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novembre 07, 2025

lo Juniperus rigida e lo Juniperus chinensis, costituiscono addirittura gruppi a sé stanti nelle esposizioni e nelle collezioni.

Sicuramente nell’arte bonsai i Ginepri sono tra le piante maggiormente utilizzate: in Giappone e in Cina, lo Juniperus rigida e lo Juniperus chinensis, costituiscono addirittura gruppi a sé stanti nelle esposizioni e nelle collezioni e questo sia per il gran numero di esemplari esposti, sia per la bellezza che li distingue. Anche nel nostro Paese sono particolarmente diffusi poiché, grazie alla loro adattabilità alle più svariate condizioni, sono piante ideali per la coltivazione a bonsai. Rispondono bene a tutte le tecniche, in modo particolare a quelle legate alla lavorazione della legna secca con le quali gli alberi assumono un carattere forte e suggestivo. A causa della loro lenta crescita i risultati della coltivazione affiorano col tempo, ma attenendosi alle regole di coltivazione e applicando correttamente le tecniche, si otterranno esemplari dalle qualità eccezionali.

ESPOSIZIONE
La sua collocazione ideale, come facilmente intuibile, è esterna, in luogo ben ventilato e soleggiato. Va protetto unicamente dagli eccessi di calore e dal freddo molto intenso. Difficilmente queste piante presenteranno problemi dovuti alle condizioni atmosferiche, poiché in natura si sviluppano anche in zone particolarmente impervie, sottoposte alle più avverse condizioni climatiche, che anziché danneggiarle, ne esaltano il loro particolare carattere forte e maturo.

ANNAFFIATURA
La terra deve rimanere sempre leggermente umida, evitando sia di annaffiare eccessivamente, sia di far mancare l’acqua. È utile applicare anche una vaporizzazione quotidiana sugli aghi e sui rami, preferibilmente nelle prime ore della giornata, o verso mezzogiorno in inverno. Attenzione a non lasciarsi ingannare dal fatto che in natura vivano in terreni quasi aridi, i Ginepri hanno sempre bisogno di una certa umidità per crescere in modo vigoroso.

RINVASO
L’epoca ideale per trapiantare i Ginepri è la metà primavera, nel momento in cui le gemme iniziano a gonfiarsi. Le piante giovani, in fase di crescita, si trapiantano ogni 2 anni, mentre quelle già formate ogni 4/5 anni. In entrambi i casi, durante la potatura delle radici bisogna intervenire con molta cura su quelle fini per non comprometterne il loro importantissimo sviluppo.
L’akadama può sicuramente essere considerata come il terriccio migliore per questa specie.

POTATURA
Bisogna distinguere due tipi di potatura: quella di formazione e quella di mantenimento. Nel primo caso la potatura serve per eliminare tutte le crescite indesiderate, per mantenere uno sviluppo ed un equilibrio armonico delle diverse parti, in base alla forma che si intende raggiungere. La potatura drastica dei rami primari si può effettuare durante i mesi di riposo vegetativo, soprattutto tra febbraio e marzo del terzo o quarto anno di vita della pianta. Alla potatura drastica è comunque sempre preferibile quella graduale e progressiva. La potatura di mantenimento di un Ginepro ben formato consiste essenzialmente nell’eliminare tutti i germogli che nascono sul tronco e nell’accorciare quelli sui rami principali. Quando si vuole ringiovanire una parte della pianta, si mantengono uno o più germogli nuovi.

PINZATURA
I Ginepri vegetano continuamente dall’inizio della primavera fino all’autunno, pertanto bisogna pinzare durante tutta la stagione di crescita. Dirigendo il vigore dell’albero verso l’interno, si ottengono palchi folti di vegetazione in breve tempo. Per quanto riguarda i Ginepri ad aghi, si pinza tirando con la punta delle dita il cuore del nuovo germoglio quando si presenta a forma di pignetta.

AVVOLGIMENTO
Il processo di formazione si completa mediante l’avvolgimento, che si effettua con filo di alluminio ramato o di rame (se si ha una certa esperienza), da applicare direttamente sulla corteccia se il ramo non è molto rigido; in caso contrario è meglio prevedere una protezione, avvolgendo prima la ramificazione, sui cui va applicato il filo, con della rafia inumidita. L’epoca adatta per questa operazione è l’inverno (da ottobre a febbraio). Il filo può essere lasciato anche per lungo tempo, ma va rimosso tempestivamente non appena comincia ad incidere la corteccia per evitare che poi si formino antiestetiche cicatrici.

CONCIMAZIONE
Da aprile all'inizio di luglio, somministrare ogni 15 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan insieme al Concime Stimolante Bonsan, oppure, una volta al mese, Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro più il Concime Stimolante Bonsan. Dalla fine di agosto ad ottobre fertilizzare ogni 15 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan o con Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro. Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro; 3-4 volte all'anno è opportuno intervenire anche con la Soluzione Curativa Minerale Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

CURE
I Ginepri sono piante generalmente forti, non particolarmente soggette ad attacchi parassitari. Bisogna in ogni caso fare attenzione ad afidi, cocciniglia e ragnetto rosso, cercando di prevenire eventuali attacchi attraverso una collocazione ottimale (luminosa e ventilata) e con frequenti nebulizzazioni della vegetazione.

Questa elegante conifera dall'armonioso portamento piramidale è caratterizzata da rami arcuati e penduli, aghi corti di un bel verde chiaro, e produce piccole bacche che a maturazione diventano nere. Come il Juniperus chinensis, è una pianta che si adatta benissimo alla coltivazione a bonsai, in particolare all'applicazione della tecnica della legna secca.

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ottobre 31, 2025

Nell’arte bonsai i Ginepri (Juniperus chinensis) sono tra le piante maggiormente utilizzate.

Sicuramente nell’arte bonsai i Ginepri sono tra le piante maggiormente utilizzate: in Giappone e in Cina, lo Juniperus rigida e lo Juniperus chinensis, costituiscono addirittura gruppi a sé stanti nelle esposizioni e nelle collezioni e questo sia per il gran numero di esemplari esposti, sia per la bellezza che li distingue. Anche nel nostro Paese sono particolarmente diffusi poiché, grazie alla loro adattabilità alle più svariate condizioni, sono piante ideali per la coltivazione a bonsai. Rispondono bene a tutte le tecniche, in modo particolare a quelle legate alla lavorazione della legna secca con le quali gli alberi assumono un carattere forte e suggestivo. A causa della loro lenta crescita i risultati della coltivazione affiorano col tempo, ma attenendosi alle regole di coltivazione e applicando correttamente le tecniche, si otterranno esemplari dalle qualità eccezionali.

ESPOSIZIONE
La sua collocazione ideale, come facilmente intuibile, è esterna, in luogo ben ventilato e soleggiato. Va protetto unicamente dagli eccessi di calore e dal freddo molto intenso. Difficilmente queste piante presenteranno problemi dovuti alle condizioni atmosferiche, poiché in natura si sviluppano anche in zone particolarmente impervie, sottoposte alle più avverse condizioni climatiche, che anziché danneggiarle, ne esaltano il loro particolare carattere forte e maturo.

ANNAFFIATURA
La terra deve rimanere sempre leggermente umida, evitando sia di annaffiare eccessivamente, sia di far mancare l’acqua. È utile applicare anche una vaporizzazione quotidiana sugli aghi e sui rami, preferibilmente nelle prime ore della giornata, o verso mezzogiorno in inverno. Attenzione a non lasciarsi ingannare dal fatto che in natura vivano in terreni quasi aridi, i Ginepri hanno sempre bisogno di una certa umidità per crescere in modo vigoroso.

TERRENO
L’akadama può sicuramente essere considerata come il terriccio migliore per questa specie.

RINVASO
L’epoca ideale per trapiantare i Ginepri è la metà primavera, nel momento in cui le gemme iniziano a gonfiarsi. Le piante giovani, in fase di crescita, si trapiantano ogni 2 anni, mentre quelle già formate ogni 4/5 anni. In entrambi i casi, durante la potatura delle radici bisogna intervenire con molta cura su quelle fini per non comprometterne il loro importantissimo sviluppo.

POTATURA
Bisogna distinguere due tipi di potatura: quella di formazione e quella di mantenimento. Nel primo caso la potatura serve per eliminare tutte le crescite indesiderate, per mantenere uno sviluppo ed un equilibrio armonico delle diverse parti, in base alla forma che si intende raggiungere. La potatura drastica dei rami primari si può effettuare durante i mesi di riposo vegetativo, soprattutto tra febbraio e marzo del terzo o quarto anno di vita della pianta. Alla potatura drastica è comunque sempre preferibile quella graduale e progressiva. La potatura di mantenimento di un Ginepro ben formato consiste essenzialmente nell’eliminare tutti i germogli che nascono sul tronco e nell’accorciare quelli sui rami principali. Quando si vuole ringiovanire una parte della pianta, si mantengono uno o più germogli nuovi.

PINZATURA
I Ginepri vegetano continuamente dall’inizio della primavera fino all’autunno, pertanto bisogna pinzare durante tutta la stagione di crescita. Si prende tra le dita ciascun ciuffetto di vegetazione e si spezzano delicatamente le scaglie nuove che fuoriescono dal profilo a forma di ventaglio. Questa pinzatura favorisce lo sviluppo di germogli laterali, per cui occorrerà ripetere varie volte la stessa operazione. Dirigendo il vigore dell’albero verso l’interno, si ottengono palchi folti di vegetazione in breve tempo. A seguito delle potature drastiche del fogliame o dell’avvolgimento, l’albero può produrre foglie a forma di ago. L’albero recupererà la sua forma naturale, se non si interviene eliminando questi germogli ad aghi, quindi si seguirà il normale ritmo di coltivazione, fino a che non riappariranno germogli a forma di scaglie.
AVVOLGIMENTO
Il processo di formazione si completa mediante l’avvolgimento, che si effettua con filo di alluminio ramato o di rame (se si ha una certa esperienza), da applicare direttamente sulla corteccia se il ramo non è molto rigido; in caso contrario è meglio prevedere una protezione, avvolgendo prima la ramificazione, sui cui va applicato il filo, con della rafia inumidita. L’epoca adatta per questa operazione è l’inverno (da ottobre a febbraio). Il filo può essere lasciato anche per lungo tempo, ma va rimosso tempestivamente non appena comincia ad incidere la corteccia per evitare che poi si formino antiestetiche cicatrici.

CONCIMAZIONE
Da aprile all'inizio di luglio, somministrare ogni 15 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan insieme al Concime Stimolante Bonsan, oppure, una volta al mese, Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro più il Concime Stimolante Bonsan. Dalla fine di agosto ad ottobre fertilizzare ogni 15 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan o con Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro. Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro; 3-4 volte all'anno è opportuno intervenire anche con la Soluzione Curativa Minerale Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

CURE
I Ginepri sono piante generalmente forti, non particolarmente soggette ad attacchi parassitari. Bisogna in ogni caso fare attenzione ad afidi, cocciniglia e ragnetto rosso, cercando di prevenire eventuali attacchi attraverso una collocazione ottimale (luminosa e ventilata) e con frequenti nebulizzazioni della vegetazione.

