rami possono venir potati in qualsiasi momento. Se l’intervento deve essere effettuato su rami di grosso diametro, è consigliabile intervenire in primavera-estate, avendo però la cautela di porre mastice cicatrizzante sulle ferite, per evitare fuoriuscite di linfa.

PINZATURA
Durante tutta la stagione vegetativa è necessaria una costante pinzatura della nuova crescita. Si procede sui germogli che hanno raggiunto le 5-6 coppie di foglie, cimandoli a due coppie.

AVVOLGIMENTO
I rami ed i germogli lignificati possono essere avvolti senza problemi durante tutto l’anno. Per non rischiare però di segnare la corteccia, bisogna fare molta attenzione a rimuovere il filo tempestivamente prima che inizi ad inciderla.

CONCIMAZIONE
Alla ripresa vegetativa (marzo-aprile) concimare ogni 8-10 giorni abbinando il Concime Bonsan ad Azione Stimolante al Concime Liquido Organico Bonsan. Da aprile a settembre concimare ogni 8-10 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan oppure ogni 15-20 giorni con Bonsan Concime Solido Organico Aburukasu, evitando i mesi di luglio e agosto. Da settembre a febbraio utilizzare ogni 15-20 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan. Si consiglia inoltre, in modo particolare, la Soluzione Curativa Minerale Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

CURE
È una pianta semipersistente a foglie lucide particolarmente apprezzata per la sua profumatissima fioritura. I suoi caratteristici fiori a grappolo sono seguiti in autunno da bacche nere. È un bonsai molto adatto ai principianti, poiché è facile da coltivare e da rinvasare e sopporta molto bene le potature, anche quelle drastiche.

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novembre 28, 2025

Il larice (Laryx) È particolarmente apprezzata per l’educazione a bonsai per la sua naturale forma colonnare e per le sue caratteristiche estetiche-

La specie maggiormente utilizzata per la coltivazione a bonsai è quella giapponese denominata kaempferi. Il suo impiego in arte bonsai si è ormai ampiamente diffuso anche nel nostro continente poiché questa pianta, rispetto alle nostre specie autoctone, ha una maggiore vigoria ed una conseguente notevole rapidità di crescita. È particolarmente apprezzata per l’educazione a bonsai sia per la sua naturale forma colonnare, che termina con il tipico apice conico, sia per le sue caratteristiche estetiche: i suoi germogli hanno un deciso colore rosso-violaceo, inoltre la tonalità grigio-verde delle sue foglie aghiformi fa apparire l’insieme di un caratteristico colore azzurrognolo; le piccole pigne sono sormontate da scaglie riflesse. Essendo una conifera a foglia caduca, in forma bonsai, alla caduta degli aghi, manifesta tutto il suo fascino mettendo in luce il suo tronco rugoso, squamato, dall’aspetto vetusto, con ramificazioni fini e internodi corti. Anche la vasta gamma di stili in cui è possibile formarlo, ossia tutti quelli generalmente utilizzati ad eccezione dello stile a scopa, costituisce un ulteriore stimolo per la coltivazione di questa specie a bonsai.

ESPOSIZIONE
Il Larice cresce bene in zone fresche e ventilate. Ama particolarmente la luce del sole ad esclusione di quella intensa dell’estate: gli aghi bruciati dai raggi troppo intensi rappresentano l’inconveniente principale di coltivazione di questa specie. Come tutte le piante trae beneficio da una collocazione che ricrei le tipiche condizioni ambientali del suo habitat naturale: solo se sottoposto a climi freddi e secchi dà origine ad una chioma compatta e formata da aghi corti; se posto invece in ambienti caldi e umidi, gli aghi si presentano lunghi e deboli. Pur essendo un albero originario di zone a clima freddo, se posto in vaso, durante l’inverno, va garantita una certa protezione dell’apparato radicale dalle gelate, ad esempio coprendo il vaso con foglie, segatura o sfagno.

ANNAFFIATURA
In primavera e in estate deve essere abbondante. Poiché il Larice non ama i ristagni d’acqua, è necessario controllare il drenaggio costantemente, in modo che non si verifichi una marcescenza radicale. Durante l’inverno le somministrazioni vanno diradate facendo attenzione, però, che il terreno non si asciughi mai completamente.

RINVASO
Generalmente il trapianto va effettuato ogni 4-5 anni sugli esemplari maturi e almeno ogni 2-3 anni su quelli più giovani. Il periodo ideale è l’inizio della primavera non appena le gemme iniziano a gonfiarsi, effettuando una potatura delle grosse radici capillari e riducendole al massimo di un terzo. Si raccomanda l’utilizzo di un terriccio ben drenato composto da 80% di akadama e 20% di ghiaia, facendo attenzione ad annaffiare frequentemente durante il periodo estivo.

POTATURA
Le potature di mantenimento e di formazione vanno effettuate esclusivamente in inverno, quando i rami sono spogli. In questa stagione è possibile anche lavorare la legna secca, che per il Larice costituisce una caratteristica propria della specie e al quale conferisce un fascino particolare. Si consiglia di non potare mai precipitosamente tutti i rami che non rientrano nella silhouette della pianta: come ogni conifera, questa specie, soprattutto negli esemplari maturi, dà luogo con difficoltà a nuove ramificazioni, quindi ci si potrebbe pentire di non avere più a disposizione rami in zone strategiche per il nuovo disegno della pianta.

PINZATURA
La pinzatura dei nuovi germogli va eseguita costantemente durante tutta la stagione vegetativa, mantenendo 1-2 gemme nuove, ossia circa 2-3 cm di crescita. Per non correre alcun rischio è meglio eseguire l’intervento utilizzando solo le dita. Mentre si effettua la cimatura delle gemme è consigliabile eliminare anche gli eventuali getti avventizi che dovessero formarsi sul tronco.

AVVOLGIMENTO
L’applicazione del filo, che va effettuata in inverno, è una costante che deve seguire tutta la vita del bonsai di Larice poiché il suo legno, essendo molto flessibile, perde in breve tempo la forma. Bisogna tener presente, però, che la corteccia di questa pianta è piuttosto delicata, di conseguenza il filo, al fine di non danneggiarla, dovrà essere rivestito con carta adesiva e avvolto facendo attenzione a non bloccare il passaggio della linfa.

CONCIMAZIONE
Da aprile all'inizio di luglio, somministrare ogni 15 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan insieme al Concime Stimolante Bonsan, oppure, una volta al mese, Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro più il Concime Stimolante Bonsan. Dalla fine di agosto ad ottobre fertilizzare ogni 15 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan o con Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro. Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro; 3-4 volte all'anno è opportuno intervenire anche con la Soluzione Curativa Minerale Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

CURE
Se si rispettano le necessità di questa pianta relative soprattutto a esposizione e annaffiatura, difficilmente si andrà incontro a problemi fitopatologici. È bene tener presente, però, che il Larice è soggetto ad alcune patologie: una delle più diffuse è rappresentata dall’attacco di afidi lanigeri, che può essere facilmente evitato attraverso un’adeguata disinfezione preventiva invernale-primaverile. Altri agenti che possono intaccare la salute di questa pianta sono acari e ragnetti rossi che colpiscono le foglie in primavera, mostrando i sintomi solo in estate: in questo caso occorre intervenire per tempo con prodotti chimici specifici. Le radici possono essere soggette ad attacchi fungini se il terreno non è ben drenato.

È particolarmente apprezzata per l’educazione a bonsai sia per la sua naturale forma colonnare, che termina con il tipico apice conico, sia per le sue caratteristiche estetiche

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novembre 21, 2025

La Lagerstroemia come bonsai è interessante per la decorativa corteccia che si stacca in lunghe strisce-


In questo tipo di coltivazione oltre che per la fioritura, la pianta è interessante per la decorativa corteccia che si stacca in lunghe strisce, scoprendo un tronco grigio con zone rosa e marrone. Questa qualità corticale è apprezzabile per tutto l’anno e il suo momento migliore è l’inverno, quando la maggior parte degli altri bonsai fioriferi non offrono particolari attrattive. Viene modellata soprattutto negli stili eretto, inclinato, prostrato e su roccia.

ESPOSIZIONE
All’esterno in posizione a mezzombra; si deve fare attenzione in inverno che non sia sottoposta a gelate. Una combinazione di elevate temperature e scarsa illuminazione produce una crescita troppo allungata e tenera: è consigliabile crearle un microambiente fresco.

ANNAFFIATURA
Deve essere quotidiana dall’inizio della primavera all’autunno. Meno frequente durante la dormienza, controllando però periodicamente il terreno per non lasciarlo inaridire.

TERRENO
Il composto più adatto a questa specie è costituito da: Akadama 25%, terra pronta 50% e sabbia 25%.

RINVASO
Ogni due anni, in primavera, prima della ripresa vegetativa.

POTATURA
Va effettuata la potatura dei rami nell’arco dell’intero anno; quando presenta 6 foglie, si riduce a 2. In autunno, dopo che è avvenuta la fioritura, potare drasticamente.

PINZATURA
Dopo aver lasciato sviluppare la nuova crescita fino a tarda primavera, si procede ad accorciare ciascun germoglio.

AVVOLGIMENTO
Può essere educata con il filo tutto l’anno, eccetto durante la fioritura.

CONCIMAZIONE
Da aprile all'inizio di luglio, somministrare ogni 15 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan insieme al Concime Stimolante Bonsan, oppure, una volta al mese, Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro più il Concime Stimolante Bonsan. Dalla fine di agosto ad ottobre fertilizzare ogni 15 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan o con Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro. Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro; 3-4 volte all'anno è opportuno intervenire anche con la Soluzione Curativa Minerale Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

CURE
È soggetta soprattutto agli afidi.

In questo tipo di coltivazione oltre che per la fioritura, la pianta è interessante per la decorativa corteccia che si stacca in lunghe strisce, scoprendo un tronco grigio con zone rosa e marrone.

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novembre 14, 2025

La Kadsura japonica è una piccola pianta rampicante originaria della Cina meridionale

La Kadsura japonica è una piccola pianta rampicante originaria della Cina meridionale. È caratterizzata dalle sue foglie sempreverdi, che diventano rosse in autunno e rimangono sull'albero, e dai suoi caratteristici frutti sferici a grappolo.
La fioritura inizia a fine estate.

I fiori possono essere maschili o femminili, ma mai entrambi presenti sulla stessa pianta. Ciò significa che entrambi i sessi devono essere in contatto affinché avvenga la fecondazione e si formi questo splendido grappolo di frutti.

Si tratta di una specie piuttosto rustica che si adatta sia al pieno sole che alla mezz'ombra e non è esigente in termini di scelta del substrato.

