Sono rimasto molto sorpreso delle statistiche che mi ha presentato il mese di settembre scorso.
In tutta sincerità mi sarei aspettato molto di più da Come creare un mame da una talea di Olmo cinese (1a parte, 2da parte y 3a parte).
Non mi ha invece sorpreso l’articolo legato a un classico del bonsai:La potatura serve per dare al bonsai la forma desiderata. Un articolo che è la prova di come certi argomenti suscitano interesse e di come non è sbagliato prenderli in considerazione.
1.- La mia collezione personale de vasi e sottovasi per bonsai (2a parte).
2.- La mia collezione personale de vasi e sottovasi per bonsai (1a parte).
3.- Il Pino Silvestre come bonsai (2a parte).
ll pino silvestre occupa un vastissimo areale che va dagli Appennini, all'Europa del nord sino all'Asia nord-orientale. Si tratta di una pianta eliofila che sopporta climi rigidi e aridità del suolo. Frugale vegeta su qualsiasi substrato, ha rapido accresci mento e può raggiungere i 40 metri di altezza. Il legno di questa specie, soprattutto nella sua varietà scozzese, chiamata Scots pine o pino della Caledonia, è di ottima qualità; presenta alburno biancastro e durame rossastro, è resistente e facile da lavorare; particolare è il viraggio della vegetazione di quest' ultimo, che ha un colore tendente all'azzurro intenso, molto affascinante soprattutto nel periodo invernale nonché corteccia più liscia rispetto al nostro pino silvestre.
4.- Il Pino Silvestre come bonsai (1a parte).
Il periodo migliore per la raccolta in natura è sicuramente la primavera,all'allungarsi delle candele, prima del loro schiudersi, avendo l'accortezza di proteggere le radici con stracci umidi, in quanto è già motivo di soddisfazione riuscire a raccogliere materiali senza zolla ma con numerosi capillari, che vanno pertanto trattati con grande cura e mantenuti umidi fino alla posa in vaso. Un substrato costituito da pomice o pozzolana di granulometria media risulta essere ideale per un buon attecchimento, umidificando spesso la chioma con acqua a basso contenuto calcareo con l'aggiunta di fitostimolanti e ponendo sopra al substrato un piccolo strato di sfagno sminuzzato che permette di mantenere un grado di umidità ideale per il buon esito dell'attecchimento.
5.- La potatura serve per dare al bonsai la forma desiderata.
La potatura serve per dare al bonsai la forma desiderata, definisce la struttura del bonsai, si eliminano i rami non necessari, o con dei difetti e si crea spazio tra foglie e rami per consentire a tutta la pianta di ricevere aria e luce. Nella potatura di impostazione si lasciano dei rami non necessari per aumentare il vigore di alcune zone o per fare ingrossare il tronco. Per equilibrare il vigore dei rami si potano i rami forti e si lasciano crescere quelli deboli, generalmente il vigore maggiore dei rami è verso l'apice e nei rami più alti, controllando le gemme in inverno si può determinare la zona più forte ( gemma grande più vigore, gemma piccola meno vigore).
6.- Come accorciare I tempi: In termini di tempo, il bonsai è lento.
II ginepro comune (Junìperus communis) cresce sia in terreni acidi che calcarei. Questo soggetto ha una forma notevole ed è il tipico materiale che si può trovare in natura: la sua altezza di circa 1 metro e mezzo lo rende inadatto alla coltivazione bonsai.
In termini di tempo, il bonsai è lento: il procedimento per creare un albero piacevole può richiedere decenni. Bisogna pensare in termini di anni e stagioru vegetative piuttosto che in mesi o giorni. In un certo senso, ciò è tipicamente orientale dal momento che in quella cultura tutti accettano che certe cose semplicemente non possono essere fatte più in fretta.
7.- Azalea, bonsai del portamento elegante e dalla fioritura spettacolare.
L’Albero delle rose (rhododendron) è il nome in latino di questo bonsai dal portamento elegante e dalla fioritura spettacolare.
Le specie esistenti sono centinaia, con variazioni notevoli di struttura e di colore dei fiori, ma tutte sono adatte alla coltivazione a bonsai.
Infatti, la splendida fioritura, le piccole foglie, il tronco rugoso con le radici di base (nebari) che si allargano a raggiera, sono qualità che permettono di realizzare in pochi anni, degli esemplari di notevole effetto.
In Giappone, il Prunus mume è da sempre considerato un grande portafortuna, da regalare alla persona amata. La sua meravigliosa fioritura sui rami ancora nudi, che può essere bianca, o fuxia, appare come d’incanto in gennaio-febbraio, quando la natura circostante è ancora immersa nel lungo sonno invernale.
Grazie alla corteccia scura, aspra e irregolare, in pochi anni assume l’aspetto di un albero centenario, facendo sembrare un vero prodigio l’apparizione dei suoi splendidi fiori. Pur essendo un albero da frutto, questo bonsai ha una buona resistenza agli attacchi dei parassiti, sia animali, sia vegetali; inoltre, è una essenza molto rustica, che può essere gestita anche dai bonsaisti meno esperti.
9.- Quercia, simbolo di forza e maestosità.
La quercia, fin dall’antichità, è citata come simbolo di forza, di maestosità e di lunga vita.
In effetti, il bonsai di Quercia irradia una senzazione di potenza e vigoria, che poche altre piante riescono a trasmettere. Il tronco è robusto e squamato, i rami sono potenti e affusolati, mentre le foglie, alterne e dentate, possono resistere anche due anni prima di cadere; infine, la produzione delle ghiande evoca nell’osservatore dolci ricordi giovanili. Le specie di questa famiglia sono moltissime ( Farnia, Rovere, Cerro, Leccio, Sughera, ecc.) ma in questo capitolo parleremo della Roverella. Questa pianta, che deve il suo nome (Quercus pubescens) alla microscopica peluria presente sulla pagina inferiore delle foglie, in natura vegeta benissimo sia nel caldo della Sicilia, sia nel freddo delle Alpi, fino ai 1500 metri di altitudine; sopporta i terreni calcarei e resiste molto bene alla siccità. Le doti di resistenza appena elencate, unite all’aspetto maestoso ed affascinante, anno permesso a questa essenza di diventare una delle specie più utilizzate nella tecnica bonsai.
10.- Il meglio di Hobby Bonsai nel mese di Giugno 2013: i 10 articoli più cliccati.
Le azalee sempreverdi del Lago Maggiore.
Arbusto d’origine orientale, adattatosi ai nostri climi sin dall’Ottocento, possiede oggi una vastissima offerta varietale, composta da differenti specie, da vecchie cultivar del lago e da recenti ibridi belgi ed americani.
E’ una pianta rustica, molto longeva, ed il suo apparato radicale ridotto è ideale per la coltivazione in vaso, ma splendida per la formazione di macchie policrome nei parchi e giardini. La produzione interessa arbusti accestiti, compatti e molto fioriferi, con una gamma cromatica assai ampia ed una miriade di variazioni intermedie, composte anche da variegature e marginature dei petali.
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