Questa conifera presenta caratteristiche diverse a secona dell'età: nelle piante giovani le foglie sono aghiformi, lunghe, chiare e compatte; in quelle adulte sono piccole e squamiformi. Il ginepro produce delle bacche bluastre che diventano brune quando arrivano a maturazione ed è forse il sempreverde che più si adatta all'arte bonsai. Il suo legno, flessibile quando è verde, diventa infatti duro e resistente una volta scortecciato ed è perfetto per la lavorazione della legna secca. Una pianta per veri appassionati che può essere lavorata tutto l'anno, tranne in luglio e agosto.

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ottobre 24, 2025

L'Itea japonica, o falso gelsomino giapponese, è un piccolo albero deciduo, molto adatto alla coltivazione come bonsai.

L'Itea japonica è un piccolo albero a foglie caduche, solitamente coltivato con un tronco multiplo. Le sue foglie diventano rosse in autunno e i suoi rami si riempiono di fiori bianchi in racemi in primavera. Sembra di essere in un bosco: avete visto come i raggi del sole attraversano le foglie e illuminano il tronco?

L'Itea japonica, o falso gelsomino giapponese, è un piccolo albero deciduo, molto adatto alla coltivazione come bonsai. Le sue foglie diventano rosse in autunno e i suoi rami si ricoprono di fiori bianchi a grappoli in primavera.

Caratteristiche dell'Itea japonica come bonsai:

Dimensioni:

È un albero di piccole dimensioni, il che lo rende adatto alla coltivazione in piccoli vasi come bonsai.

Foglie:

Le sue foglie sono ovali e dentate e diventano di un rosso intenso in autunno, aggiungendo interesse visivo al bonsai.

Fiori:

Produce fiori bianchi a grappoli pendenti in primavera, molto belli e profumati.

Tronco:

Può essere coltivato con un singolo tronco o più tronchi, consentendo diversi stili di bonsai.

Crescita:

È un albero a crescita relativamente rapida, il che lo rende facile da modellare e da usare come bonsai.

Considerazioni per la coltivazione:

Luce: Richiede luce solare diretta, ma può tollerare anche un po' d'ombra.

Terreno: Un terreno ben drenato è essenziale per evitare il marciume radicale. Si consiglia un terriccio per bonsai ben drenante.

Irrigazione: Annaffiare regolarmente, soprattutto durante i mesi più caldi, evitando però i ristagni d'acqua.

Fertilizzazione: Fertilizzare durante la stagione vegetativa con un fertilizzante bilanciato per bonsai.

Potatura: Potare per controllare le dimensioni e la forma dell'albero. La potatura di mantenimento può essere effettuata dopo la fioritura.

Rinvaso: Rinvasare ogni due o tre anni, o secondo necessità, utilizzando terriccio per bonsai fresco.

Protezione invernale: Nelle zone con inverni freddi, proteggere il bonsai dal gelo.

L'Itea japonica è un'ottima scelta sia per i principianti che per gli esperti di bonsai grazie alla sua facilità di coltivazione, alle sue caratteristiche attraenti e alla capacità di adattarsi a diversi stili.

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ottobre 17, 2025

L’Agrifoglio (Ilex) è uno degli alberi da frutto più facili ed eleganti da formare a bonsai.

L’Agrifoglio è uno degli alberi da frutto più facili ed eleganti da formare a bonsai. Essendo una specie dioica, i fiori maschili e femminili compaiono su piante diverse: gli alberi che portano i fiori maschili sono caratterizzati da una maggiore delicatezza dei fiori e della ramificazione, ma solo quelli femminili producono il frutto. Altro pregio di questa specie è la spettacolare fioritura e l’adattabilità a tutti gli stili bonsai, rendendola una pianta particolarmente apprezzata da numerosi appassionati. Le varietà più utilizzate sono l’Ilex crenata, l’Agrifoglio del Giappone che presenta foglie e rami fini e l’Ilex serrata, con sottili foglie oblunghe che assomigliano più a quelle del Ciliegio o del Melo che a quelle lucide e spinose del classico sempreverde.

ESPOSIZIONE
Trattandosi di una specie tropicale, ma molto tollerante anche verso le temperature rigide, può essere tranquillamente posta all’esterno durante tutto l’anno, purché vengano protette le radici nei periodi più rigidi dell’inverno e preservato il fogliame dai venti gelidi. Non ci sono problemi, invece, a lasciar esposto l’Ilex anche agli intensi raggi solari dell’estate. Solo le giovani piantine vanno protette nei momenti più caldi della giornata, arrivando però gradualmente ad abituarle anche a queste particolari condizioni. Considerando che per poter godere appieno della fruttificazione è assolutamente indispensabile evitare che si verifichi la perdita precoce dei fiori, che in tal caso non potrebbero essere impollinati e quindi fecondati, nei giorni di forte vento o pioggia intensa, l’Agrifoglio va protetto anche semplicemente ponendolo sotto al banco di appoggio, poiché questi fenomeni atmosferici possono danneggiare i petali o far cadere i fiori.

ANNAFFIATURA
Necessita di abbondante acqua, quindi bisogna riporre particolare attenzione nell’annaffiatura, soprattutto una volta formatisi i frutti, poiché se l’acqua viene a mancare, le bacche cadono o perdono colore e anche le foglie appassiscono. L’insufficienza d’acqua, inoltre, rende più lenta la maturazione dei germogli, causando anche uno sviluppo irregolare delle gemme da fiore, quindi, bisogna assicurarsi che il terreno rimanga sempre umido o meglio non asciughi mai completamente fra un’annaffiatura e l’altra. Mentre si bagna non si deve dirigere il getto d’acqua direttamente sui fiori, ma va indirizzato esclusivamente al substrato poiché, come la pioggia battente, il flusso d’acqua potrebbe danneggiare o far cadere i fiori, a scapito della fruttificazione.

RINVASO
Effettuare il rinvaso con una certa frequenza apporta grandi benefici all’Agrifoglio. Fino al suo decimo anno di vita è opportuno trapiantare ogni anno all’inizio della primavera, in quanto le radici sono fini e molto vigorose e di conseguenza arrivano a saturare il vaso in una sola stagione di crescita, rendendo difficile una corretta annaffiatura. Superato questo periodo, si potrà intervenire ad anni alterni. Il composto ideale per questa specie è costituito da 50% di akadama, 30% di terriccio e 20% di pozzolana o lapillo vulcanico.

POTATURA
Generalmente si pota in tardo autunno-inizio inverno, dopo aver ammirato l’albero ricoperto di bacche, mantenendo 2-3 gemme, oppure in primavera, tagliando al secondo-terzo nodo i rami che sono stati lasciati allungare ai fini della fruttificazione. Riuscire a mantenere la forma dell’albero, comunque, non è difficile, in quanto le gemme da fiore non si formano sui germogli ma sui rami dell’anno precedente, per cui si può potare senza rischiare di compromettere la fioritura. Trattandosi di una specie vigorosa, la potatura deve essere mirata anche al mantenimento di un buon equilibrio, quindi i germogli dell’apice vanno costantemente accorciati in maniera consistente, così come le estremità dei rami più forti. La potatura di formazione si applica a fine autunno-inizio inverno.

PINZATURA
Un’adeguata pinzatura garantisce una crescita compatta. È importante che venga effettuata con tempismo, per cui, non appena l’albero comincia a germogliare, si cimeranno i germogli che si sviluppano in posizioni indesiderate, a favore dei restanti che si lasceranno allungare fino al raggiungimento della misura ideale per la formazione.

AVVOLGIMENTO
Per modellare questa pianta risulta efficace anche l’avvolgimento, purché praticato nel periodo adeguato: fra la fine di maggio e l’inizio di giugno. Poiché presenta una corteccia molto sensibile, esso va applicato con estrema attenzione e possibilmente rivestendolo il filo con nastro adesivo. Il filo andrà poi rimosso al più presto non appena inizia ad incidere la corteccia. Se non si vogliono correre rischi, in alternativa al filo si possono usare pesi e tiranti.

CONCIMAZIONE
Un difetto comune nella coltivazione dell’Agrifoglio è l’eccesso di concime. Questa pianta è piuttosto vigorosa e resistente e pertanto non necessita di grandi dosi di fertilizzante. Si consiglia di usare soprattutto concime in pastiglie tipo hanagokoro dalla primavera all’autunno, evitando i mesi più caldi.

CURE
È soggetto soprattutto a bruchi, microlepidotteri e minatori. Il periodo in cui è più probabile che venga attaccata da questi parassiti è la primavera, quando comincia a vegetare. Un metodo efficace per evitare che questo si verifichi, consiste nell’effettuare trattamenti preventivi. Se la patologia si è manifestata, è necessario intervenire con un prodotto specifico, applicando almeno tre trattamenti a distanza di 10 giorni uno dall’altro.

L’Agrifoglio è uno degli alberi da frutto più facili ed eleganti da formare a bonsai, adattabile a tutti gli stili.

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ottobre 10, 2025

Il Ginkgo (Ginkgo biloba) è una pianta piuttosto forte, resistente alla maggior parte delle malattie.

In Oriente, fin dai tempi antichi, il Ginkgo è stata una delle specie più coltivate a bonsai, non solo per la sua bellezza, che si esprime in modo particolare attraverso i colori autunnali che lo rendono fortemente decorativo, ma anche per l’ottima rispondenza all'applicazione di tutte le tecniche bonsaistiche. Quest'ultimo aspetto determina l'interesse verso tale specie soprattutto da parte dei principianti. Come bonsai si cerca di riprodurre la sua caratteristica ramificazione espansa, che con l'età assume una conformazione più compatta, colonnare, attraverso una potatura mirata. Gli stili a cui meglio si adatta il Ginkgo sono l’eretto informale e il tronco multiplo; bisogna però tener presente che a causa delle dimensioni delle foglie (piuttosto grandi) e della ramificazione, non è indicata la creazione di bonsai di piccole dimensioni.

ESPOSIZIONE
L'esposizione più favorevole ad un buon sviluppo di questa specie è quella in pieno sole. Regola che viene infranta solo nel caso degli esemplari più giovani, per i quali è invece meglio una collocazione che garantisca una parziale protezione dai raggi diretti nei periodi in cui le temperature sono più elevate. Durante l'inverno, al verificarsi delle prime gelate occorre ripararlo, tenendo presente che andranno soprattutto salvaguardate le radici poiché esse trattengono molta umidità.

ANNAFFIATURA
È soprattutto durante la stagione vegetativa che il Ginkgo necessita di frequenti annaffiature. In inverno bisognerà invece diminuire particolarmente la somministrazione d’acqua, poiché come già visto, le radici tendono a trattenere l’acqua e quindi se troppo bagnate, potrebbero venire facilmente colpite dal gelo. Un segnale a cui far riferimento al fine di comprendere l'esigenza d’acqua del Ginkgo, è lo stato delle foglie: se si nota che esse pendono flaccide, significa che la pianta sta soffrendo a causa della disidratazione, sarà quindi necessario intervenire immediatamente con un'abbondante annaffiatura.