Altezza 15 cm; peso netto 3 cm.
Vaso 10 x 8 x 3 cm

Si tratta di una specie rara, ma molto apprezzata in Giappone, molto suggestiva per le sue foglie che diventano rosse in autunno e per i suoi frutti a grappolo. La fioritura inizia in estate e i fiori possono essere sia femminili che maschili, ma mai entrambi presenti sulla stessa pianta. Pertanto, affinché la fecondazione avvenga, entrambi i sessi devono essere in contatto.

Sebbene crescano bene in terreni neutri, preferiscono un substrato leggermente acido.

Nonostante le sue foglie siano grandi, la spettacolarità dei suoi frutti rende questa specie una delle preferite in Giappone per la coltivazione di alberi di dimensioni shohin.

Trapiantata in vaso tokoname, in akadama e kiryuzuna.

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novembre 07, 2025

lo Juniperus rigida e lo Juniperus chinensis, costituiscono addirittura gruppi a sé stanti nelle esposizioni e nelle collezioni.

Sicuramente nell’arte bonsai i Ginepri sono tra le piante maggiormente utilizzate: in Giappone e in Cina, lo Juniperus rigida e lo Juniperus chinensis, costituiscono addirittura gruppi a sé stanti nelle esposizioni e nelle collezioni e questo sia per il gran numero di esemplari esposti, sia per la bellezza che li distingue. Anche nel nostro Paese sono particolarmente diffusi poiché, grazie alla loro adattabilità alle più svariate condizioni, sono piante ideali per la coltivazione a bonsai. Rispondono bene a tutte le tecniche, in modo particolare a quelle legate alla lavorazione della legna secca con le quali gli alberi assumono un carattere forte e suggestivo. A causa della loro lenta crescita i risultati della coltivazione affiorano col tempo, ma attenendosi alle regole di coltivazione e applicando correttamente le tecniche, si otterranno esemplari dalle qualità eccezionali.

ESPOSIZIONE
La sua collocazione ideale, come facilmente intuibile, è esterna, in luogo ben ventilato e soleggiato. Va protetto unicamente dagli eccessi di calore e dal freddo molto intenso. Difficilmente queste piante presenteranno problemi dovuti alle condizioni atmosferiche, poiché in natura si sviluppano anche in zone particolarmente impervie, sottoposte alle più avverse condizioni climatiche, che anziché danneggiarle, ne esaltano il loro particolare carattere forte e maturo.

ANNAFFIATURA
La terra deve rimanere sempre leggermente umida, evitando sia di annaffiare eccessivamente, sia di far mancare l’acqua. È utile applicare anche una vaporizzazione quotidiana sugli aghi e sui rami, preferibilmente nelle prime ore della giornata, o verso mezzogiorno in inverno. Attenzione a non lasciarsi ingannare dal fatto che in natura vivano in terreni quasi aridi, i Ginepri hanno sempre bisogno di una certa umidità per crescere in modo vigoroso.

RINVASO
L’epoca ideale per trapiantare i Ginepri è la metà primavera, nel momento in cui le gemme iniziano a gonfiarsi. Le piante giovani, in fase di crescita, si trapiantano ogni 2 anni, mentre quelle già formate ogni 4/5 anni. In entrambi i casi, durante la potatura delle radici bisogna intervenire con molta cura su quelle fini per non comprometterne il loro importantissimo sviluppo.
L’akadama può sicuramente essere considerata come il terriccio migliore per questa specie.

POTATURA
Bisogna distinguere due tipi di potatura: quella di formazione e quella di mantenimento. Nel primo caso la potatura serve per eliminare tutte le crescite indesiderate, per mantenere uno sviluppo ed un equilibrio armonico delle diverse parti, in base alla forma che si intende raggiungere. La potatura drastica dei rami primari si può effettuare durante i mesi di riposo vegetativo, soprattutto tra febbraio e marzo del terzo o quarto anno di vita della pianta. Alla potatura drastica è comunque sempre preferibile quella graduale e progressiva. La potatura di mantenimento di un Ginepro ben formato consiste essenzialmente nell’eliminare tutti i germogli che nascono sul tronco e nell’accorciare quelli sui rami principali. Quando si vuole ringiovanire una parte della pianta, si mantengono uno o più germogli nuovi.

PINZATURA
I Ginepri vegetano continuamente dall’inizio della primavera fino all’autunno, pertanto bisogna pinzare durante tutta la stagione di crescita. Dirigendo il vigore dell’albero verso l’interno, si ottengono palchi folti di vegetazione in breve tempo. Per quanto riguarda i Ginepri ad aghi, si pinza tirando con la punta delle dita il cuore del nuovo germoglio quando si presenta a forma di pignetta.

AVVOLGIMENTO
Il processo di formazione si completa mediante l’avvolgimento, che si effettua con filo di alluminio ramato o di rame (se si ha una certa esperienza), da applicare direttamente sulla corteccia se il ramo non è molto rigido; in caso contrario è meglio prevedere una protezione, avvolgendo prima la ramificazione, sui cui va applicato il filo, con della rafia inumidita. L’epoca adatta per questa operazione è l’inverno (da ottobre a febbraio). Il filo può essere lasciato anche per lungo tempo, ma va rimosso tempestivamente non appena comincia ad incidere la corteccia per evitare che poi si formino antiestetiche cicatrici.

CONCIMAZIONE
Da aprile all'inizio di luglio, somministrare ogni 15 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan insieme al Concime Stimolante Bonsan, oppure, una volta al mese, Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro più il Concime Stimolante Bonsan. Dalla fine di agosto ad ottobre fertilizzare ogni 15 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan o con Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro. Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro; 3-4 volte all'anno è opportuno intervenire anche con la Soluzione Curativa Minerale Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

CURE
I Ginepri sono piante generalmente forti, non particolarmente soggette ad attacchi parassitari. Bisogna in ogni caso fare attenzione ad afidi, cocciniglia e ragnetto rosso, cercando di prevenire eventuali attacchi attraverso una collocazione ottimale (luminosa e ventilata) e con frequenti nebulizzazioni della vegetazione.

Questa elegante conifera dall'armonioso portamento piramidale è caratterizzata da rami arcuati e penduli, aghi corti di un bel verde chiaro, e produce piccole bacche che a maturazione diventano nere. Come il Juniperus chinensis, è una pianta che si adatta benissimo alla coltivazione a bonsai, in particolare all'applicazione della tecnica della legna secca.

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ottobre 31, 2025

Nell’arte bonsai i Ginepri (Juniperus chinensis) sono tra le piante maggiormente utilizzate.

Sicuramente nell’arte bonsai i Ginepri sono tra le piante maggiormente utilizzate: in Giappone e in Cina, lo Juniperus rigida e lo Juniperus chinensis, costituiscono addirittura gruppi a sé stanti nelle esposizioni e nelle collezioni e questo sia per il gran numero di esemplari esposti, sia per la bellezza che li distingue. Anche nel nostro Paese sono particolarmente diffusi poiché, grazie alla loro adattabilità alle più svariate condizioni, sono piante ideali per la coltivazione a bonsai. Rispondono bene a tutte le tecniche, in modo particolare a quelle legate alla lavorazione della legna secca con le quali gli alberi assumono un carattere forte e suggestivo. A causa della loro lenta crescita i risultati della coltivazione affiorano col tempo, ma attenendosi alle regole di coltivazione e applicando correttamente le tecniche, si otterranno esemplari dalle qualità eccezionali.

ESPOSIZIONE
La sua collocazione ideale, come facilmente intuibile, è esterna, in luogo ben ventilato e soleggiato. Va protetto unicamente dagli eccessi di calore e dal freddo molto intenso. Difficilmente queste piante presenteranno problemi dovuti alle condizioni atmosferiche, poiché in natura si sviluppano anche in zone particolarmente impervie, sottoposte alle più avverse condizioni climatiche, che anziché danneggiarle, ne esaltano il loro particolare carattere forte e maturo.

ANNAFFIATURA
La terra deve rimanere sempre leggermente umida, evitando sia di annaffiare eccessivamente, sia di far mancare l’acqua. È utile applicare anche una vaporizzazione quotidiana sugli aghi e sui rami, preferibilmente nelle prime ore della giornata, o verso mezzogiorno in inverno. Attenzione a non lasciarsi ingannare dal fatto che in natura vivano in terreni quasi aridi, i Ginepri hanno sempre bisogno di una certa umidità per crescere in modo vigoroso.

TERRENO
L’akadama può sicuramente essere considerata come il terriccio migliore per questa specie.

RINVASO
L’epoca ideale per trapiantare i Ginepri è la metà primavera, nel momento in cui le gemme iniziano a gonfiarsi. Le piante giovani, in fase di crescita, si trapiantano ogni 2 anni, mentre quelle già formate ogni 4/5 anni. In entrambi i casi, durante la potatura delle radici bisogna intervenire con molta cura su quelle fini per non comprometterne il loro importantissimo sviluppo.

POTATURA
Bisogna distinguere due tipi di potatura: quella di formazione e quella di mantenimento. Nel primo caso la potatura serve per eliminare tutte le crescite indesiderate, per mantenere uno sviluppo ed un equilibrio armonico delle diverse parti, in base alla forma che si intende raggiungere. La potatura drastica dei rami primari si può effettuare durante i mesi di riposo vegetativo, soprattutto tra febbraio e marzo del terzo o quarto anno di vita della pianta. Alla potatura drastica è comunque sempre preferibile quella graduale e progressiva. La potatura di mantenimento di un Ginepro ben formato consiste essenzialmente nell’eliminare tutti i germogli che nascono sul tronco e nell’accorciare quelli sui rami principali. Quando si vuole ringiovanire una parte della pianta, si mantengono uno o più germogli nuovi.

PINZATURA
I Ginepri vegetano continuamente dall’inizio della primavera fino all’autunno, pertanto bisogna pinzare durante tutta la stagione di crescita. Si prende tra le dita ciascun ciuffetto di vegetazione e si spezzano delicatamente le scaglie nuove che fuoriescono dal profilo a forma di ventaglio. Questa pinzatura favorisce lo sviluppo di germogli laterali, per cui occorrerà ripetere varie volte la stessa operazione. Dirigendo il vigore dell’albero verso l’interno, si ottengono palchi folti di vegetazione in breve tempo. A seguito delle potature drastiche del fogliame o dell’avvolgimento, l’albero può produrre foglie a forma di ago. L’albero recupererà la sua forma naturale, se non si interviene eliminando questi germogli ad aghi, quindi si seguirà il normale ritmo di coltivazione, fino a che non riappariranno germogli a forma di scaglie.
AVVOLGIMENTO
Il processo di formazione si completa mediante l’avvolgimento, che si effettua con filo di alluminio ramato o di rame (se si ha una certa esperienza), da applicare direttamente sulla corteccia se il ramo non è molto rigido; in caso contrario è meglio prevedere una protezione, avvolgendo prima la ramificazione, sui cui va applicato il filo, con della rafia inumidita. L’epoca adatta per questa operazione è l’inverno (da ottobre a febbraio). Il filo può essere lasciato anche per lungo tempo, ma va rimosso tempestivamente non appena comincia ad incidere la corteccia per evitare che poi si formino antiestetiche cicatrici.