RINVASO
Finché l'albero è giovane (fino circa ai 10 anni), va trapiantato ogni anno, successivamente, una volta raggiunta la sua formazione, ogni 3 anni. Il periodo migliore per operare questo intervento è la primavera. Al termine del rinvaso è molto importante garantire alla pianta un'abbondante annaffiatura. Il composto più adatto a questa specie è costituito da: akadama 70%, sabbia 20% e terra pronta 10%.

POTATURA
Mentre si sta effettuando il rinvaso, all'inizio della primavera, si provvede a tagliare i rami non necessari e quelli che appaiono troppo cresciuti, allo scopo di migliorare la silhouette del bonsai, potando alla prima o seconda foglia. È molto importante seguire tale procedura costantemente, in modo da poter mantenere la tipica struttura di questa pianta, caratterizzata da una ramificazione espansa. Così facendo, col tempo il Ginkgo assumerà una gradevole forma compatta, inoltre le dimensioni delle foglie si ridurranno leggermente.

PINZATURA
La pinzatura su questa specie si effettua due volte nel corso dell'anno: la prima intervenendo sui germogli nuovi e teneri, posti all'apice, in primavera, in modo che successivamente la pianta produca germogli con internodi corti e proporzionati. La seconda si effettua sui germogli maturi in autunno, accertandosi però che siano presenti delle gemme dormienti retrostanti.

AVVOLGIMENTO
Tenendo presente che è sempre preferibile educare la pianta mediante la potatura, nel caso in cui si abbia la necessità di modellare alcuni rami attraverso l'avvolgimento, è possibile intervenire solo durante il mese di giugno, poiché in questo momento la crescita non è ancora totalmente lignificata, e quindi i rami possono essere modellati senza correre il rischio di rotture. Il tipo di filo che si consiglia di utilizzare è quello di alluminio ramato, facendo attenzione a rimuoverlo tempestivamente prima che cominci ad incidere la corteccia.

CONCIMAZIONE
Da aprile all'inizio di luglio, somministrare ogni 15 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan insieme al Concime Stimolante Bonsan, oppure, una volta al mese, Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro più il Concime Stimolante Bonsan. Dalla fine di agosto ad ottobre fertilizzare ogni 15 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan o con Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro. Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

CURE
Il Ginkgo è una pianta piuttosto forte, resistente alla maggior parte delle malattie.

Le foglie, dalla caratteristica forma a ventaglio, arrotondato, offrono uno spettacolo impareggiabile in autunno, quando diventano color giallo oro.

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ottobre 03, 2025

Particolarmente apprezzata per la sua splendida fioritura, la Gardenia è una specie molto diffusa in forma bonsai.

Si tratta di un’essenza piuttosto diffusa in forma bonsai, particolarmente apprezzata per la sua splendida fioritura. È una pianta raffinata con foglie lucenti e fiori molto profumati con petali setosi, a fiore semplice o a fiore doppio. Le Gardenie fioriscono all’inizio dell’estate e i fiori spuntano all’estremità dei rami nuovi. La varietà chiamata jasminoides è a fiore semplice, possiede foglie sottili arrotondate-ovali e in autunno produce frutti di tonalità giallo-aranciato. Quella a fiore doppio chiamata fortunei non fruttifica, in compenso i fiori sono spettacolari. È una specie sicuramente di grande soddisfazione, ma educata a bonsai diventa piuttosto esigente, pertanto occorre somministrare cure assidue e corrette per ottenere la fioritura. Lo stile più usato per la Gardenia è quello a tronco multiplo, poiché per ottenere un tronco grosso sono necessari parecchi anni.

ESPOSIZIONE
Si colloca da maggio a settembre all’esterno in posizione luminosa e arieggiata, evitando di esporla al sole soprattutto nei periodi più caldi. All’interno va posizionata in una zona molto luminosa e fresca possibilmente ad una temperatura non inferiore ai 10°C. Per arrivare alla fioritura è necessario fornirle cure specifiche, infatti perché i boccioli dei fiori si formino occorre che la temperatura diurna sia più alta di quella notturna di 8-10°C. Tuttavia, perché il fiore permanga più a lungo sulla pianta, la temperatura tra il giorno e la notte non deve oscillare di oltre 5°C. Alle nostre latitudini la Gardenia può essere coltivata come bonsai da interno, dato che ha bisogno di una temperatura minima attorno ai 10-12°C, ma nelle regioni del sud può rimanere all’esterno tutto l’anno. All’interno si trovi una collocazione lontana da fonti di calore.

ANNAFFIATURA
Essendo la Gardenia una pianta acidofila è consigliabile utilizzare acqua decalcificata per l’annaffio. Si annaffia abbondantemente in primavera ed in estate, lasciando leggermente asciugare il terreno. In inverno è necessario invece annaffiare con moderazione, periodo in cui si devono evitare anche i ristagni d'acqua. Ama essere nebulizzata frequentemente sulle foglie. Poiché questa specie consuma molta acqua, in estate potrebbe essere necessario annaffiare anche tre volte al giorno altrimenti perde vitalità.

RINVASO
Si applica a tarda primavera, prima della comparsa delle gemme, ogni 2-3 anni, potando le radici per almeno 1/3 della loro lunghezza. Si eliminino le radici fittonanti cresciute, potando bene tutto l’apparato radicale in modo che anche le radici sottili non rimangano troppo lunghe, altrimenti tendono a marcire. Il terriccio più adatto a questa specie è la kanuma 100%, tipica terra per acidofile che, oltre ad avere una buona umidità, è caratterizzata da un’elevata ritenzione idrica. Nel periodo successivo al trapianto si consiglia di nebulizzare frequentemente le foglie e annaffiare il terriccio solo quando è asciutto.

POTATURA
Dopo la fioritura è bene accorciare i rami, lasciando tre foglie. Per potare completamente un ramo si opera da maggio a giugno, senza dimenticarsi di usare il mastice per proteggere le ferite. Dopo la fioritura occorre effettuare una potatura di sfoltimento, accorciando soprattutto i rami più forti.

PINZATURA
È possibile avere i fiori vicino alla base dei rami, se si pinza la nuova vegetazione all’estremità di tutti i rami a maggio. Per correggere la silhouette dell’albero si accorciano i rami a due nodi durante il periodo vegetativo estivo.

AVVOLGIMENTO
Si può avvolgere in maggio-giugno, poiché i rami in questo periodo sono molto flessibili e non si rischiano spaccature. Per danneggiare il meno possibile la pianta, si consiglia di applicare il filo solo sui rami e sui germogli lignificati e di ricoprirlo con carta adesiva prima di avvolgerlo.

CONCIMAZIONE
Ama abbondanti concimazioni, per cui è consigliabile fertilizzare durante tutto il periodo vegetativo da aprile ad ottobre, utilizzando concimi organici a lenta cessione come ad esempio l’Aburukasu, oppure liquidi, come quelli della Linea Bonsan. Le somministrazioni si devono assolutamente interrompere durante la fioritura, pena la caduta dei fiori.

CURE
Questa specie è particolarmente sensibile verso cocciniglie e afidi, da cui purtroppo è spesso aggredita anche a livello di apparato radicale. I controlli fitopatologici devono essere effettuati, quindi, con attenzione anche nei confronti delle radici, per assicurarsi che in esse non si annidino pericolosi parassiti, i quali, contrariamente a quanto avviene per le altre specie, possono causare un forte deperimento e nei casi più gravi addirittura la moria dell’albero. Un suggerimento: le foglie perdono lucentezza e i fiori cadono se la pianta è tenuta troppo asciutta o in una zona con luce insufficiente.

Particolarmente apprezzata per la sua splendida fioritura, è ua specie molto diffusa in forma bonsai.

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settembre 26, 2025

Il Frassino (Fraxinus) è molto apprezzato in tutte le stagioni per la sua bella corteccia

Questa pianta dal portamento slanciato è caratterizzata dal tronco dritto e conico e dalla rigogliosa chioma ovale. Il Frassino è molto apprezzato in tutte le stagioni per la sua bella corteccia che assume un piacevole aspetto vetusto anche in esemplari non particolarmente vecchi. Gli stili a cui meglio si adatta sono l’eretto, l’inclinato, quello a due tronchi e a tronco multiplo.

ESPOSIZIONE
Questa specie durante i mesi invernali va collocata all'interno. È possibile farla sopravvivere anche con la sola luce artificiale, utilizzando però le lampade specifiche per piante: questo consente di collocare il Fraxinus anche nelle zone più buie della casa. Dalla primavera all’inizio dell'autunno, si posiziona all’esterno al riparo però dai raggi diretti del sole.

ANNAFFIATURA
Come regola generale per garantire la giusta annaffiatura, occorre tener conto delle esigenze di ogni singola pianta, comunque in linea di massima questa specie necessita di ricevere acqua in abbondanza e frequente durante le assolate giornate estive e in primavera in presenza di venti forti. Durante tutto l'anno invece si bagna quando il terreno risulta asciutto per il 70-80%. In inverno quando vengono riparate all'interno, è necessario nebulizzare spesso la chioma e porre sotto al vaso un vassoio con della pozzolana in modo che possa assicurare una certa umidità. È bene tener presente che dopo la potatura le annaffiature andranno ridotte poiché il fabbisogno idrico sarà minore.

TERRENO
Terra composta da: 40% terra pronta, 30% akadama, 20% pozzolana e 10% sabbia di fiume.

RINVASO
L’epoca migliore è la primavera inoltrata. La frequenza dipende dall’età dell’albero: per alberi giovani ogni uno o due anni; per quelli già formati, ogni due o tre anni al massimo. È consigliabile eliminare le forti radici fittonanti dalla base.

POTATURA
Si interviene sui rami di grosso diametro in inverno, usando un tronchese concavo e coprendo le ferite con pasta cicatrizzante. Per sfoltire i rami, si potano quelli che crescono direttamente verso l’alto o verso il basso o che si incrociano. Seguendo un buon schema, sulla base della direzione del ramo principale, i rami secondari e terziari non devono incrociarsi, ma formare una densa e completa rete orizzontale.

PINZATURA
Per la pinzatura del Fraxinus si lasciano crescere i germogli fino a 8/10 foglie, tagliando poi a 2/4 foglie, secondo la zona dell'albero in cui si trovano. Per mantenere la silhouette, si pinza continuamente con le dita, strappando le ultime due foglioline incipienti di ciascun germoglio quando questo presenta già due foglie.

AVVOLGIMENTO
Questo albero può essere educato con il filo, dalla primavera fino alla fine dell’estate.

CONCIMAZIONE
Alla ripresa vegetativa (marzo-aprile) concimare ogni 8-10 giorni abbinando il Concime Bonsan ad Azione Stimolante al Concime Liquido Organico Bonsan. Da aprile a settembre concimare ogni 8-10 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan oppure ogni 15-20 giorni con Bonsan Concime Solido Organico Aburukasu, evitando i mesi di luglio e agosto. Da settembre a febbraio utilizzare ogni 15-20 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

CURE
È soggetto soprattutto ad afidi, ragnetto rosso e cocciniglia.

Questa pianta dal portamento slanciato è caratterizzata dal tronco dritto e cilindrico e dalla rigogliosa chioma ovale.

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settembre 19, 2025

Anche nella coltivazione a bonsai, la Forsythia manifesta copiosamente la sua stupenda fioritura.


Anche nella coltivazione a bonsai, la Forsythia manifesta copiosamente la sua stupenda fioritura, rendendola particolarmente apprezzata per questa sua caratteristica. Un’altra peculiarità interessante ai fini della formazione a bonsai riguarda il suo notevole vigore, che permette di modellare facilmente a tronco multiplo, sfruttando i numerosi succhioni che spuntano dalla base del tronco. La naturale tendenza al rapido ingrossamento della base ne fa anche un ottimo materiale per la formazione a tronco singolo. Le grosse dimensioni del suo tronco, potrebbero far pensare che una modellatura dei rami con andamento discendente sia più indicata, ma osservando attentamente questa specie nel suo portamento naturale, si può constatare che fiorisce sui rami che si sviluppano verso l’alto, pertanto è più appropriato un delicato ed elegante movimento ascendente della ramificazione.

ESPOSIZIONE
La sua collocazione ideale è in pieno sole, ma in luogo ben aerato. Si tratta di una specie molto resistente, che non teme le temperature invernali, anche se molto rigide; l’unico inconveniente riguarda le gelate tardive che, come già accennato, potrebbero causare la perdita anticipata della sua splendida fioritura. Una buona soluzione consiste nel posizionare la pianta durante le ore notturne sotto una tettoia o i banchi da appoggio.

ANNAFFIATURA
Le esigenze idriche della Forsythia sono quelle normalmente indicate per la maggior parte delle essenze: nel periodo vegetativo occorrerà provvedere ad annaffiature quotidiane, mentre in inverno verranno diradate. Nei mesi freddi, così come in estate, è importante non far mai seccare completamente il terreno, altrimenti si potrebbero sviluppare, dai rami o dal tronco, delle radici aeree che, se non vengono tempestivamente eliminate, causano sgradevoli ingrossamenti. Sarà facile capire, comunque, quando l’acqua viene a mancare poiché le foglie perdono repentinamente il loro turgore: un’annaffiatura abbondante farà tornare la situazione alla normalità.

TERRENO
Il composto più adatto a questa specie è costituito da: 60% di akadama e 40% di terra pronta
RINVASO
La crescita delle radici di questa specie è notevole, soprattutto negli alberi più giovani, tanto che se non si trapianta per due anni consecutivi, il vigoroso sviluppo dell’apparato radicale, sottrae energia a tutto il resto della pianta. Da ciò si capisce quanto sia indispensabile effettuare il rinvaso annualmente nei primi anni di vita dell’albero, diminuendo la frequenza, che verrà portata a due anni, negli esemplari adulti. Il periodo ideale è quello immediatamente successivo alla fioritura.

POTATURA
Le gemme da fiore si formano all’estremità dei rami, quindi è consigliabile potare le punte dei germogli intorno alla fine di maggio. Una volta terminata la fioritura, è necessario togliere i fiori appassiti e potare i rami. Effettuando questa operazione è importante accertarsi di lasciare sempre delle gemme da foglia, altrimenti si rischia di perdere il ramo. Una peculiarità di questa pianta è che le gemme da foglia si formano nelle zone in cui si è manifestata la fioritura; lasciando troppo a lungo i fiori, queste gemme non riescono a svilupparsi adeguatamente, pertanto se si vuole ottenere una buona silhouette non bisogna assolutamente trascurare questo delicato aspetto della potatura. La Forsithya produce numerosi succhioni alla base: per mantenere una struttura ordinata è bene eliminarli immediatamente non appena appaiono. Nella fase di costruzione della ramificazione conviene tralasciare la fioritura, continuando a potare sino alla fine di agosto; una volta ottenuta la struttura di base, ci si potrà liberamente concentrare sulla fioritura.

PINZATURA
Nei mesi di giugno e luglio si consiglia di osservare attentamente l’albero, rimuovendo con le pinzette le gemme da fiore dai rami che non hanno formato le gemme da foglia. Questa operazione garantisce che la pianta, prima del risveglio vegetativo, produca gemme da foglia sulle ramificazioni che precedentemente avevano solo gemme da fiore. La pinzatura va effettuata anche su quei rami che appaiono eccessivamente vigorosi, eliminandoli.

AVVOLGIMENTO
L’avvolgimento può essere effettuato durante tutto l’anno, purché con la dovuta attenzione. È meglio impiegare filo di alluminio ramato avvolto con carta adesiva e di spessore leggermente superiore al necessario, evitando di praticare una pressione eccessiva sui rami e piegature drastiche. È comunque preferibile ricorrere alla potatura dei rami che crescono in posizione inadeguata, piuttosto che cambiarne drasticamente la direzione con l’avvolgimento. È bene ricordare che si può avvolgere solo quando i rami sono ancora teneri, ossia quando il loro spessore non ha superato i 0,5 cm.

CONCIMAZIONE
Si fertilizza dal termine della fioritura fino alla caduta delle foglie, ogni tre o quattro settimane con concime organico a lenta cessione tipo hanagokoro (Linea Bonsan), evitando i mesi più caldi. È bene concimare anche durante il periodo autunnale, sebbene in modo molto più leggero.

CURE
Se le cure adottate sono adeguate, ed anche la collocazione è ideale, la Forsythia risulta una specie particolarmente resistente a malattie ed attacchi parassitari. È comunque soggetta talvolta agli afidi.

Anche nella coltivazione a bonsai, la Forsythia manifesta copiosamente la sua stupenda fioritura, rendendola particolarmente apprezzata per questa sua caratteristica.

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settembre 12, 2025

il Ficus È il bonsai da interno per antonomasia e si adatta a quasi tutte le condizioni ambientali.

È il bonsai da interno per antonomasia e si adatta a quasi tutte le condizioni ambientali. Grazie alle sue foglie sopporta l'aria secca presente nelle abitazioni; coltivandolo all’esterno, in posizione sempre soleggiata, e questo è possibile solo nelle zone più calde del nostro Paese, le foglie si riducono notevolmente di dimensione, e la crescita si presenta compatta e sana. Un buon segnale, indice di un’adeguata coltivazione, è il colore verde scuro delle foglie.

ESPOSIZIONE
Se posto all'aria aperta manifesta una crescita migliore, ma ciò è possibile solo da maggio a settembre, poiché quando la temperatura scende al di sotto dei 10° C è necessario ritirarlo all'interno in una posizione molto luminosa, a meno di 1 metro dalla finestra.

ANNAFFIATURA
Non richiede molta acqua e in genere preferisce il terreno asciutto a quello fradicio quindi irrigare abbondantemente e poi lasciare asciugare. Gradisce però l'umidità sulla fronda, è per cui consigliabile vaporizzare le foglie.

TERRENO
Il composto ideale è costituito da akadama (80%) e terriccio (20%).

RINVASO
L’epoca più adeguata è aprile-maggio. Poiché le radici crescono rapidamente e si riprendono presto dalle ferite, è possibile potare il ceppo senza timore, lasciandone soltanto un terzo.
Considerata la velocità di crescita, si opera ogni due anni sugli esemplari giovani, ogni tre su quelli adulti. Un’attenzione particolare meritano le radici aeree: bisogna aver cura di non romperle, ripulendo la parte inferiore e superiore del ceppo.

POTATURA
In linea di massima, soprattutto nel caso del taglio di grossi rami, i Ficus mal sopportano la potatura drastica. Questo non significa che se venisse applicata, si perderebbe la pianta, ma la cicatrice risultante dalla potatura di un ramo più grosso di 1/3 rispetto allo spessore del tronco, nella maggioranza dei casi rimargina con difficoltà.
La causa di questa scarsa capacità di chiusura delle ferite è da ricercare nel tipo di legno del Ficus.
Quando si tratta invece di rami medi o sottili (inferiori ad 1/3 del diametro del tronco), tutti i Ficus rispondono emettendo nuove ed abbondanti gemme in prossimità della zona del taglio.
La vigoria della specie e la pinzatura renderanno necessario lo sfoltimento periodico dei rami secondari e terziari. Se il Ficus cresce sano, due volte all’anno si eliminano i rami che si sviluppano verso il basso, verso l’interno del tronco e che si incrociano con altri. Accorciare la lunghezza di un ramo significa sostituirne l’apice con un germoglio posteriore.

PINZATURA
La pinzatura dei Ficus si pratica nel corso di tutto l’anno poiché, se tenuti all’interno durante l’inverno, la crescita è continua. Essendo molto vigorosi, hanno bisogno di una pinzatura frequente per controllarne la forte dominanza apicale: si lasciano crescere i germogli fino a 5 o 6 foglie e poi si tagliano 2-3 foglie, secondo la vigoria di ogni zona. La pinzatura con le dita, ossia mediante l’asportazione delle ultime due foglioline si può applicare solo ad esemplari adulti; negli esemplari giovani frena troppo la crescita, rallentando così il processo di ramificazione.

AVVOLGIMENTO
L’avvolgimento non è che una delle molte tecniche applicabili ai Ficus per conferire forma a tronco e rami, ma è senza alcun dubbio la più pericolosa. I Ficus sono flessibili, quindi modellarli non è compito arduo, ma bisogna fare attenzione alla rapidità di crescita di questa pianta. Se non si presta sufficiente attenzione, il filo può incidere la corteccia velocemente. Per questo motivo è meglio evitare l’impiego di filo sottile e comunque la pratica dell’avvolgimento dovrà essere adottata solo se non si può impiegare la modellatura con i tiranti.

CONCIMAZIONE
Alla ripresa vegetativa (marzo-aprile) concimare ogni 8-10 giorni abbinando il Concime Bonsan ad Azione Stimolante al Concime Liquido Organico Bonsan. Da aprile a settembre concimare ogni 8-10 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan oppure ogni 15-20 giorni con Bonsan Concime Solido Organico Aburukasu, evitando i mesi di luglio e agosto. Da settembre a febbraio utilizzare ogni 15-20 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

CURE
I Ficus possono essere aggrediti da bruchi e, occasionalmente, da tripidi. Più raro, ma possibile, è l’attacco da ragnetto rosso. Molto più frequenti sono gli attacchi di funghi, che si verificano quando si tiene la pianta in posizione calda, con poca luce, scarsa ventilazione e forte umidità. Sulle foglie appaiono macchie di colore nerastro brillante, muffe coperte a volte da un pulviscolo bianco o vesciche giallognole. È necessario quindi collocare la pianta in posizione più aerata, applicando un fungicida.

È il bonsai da interno per antonomasia e si adatta a quasi tutte le condizioni ambientali.

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settembre 05, 2025

Il faggio giapponese (Fagus crenata) si differenzia dalla specie europea per le foglie più piccole, strette e appuntite.