CONCIMAZIONE
Da aprile all'inizio di luglio, somministrare ogni 15 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan insieme al Concime Stimolante Bonsan, oppure, una volta al mese, Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro più il Concime Stimolante Bonsan. Dalla fine di agosto ad ottobre fertilizzare ogni 15 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan o con Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro. Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro; 3-4 volte all'anno è opportuno intervenire anche con la Soluzione Curativa Minerale Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

CURE
I Ginepri sono piante generalmente forti, non particolarmente soggette ad attacchi parassitari. Bisogna in ogni caso fare attenzione ad afidi, cocciniglia e ragnetto rosso, cercando di prevenire eventuali attacchi attraverso una collocazione ottimale (luminosa e ventilata) e con frequenti nebulizzazioni della vegetazione.

Questa conifera presenta caratteristiche diverse a secona dell'età: nelle piante giovani le foglie sono aghiformi, lunghe, chiare e compatte; in quelle adulte sono piccole e squamiformi. Il ginepro produce delle bacche bluastre che diventano brune quando arrivano a maturazione ed è forse il sempreverde che più si adatta all'arte bonsai. Il suo legno, flessibile quando è verde, diventa infatti duro e resistente una volta scortecciato ed è perfetto per la lavorazione della legna secca. Una pianta per veri appassionati che può essere lavorata tutto l'anno, tranne in luglio e agosto.

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ottobre 24, 2025

L'Itea japonica, o falso gelsomino giapponese, è un piccolo albero deciduo, molto adatto alla coltivazione come bonsai.

L'Itea japonica è un piccolo albero a foglie caduche, solitamente coltivato con un tronco multiplo. Le sue foglie diventano rosse in autunno e i suoi rami si riempiono di fiori bianchi in racemi in primavera. Sembra di essere in un bosco: avete visto come i raggi del sole attraversano le foglie e illuminano il tronco?

L'Itea japonica, o falso gelsomino giapponese, è un piccolo albero deciduo, molto adatto alla coltivazione come bonsai. Le sue foglie diventano rosse in autunno e i suoi rami si ricoprono di fiori bianchi a grappoli in primavera.

Caratteristiche dell'Itea japonica come bonsai:

Dimensioni:

È un albero di piccole dimensioni, il che lo rende adatto alla coltivazione in piccoli vasi come bonsai.

Foglie:

Le sue foglie sono ovali e dentate e diventano di un rosso intenso in autunno, aggiungendo interesse visivo al bonsai.

Fiori:

Produce fiori bianchi a grappoli pendenti in primavera, molto belli e profumati.

Tronco:

Può essere coltivato con un singolo tronco o più tronchi, consentendo diversi stili di bonsai.

Crescita:

È un albero a crescita relativamente rapida, il che lo rende facile da modellare e da usare come bonsai.

Considerazioni per la coltivazione:

Luce: Richiede luce solare diretta, ma può tollerare anche un po' d'ombra.

Terreno: Un terreno ben drenato è essenziale per evitare il marciume radicale. Si consiglia un terriccio per bonsai ben drenante.

Irrigazione: Annaffiare regolarmente, soprattutto durante i mesi più caldi, evitando però i ristagni d'acqua.

Fertilizzazione: Fertilizzare durante la stagione vegetativa con un fertilizzante bilanciato per bonsai.

Potatura: Potare per controllare le dimensioni e la forma dell'albero. La potatura di mantenimento può essere effettuata dopo la fioritura.

Rinvaso: Rinvasare ogni due o tre anni, o secondo necessità, utilizzando terriccio per bonsai fresco.

Protezione invernale: Nelle zone con inverni freddi, proteggere il bonsai dal gelo.

L'Itea japonica è un'ottima scelta sia per i principianti che per gli esperti di bonsai grazie alla sua facilità di coltivazione, alle sue caratteristiche attraenti e alla capacità di adattarsi a diversi stili.

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ottobre 17, 2025

L’Agrifoglio (Ilex) è uno degli alberi da frutto più facili ed eleganti da formare a bonsai.

L’Agrifoglio è uno degli alberi da frutto più facili ed eleganti da formare a bonsai. Essendo una specie dioica, i fiori maschili e femminili compaiono su piante diverse: gli alberi che portano i fiori maschili sono caratterizzati da una maggiore delicatezza dei fiori e della ramificazione, ma solo quelli femminili producono il frutto. Altro pregio di questa specie è la spettacolare fioritura e l’adattabilità a tutti gli stili bonsai, rendendola una pianta particolarmente apprezzata da numerosi appassionati. Le varietà più utilizzate sono l’Ilex crenata, l’Agrifoglio del Giappone che presenta foglie e rami fini e l’Ilex serrata, con sottili foglie oblunghe che assomigliano più a quelle del Ciliegio o del Melo che a quelle lucide e spinose del classico sempreverde.

ESPOSIZIONE
Trattandosi di una specie tropicale, ma molto tollerante anche verso le temperature rigide, può essere tranquillamente posta all’esterno durante tutto l’anno, purché vengano protette le radici nei periodi più rigidi dell’inverno e preservato il fogliame dai venti gelidi. Non ci sono problemi, invece, a lasciar esposto l’Ilex anche agli intensi raggi solari dell’estate. Solo le giovani piantine vanno protette nei momenti più caldi della giornata, arrivando però gradualmente ad abituarle anche a queste particolari condizioni. Considerando che per poter godere appieno della fruttificazione è assolutamente indispensabile evitare che si verifichi la perdita precoce dei fiori, che in tal caso non potrebbero essere impollinati e quindi fecondati, nei giorni di forte vento o pioggia intensa, l’Agrifoglio va protetto anche semplicemente ponendolo sotto al banco di appoggio, poiché questi fenomeni atmosferici possono danneggiare i petali o far cadere i fiori.

ANNAFFIATURA
Necessita di abbondante acqua, quindi bisogna riporre particolare attenzione nell’annaffiatura, soprattutto una volta formatisi i frutti, poiché se l’acqua viene a mancare, le bacche cadono o perdono colore e anche le foglie appassiscono. L’insufficienza d’acqua, inoltre, rende più lenta la maturazione dei germogli, causando anche uno sviluppo irregolare delle gemme da fiore, quindi, bisogna assicurarsi che il terreno rimanga sempre umido o meglio non asciughi mai completamente fra un’annaffiatura e l’altra. Mentre si bagna non si deve dirigere il getto d’acqua direttamente sui fiori, ma va indirizzato esclusivamente al substrato poiché, come la pioggia battente, il flusso d’acqua potrebbe danneggiare o far cadere i fiori, a scapito della fruttificazione.

RINVASO
Effettuare il rinvaso con una certa frequenza apporta grandi benefici all’Agrifoglio. Fino al suo decimo anno di vita è opportuno trapiantare ogni anno all’inizio della primavera, in quanto le radici sono fini e molto vigorose e di conseguenza arrivano a saturare il vaso in una sola stagione di crescita, rendendo difficile una corretta annaffiatura. Superato questo periodo, si potrà intervenire ad anni alterni. Il composto ideale per questa specie è costituito da 50% di akadama, 30% di terriccio e 20% di pozzolana o lapillo vulcanico.

POTATURA
Generalmente si pota in tardo autunno-inizio inverno, dopo aver ammirato l’albero ricoperto di bacche, mantenendo 2-3 gemme, oppure in primavera, tagliando al secondo-terzo nodo i rami che sono stati lasciati allungare ai fini della fruttificazione. Riuscire a mantenere la forma dell’albero, comunque, non è difficile, in quanto le gemme da fiore non si formano sui germogli ma sui rami dell’anno precedente, per cui si può potare senza rischiare di compromettere la fioritura. Trattandosi di una specie vigorosa, la potatura deve essere mirata anche al mantenimento di un buon equilibrio, quindi i germogli dell’apice vanno costantemente accorciati in maniera consistente, così come le estremità dei rami più forti. La potatura di formazione si applica a fine autunno-inizio inverno.

PINZATURA
Un’adeguata pinzatura garantisce una crescita compatta. È importante che venga effettuata con tempismo, per cui, non appena l’albero comincia a germogliare, si cimeranno i germogli che si sviluppano in posizioni indesiderate, a favore dei restanti che si lasceranno allungare fino al raggiungimento della misura ideale per la formazione.

AVVOLGIMENTO
Per modellare questa pianta risulta efficace anche l’avvolgimento, purché praticato nel periodo adeguato: fra la fine di maggio e l’inizio di giugno. Poiché presenta una corteccia molto sensibile, esso va applicato con estrema attenzione e possibilmente rivestendolo il filo con nastro adesivo. Il filo andrà poi rimosso al più presto non appena inizia ad incidere la corteccia. Se non si vogliono correre rischi, in alternativa al filo si possono usare pesi e tiranti.

CONCIMAZIONE
Un difetto comune nella coltivazione dell’Agrifoglio è l’eccesso di concime. Questa pianta è piuttosto vigorosa e resistente e pertanto non necessita di grandi dosi di fertilizzante. Si consiglia di usare soprattutto concime in pastiglie tipo hanagokoro dalla primavera all’autunno, evitando i mesi più caldi.

CURE
È soggetto soprattutto a bruchi, microlepidotteri e minatori. Il periodo in cui è più probabile che venga attaccata da questi parassiti è la primavera, quando comincia a vegetare. Un metodo efficace per evitare che questo si verifichi, consiste nell’effettuare trattamenti preventivi. Se la patologia si è manifestata, è necessario intervenire con un prodotto specifico, applicando almeno tre trattamenti a distanza di 10 giorni uno dall’altro.

L’Agrifoglio è uno degli alberi da frutto più facili ed eleganti da formare a bonsai, adattabile a tutti gli stili.

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ottobre 10, 2025

Il Ginkgo (Ginkgo biloba) è una pianta piuttosto forte, resistente alla maggior parte delle malattie.