Un aspetto fondamentale che deve possedere una pianta per poter essere coltivata come bonsai riguarda l'adattabilità che ha il suo apparato radicale alla vita in vaso o su lastra. Il Faggio si adatta perfettamente a questa collocazione, producendo radici anche in poco terreno: per questo motivo, la sua coltivazione a bonsai è particolarmente indicata. Possiede un bel tronco e la capacità di produrre una buona ramificazione. Nonostante la sua foglia sia leggermente grande, si può ridurre attraverso una buona esposizione al sole, defogliazioni parziali e concimazioni adeguate. Il Faggio è molto apprezzato per le sue splendide variazioni di colore nelle varie stagioni, che lo rendono interessante in qualsiasi periodo dell'anno. Le specie più utilizzate nella coltivazione a bonsai sono il Fagus crenata e il Fagus sylvatica.

ESPOSIZIONE
La collocazione di questa specie è all’esterno, prendendo però le dovute precauzioni, in considerazione del fatto che non sopporta eccessi di caldo, freddo e secchezza. È particolarmente sensibile ai geli primaverili tardivi, alle forti insolazioni e alla secchezza dell'aria, specialmente in estate. L'esposizione ideale è a nord, nord-est o nord-ovest. Se proprio non è possibile evitare una collocazione a sud, occorre per lo meno garantire all’albero una buona protezione nelle ore più calde della giornata.

ANNAFFIATURA
Si annaffia ogni qualvolta il terreno risulta asciutto al tatto. A partire dalla fine di luglio-inizio di agosto, quando le nuove gemme sono formate, si riduce l'annaffiatura del terreno, assicurando però una costante umidità alle foglie, attraverso la nebulizzazione. In questo modo si riesce a controllare l'eccessiva crescita delle foglie, che altrimenti risulterebbero poco adeguate alla coltivazione a bonsai.

RINVASO
L’epoca migliore per effettuare il trapianto è a fine estate o inizio autunno, anche se la pianta ha ancora tutte le foglie verdi, poiché in questo periodo le gemme, essendo già perfettamente formate, garantiscono un'ulteriore crescita delle radici prima del sopraggiungere dell'inverno. Una buona alternativa è l'inizio della primavera, appena prima del risveglio vegetativo. Una qualità molto apprezzata nei Faggi è quella di radicare soprattutto vicino ai tagli di radici grosse, il cui callo favorisce la crescita di numerose radici fini. Bisogna però avere l'accortezza di coprire le ferite con mastice cicatrizzante in modo da evitare marciume e il manifestarsi di altre malattie. Quando si rinvasano bonsai già formati, si mantiene da 1/2 a 2/3 del ceppo originale. La frequenza con cui si consiglia di trapiantare varia a seconda che si tratti di piante giovani, per cui si effettua annualmente o al massimo ogni due anni, oppure di bonsai già formati, per i quali è indicato intervenire ogni due o tre anni.
Terra composta da: per piante in formazione, 1/3 di akadama, 1/3 di pozzolana, 1/3 di sabbia di fiume; per piante già formate, 2/3 di akadama e 1/3 di sabbia di fiume. Nella formazione dei boschi è consigliabile utilizzare solo akadama.

POTATURA
La potatura dei rametti, allo scopo di migliorare la silhouette del bonsai, si può effettuare in autunno o in primavera, prima del risveglio vegetativo. Occorre mantenere una struttura dei rami primari, di poche unità, ma ben distribuita, facendo in modo, col tempo, di aumentarne la qualità: tanti rametti sottili che si dipartono da una struttura ben delineata. Si consiglia di evitare la potatura dei rami di grandi dimensioni, poiché la loro cicatrizzazione dà luogo ad ingrossamenti poco gradevoli. Considerando che questa specie tende a formare nuove gemme vicino al callo dei tagli, vegetando senza problemi anche da legno vecchio, se indispensabile, si possono effettuare potature drastiche. Essendo il Faggio, un albero a foglie alterne, prima di procedere al taglio bisogna decidere dove dirigere il futuro ramo, lasciando come ultima gemma quella che cresce nella direzione desiderata.

PINZATURA
La pinzatura sui germogli del Faggio va effettuata quando risultano ben evidenti sei o quattro foglioline per germoglio, lasciandone solo due o tre. Per la cimatura è meglio utilizzare le dita o le pinze adeguate, poiché la nuova vegetazione è molto tenera. Normalmente i Faggi vegetano una volta sola, in primavera, per questo motivo hanno bisogno di una pinzatura unica durante l'anno, anche se con l'avanzare della stagione ne è necessaria una ulteriore, più leggera, per delineare meglio i palchi e la silhouette della pianta. Alla fine dell’estate, quando tutte le gemme saranno formate, se ne attua una selezione, eliminando tutte quelle che produrrebbero nuovi rami non necessari alla formazione a bonsai. Durante la primavera, allo scopo di equilibrare la forza di crescita, vanno eliminate anche le gemme più grosse all'apice dei rami.

AVVOLGIMENTO
Per questa specie non è consigliato: si modella principalmente con le potature.

CONCIMAZIONE
Da aprile all'inizio di luglio, somministrare ogni 15 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan insieme al Concime Stimolante Bonsan, oppure, una volta al mese, Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro più il Concime Stimolante Bonsan. Dalla fine di agosto ad ottobre fertilizzare ogni 15 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan o con Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro. Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro; 3-4 volte all'anno è opportuno intervenire anche con la Soluzione Curativa Minerale Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

CURE
Questa specie non è particolarmente soggetta a malattie, le quali, nella maggior parte dei casi, sono dovute ad un'inadeguata esposizione o ad un errato mantenimento. In alberi raccolti in natura possono essere presenti parassiti, larve di coleottero, che scavando gallerie nei rami, li fanno seccare. Nella pagina inferiore delle foglie arricciate, si possono trovare dei piccoli bruchi bianchi, che causano l'insorgere di bolle, a forma conica, verde-rossastre. Un buon sistema per evitare il proliferare di questi parassiti è la nebulizzazione con insetticida sistemico, tenendo costantemente sotto controllo i risultati. Se sulle foglie sono invece visibili macchie regolari, probabilmente è in corso un attacco di funghi. Quello più comune è l'oidio, che si manifesta come una polvere biancastra sulla pagina superiore delle foglie e si genera soprattutto a causa di cattiva ventilazione e scarsità di luce. Il modo migliore, quindi, per combattere infezioni e parassiti è garantire un'adeguata esposizione: come succede anche in natura vengono attaccati dalle malattie soprattutto gli alberi che sono già debilitati e le cause oltre all'esposizione, possono essere un terreno inadeguato o un mantenimento sbagliato.

Il faggio giapponese si differenzia dalla specie europea per le foglie più piccole, strette e appuntite, e per il tronco snello, elegantee, di colore quasi bianco e dalla superficie liscia. Particolarmente suggestiva è l'intensa colorazione rossiccia del fogliame in autunno. Le foglie rimangono comunque sull'albero per tutto l'inverno, fino all'apertura delle gemme in primavera.

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agosto 29, 2025

Euonymus alata è facilmente riconoscibile per le alette sui rami, da cui prende il nome alatus.


L’ L’Evonymus è una pianta talora a foglie decidue, talora sempreverde con aspetto arbustivo, appartenente alla famiglia delle Celastraceae. È un genere rappresentato da più di un centinaio di specie, la cui area di distribuzione nella flora spontanea si estende principalmente nell’India, nell’Himalaya e nell’Asia orientale, mentre sono ancora poche quelle abitatrici del nostro continente e dell’America centrale e boreale.

Particolarmente amato è l’Euonymus alatus caratterizzato da una spettacolare chioma che in autunno vira al rosso cremisi, presentando frutti dal rosso pallido, sormontati da una capsula divisa in 4 lobi. Questa specie è facilmente riconoscibile per le alette sui rami, da cui prende il nome alatus. Per gli amanti del bonsai, in realtà, l’occhio è attratto anche dalla corteccia lungo il tronco: una corteccia che in breve tempo assume un aspetto particolarmente vetusto grazie al suo colore bianco cenere.

ESPOSIZIONE
Si tratta di una specie robusta, che sopporta tranquillamente il caldo come il freddo. Si consiglia comunque di preservare le radici dai freddi rigidi prolungati e si eviti che il vaso sia esposto alle gelate nel momento in cui si annaffia. Se in estate non è possibile tenere costantemente sotto controllo l’albero, è meglio collocarlo a mezzombra.

ANNAFFIATURA
Le annaffiature devono essere sufficientemente frequenti, poiché l’Evonimo soffre la mancanza d'acqua: da aprile e per tutto il periodo estivo si abbia cura di bagnare abbondantemente ogni volta che il terreno risulta asciutto. In inverno le annaffiature vanno diradate.

Durante la fioritura è essenziale proteggere gli alberi dalla pioggia ed evitare i colpi di secco: è indispensabile quindi non far mancare mai l’acqua a questa specie, poiché ciò causerebbe la perdita dei fiori. Una buona soluzione è costituita da una tettoia ben esposta alla luce, appoggiando i vasi su vassoi pieni d'acqua (purché non immersi).

RINVASO
Poiché tende a produrre radici fini in abbondanza, satura facilmente e in breve tempo lo spazio disponibile nel vaso. Per questa ragione è necessario applicare trapianti frequenti, all’incirca una volta ogni due anni, a tarda primavera, ai primi caldi, per evitare le gelate tardive che potrebbero compromettere le tenere foglioline.

Il sistema migliore per trapiantare consiste nell’eliminazione totale della terra vecchia, applicando una buona potatura dell’apparato radicale anche superiore alla norma, se necessario: si tratta di una specie molto robusta che sopporta tranquillamente le potature drastiche. Si tenga presente che durante l’operazione di trapianto è indispensabile tagliare le grosse radici fittonanti, che spesso si formano e lignificano molto rapidamente.

Si raccomanda anche l’uso di vasi capienti al fine di poter aumentare la granulometria del terriccio (akadama), in modo da scongiurare il marciume radicale. Uno fra i composti migliori da utilizzare è formato da: akadama (60%), ghiaia (20%) e humus (20%).

POTATURA
Si pota generalmente in primavera, appena prima del risveglio vegetativo, ma bisognerà fare attenzione a lasciare alcuni dei rami vecchi se si vuole godere la fioritura. L’Evonymus, infatti, fiorisce sui rami lunghi 4-6 nodi, all’estremità della vegetazione dell’anno precedente ed occasionalmente sulle vegetazioni laterali vicine, per cui bisognerà applicare la potatura con criterio altrimenti si potrebbe compromettere la fioritura e quindi la successiva fruttificazione. Si pota poi a fine stagione, dopo aver ammirato l’albero nel suo massimo splendore e cioè carico di frutti, sino al primo nodo. Si tratta di un’operazione indispensabile soprattutto nella zona apicale per controllarne la forte dominanza.

PINZATURA
Se si desidera arrestare la crescita di un ramo, si pinzerà con le dita l’ultimo germoglio non appena appare; per ramificare il ramo conviene invece lasciar crescere il germoglio per 6-7 cm, pinzandolo successivamente e lasciando solamente 1-2 cm di crescita nuova.

L’Evonymus è una specie che richiede interventi di pinzatura costanti, altrimenti si perde proporzione nella ramificazione.

I germogli particolarmente vigorosi vanno pinzati a due foglie o si lasciano addirittura spogli: ciò non crea problemi poiché possiede 3-4 gemme dormienti alla base di ogni ramo, che con la pinzatura vengono risvegliati. La pinzatura si applica principalmente in tarda primavera e in autunno.

AVVOLGIMENTO
Nella fase di formazione della struttura è necessario controllare scrupolosamente il vigore dei nuovi germogli, avvolgendoli da aprile ad ottobre, non appena la corteccia si presenterà in forma legnosa, ma facendo molta attenzione al loro ingrossamento per evitare brutte cicatrici. Se si perde questo momento diventerà difficile ottenere la silhouette desiderata o comunque non sarà possibile applicare la piegatura senza incorrere in rotture. È bene ricordare infatti che l’Evonymus presenta una certa rigidità nei rami.

Si consiglia di avvolgere il filo con nastro adesivo prima della sua applicazione, in modo da non segnare la bellissima ed affascinante corteccia.

L’applicazione del filo per la modellatura dei rami vecchi risulta praticamente impossibile, essendo essi molto rigidi e legnosi.

CONCIMAZIONE
Poiché si tratta di una pianta vigorosa, soggetta per cui a continue germogliazioni, va concimata con regolarità e abbondantemente, preferendo concimi organici a lenta cessione, come l’Hanagokoro della Linea Bonsan oppure il Biogold. È consigliabile concimare una volta al mese in aprile e da agosto ad ottobre.

CURE
Si consiglia di effettuare dei controlli scrupolosi della pianta soprattutto durante la primavera e l’estate, quando il pericolo di malattie e attacchi è più alto.

Molto importanti per questa pianta, spesso oggetto di interesse da parte di parassiti di diverso genere, quali insetti, acari e cocciniglie, sono i trattamenti preventivi. È perciò fondamentale applicare costantemente interventi curativi-preventivi, in autunno e inverno, con solfuro di calcio (liquido jin) alla caduta delle foglie.

Questa specie è facilmente riconoscibile per le alette sui rami, da cui prende il nome alatus.

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agosto 22, 2025

La principale caratteristica del bonsai Evonymus è il meraviglioso colore delle foglie autunnale

L’Evonymus è una pianta talora a foglie decidue, talora sempreverde con aspetto arbustivo, appartenente alla famiglia delle Celastraceae. È un genere rappresentato da più di un centinaio di specie, la cui area di distribuzione nella flora spontanea si estende principalmente nell’India, nell’Himalaya e nell’Asia orientale, mentre sono ancora poche quelle abitatrici del nostro continente e dell’America centrale e boreale.

Il portamento dell’Evonymus è a volte eretto, più raramente strisciante. Le foglie sono opposte, spicciolate, usualmente dentate e di solito glabre. I piccoli fiori a 4 petali, bianco-verdi, compaiono in maggio-giugno a fianco delle foglie dei nuovi rami che si sviluppano dai rametti corti. I frutti a capsula, a tre-cinque lobi, sono rossastri e quando maturano si aprono lasciando visibili i semi rosso-arancio.

La principale caratteristica è il meraviglioso colore delle foglie autunnale e l’incantevole aspetto invernale che assumono grazie alla fine ramificazione, che si può osservare soprattutto in questa stagione.

Forse uno degli aspetti più negativi dell’Evonymus è che si tratta di una specie dioica, porta cioè fiori maschili e femminili su alberi differenti: se non si possiede nella propria collezione esemplari di entrambi i sessi, non si ottiene la fruttificazione. È comunque una pianta robusta che ben si presta a ogni tipo di coltivazione.

ESPOSIZIONE
Si tratta di una specie robusta, che sopporta tranquillamente il caldo come il freddo. Si consiglia comunque di preservare le radici dai freddi rigidi prolungati e si eviti che il vaso sia esposto alle gelate nel momento in cui si annaffia. Se in estate non è possibile tenere costantemente sotto controllo l’albero, è meglio collocarlo a mezzombra.

ANNAFFIATURA
Le annaffiature devono essere sufficientemente frequenti, poiché l’Evonimo soffre la mancanza d'acqua: da aprile e per tutto il periodo estivo si abbia cura di bagnare abbondantemente ogni volta che il terreno risulta asciutto. In inverno le annaffiature vanno diradate.

Durante la fioritura è essenziale proteggere gli alberi dalla pioggia ed evitare i colpi di secco: è indispensabile quindi non far mancare mai l’acqua a questa specie, poiché ciò causerebbe la perdita dei fiori. Una buona soluzione è costituita da una tettoia ben esposta alla luce, appoggiando i vasi su vassoi pieni d'acqua (purché non immersi).

RINVASO
Poiché tende a produrre radici fini in abbondanza, satura facilmente e in breve tempo lo spazio disponibile nel vaso. Per questa ragione è necessario applicare trapianti frequenti, all’incirca una volta ogni due anni, a tarda primavera, ai primi caldi, per evitare le gelate tardive che potrebbero compromettere le tenere foglioline.

Il sistema migliore per trapiantare consiste nell’eliminazione totale della terra vecchia, applicando una buona potatura dell’apparato radicale anche superiore alla norma, se necessario: si tratta di una specie molto robusta che sopporta tranquillamente le potature drastiche. Si tenga presente che durante l’operazione di trapianto è indispensabile tagliare le grosse radici fittonanti, che spesso si formano e lignificano molto rapidamente.

Si raccomanda anche l’uso di vasi capienti al fine di poter aumentare la granulometria del terriccio (akadama), in modo da scongiurare il marciume radicale. Uno fra i composti migliori da utilizzare è formato da: akadama (60%), ghiaia (20%) e humus (20%).

POTATURA
Si pota generalmente in primavera, appena prima del risveglio vegetativo, ma bisognerà fare attenzione a lasciare alcuni dei rami vecchi se si vuole godere la fioritura. L’Evonymus, infatti, fiorisce sui rami lunghi 4-6 nodi, all’estremità della vegetazione dell’anno precedente ed occasionalmente sulle vegetazioni laterali vicine, per cui bisognerà applicare la potatura con criterio altrimenti si potrebbe compromettere la fioritura e quindi la successiva fruttificazione. Si pota poi a fine stagione, dopo aver ammirato l’albero nel suo massimo splendore e cioè carico di frutti, sino al primo nodo. Si tratta di un’operazione indispensabile soprattutto nella zona apicale per controllarne la forte dominanza.

PINZATURA
Se si desidera arrestare la crescita di un ramo, si pinzerà con le dita l’ultimo germoglio non appena appare; per ramificare il ramo conviene invece lasciar crescere il germoglio per 6-7 cm, pinzandolo successivamente e lasciando solamente 1-2 cm di crescita nuova.

L’Evonymus è una specie che richiede interventi di pinzatura costanti, altrimenti si perde proporzione nella ramificazione.

I germogli particolarmente vigorosi vanno pinzati a due foglie o si lasciano addirittura spogli: ciò non crea problemi poiché possiede 3-4 gemme dormienti alla base di ogni ramo, che con la pinzatura vengono risvegliati. La pinzatura si applica principalmente in tarda primavera e in autunno.

AVVOLGIMENTO
Nella fase di formazione della struttura è necessario controllare scrupolosamente il vigore dei nuovi germogli, avvolgendoli da aprile ad ottobre, non appena la corteccia si presenterà in forma legnosa, ma facendo molta attenzione al loro ingrossamento per evitare brutte cicatrici. Se si perde questo momento diventerà difficile ottenere la silhouette desiderata o comunque non sarà possibile applicare la piegatura senza incorrere in rotture. È bene ricordare infatti che l’Evonymus presenta una certa rigidità nei rami.

Si consiglia di avvolgere il filo con nastro adesivo prima della sua applicazione, in modo da non segnare la bellissima ed affascinante corteccia.

L’applicazione del filo per la modellatura dei rami vecchi risulta praticamente impossibile, essendo essi molto rigidi e legnosi.

CONCIMAZIONE
Poiché si tratta di una pianta vigorosa, soggetta per cui a continue germogliazioni, va concimata con regolarità e abbondantemente, preferendo concimi organici a lenta cessione, come l’Hanagokoro della Linea Bonsan oppure il Biogold. È consigliabile concimare una volta al mese in aprile e da agosto ad ottobre.

CURE
Si consiglia di effettuare dei controlli scrupolosi della pianta soprattutto durante la primavera e l’estate, quando il pericolo di malattie e attacchi è più alto.

Molto importanti per questa pianta, spesso oggetto di interesse da parte di parassiti di diverso genere, quali insetti, acari e cocciniglie, sono i trattamenti preventivi. È perciò fondamentale applicare costantemente interventi curativi-preventivi, in autunno e inverno, con solfuro di calcio (liquido jin) alla caduta delle foglie.

La principale caratteristica è il meraviglioso colore delle foglie autunnale e l’incantevole aspetto invernale che assumono grazie alla fine ramificazione

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agosto 15, 2025

Enkianthus è un genere di circa 10 specie di arbusti presenti nei boschi dall'Himalaya al Giappone


Questa specie particolarmente ornamentale soprattutto per le colorazioni vivacissime del fogliame che, in autunno, assume bellissime tinte gialle, rosse e scarlatte appartiene alla famiglia delle Ericaceae. In natura l’Enkianthus si sviluppa in forma di piccola pianta arborea o di arbusto con foglie alterne e caduche, addensate alle estremità dei rami. I fiori color bianco e a forma di campana pendente, si sviluppano in primavera. Si tratta di una specie rustica e quindi in grado di adattarsi a quasi tutti i tipi di terreno e di condizioni climatiche.

 

Enkianthus è un genere di circa 10 specie di arbusti prevalentemente decidui, presenti nei boschi dall'Himalaya al Giappone. L'Enkianthus campanulatus è la specie principalmente utilizzata per la coltivazione di bonsai, raggiungendo un'altezza di circa 5 metri nel suo habitat naturale. L'E. campanulatas ha foglie opposte di colore verde opaco, lunghe fino a 6 cm, che virano al giallo-arancio brillante e poi al rosso in autunno. È particolarmente apprezzato per i suoi racemi di 5-15 fiori campanulati giallo crema che sbocciano tra la tarda primavera e l'inizio dell'estate. Esistono due varietà comunemente disponibili: 'albiflorus', a fiori bianchi, e 'Hiraethlyn', a fiori crema con venature rosso scuro.

 

Esistono altre specie di Enkianthus che hanno potenziale bonsai; l'E. perulatus è più compatto e ha foglie più piccole, quindi è più adatto a bonsai di piccole dimensioni. L'E. cernus var. rubens ha foglie leggermente dentate, lunghe fino a 5 cm, che diventano di un rosso porpora scuro in autunno e porta fiori rosso intenso.

 

Gli Enkianthus odiano il calcare (come i rododendri e le azalee) e vanno evitati i terreni calcarei/alcalini.

NOTE SULLA COLTIVAZIONE DEI BONSAI

POSIZIONE: Pieno sole in primavera e autunno, leggera ombra in estate. Resistente al gelo fino a temperature di almeno -5°C.

NUTRIZIONE: Somministrare un fertilizzante bilanciato ogni due settimane dopo la fioritura; occasionalmente è necessaria una sostituzione del fertilizzante con un fertilizzante a base di ericacee che bilancerà il pH del terreno.