In Oriente, fin dai tempi antichi, il Ginkgo è stata una delle specie più coltivate a bonsai, non solo per la sua bellezza, che si esprime in modo particolare attraverso i colori autunnali che lo rendono fortemente decorativo, ma anche per l’ottima rispondenza all'applicazione di tutte le tecniche bonsaistiche. Quest'ultimo aspetto determina l'interesse verso tale specie soprattutto da parte dei principianti. Come bonsai si cerca di riprodurre la sua caratteristica ramificazione espansa, che con l'età assume una conformazione più compatta, colonnare, attraverso una potatura mirata. Gli stili a cui meglio si adatta il Ginkgo sono l’eretto informale e il tronco multiplo; bisogna però tener presente che a causa delle dimensioni delle foglie (piuttosto grandi) e della ramificazione, non è indicata la creazione di bonsai di piccole dimensioni.

ESPOSIZIONE
L'esposizione più favorevole ad un buon sviluppo di questa specie è quella in pieno sole. Regola che viene infranta solo nel caso degli esemplari più giovani, per i quali è invece meglio una collocazione che garantisca una parziale protezione dai raggi diretti nei periodi in cui le temperature sono più elevate. Durante l'inverno, al verificarsi delle prime gelate occorre ripararlo, tenendo presente che andranno soprattutto salvaguardate le radici poiché esse trattengono molta umidità.

ANNAFFIATURA
È soprattutto durante la stagione vegetativa che il Ginkgo necessita di frequenti annaffiature. In inverno bisognerà invece diminuire particolarmente la somministrazione d’acqua, poiché come già visto, le radici tendono a trattenere l’acqua e quindi se troppo bagnate, potrebbero venire facilmente colpite dal gelo. Un segnale a cui far riferimento al fine di comprendere l'esigenza d’acqua del Ginkgo, è lo stato delle foglie: se si nota che esse pendono flaccide, significa che la pianta sta soffrendo a causa della disidratazione, sarà quindi necessario intervenire immediatamente con un'abbondante annaffiatura.

RINVASO
Finché l'albero è giovane (fino circa ai 10 anni), va trapiantato ogni anno, successivamente, una volta raggiunta la sua formazione, ogni 3 anni. Il periodo migliore per operare questo intervento è la primavera. Al termine del rinvaso è molto importante garantire alla pianta un'abbondante annaffiatura. Il composto più adatto a questa specie è costituito da: akadama 70%, sabbia 20% e terra pronta 10%.

POTATURA
Mentre si sta effettuando il rinvaso, all'inizio della primavera, si provvede a tagliare i rami non necessari e quelli che appaiono troppo cresciuti, allo scopo di migliorare la silhouette del bonsai, potando alla prima o seconda foglia. È molto importante seguire tale procedura costantemente, in modo da poter mantenere la tipica struttura di questa pianta, caratterizzata da una ramificazione espansa. Così facendo, col tempo il Ginkgo assumerà una gradevole forma compatta, inoltre le dimensioni delle foglie si ridurranno leggermente.

PINZATURA
La pinzatura su questa specie si effettua due volte nel corso dell'anno: la prima intervenendo sui germogli nuovi e teneri, posti all'apice, in primavera, in modo che successivamente la pianta produca germogli con internodi corti e proporzionati. La seconda si effettua sui germogli maturi in autunno, accertandosi però che siano presenti delle gemme dormienti retrostanti.

AVVOLGIMENTO
Tenendo presente che è sempre preferibile educare la pianta mediante la potatura, nel caso in cui si abbia la necessità di modellare alcuni rami attraverso l'avvolgimento, è possibile intervenire solo durante il mese di giugno, poiché in questo momento la crescita non è ancora totalmente lignificata, e quindi i rami possono essere modellati senza correre il rischio di rotture. Il tipo di filo che si consiglia di utilizzare è quello di alluminio ramato, facendo attenzione a rimuoverlo tempestivamente prima che cominci ad incidere la corteccia.

CONCIMAZIONE
Da aprile all'inizio di luglio, somministrare ogni 15 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan insieme al Concime Stimolante Bonsan, oppure, una volta al mese, Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro più il Concime Stimolante Bonsan. Dalla fine di agosto ad ottobre fertilizzare ogni 15 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan o con Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro. Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

CURE
Il Ginkgo è una pianta piuttosto forte, resistente alla maggior parte delle malattie.

Le foglie, dalla caratteristica forma a ventaglio, arrotondato, offrono uno spettacolo impareggiabile in autunno, quando diventano color giallo oro.

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ottobre 03, 2025

Particolarmente apprezzata per la sua splendida fioritura, la Gardenia è una specie molto diffusa in forma bonsai.

Si tratta di un’essenza piuttosto diffusa in forma bonsai, particolarmente apprezzata per la sua splendida fioritura. È una pianta raffinata con foglie lucenti e fiori molto profumati con petali setosi, a fiore semplice o a fiore doppio. Le Gardenie fioriscono all’inizio dell’estate e i fiori spuntano all’estremità dei rami nuovi. La varietà chiamata jasminoides è a fiore semplice, possiede foglie sottili arrotondate-ovali e in autunno produce frutti di tonalità giallo-aranciato. Quella a fiore doppio chiamata fortunei non fruttifica, in compenso i fiori sono spettacolari. È una specie sicuramente di grande soddisfazione, ma educata a bonsai diventa piuttosto esigente, pertanto occorre somministrare cure assidue e corrette per ottenere la fioritura. Lo stile più usato per la Gardenia è quello a tronco multiplo, poiché per ottenere un tronco grosso sono necessari parecchi anni.

ESPOSIZIONE
Si colloca da maggio a settembre all’esterno in posizione luminosa e arieggiata, evitando di esporla al sole soprattutto nei periodi più caldi. All’interno va posizionata in una zona molto luminosa e fresca possibilmente ad una temperatura non inferiore ai 10°C. Per arrivare alla fioritura è necessario fornirle cure specifiche, infatti perché i boccioli dei fiori si formino occorre che la temperatura diurna sia più alta di quella notturna di 8-10°C. Tuttavia, perché il fiore permanga più a lungo sulla pianta, la temperatura tra il giorno e la notte non deve oscillare di oltre 5°C. Alle nostre latitudini la Gardenia può essere coltivata come bonsai da interno, dato che ha bisogno di una temperatura minima attorno ai 10-12°C, ma nelle regioni del sud può rimanere all’esterno tutto l’anno. All’interno si trovi una collocazione lontana da fonti di calore.

ANNAFFIATURA
Essendo la Gardenia una pianta acidofila è consigliabile utilizzare acqua decalcificata per l’annaffio. Si annaffia abbondantemente in primavera ed in estate, lasciando leggermente asciugare il terreno. In inverno è necessario invece annaffiare con moderazione, periodo in cui si devono evitare anche i ristagni d'acqua. Ama essere nebulizzata frequentemente sulle foglie. Poiché questa specie consuma molta acqua, in estate potrebbe essere necessario annaffiare anche tre volte al giorno altrimenti perde vitalità.

RINVASO
Si applica a tarda primavera, prima della comparsa delle gemme, ogni 2-3 anni, potando le radici per almeno 1/3 della loro lunghezza. Si eliminino le radici fittonanti cresciute, potando bene tutto l’apparato radicale in modo che anche le radici sottili non rimangano troppo lunghe, altrimenti tendono a marcire. Il terriccio più adatto a questa specie è la kanuma 100%, tipica terra per acidofile che, oltre ad avere una buona umidità, è caratterizzata da un’elevata ritenzione idrica. Nel periodo successivo al trapianto si consiglia di nebulizzare frequentemente le foglie e annaffiare il terriccio solo quando è asciutto.

POTATURA
Dopo la fioritura è bene accorciare i rami, lasciando tre foglie. Per potare completamente un ramo si opera da maggio a giugno, senza dimenticarsi di usare il mastice per proteggere le ferite. Dopo la fioritura occorre effettuare una potatura di sfoltimento, accorciando soprattutto i rami più forti.

PINZATURA
È possibile avere i fiori vicino alla base dei rami, se si pinza la nuova vegetazione all’estremità di tutti i rami a maggio. Per correggere la silhouette dell’albero si accorciano i rami a due nodi durante il periodo vegetativo estivo.

AVVOLGIMENTO
Si può avvolgere in maggio-giugno, poiché i rami in questo periodo sono molto flessibili e non si rischiano spaccature. Per danneggiare il meno possibile la pianta, si consiglia di applicare il filo solo sui rami e sui germogli lignificati e di ricoprirlo con carta adesiva prima di avvolgerlo.

CONCIMAZIONE
Ama abbondanti concimazioni, per cui è consigliabile fertilizzare durante tutto il periodo vegetativo da aprile ad ottobre, utilizzando concimi organici a lenta cessione come ad esempio l’Aburukasu, oppure liquidi, come quelli della Linea Bonsan. Le somministrazioni si devono assolutamente interrompere durante la fioritura, pena la caduta dei fiori.

CURE
Questa specie è particolarmente sensibile verso cocciniglie e afidi, da cui purtroppo è spesso aggredita anche a livello di apparato radicale. I controlli fitopatologici devono essere effettuati, quindi, con attenzione anche nei confronti delle radici, per assicurarsi che in esse non si annidino pericolosi parassiti, i quali, contrariamente a quanto avviene per le altre specie, possono causare un forte deperimento e nei casi più gravi addirittura la moria dell’albero. Un suggerimento: le foglie perdono lucentezza e i fiori cadono se la pianta è tenuta troppo asciutta o in una zona con luce insufficiente.

Particolarmente apprezzata per la sua splendida fioritura, è ua specie molto diffusa in forma bonsai.

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settembre 26, 2025

Il Frassino (Fraxinus) è molto apprezzato in tutte le stagioni per la sua bella corteccia

Questa pianta dal portamento slanciato è caratterizzata dal tronco dritto e conico e dalla rigogliosa chioma ovale. Il Frassino è molto apprezzato in tutte le stagioni per la sua bella corteccia che assume un piacevole aspetto vetusto anche in esemplari non particolarmente vecchi. Gli stili a cui meglio si adatta sono l’eretto, l’inclinato, quello a due tronchi e a tronco multiplo.

ESPOSIZIONE
Questa specie durante i mesi invernali va collocata all'interno. È possibile farla sopravvivere anche con la sola luce artificiale, utilizzando però le lampade specifiche per piante: questo consente di collocare il Fraxinus anche nelle zone più buie della casa. Dalla primavera all’inizio dell'autunno, si posiziona all’esterno al riparo però dai raggi diretti del sole.

ANNAFFIATURA
Come regola generale per garantire la giusta annaffiatura, occorre tener conto delle esigenze di ogni singola pianta, comunque in linea di massima questa specie necessita di ricevere acqua in abbondanza e frequente durante le assolate giornate estive e in primavera in presenza di venti forti. Durante tutto l'anno invece si bagna quando il terreno risulta asciutto per il 70-80%. In inverno quando vengono riparate all'interno, è necessario nebulizzare spesso la chioma e porre sotto al vaso un vassoio con della pozzolana in modo che possa assicurare una certa umidità. È bene tener presente che dopo la potatura le annaffiature andranno ridotte poiché il fabbisogno idrico sarà minore.

TERRENO
Terra composta da: 40% terra pronta, 30% akadama, 20% pozzolana e 10% sabbia di fiume.

RINVASO
L’epoca migliore è la primavera inoltrata. La frequenza dipende dall’età dell’albero: per alberi giovani ogni uno o due anni; per quelli già formati, ogni due o tre anni al massimo. È consigliabile eliminare le forti radici fittonanti dalla base.

POTATURA
Si interviene sui rami di grosso diametro in inverno, usando un tronchese concavo e coprendo le ferite con pasta cicatrizzante. Per sfoltire i rami, si potano quelli che crescono direttamente verso l’alto o verso il basso o che si incrociano. Seguendo un buon schema, sulla base della direzione del ramo principale, i rami secondari e terziari non devono incrociarsi, ma formare una densa e completa rete orizzontale.

PINZATURA
Per la pinzatura del Fraxinus si lasciano crescere i germogli fino a 8/10 foglie, tagliando poi a 2/4 foglie, secondo la zona dell'albero in cui si trovano. Per mantenere la silhouette, si pinza continuamente con le dita, strappando le ultime due foglioline incipienti di ciascun germoglio quando questo presenta già due foglie.

AVVOLGIMENTO
Questo albero può essere educato con il filo, dalla primavera fino alla fine dell’estate.

CONCIMAZIONE
Alla ripresa vegetativa (marzo-aprile) concimare ogni 8-10 giorni abbinando il Concime Bonsan ad Azione Stimolante al Concime Liquido Organico Bonsan. Da aprile a settembre concimare ogni 8-10 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan oppure ogni 15-20 giorni con Bonsan Concime Solido Organico Aburukasu, evitando i mesi di luglio e agosto. Da settembre a febbraio utilizzare ogni 15-20 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

CURE
È soggetto soprattutto ad afidi, ragnetto rosso e cocciniglia.

Questa pianta dal portamento slanciato è caratterizzata dal tronco dritto e cilindrico e dalla rigogliosa chioma ovale.

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settembre 19, 2025

Anche nella coltivazione a bonsai, la Forsythia manifesta copiosamente la sua stupenda fioritura.


Anche nella coltivazione a bonsai, la Forsythia manifesta copiosamente la sua stupenda fioritura, rendendola particolarmente apprezzata per questa sua caratteristica. Un’altra peculiarità interessante ai fini della formazione a bonsai riguarda il suo notevole vigore, che permette di modellare facilmente a tronco multiplo, sfruttando i numerosi succhioni che spuntano dalla base del tronco. La naturale tendenza al rapido ingrossamento della base ne fa anche un ottimo materiale per la formazione a tronco singolo. Le grosse dimensioni del suo tronco, potrebbero far pensare che una modellatura dei rami con andamento discendente sia più indicata, ma osservando attentamente questa specie nel suo portamento naturale, si può constatare che fiorisce sui rami che si sviluppano verso l’alto, pertanto è più appropriato un delicato ed elegante movimento ascendente della ramificazione.

ESPOSIZIONE
La sua collocazione ideale è in pieno sole, ma in luogo ben aerato. Si tratta di una specie molto resistente, che non teme le temperature invernali, anche se molto rigide; l’unico inconveniente riguarda le gelate tardive che, come già accennato, potrebbero causare la perdita anticipata della sua splendida fioritura. Una buona soluzione consiste nel posizionare la pianta durante le ore notturne sotto una tettoia o i banchi da appoggio.

ANNAFFIATURA
Le esigenze idriche della Forsythia sono quelle normalmente indicate per la maggior parte delle essenze: nel periodo vegetativo occorrerà provvedere ad annaffiature quotidiane, mentre in inverno verranno diradate. Nei mesi freddi, così come in estate, è importante non far mai seccare completamente il terreno, altrimenti si potrebbero sviluppare, dai rami o dal tronco, delle radici aeree che, se non vengono tempestivamente eliminate, causano sgradevoli ingrossamenti. Sarà facile capire, comunque, quando l’acqua viene a mancare poiché le foglie perdono repentinamente il loro turgore: un’annaffiatura abbondante farà tornare la situazione alla normalità.

TERRENO
Il composto più adatto a questa specie è costituito da: 60% di akadama e 40% di terra pronta
RINVASO
La crescita delle radici di questa specie è notevole, soprattutto negli alberi più giovani, tanto che se non si trapianta per due anni consecutivi, il vigoroso sviluppo dell’apparato radicale, sottrae energia a tutto il resto della pianta. Da ciò si capisce quanto sia indispensabile effettuare il rinvaso annualmente nei primi anni di vita dell’albero, diminuendo la frequenza, che verrà portata a due anni, negli esemplari adulti. Il periodo ideale è quello immediatamente successivo alla fioritura.

POTATURA
Le gemme da fiore si formano all’estremità dei rami, quindi è consigliabile potare le punte dei germogli intorno alla fine di maggio. Una volta terminata la fioritura, è necessario togliere i fiori appassiti e potare i rami. Effettuando questa operazione è importante accertarsi di lasciare sempre delle gemme da foglia, altrimenti si rischia di perdere il ramo. Una peculiarità di questa pianta è che le gemme da foglia si formano nelle zone in cui si è manifestata la fioritura; lasciando troppo a lungo i fiori, queste gemme non riescono a svilupparsi adeguatamente, pertanto se si vuole ottenere una buona silhouette non bisogna assolutamente trascurare questo delicato aspetto della potatura. La Forsithya produce numerosi succhioni alla base: per mantenere una struttura ordinata è bene eliminarli immediatamente non appena appaiono. Nella fase di costruzione della ramificazione conviene tralasciare la fioritura, continuando a potare sino alla fine di agosto; una volta ottenuta la struttura di base, ci si potrà liberamente concentrare sulla fioritura.

PINZATURA
Nei mesi di giugno e luglio si consiglia di osservare attentamente l’albero, rimuovendo con le pinzette le gemme da fiore dai rami che non hanno formato le gemme da foglia. Questa operazione garantisce che la pianta, prima del risveglio vegetativo, produca gemme da foglia sulle ramificazioni che precedentemente avevano solo gemme da fiore. La pinzatura va effettuata anche su quei rami che appaiono eccessivamente vigorosi, eliminandoli.

AVVOLGIMENTO
L’avvolgimento può essere effettuato durante tutto l’anno, purché con la dovuta attenzione. È meglio impiegare filo di alluminio ramato avvolto con carta adesiva e di spessore leggermente superiore al necessario, evitando di praticare una pressione eccessiva sui rami e piegature drastiche. È comunque preferibile ricorrere alla potatura dei rami che crescono in posizione inadeguata, piuttosto che cambiarne drasticamente la direzione con l’avvolgimento. È bene ricordare che si può avvolgere solo quando i rami sono ancora teneri, ossia quando il loro spessore non ha superato i 0,5 cm.

CONCIMAZIONE
Si fertilizza dal termine della fioritura fino alla caduta delle foglie, ogni tre o quattro settimane con concime organico a lenta cessione tipo hanagokoro (Linea Bonsan), evitando i mesi più caldi. È bene concimare anche durante il periodo autunnale, sebbene in modo molto più leggero.

CURE
Se le cure adottate sono adeguate, ed anche la collocazione è ideale, la Forsythia risulta una specie particolarmente resistente a malattie ed attacchi parassitari. È comunque soggetta talvolta agli afidi.

Anche nella coltivazione a bonsai, la Forsythia manifesta copiosamente la sua stupenda fioritura, rendendola particolarmente apprezzata per questa sua caratteristica.

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settembre 12, 2025

il Ficus È il bonsai da interno per antonomasia e si adatta a quasi tutte le condizioni ambientali.

È il bonsai da interno per antonomasia e si adatta a quasi tutte le condizioni ambientali. Grazie alle sue foglie sopporta l'aria secca presente nelle abitazioni; coltivandolo all’esterno, in posizione sempre soleggiata, e questo è possibile solo nelle zone più calde del nostro Paese, le foglie si riducono notevolmente di dimensione, e la crescita si presenta compatta e sana. Un buon segnale, indice di un’adeguata coltivazione, è il colore verde scuro delle foglie.

ESPOSIZIONE
Se posto all'aria aperta manifesta una crescita migliore, ma ciò è possibile solo da maggio a settembre, poiché quando la temperatura scende al di sotto dei 10° C è necessario ritirarlo all'interno in una posizione molto luminosa, a meno di 1 metro dalla finestra.

ANNAFFIATURA
Non richiede molta acqua e in genere preferisce il terreno asciutto a quello fradicio quindi irrigare abbondantemente e poi lasciare asciugare. Gradisce però l'umidità sulla fronda, è per cui consigliabile vaporizzare le foglie.

TERRENO
Il composto ideale è costituito da akadama (80%) e terriccio (20%).

RINVASO
L’epoca più adeguata è aprile-maggio. Poiché le radici crescono rapidamente e si riprendono presto dalle ferite, è possibile potare il ceppo senza timore, lasciandone soltanto un terzo.
Considerata la velocità di crescita, si opera ogni due anni sugli esemplari giovani, ogni tre su quelli adulti. Un’attenzione particolare meritano le radici aeree: bisogna aver cura di non romperle, ripulendo la parte inferiore e superiore del ceppo.

POTATURA
In linea di massima, soprattutto nel caso del taglio di grossi rami, i Ficus mal sopportano la potatura drastica. Questo non significa che se venisse applicata, si perderebbe la pianta, ma la cicatrice risultante dalla potatura di un ramo più grosso di 1/3 rispetto allo spessore del tronco, nella maggioranza dei casi rimargina con difficoltà.
La causa di questa scarsa capacità di chiusura delle ferite è da ricercare nel tipo di legno del Ficus.
Quando si tratta invece di rami medi o sottili (inferiori ad 1/3 del diametro del tronco), tutti i Ficus rispondono emettendo nuove ed abbondanti gemme in prossimità della zona del taglio.
La vigoria della specie e la pinzatura renderanno necessario lo sfoltimento periodico dei rami secondari e terziari. Se il Ficus cresce sano, due volte all’anno si eliminano i rami che si sviluppano verso il basso, verso l’interno del tronco e che si incrociano con altri. Accorciare la lunghezza di un ramo significa sostituirne l’apice con un germoglio posteriore.