RINVASO: Ogni anno in primavera, man mano che le gemme si sviluppano, utilizzare un terriccio standard, assicurandosi però che la sabbia o la pietra utilizzata nel terriccio siano ben lavate per garantire la rimozione di eventuali residui di calcare.

POTATURA: Dopo la fioritura, tagliare i nuovi germogli per dare loro forma durante la stagione vegetativa. Dopo la fioritura, è possibile effettuare una potatura drastica. Le cicatrici più grandi guariscono lentamente.

PROPAGAZIONE: Seminare a 18-21 °C a fine inverno o inizio primavera. Prelevare talee semi-mature in estate. Effettuare la margotta aerea a fine primavera o la margotta terrestre in autunno, da rimuovere la primavera successiva.

PARASSITI E MALATTIE: Le foglie senza problemi, anche se ingiallite, possono indicare clorosi dovuta alla presenza di calcare.

STILE: Forme informali e verticali con tronchi singoli o multipli, di dimensioni da piccole a grandi.

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agosto 08, 2025

L’Eleagno, frequentemente coltivato in forma bonsai, è popolare anche per le sue alte potenzialità

L’Eleagno, frequentemente coltivato in forma bonsai, è popolare non solo come specie da frutto, ma anche per le sue alte potenzialità proprio a livello bonsaistico. Ne esistono diverse specie, che maturano i frutti dalla tarda primavera all’autunno e tutte rappresentano un materiale splendido per la formazione. Tra queste l'Elaeagnus pungens è robusto e facile da formare. Se si considerano le foglie, i frutti, il tronco, tutto lo rende una specie particolarmente adatta per essere trasformata in un bonsai. Generalmente se si domanda ad un amatore come mai non coltivi l’Eleagno, la risposta più frequente fa riferimento alla difficoltà di vederli in frutto. Tuttavia sono alberi con caratteristiche spettacolari, come la corteccia che diventa quasi nera con la maturità, e che se curati adeguatamente danno grandi soddisfazioni anche nella fruttificazione. In arte bonsai, gli stili a cui maggiormente si adatta sono: eretto informale, inclinato, prostrato e a cascata. Oltre all’Elaeagnus pungens, specie di origine giapponese, le specie più diffuse nel nostro Paese sono l’angustifolia e la multiflora.

ESPOSIZIONE


Se posto in vaso non sopporta i climi rigidi, pertanto in inverno va collocato in un luogo riparato, garantendo una posizione luminosa e fresca, con temperature sopra i 2°C. Dalla primavera fino a settembre andrà collocato all’esterno: la posizione ideale è in pieno sole in un luogo ben ventilato, posizione che permetterà di prevenire anche i facili attacchi di afidi a questa specie.

ANNAFFIATURA


Durante la stagione vegetativa necessita di abbondanti annaffiature, che verranno diradate in autunno-inverno, facendo però attenzione che il terreno non arrivi mai ad inaridirsi. In caso di mancanza d’acqua le foglie cadono, perdendo di conseguenza anche i frutti che si formano a lato delle foglie stesse. In estate è necessario controllare scrupolosamente le annaffiature, poiché è una specie che necessita di molta acqua.

TERRENO


Uno dei composti utilizzabili per questa specie è costituito da: 80% akadama e 20% terra pronta, ma se lo scopo è quello di far sviluppare più rapidamente le radici, si trapianta ad intervalli di due anni in akadama pura.

RINVASO


Si effettua ogni 2/3 anni all’inizio della primavera sulle specie a foglia caduca, a tarda primavera (aprile-maggio) su quelle sempreverdi. Gli alberi di questa famiglia producono, come le leguminose, dei noduli benefici a livello di apparato radicale, che non bisogna potare: sono batteri Azoto-fissatori che vivono in simbiosi con la pianta.

POTATURA


La sua facilità di formazione è rappresentata dalla possibilità di intervenire tre volte all'anno con la potatura. Nella fase di formazione i rami vanno lasciati crescere liberamente, potandoli solo quando appariranno eccessivamente lunghi. È indispensabile applicare mastice cicatrizzante con ormoni sulle grosse ferite, in modo da non provocare ritiri di linfa ai quali l’Elaeagnus è soggetto. Fiorisce da maggio a settembre a seconda delle specie e porta i frutti fino ai mesi di ottobre-novembre, ma per ottenere la fruttificazione bisogna evitare la potatura nel periodo di riposo invernale, rinviandola alla fine della primavera. Per riuscire ad avere un’abbondante fioritura l’anno successivo, si pota la pianta dopo la fioritura e un’altra volta alla fine dell’estate. Se si coltiva la varietà pungens, è possibile intervenire con la potatura praticamente in qualsiasi momento dell’anno.

PINZATURA


Le gemme da fiore si formano generalmente sui rami corti, pertanto la coltivazione sarà rivolta all’ottenimento di una grande quantità di questo tipo di rami. In primavera ed in estate si accorciano i nuovi germogli mentre si sviluppano. Generalmente si riduce ad un paio di foglie quando il germoglio presenta otto foglioline nuove. Se defogliato in giugno, non forma i fiori sulle specie a fioritura più tardiva. Quando si desidera presentare il proprio esemplare ad un'esposizione conviene limitarsi perciò alla pinzatura dei germogli.

AVVOLGIMENTO


La pratica dell’avvolgimento su questa pianta può essere eseguita tutto l’anno, in quanto i rami dell’Elaeagnus sono flessibili anche in inverno. Si tratta di una peculiarità che rende quasi nulli i pericoli di rotture durante l’applicazione del filo.

CONCIMAZIONE


Si fertilizza in primavera ed in autunno con concime organico a lenta cessione tipo aburukasu della linea Bonsan. Garantirle un nutrimento costante significa riuscire a stimolare efficacemente la fioritura e la fruttificazione. Utilizzare un concime a base di polvere d’osso è un piccolo trucco per ottenere più facilmente i frutti. Durante i mesi più caldi e quelli invernali, momenti in cui l’attività della pianta è ridotta, non si concima.

CURE


È soggetto soprattutto agli afidi, che compaiono sulle cime tenere dei germogli, alla cocciniglia e alla fumaggine. Si tratta comunque di patologie che si riescono a debellare senza problemi, se si agisce prontamente utilizzando i prodotti specifici.
Questa pianta molto resistente, che cresce rigogliosa dando un piacevole senso di natura selvaggia, è caratterizzata da una grande ricchezza di rami e di foglie. In maggio-giugno si ricopre di fiori penduli a campanula, che saranno poi sostituiti da deliziosi frutti commestibili di color ruggine all'inizio dell'autunno. Esistono sia varietà a foglia caduca che sempreverde.

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agosto 01, 2025

La coltivazione del Diospyros kaki come bonsai è relativamente facile.

Il Diospyros kaki come bonsai

Sono soprattutto i Cachi selvatici che portano i frutti del tipo astringente ad essere utilizzati per la coltivazione come bonsai, e nel nostro Paese essi sono particolarmente diffusi nei boschi del centro. La sua formazione non è difficile e risulta anche piuttosto semplice da seguire nel suo processo di crescita. Per questi motivi, è particolarmente consigliato ai principianti e ai bonsaisti meno pazienti, poiché, se curato adeguatamente, offre soddisfazioni in brevissimo tempo: si riesce a farlo fruttificare in un anno o due dalla coltivazione in vaso. Per conferirgli, invece, il carattere che solo un bonsai maturo riesce ad esprimere, saranno necessari anni di lavorazione e applicazione delle tecniche. Una delle qualità di questa specie è la possibilità di poterlo coltivare in numerosi stili tra i quali: eretto, cascata, litterati, due tronchi, tronco multiplo, a zattera e a bosco.

Esposizione.

La posizione ideale per questa specie è quella ventilata e soleggiata. Anche durante l'estate, il Diospyros kaki non ha bisogno di particolare protezione: solo nel caso in cui non si abbia la possibilità di controllare costantemente lo stato della terra è consigliabile ombreggiarlo. Nei mesi invernali, non vanno adottate particolari precauzioni, ad eccezione dei momenti in cui la temperatura scende sotto lo zero: in questo caso è necessario collocare l'albero in un luogo riparato, in modo che la terra non geli.

Annaffiatura.

Il Diospyros kaki necessita, per il proprio sviluppo, di abbondante acqua, soprattutto durante il periodo di fioritura. È bene annaffiare, accertandosi dello stato della terra, poiché va bagnata solo quando risulterà leggermente asciutta al tatto.

Terreno.

Il composto più adatto a questa specie è costituito da: 80% di akadama e 20% di sabbia.

Rinvaso.

Il periodo migliore per trapiantare questa specie è la primavera, prima del risveglio vegetativo. La frequenza con cui effettuare il trapianto è ogni 2-3 anni; superata la fase di crescita, a causa del rapido sviluppo delle radici, è meglio operare ogni anno.

Potatura.

Per quanto riguarda questa operazione, vanno tenuti presenti gli obiettivi per cui viene applicata: se lo scopo è la formazione dei rami, la potatura dovrà essere effettuata da ottobre a febbraio, successivamente alla caduta delle foglie; nel caso in cui invece l'obiettivo riguarda la fruttificazione, nel mese di giugno, quando i frutti interrompono la loro crescita, si potano i rami, selezionando quelli che si intende lasciare. È sempre meglio intervenire sui rami giovani, poiché quando raggiungo i 15-20 cm di lunghezza, diventano estremamente rigidi.

Pinzatura.

Poiché il Caco, diventa particolarmente affascinante nel momento in cui porta i suoi frutti, l'obiettivo primario della pinzatura è quello di ottenere il maggior numero possibile di gemme da fiore. Il metodo migliore consiste nel pinzare a due gemme il ramo, ogni volta che ne presenta quattro, durante il periodo vegetativo.

Avvolgimento.

Due sono i periodi ideali per applicare il filo sul Caco. Se è necessario curvare grossi rami, il momento migliore è l'autunno, quando le foglie cominciano ad ingiallire. Il filo va applicato, facendo attenzione a non schiacciare nessuna gemma. Si tenga presente che i rami di questa pianta sono piuttosto fragili, quindi è meglio provvedere alla piegatura in due tempi: inizialmente si curva leggermente e dopo due/tre giorni si completa la curvatura. Generalmente, il filo verrà rimosso dopo la fioritura dell'anno successivo. Se invece occorre modellare le nuove vegetazioni, si opera in giugno, prima che si lignifichino: si riuscirà a dare forma ai rami senza sforzo e senza correre rischi di rottura. Non appena il filo inizia ad incidere la corteccia, occorre toglierlo.

Concimazione.

Alla fine della fioritura, dopo la potatura, somministrare Concime Stimolante Bonsan unito a Concime Organico Liquido Bonsan per 3 volte ad intervalli di 8-10 giorni. Tale concimazione può essere sostituita da una somministrazione di Concime Stimolante Bonsan più Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro per 2 volte ogni 15-20 giorni. Negli altri periodi utilizzare il Concime Organico Liquido Bonsan ogni 15 giorni fino ad ottobre, oppure Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro ogni 15-25 giorni, escludendo il periodo di luglio e agosto. Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro; 3-4 volte all'anno è opportuno intervenire anche con la Soluzione Curativa Minerale Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

Cure.