PINZATURA
La pinzatura dei Ficus si pratica nel corso di tutto l’anno poiché, se tenuti all’interno durante l’inverno, la crescita è continua. Essendo molto vigorosi, hanno bisogno di una pinzatura frequente per controllarne la forte dominanza apicale: si lasciano crescere i germogli fino a 5 o 6 foglie e poi si tagliano 2-3 foglie, secondo la vigoria di ogni zona. La pinzatura con le dita, ossia mediante l’asportazione delle ultime due foglioline si può applicare solo ad esemplari adulti; negli esemplari giovani frena troppo la crescita, rallentando così il processo di ramificazione.

AVVOLGIMENTO
L’avvolgimento non è che una delle molte tecniche applicabili ai Ficus per conferire forma a tronco e rami, ma è senza alcun dubbio la più pericolosa. I Ficus sono flessibili, quindi modellarli non è compito arduo, ma bisogna fare attenzione alla rapidità di crescita di questa pianta. Se non si presta sufficiente attenzione, il filo può incidere la corteccia velocemente. Per questo motivo è meglio evitare l’impiego di filo sottile e comunque la pratica dell’avvolgimento dovrà essere adottata solo se non si può impiegare la modellatura con i tiranti.

CONCIMAZIONE
Alla ripresa vegetativa (marzo-aprile) concimare ogni 8-10 giorni abbinando il Concime Bonsan ad Azione Stimolante al Concime Liquido Organico Bonsan. Da aprile a settembre concimare ogni 8-10 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan oppure ogni 15-20 giorni con Bonsan Concime Solido Organico Aburukasu, evitando i mesi di luglio e agosto. Da settembre a febbraio utilizzare ogni 15-20 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

CURE
I Ficus possono essere aggrediti da bruchi e, occasionalmente, da tripidi. Più raro, ma possibile, è l’attacco da ragnetto rosso. Molto più frequenti sono gli attacchi di funghi, che si verificano quando si tiene la pianta in posizione calda, con poca luce, scarsa ventilazione e forte umidità. Sulle foglie appaiono macchie di colore nerastro brillante, muffe coperte a volte da un pulviscolo bianco o vesciche giallognole. È necessario quindi collocare la pianta in posizione più aerata, applicando un fungicida.

È il bonsai da interno per antonomasia e si adatta a quasi tutte le condizioni ambientali.

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settembre 05, 2025

Il faggio giapponese (Fagus crenata) si differenzia dalla specie europea per le foglie più piccole, strette e appuntite.

Un aspetto fondamentale che deve possedere una pianta per poter essere coltivata come bonsai riguarda l'adattabilità che ha il suo apparato radicale alla vita in vaso o su lastra. Il Faggio si adatta perfettamente a questa collocazione, producendo radici anche in poco terreno: per questo motivo, la sua coltivazione a bonsai è particolarmente indicata. Possiede un bel tronco e la capacità di produrre una buona ramificazione. Nonostante la sua foglia sia leggermente grande, si può ridurre attraverso una buona esposizione al sole, defogliazioni parziali e concimazioni adeguate. Il Faggio è molto apprezzato per le sue splendide variazioni di colore nelle varie stagioni, che lo rendono interessante in qualsiasi periodo dell'anno. Le specie più utilizzate nella coltivazione a bonsai sono il Fagus crenata e il Fagus sylvatica.

ESPOSIZIONE
La collocazione di questa specie è all’esterno, prendendo però le dovute precauzioni, in considerazione del fatto che non sopporta eccessi di caldo, freddo e secchezza. È particolarmente sensibile ai geli primaverili tardivi, alle forti insolazioni e alla secchezza dell'aria, specialmente in estate. L'esposizione ideale è a nord, nord-est o nord-ovest. Se proprio non è possibile evitare una collocazione a sud, occorre per lo meno garantire all’albero una buona protezione nelle ore più calde della giornata.

ANNAFFIATURA
Si annaffia ogni qualvolta il terreno risulta asciutto al tatto. A partire dalla fine di luglio-inizio di agosto, quando le nuove gemme sono formate, si riduce l'annaffiatura del terreno, assicurando però una costante umidità alle foglie, attraverso la nebulizzazione. In questo modo si riesce a controllare l'eccessiva crescita delle foglie, che altrimenti risulterebbero poco adeguate alla coltivazione a bonsai.

RINVASO
L’epoca migliore per effettuare il trapianto è a fine estate o inizio autunno, anche se la pianta ha ancora tutte le foglie verdi, poiché in questo periodo le gemme, essendo già perfettamente formate, garantiscono un'ulteriore crescita delle radici prima del sopraggiungere dell'inverno. Una buona alternativa è l'inizio della primavera, appena prima del risveglio vegetativo. Una qualità molto apprezzata nei Faggi è quella di radicare soprattutto vicino ai tagli di radici grosse, il cui callo favorisce la crescita di numerose radici fini. Bisogna però avere l'accortezza di coprire le ferite con mastice cicatrizzante in modo da evitare marciume e il manifestarsi di altre malattie. Quando si rinvasano bonsai già formati, si mantiene da 1/2 a 2/3 del ceppo originale. La frequenza con cui si consiglia di trapiantare varia a seconda che si tratti di piante giovani, per cui si effettua annualmente o al massimo ogni due anni, oppure di bonsai già formati, per i quali è indicato intervenire ogni due o tre anni.
Terra composta da: per piante in formazione, 1/3 di akadama, 1/3 di pozzolana, 1/3 di sabbia di fiume; per piante già formate, 2/3 di akadama e 1/3 di sabbia di fiume. Nella formazione dei boschi è consigliabile utilizzare solo akadama.

POTATURA
La potatura dei rametti, allo scopo di migliorare la silhouette del bonsai, si può effettuare in autunno o in primavera, prima del risveglio vegetativo. Occorre mantenere una struttura dei rami primari, di poche unità, ma ben distribuita, facendo in modo, col tempo, di aumentarne la qualità: tanti rametti sottili che si dipartono da una struttura ben delineata. Si consiglia di evitare la potatura dei rami di grandi dimensioni, poiché la loro cicatrizzazione dà luogo ad ingrossamenti poco gradevoli. Considerando che questa specie tende a formare nuove gemme vicino al callo dei tagli, vegetando senza problemi anche da legno vecchio, se indispensabile, si possono effettuare potature drastiche. Essendo il Faggio, un albero a foglie alterne, prima di procedere al taglio bisogna decidere dove dirigere il futuro ramo, lasciando come ultima gemma quella che cresce nella direzione desiderata.

PINZATURA
La pinzatura sui germogli del Faggio va effettuata quando risultano ben evidenti sei o quattro foglioline per germoglio, lasciandone solo due o tre. Per la cimatura è meglio utilizzare le dita o le pinze adeguate, poiché la nuova vegetazione è molto tenera. Normalmente i Faggi vegetano una volta sola, in primavera, per questo motivo hanno bisogno di una pinzatura unica durante l'anno, anche se con l'avanzare della stagione ne è necessaria una ulteriore, più leggera, per delineare meglio i palchi e la silhouette della pianta. Alla fine dell’estate, quando tutte le gemme saranno formate, se ne attua una selezione, eliminando tutte quelle che produrrebbero nuovi rami non necessari alla formazione a bonsai. Durante la primavera, allo scopo di equilibrare la forza di crescita, vanno eliminate anche le gemme più grosse all'apice dei rami.

AVVOLGIMENTO
Per questa specie non è consigliato: si modella principalmente con le potature.

CONCIMAZIONE
Da aprile all'inizio di luglio, somministrare ogni 15 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan insieme al Concime Stimolante Bonsan, oppure, una volta al mese, Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro più il Concime Stimolante Bonsan. Dalla fine di agosto ad ottobre fertilizzare ogni 15 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan o con Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro. Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro; 3-4 volte all'anno è opportuno intervenire anche con la Soluzione Curativa Minerale Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

CURE
Questa specie non è particolarmente soggetta a malattie, le quali, nella maggior parte dei casi, sono dovute ad un'inadeguata esposizione o ad un errato mantenimento. In alberi raccolti in natura possono essere presenti parassiti, larve di coleottero, che scavando gallerie nei rami, li fanno seccare. Nella pagina inferiore delle foglie arricciate, si possono trovare dei piccoli bruchi bianchi, che causano l'insorgere di bolle, a forma conica, verde-rossastre. Un buon sistema per evitare il proliferare di questi parassiti è la nebulizzazione con insetticida sistemico, tenendo costantemente sotto controllo i risultati. Se sulle foglie sono invece visibili macchie regolari, probabilmente è in corso un attacco di funghi. Quello più comune è l'oidio, che si manifesta come una polvere biancastra sulla pagina superiore delle foglie e si genera soprattutto a causa di cattiva ventilazione e scarsità di luce. Il modo migliore, quindi, per combattere infezioni e parassiti è garantire un'adeguata esposizione: come succede anche in natura vengono attaccati dalle malattie soprattutto gli alberi che sono già debilitati e le cause oltre all'esposizione, possono essere un terreno inadeguato o un mantenimento sbagliato.

Il faggio giapponese si differenzia dalla specie europea per le foglie più piccole, strette e appuntite, e per il tronco snello, elegantee, di colore quasi bianco e dalla superficie liscia. Particolarmente suggestiva è l'intensa colorazione rossiccia del fogliame in autunno. Le foglie rimangono comunque sull'albero per tutto l'inverno, fino all'apertura delle gemme in primavera.

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agosto 29, 2025

Euonymus alata è facilmente riconoscibile per le alette sui rami, da cui prende il nome alatus.


L’ L’Evonymus è una pianta talora a foglie decidue, talora sempreverde con aspetto arbustivo, appartenente alla famiglia delle Celastraceae. È un genere rappresentato da più di un centinaio di specie, la cui area di distribuzione nella flora spontanea si estende principalmente nell’India, nell’Himalaya e nell’Asia orientale, mentre sono ancora poche quelle abitatrici del nostro continente e dell’America centrale e boreale.

Particolarmente amato è l’Euonymus alatus caratterizzato da una spettacolare chioma che in autunno vira al rosso cremisi, presentando frutti dal rosso pallido, sormontati da una capsula divisa in 4 lobi. Questa specie è facilmente riconoscibile per le alette sui rami, da cui prende il nome alatus. Per gli amanti del bonsai, in realtà, l’occhio è attratto anche dalla corteccia lungo il tronco: una corteccia che in breve tempo assume un aspetto particolarmente vetusto grazie al suo colore bianco cenere.