Se si esclude la cocciniglia, non è particolarmente soggetto a malattie. In ogni caso, per evitare che, come tutti gli alberi da frutto, venga attaccato da funghi e virus è importante effettuare periodicamente dei trattamenti preventivi.

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luglio 25, 2025

In arte bonsai, la Cydonia è molto apprezzata per la bellezza dei suoi frutti.

In arte bonsai, la Cydonia è molto apprezzata per la bellezza dei suoi frutti e per la forte dinamicità del suo tronco. Inoltre, essendo un albero vigoroso e robusto, risulta piuttosto semplice da formare. Gli stili a cui meglio si adatta sono: eretto, inclinato, prostrato, a cascata, a 2 tronchi, a ceppo comune, a tronco multiplo, a zattera e a gruppo.


ESPOSIZIONE


Ama essere esposta tutto l’anno in pieno sole.

 

ANNAFFIATURA


Durante la stagione vegetativa deve essere quotidiana. In particolar modo si abbia cura di controllare meticolosamente le annaffiature dopo la fioritura, poiché la causa principale della perdita dei frutti, quando sono ancora immaturi è proprio la mancanza d’acqua.

TERRENO

 

Il composto più adatto a questa specie è costituito da: 90% akadama e 10% terra pronta

 

RINVASO


Il rinvaso si effettua ogni due-tre anni in primavera.

 

POTATURA


L’obiettivo principale della potatura degli apici dei rami di questa specie è quello di deviare l’energia di crescita concentrata nelle zone periferiche, verso l’interno, in modo da stimolare la formazione di gemme. Questo intervento, quando necessario, si effettua in primavera.

 

PINZATURA


Durante la fase di formazione dei rami, che può durare anche qualche anno, non ci si deve preoccupare della comparsa dei fiori, ma pinzare ogni qual volta serve per far ramificare i nuovi germogli. Superato questo periodo, bisognerà concentrarsi sulle gemme da fiore, rinviando ogni pinzatura dei nuovi germogli alla fine di giugno, lasciando solo un paio di internodi, allo scopo di conservare le gemme da fiore.

 

AVVOLGIMENTO


Si applica il filo sui rami allo scopo di abbassarli.

 

CONCIMAZIONE

 

Alla fine della fioritura, dopo la potatura, somministrare Concime Stimolante Bonsan unito a Concime Organico Liquido Bonsan per 3 volte ad intervalli di 8-10 giorni. Tale concimazione può essere sostituita da una somministrazione di Concime Stimolante Bonsan più Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro per 2 volte ogni 15-20 giorni. Negli altri periodi utilizzare il Concime Organico Liquido Bonsan ogni 15 giorni fino ad ottobre, oppure Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro ogni 15-25 giorni, escludendo il periodo di luglio e agosto. Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro; 3-4 volte all'anno è opportuno intervenire anche con la Soluzione Curativa Minerale Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.
CURE


È soggetta soprattutto a muffe e marciume.

In arte bonsai, la Cydonia è molto apprezzata per la bellezza dei suoi frutti e per la forte dinamicità del suo tronco

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luglio 18, 2025

Bonsai di Baobab africano e ciliegio nero!

Ciao a tutti, cosa posso dirvi? Il mio hobby preferito è coltivare degli splendidi bonsai e sapere quanto stanno bene!

Ecco il mio ciliegio nero che cresce benissimo, ho intenzione di farlo crescere tagliando i rami e lasciando solo le foglie alle estremità, buona idea?

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I miei due salici stanno crescendo molto bene e tra un anno o due dovrebbero crescere di nuovo robusti e frondosi!

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Splendido albero di Boaobab africano che sta davvero bene, ora che sta per entrare l'inverno, questi stagneranno e perderanno le foglie fino alla primavera, attualmente ne ho 3 di questi adorabili alberi

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Sopra e sotto il mio epico Fever Tree, così come un'altra acacia (Thorn Tree) e il delizioso Boabab africano del mio piccolo Jesse!

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Qui abbiamo il mio albero leopardo, uno dei miei preferiti, che promette di diventare un albero straordinario una volta maturo; l'altro è un adorabile albero della fortuna!

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Allora, cos'è questo? L'ho piantato da un seme che ho trovato in giardino, ma non ho idea di cosa sia. Qualche idea? Mi piace comunque!

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La natura è incredibile!

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aprile 08, 2025

La Cryptomeria è un simbolo del Giappone, venerato come sacro per il suo aspetto maestoso e la sua longevità.

La Criptomeria è molto ricercata come specie bonsai grazie alla sua chioma ed al suo portamento. Anche se può essere formata in diversi stili, eretto formale, su roccia, a doppio tronco e a tronco multiplo, quello a cui meglio si adatta è sicuramente il formale poiché ricalca proprio la tipica forma di crescita della Cryptomeria. La sua tendenza a crescere diritta è talmente marcata che anche avvolgendone il tronco per curvarlo, presto riprenderebbe la posizione verticale. Il suo sviluppo verticale è garantito da un nebari particolarmente forte; la pianta stessa è molto vigorosa, in continua crescita dalla primavera all’autunno, compresa l’estate. Questa caratteristica, se da un lato comporta una facile coltivazione, dall’altro fa perdere facilmente all’albero le giuste proporzioni e perciò è necessaria una costante attenzione nella modellatura. La grande popolarità che riscuote fra gli appassionati dell’arte bonsai riguarda soprattutto la sua velocità di sviluppo, grazie alla quale la Cryptomeria raggiunge un buono stato di maturità in pochi anni. Si tratta di una caratteristica che si può riscontrare anche osservandone la corteccia che rapidamente assume un magnifico aspetto vetusto e rugoso.

ESPOSIZIONE

Questa specie ama situazioni di caldo e umidità, ma gli esemplari più giovani non sopportano il sole diretto intenso. In climi particolarmente secchi, la posizione più adatta è a mezzombra, mentre in climi freddi è bene proteggere la pianta in inverno collocandola in serra fredda o in un luogo riparato, ma non riscaldato. In nessun caso, comunque, deve essere sottoposta a gelate continue. Va considerato inoltre che le piante adulte, contrariamente a quelle giovani, amano essere esposte in pieno sole poiché esso favorisce lo sviluppo di un fogliame minuto e compatto.

ANNAFFIATURA

Generalmente richiede annaffiature più frequenti rispetto alle altre specie sempreverdi; in estate può essere necessario bagnare anche 3, 4 volte al giorno, tenendo presente che, dalla primavera all’autunno, necessita costantemente di cospicue somministrazioni d’acqua. Anche in inverno però non bisogna trascurare di garantirgli l’indispensabile grado di umidità, intervenendo regolarmente sia sulla parte aerea attraverso la nebulizzazione degli aghi, sia sul terriccio con l’annaffiatura, evitando di farlo seccare completamente.

TERRENO

Il composto più adatto a questa specie è costituito da: akadama 70%, terra pronta 20% e sabbia 10%.

RINVASO

Poiché la Cryptomeria produce radici nuove in abbondanza, il trapianto è molto semplice e non comporta grossi rischi. Si interviene una volta ogni 2-3 anni per gli esemplari in formazione ed ogni 3-5 anni per quelli più maturi, sempre a metà primavera.

POTATURA

Visto che lo stile tipico di crescita della Cryptomeria è l’eretto formale, significa che la collocazione dei rami lungo il tronco è ben definita: ramificazione alternata, a destra e a sinistra, rami posteriori a partire dal primo ramo e frontali nell’ultimo terzo superiore dell’albero. Praticata la prima potatura di formazione, con la quale si modella la struttura di base, raramente capiterà di dover potare dei rami importanti; tuttavia se fosse necessario, si usi pasta cicatrizzante per evitare fuoriuscite di linfa, ricordando che l’epoca migliore in cui intervenire è la fine dell’inverno. Per quanto riguarda la potatura di mantenimento, è bene tener presente che questa pianta tende a crescere compatta, producendo un’infinità di germogli e foglie secche all’interno: per modificare questo processo naturale, è necessario sfoltire costantemente i rami, separando i palchi di vegetazione, in modo che ogni ramo possa risultare chiaramente delimitato e la luce riesca a raggiungere anche le zone più interne.

PINZATURA

La pinzatura è il lavoro più importante per questa specie e si pratica durante tutto il periodo di crescita, all’incirca fino alla fine di settembre. L’obiettivo è quello di ottenere rami sufficientemente folti e distribuiti a palchi. L’intervento deve essere effettuato solo utilizzando le dita, strappando la cima di ciascun germoglio; in nessun caso si utilizzino le cesoie, altrimenti le punte tagliate seccano. Prima di procedere indiscriminatamente con questa operazione, bisogna considerare che con la pinzatura si mantiene una buona silhouette della pianta, ma se ne rallenta lo sviluppo, di conseguenza se è necessario far ingrossare un ramo ci si deve astenere dal pinzarlo.

AVVOLGIMENTO

Si tratta di una tecnica che si applica solo in fase iniziale per correggere il tronco o collocare i rami nella posizione adeguata, tenendo presente che il periodo migliore in cui intervenire va dalla tarda primavera all’autunno. In seguito, poiché i rami diventano molto densi, l’avvolgimento sarà piuttosto difficile da applicare: se fosse assolutamente indispensabile, converrà ricorrere all’impiego di tiranti.

CONCIMAZIONE

Da aprile all'inizio di luglio, somministrare ogni 15 giorni il Concime Liquido Organico Bonsan insieme al Concime Stimolante Bonsan, oppure, una volta al mese, Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro più il Concime Stimolante Bonsan. Dalla fine di agosto ad ottobre fertilizzare ogni 15 giorni con Concime Liquido Organico Bonsan o con Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro. Due volte all'anno (in autunno e a fine inverno) somministrare Bonsan Concime Solido Organico Hanagokoro; 3-4 volte all'anno è opportuno intervenire anche con la Soluzione Curativa Minerale Bonsan. Per stimolare la radicazione, utilizzare Concime Fluido Organico Minerale con vitamine B Bonsan al posto del Concime Liquido Organico Bonsan.

 

CURE

Le patologie che più frequentemente interessano questa specie sono il ragnetto rosso e la cocciniglia. Per entrambe, la soluzione consiste nell’utilizzo di un acaricida e di un insetticida sistemico, mantenendo l’albero pulito da aghi secchi. Tendenzialmente non subisce attacchi da parte di funghi se il composto è caratterizzato da un drenaggio adeguato e se la collocazione è in un luogo ben ventilato.

Nei paesi d'origine, Cina e Giappone, questa confiera ad alto fusto dal tronco rugoso e dalle foglie aghiformi, perenni, che diventano rosse in inverno, raggiunge i 60 metri d'altezza. Con la coltivazione a bonsai è possibile miniaturizzare questa pianta senza ridurne la suggestione: infatti nei boschetti di Cryptomeria si crea uno scorcio di bosco montano, mantenendone integra la magia.

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