ESPOSIZIONE
Si tratta di una specie robusta, che sopporta tranquillamente il caldo come il freddo. Si consiglia comunque di preservare le radici dai freddi rigidi prolungati e si eviti che il vaso sia esposto alle gelate nel momento in cui si annaffia. Se in estate non è possibile tenere costantemente sotto controllo l’albero, è meglio collocarlo a mezzombra.

ANNAFFIATURA
Le annaffiature devono essere sufficientemente frequenti, poiché l’Evonimo soffre la mancanza d'acqua: da aprile e per tutto il periodo estivo si abbia cura di bagnare abbondantemente ogni volta che il terreno risulta asciutto. In inverno le annaffiature vanno diradate.

Durante la fioritura è essenziale proteggere gli alberi dalla pioggia ed evitare i colpi di secco: è indispensabile quindi non far mancare mai l’acqua a questa specie, poiché ciò causerebbe la perdita dei fiori. Una buona soluzione è costituita da una tettoia ben esposta alla luce, appoggiando i vasi su vassoi pieni d'acqua (purché non immersi).

RINVASO
Poiché tende a produrre radici fini in abbondanza, satura facilmente e in breve tempo lo spazio disponibile nel vaso. Per questa ragione è necessario applicare trapianti frequenti, all’incirca una volta ogni due anni, a tarda primavera, ai primi caldi, per evitare le gelate tardive che potrebbero compromettere le tenere foglioline.

Il sistema migliore per trapiantare consiste nell’eliminazione totale della terra vecchia, applicando una buona potatura dell’apparato radicale anche superiore alla norma, se necessario: si tratta di una specie molto robusta che sopporta tranquillamente le potature drastiche. Si tenga presente che durante l’operazione di trapianto è indispensabile tagliare le grosse radici fittonanti, che spesso si formano e lignificano molto rapidamente.

Si raccomanda anche l’uso di vasi capienti al fine di poter aumentare la granulometria del terriccio (akadama), in modo da scongiurare il marciume radicale. Uno fra i composti migliori da utilizzare è formato da: akadama (60%), ghiaia (20%) e humus (20%).

POTATURA
Si pota generalmente in primavera, appena prima del risveglio vegetativo, ma bisognerà fare attenzione a lasciare alcuni dei rami vecchi se si vuole godere la fioritura. L’Evonymus, infatti, fiorisce sui rami lunghi 4-6 nodi, all’estremità della vegetazione dell’anno precedente ed occasionalmente sulle vegetazioni laterali vicine, per cui bisognerà applicare la potatura con criterio altrimenti si potrebbe compromettere la fioritura e quindi la successiva fruttificazione. Si pota poi a fine stagione, dopo aver ammirato l’albero nel suo massimo splendore e cioè carico di frutti, sino al primo nodo. Si tratta di un’operazione indispensabile soprattutto nella zona apicale per controllarne la forte dominanza.

PINZATURA
Se si desidera arrestare la crescita di un ramo, si pinzerà con le dita l’ultimo germoglio non appena appare; per ramificare il ramo conviene invece lasciar crescere il germoglio per 6-7 cm, pinzandolo successivamente e lasciando solamente 1-2 cm di crescita nuova.

L’Evonymus è una specie che richiede interventi di pinzatura costanti, altrimenti si perde proporzione nella ramificazione.

I germogli particolarmente vigorosi vanno pinzati a due foglie o si lasciano addirittura spogli: ciò non crea problemi poiché possiede 3-4 gemme dormienti alla base di ogni ramo, che con la pinzatura vengono risvegliati. La pinzatura si applica principalmente in tarda primavera e in autunno.

AVVOLGIMENTO
Nella fase di formazione della struttura è necessario controllare scrupolosamente il vigore dei nuovi germogli, avvolgendoli da aprile ad ottobre, non appena la corteccia si presenterà in forma legnosa, ma facendo molta attenzione al loro ingrossamento per evitare brutte cicatrici. Se si perde questo momento diventerà difficile ottenere la silhouette desiderata o comunque non sarà possibile applicare la piegatura senza incorrere in rotture. È bene ricordare infatti che l’Evonymus presenta una certa rigidità nei rami.

Si consiglia di avvolgere il filo con nastro adesivo prima della sua applicazione, in modo da non segnare la bellissima ed affascinante corteccia.

L’applicazione del filo per la modellatura dei rami vecchi risulta praticamente impossibile, essendo essi molto rigidi e legnosi.

CONCIMAZIONE
Poiché si tratta di una pianta vigorosa, soggetta per cui a continue germogliazioni, va concimata con regolarità e abbondantemente, preferendo concimi organici a lenta cessione, come l’Hanagokoro della Linea Bonsan oppure il Biogold. È consigliabile concimare una volta al mese in aprile e da agosto ad ottobre.

CURE
Si consiglia di effettuare dei controlli scrupolosi della pianta soprattutto durante la primavera e l’estate, quando il pericolo di malattie e attacchi è più alto.

Molto importanti per questa pianta, spesso oggetto di interesse da parte di parassiti di diverso genere, quali insetti, acari e cocciniglie, sono i trattamenti preventivi. È perciò fondamentale applicare costantemente interventi curativi-preventivi, in autunno e inverno, con solfuro di calcio (liquido jin) alla caduta delle foglie.

Questa specie è facilmente riconoscibile per le alette sui rami, da cui prende il nome alatus.

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agosto 22, 2025

La principale caratteristica del bonsai Evonymus è il meraviglioso colore delle foglie autunnale

L’Evonymus è una pianta talora a foglie decidue, talora sempreverde con aspetto arbustivo, appartenente alla famiglia delle Celastraceae. È un genere rappresentato da più di un centinaio di specie, la cui area di distribuzione nella flora spontanea si estende principalmente nell’India, nell’Himalaya e nell’Asia orientale, mentre sono ancora poche quelle abitatrici del nostro continente e dell’America centrale e boreale.

Il portamento dell’Evonymus è a volte eretto, più raramente strisciante. Le foglie sono opposte, spicciolate, usualmente dentate e di solito glabre. I piccoli fiori a 4 petali, bianco-verdi, compaiono in maggio-giugno a fianco delle foglie dei nuovi rami che si sviluppano dai rametti corti. I frutti a capsula, a tre-cinque lobi, sono rossastri e quando maturano si aprono lasciando visibili i semi rosso-arancio.

La principale caratteristica è il meraviglioso colore delle foglie autunnale e l’incantevole aspetto invernale che assumono grazie alla fine ramificazione, che si può osservare soprattutto in questa stagione.

Forse uno degli aspetti più negativi dell’Evonymus è che si tratta di una specie dioica, porta cioè fiori maschili e femminili su alberi differenti: se non si possiede nella propria collezione esemplari di entrambi i sessi, non si ottiene la fruttificazione. È comunque una pianta robusta che ben si presta a ogni tipo di coltivazione.

ESPOSIZIONE
Si tratta di una specie robusta, che sopporta tranquillamente il caldo come il freddo. Si consiglia comunque di preservare le radici dai freddi rigidi prolungati e si eviti che il vaso sia esposto alle gelate nel momento in cui si annaffia. Se in estate non è possibile tenere costantemente sotto controllo l’albero, è meglio collocarlo a mezzombra.

ANNAFFIATURA
Le annaffiature devono essere sufficientemente frequenti, poiché l’Evonimo soffre la mancanza d'acqua: da aprile e per tutto il periodo estivo si abbia cura di bagnare abbondantemente ogni volta che il terreno risulta asciutto. In inverno le annaffiature vanno diradate.

Durante la fioritura è essenziale proteggere gli alberi dalla pioggia ed evitare i colpi di secco: è indispensabile quindi non far mancare mai l’acqua a questa specie, poiché ciò causerebbe la perdita dei fiori. Una buona soluzione è costituita da una tettoia ben esposta alla luce, appoggiando i vasi su vassoi pieni d'acqua (purché non immersi).

RINVASO
Poiché tende a produrre radici fini in abbondanza, satura facilmente e in breve tempo lo spazio disponibile nel vaso. Per questa ragione è necessario applicare trapianti frequenti, all’incirca una volta ogni due anni, a tarda primavera, ai primi caldi, per evitare le gelate tardive che potrebbero compromettere le tenere foglioline.

Il sistema migliore per trapiantare consiste nell’eliminazione totale della terra vecchia, applicando una buona potatura dell’apparato radicale anche superiore alla norma, se necessario: si tratta di una specie molto robusta che sopporta tranquillamente le potature drastiche. Si tenga presente che durante l’operazione di trapianto è indispensabile tagliare le grosse radici fittonanti, che spesso si formano e lignificano molto rapidamente.

Si raccomanda anche l’uso di vasi capienti al fine di poter aumentare la granulometria del terriccio (akadama), in modo da scongiurare il marciume radicale. Uno fra i composti migliori da utilizzare è formato da: akadama (60%), ghiaia (20%) e humus (20%).

POTATURA
Si pota generalmente in primavera, appena prima del risveglio vegetativo, ma bisognerà fare attenzione a lasciare alcuni dei rami vecchi se si vuole godere la fioritura. L’Evonymus, infatti, fiorisce sui rami lunghi 4-6 nodi, all’estremità della vegetazione dell’anno precedente ed occasionalmente sulle vegetazioni laterali vicine, per cui bisognerà applicare la potatura con criterio altrimenti si potrebbe compromettere la fioritura e quindi la successiva fruttificazione. Si pota poi a fine stagione, dopo aver ammirato l’albero nel suo massimo splendore e cioè carico di frutti, sino al primo nodo. Si tratta di un’operazione indispensabile soprattutto nella zona apicale per controllarne la forte dominanza.

PINZATURA
Se si desidera arrestare la crescita di un ramo, si pinzerà con le dita l’ultimo germoglio non appena appare; per ramificare il ramo conviene invece lasciar crescere il germoglio per 6-7 cm, pinzandolo successivamente e lasciando solamente 1-2 cm di crescita nuova.

L’Evonymus è una specie che richiede interventi di pinzatura costanti, altrimenti si perde proporzione nella ramificazione.

I germogli particolarmente vigorosi vanno pinzati a due foglie o si lasciano addirittura spogli: ciò non crea problemi poiché possiede 3-4 gemme dormienti alla base di ogni ramo, che con la pinzatura vengono risvegliati. La pinzatura si applica principalmente in tarda primavera e in autunno.

AVVOLGIMENTO
Nella fase di formazione della struttura è necessario controllare scrupolosamente il vigore dei nuovi germogli, avvolgendoli da aprile ad ottobre, non appena la corteccia si presenterà in forma legnosa, ma facendo molta attenzione al loro ingrossamento per evitare brutte cicatrici. Se si perde questo momento diventerà difficile ottenere la silhouette desiderata o comunque non sarà possibile applicare la piegatura senza incorrere in rotture. È bene ricordare infatti che l’Evonymus presenta una certa rigidità nei rami.

Si consiglia di avvolgere il filo con nastro adesivo prima della sua applicazione, in modo da non segnare la bellissima ed affascinante corteccia.

L’applicazione del filo per la modellatura dei rami vecchi risulta praticamente impossibile, essendo essi molto rigidi e legnosi.

CONCIMAZIONE
Poiché si tratta di una pianta vigorosa, soggetta per cui a continue germogliazioni, va concimata con regolarità e abbondantemente, preferendo concimi organici a lenta cessione, come l’Hanagokoro della Linea Bonsan oppure il Biogold. È consigliabile concimare una volta al mese in aprile e da agosto ad ottobre.

CURE
Si consiglia di effettuare dei controlli scrupolosi della pianta soprattutto durante la primavera e l’estate, quando il pericolo di malattie e attacchi è più alto.

Molto importanti per questa pianta, spesso oggetto di interesse da parte di parassiti di diverso genere, quali insetti, acari e cocciniglie, sono i trattamenti preventivi. È perciò fondamentale applicare costantemente interventi curativi-preventivi, in autunno e inverno, con solfuro di calcio (liquido jin) alla caduta delle foglie.

La principale caratteristica è il meraviglioso colore delle foglie autunnale e l’incantevole aspetto invernale che assumono grazie alla fine ramificazione

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agosto 15, 2025

Enkianthus è un genere di circa 10 specie di arbusti presenti nei boschi dall'Himalaya al Giappone


Questa specie particolarmente ornamentale soprattutto per le colorazioni vivacissime del fogliame che, in autunno, assume bellissime tinte gialle, rosse e scarlatte appartiene alla famiglia delle Ericaceae. In natura l’Enkianthus si sviluppa in forma di piccola pianta arborea o di arbusto con foglie alterne e caduche, addensate alle estremità dei rami. I fiori color bianco e a forma di campana pendente, si sviluppano in primavera. Si tratta di una specie rustica e quindi in grado di adattarsi a quasi tutti i tipi di terreno e di condizioni climatiche.

 

Enkianthus è un genere di circa 10 specie di arbusti prevalentemente decidui, presenti nei boschi dall'Himalaya al Giappone. L'Enkianthus campanulatus è la specie principalmente utilizzata per la coltivazione di bonsai, raggiungendo un'altezza di circa 5 metri nel suo habitat naturale. L'E. campanulatas ha foglie opposte di colore verde opaco, lunghe fino a 6 cm, che virano al giallo-arancio brillante e poi al rosso in autunno. È particolarmente apprezzato per i suoi racemi di 5-15 fiori campanulati giallo crema che sbocciano tra la tarda primavera e l'inizio dell'estate. Esistono due varietà comunemente disponibili: 'albiflorus', a fiori bianchi, e 'Hiraethlyn', a fiori crema con venature rosso scuro.

 

Esistono altre specie di Enkianthus che hanno potenziale bonsai; l'E. perulatus è più compatto e ha foglie più piccole, quindi è più adatto a bonsai di piccole dimensioni. L'E. cernus var. rubens ha foglie leggermente dentate, lunghe fino a 5 cm, che diventano di un rosso porpora scuro in autunno e porta fiori rosso intenso.

 

Gli Enkianthus odiano il calcare (come i rododendri e le azalee) e vanno evitati i terreni calcarei/alcalini.

NOTE SULLA COLTIVAZIONE DEI BONSAI

POSIZIONE: Pieno sole in primavera e autunno, leggera ombra in estate. Resistente al gelo fino a temperature di almeno -5°C.

NUTRIZIONE: Somministrare un fertilizzante bilanciato ogni due settimane dopo la fioritura; occasionalmente è necessaria una sostituzione del fertilizzante con un fertilizzante a base di ericacee che bilancerà il pH del terreno.

RINVASO: Ogni anno in primavera, man mano che le gemme si sviluppano, utilizzare un terriccio standard, assicurandosi però che la sabbia o la pietra utilizzata nel terriccio siano ben lavate per garantire la rimozione di eventuali residui di calcare.

POTATURA: Dopo la fioritura, tagliare i nuovi germogli per dare loro forma durante la stagione vegetativa. Dopo la fioritura, è possibile effettuare una potatura drastica. Le cicatrici più grandi guariscono lentamente.

PROPAGAZIONE: Seminare a 18-21 °C a fine inverno o inizio primavera. Prelevare talee semi-mature in estate. Effettuare la margotta aerea a fine primavera o la margotta terrestre in autunno, da rimuovere la primavera successiva.

PARASSITI E MALATTIE: Le foglie senza problemi, anche se ingiallite, possono indicare clorosi dovuta alla presenza di calcare.

STILE: Forme informali e verticali con tronchi singoli o multipli, di dimensioni da piccole a grandi.

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agosto 08, 2025

L’Eleagno, frequentemente coltivato in forma bonsai, è popolare anche per le sue alte potenzialità

L’Eleagno, frequentemente coltivato in forma bonsai, è popolare non solo come specie da frutto, ma anche per le sue alte potenzialità proprio a livello bonsaistico. Ne esistono diverse specie, che maturano i frutti dalla tarda primavera all’autunno e tutte rappresentano un materiale splendido per la formazione. Tra queste l'Elaeagnus pungens è robusto e facile da formare. Se si considerano le foglie, i frutti, il tronco, tutto lo rende una specie particolarmente adatta per essere trasformata in un bonsai. Generalmente se si domanda ad un amatore come mai non coltivi l’Eleagno, la risposta più frequente fa riferimento alla difficoltà di vederli in frutto. Tuttavia sono alberi con caratteristiche spettacolari, come la corteccia che diventa quasi nera con la maturità, e che se curati adeguatamente danno grandi soddisfazioni anche nella fruttificazione. In arte bonsai, gli stili a cui maggiormente si adatta sono: eretto informale, inclinato, prostrato e a cascata. Oltre all’Elaeagnus pungens, specie di origine giapponese, le specie più diffuse nel nostro Paese sono l’angustifolia e la multiflora.

ESPOSIZIONE


Se posto in vaso non sopporta i climi rigidi, pertanto in inverno va collocato in un luogo riparato, garantendo una posizione luminosa e fresca, con temperature sopra i 2°C. Dalla primavera fino a settembre andrà collocato all’esterno: la posizione ideale è in pieno sole in un luogo ben ventilato, posizione che permetterà di prevenire anche i facili attacchi di afidi a questa specie.

ANNAFFIATURA


Durante la stagione vegetativa necessita di abbondanti annaffiature, che verranno diradate in autunno-inverno, facendo però attenzione che il terreno non arrivi mai ad inaridirsi. In caso di mancanza d’acqua le foglie cadono, perdendo di conseguenza anche i frutti che si formano a lato delle foglie stesse. In estate è necessario controllare scrupolosamente le annaffiature, poiché è una specie che necessita di molta acqua.

TERRENO


Uno dei composti utilizzabili per questa specie è costituito da: 80% akadama e 20% terra pronta, ma se lo scopo è quello di far sviluppare più rapidamente le radici, si trapianta ad intervalli di due anni in akadama pura.

RINVASO


Si effettua ogni 2/3 anni all’inizio della primavera sulle specie a foglia caduca, a tarda primavera (aprile-maggio) su quelle sempreverdi. Gli alberi di questa famiglia producono, come le leguminose, dei noduli benefici a livello di apparato radicale, che non bisogna potare: sono batteri Azoto-fissatori che vivono in simbiosi con la pianta.

POTATURA


La sua facilità di formazione è rappresentata dalla possibilità di intervenire tre volte all'anno con la potatura. Nella fase di formazione i rami vanno lasciati crescere liberamente, potandoli solo quando appariranno eccessivamente lunghi. È indispensabile applicare mastice cicatrizzante con ormoni sulle grosse ferite, in modo da non provocare ritiri di linfa ai quali l’Elaeagnus è soggetto. Fiorisce da maggio a settembre a seconda delle specie e porta i frutti fino ai mesi di ottobre-novembre, ma per ottenere la fruttificazione bisogna evitare la potatura nel periodo di riposo invernale, rinviandola alla fine della primavera. Per riuscire ad avere un’abbondante fioritura l’anno successivo, si pota la pianta dopo la fioritura e un’altra volta alla fine dell’estate. Se si coltiva la varietà pungens, è possibile intervenire con la potatura praticamente in qualsiasi momento dell’anno.

PINZATURA


Le gemme da fiore si formano generalmente sui rami corti, pertanto la coltivazione sarà rivolta all’ottenimento di una grande quantità di questo tipo di rami. In primavera ed in estate si accorciano i nuovi germogli mentre si sviluppano. Generalmente si riduce ad un paio di foglie quando il germoglio presenta otto foglioline nuove. Se defogliato in giugno, non forma i fiori sulle specie a fioritura più tardiva. Quando si desidera presentare il proprio esemplare ad un'esposizione conviene limitarsi perciò alla pinzatura dei germogli.

AVVOLGIMENTO


La pratica dell’avvolgimento su questa pianta può essere eseguita tutto l’anno, in quanto i rami dell’Elaeagnus sono flessibili anche in inverno. Si tratta di una peculiarità che rende quasi nulli i pericoli di rotture durante l’applicazione del filo.

CONCIMAZIONE


Si fertilizza in primavera ed in autunno con concime organico a lenta cessione tipo aburukasu della linea Bonsan. Garantirle un nutrimento costante significa riuscire a stimolare efficacemente la fioritura e la fruttificazione. Utilizzare un concime a base di polvere d’osso è un piccolo trucco per ottenere più facilmente i frutti. Durante i mesi più caldi e quelli invernali, momenti in cui l’attività della pianta è ridotta, non si concima.

CURE


È soggetto soprattutto agli afidi, che compaiono sulle cime tenere dei germogli, alla cocciniglia e alla fumaggine. Si tratta comunque di patologie che si riescono a debellare senza problemi, se si agisce prontamente utilizzando i prodotti specifici.
Questa pianta molto resistente, che cresce rigogliosa dando un piacevole senso di natura selvaggia, è caratterizzata da una grande ricchezza di rami e di foglie. In maggio-giugno si ricopre di fiori penduli a campanula, che saranno poi sostituiti da deliziosi frutti commestibili di color ruggine all'inizio dell'autunno. Esistono sia varietà a foglia caduca che sempreverde.

fonte

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