La concimazione del bonsai deve tenere conto d’alcuni aspetti importanti legati alla vita della pianta, questi possono essere così classificati:
A) - Periodo di vegetazione delle varie specie; il periodo è determinato in linea di massima dalle fasce climatiche, queste circoscrivono le zone della superficie terrestre caratterizzate da uniformi condizioni della temperatura e delle precipitazioni nell'arco dell'anno solare.
Le fasce climatiche, da cui provengono la quasi totalità delle specie usate per la costruzione dei bonsai, sono essenzialmente due:
a) le fasce temperate in cui esistono quattro stagioni ben distinte tra loro;
b) le fasce tropico- equatoriale in cui esistono due estesi periodi, uno arido e l'altro piovoso, chiamato "stagione delle piogge".
Nella zona temperata le piante vegetano nel periodo marzo- ottobre; il legno di queste piante presenta zonature annuali di accrescimento che evidenziano l'accrescimento estivo e l'accrescimento autunnale-primaverile, (non esiste una separazione tra la crescita autunnale e quella primaverile poiché quella invernale, a causa della stasi vegetativa, è inesistente ).
Nella zona tropico- equatoriale non esiste separazione tra il legno prodotto nella stagione secca e quello della stagione umida, le eventuali zonature sono determinate da fattori che non necessariamente sono legati al tempo di sviluppo dell'albero.
B) - Limiti di temperatura. Gli alberi hanno limiti di vegetabilità che sono compresi tra temperature ben definite non solo per le singole specie, ma per l'intero regno vegeta le. Il limite inferiore si situa nell'intorno dei 5/7°C., quello superiore si situa sopra i 35°C., all'esterno di quest’intervallo l'albero entra nella stasi vegetativa.
C) - Periodo di rinvaso. In questa fase il bonsai non necessita di concimi, ma di sostanze integratrici del terriccio di rinvaso. Ogni sostanza alimentare fornita al terreno di rinvaso deve avere un meccanismo di cessione che si attivi non prima di 15gg. dal trapianto.
D) - Stati di carenza nutrizionali, che sono spesso determinati da terreni vecchi ed impoveriti dei sali
solubili per le frequenti annaffiature.
E) - Periodo di fioritura.
I CONCIMI ED IL LORO USO.
La pratica della concimazione o la fertilizzazione del terreno, applicata fin dai tempi, antichissimi, si basa sul principio, anzi sulla necessità di restituire al suolo di cultura quelli elementi che sono stati asportati dalle piante durante la loro attività vitale.
Le tecniche di concimazione dei bonsai non si limitano a ripristinare i livelli d’elementi fertilizzanti, giacché con la concimazione si cerca di dare al substrato di cultura più di quanto avesse in origine, per esaltare al massimo l'accrescimento dei nostri alberi.
Innanzi tutto bisogna fornire al terreno i macro elementi in altre parole: l'azoto, il fosforo, il potassio, il magnesio, il calcio, in seguito, secondo le necessità, si forniranno i microelementi.
Mentre sono rare le deficienze di ferro e magnesio, è invece frequente la mancanza d’azoto, fosforo, potassio, che sono consumati in notevoli quantità ed a volte occorre, per le specie che lo sopportano, integrare anche il calcio.
Le concimazioni dei bonsai devono poi tenere conto del grado di formazione della pianta, infatti, un bonsai giovane in fase di formazione ha necessità di fertilizzazioni maggiori, di quanto non n’abbia un vecchio in fase di mantenimento.
I prodotti che si aggiungono al suolo si distinguono in "ammendanti", (es. leonardite), che servono a migliorare le qualità fisico-meccaniche del terreno; "correttivi " che ne correggono la reazione chimica (es. acidificanti od alcalinizzanti) ed i "concimi" che arrecano al terreno gli elementi di fertilità necessari.
I concimi si dividono a loro volta in:
semplici, contengono un solo elemento di fertilità;
composti, sono la somma di due o più concimi semplici;
complessi, nei quali gli elementi di fertilità sono legati tra loro a livello chimico.
I diversi concimi hanno poi reazioni chimiche differenti: alcuni sono neutri, altri acidi ed altri ancora alcalini.
Tra i concimi a reazione neutra più usati sono: il solfato ammonico ed il solfato di potassio.
Tra quelli a reazione acida: il perfosfato minerale.
Tra quelli a reazione alcalina: le scorie Thomas.
Nella pratica si usano, per terreni tendenzialmente acidi concimi alcalini.
I concimi possono poi ancora essere classificati come chimici (ottenuti per sintesi) e organici (prodotti da decomposizione di sostanze viventi).Questi ultimi sono molto importanti, per la carica di micro elementi che contengono, oltre agli acidi fulvici ed alla micro flora batterica (prodotti integratori del terreno).
I più importanti concimi organici sono:
- il guano prodotto dall'accumularsi millenario, in determinati luoghi, delle deiezioni d’uccelli marini;
- il letame prodotto della deiezione d’animali domestici assommato alle loro lettiere. Nonostante le sue ottime qualità e la sua notevole efficacia miglioratrice delle proprietà del terreno, il letame è raramente impiegato nella pratica bonsaistica, perché il suo impiego può essere fastidioso soprattutto per le piante da interno, può essere sostituito da sali ammoniacali come il solfato ammonico, che è assorbito intensamente dal terreno, essendo sottratto all'azione dilavante dell'acqua; esso ha inoltre un’azione fertilizza nte lenta e durevole.
Altri concimi azotati organici sono il sangue secco, la cornunghia, i composti organici, le farine: di pesce, di semi di cotone, d’ossa, che mescolate tra loro costituiscono i " kolan nipponici", tutti questi concimi cedono i componenti più o meno lentamente.
Sono poi da considerarsi concimi minerali d’origine organica le ceneri di legna e di foglie.
Tra i concimi apportatori di fosforo vanno citati: gli ortofosfati intensamente assorbiti dal terreno
quindi facilmente assimilati dai vegetali; i pirofosfati che si convertono rapidamente in ortofosfati,
I fosfati insolubili , più lenti ma interamente utilizzati dai vegetali L'unico fosfato organico è il guano, contengono fosforo anche il sangue secco, i letami ed i prodotti di compostaggio.
Il potassio è fornito quasi esclusivamente sotto forma di solfato poiché questo risulta in assoluto il
meno fitotossico.
Le concimazioni azotate organiche contenendo una notevole quantità d’enzimi, esaltano in maniera notevole la fertilità del substrato; aumentano il rigoglio vegetativo, posticipano le fasi vegetative e possono ritardare in modo notevole la lignificazione dei tessuti.
Un eccesso di concimazione azotata rende i bonsai maggiormente soggetti ai danni da freddo e da
attacchi parassitari.
Le concimazioni fosfatiche accorciano il ciclo vegetativo poiché mentre da un lato ritardano lievemente la ripresa primaverile, dall'altro anticipano la maturazione, sottraendo le nostre piante, ai pericoli rispettivamente dei geli tardivi e delle siccità estive. Al contrario dell'azoto il fosforo accelera la lignificazione dei tessuti con tutti i relativi vantaggi.
Le concimazioni potassiche, infine, hanno effetti buoni sull'intero metabolismo vegetale.
Nei terreni acidi i correttivi di più largo impiego sono la calce agricola, detta anche di defecazione, le marne, le argille calcaree, le dolomiti.
Nei suoli, a reazione alcalina invece s’impiega essenzialmente il gesso agrario finemente macinato o lo zolfo in polvere.
I concimi chimici maggiormente usati sono quelli granulari. Alcuni prodotti sono poi commerciati in forma liquida, questi sono usati come concimi fogliari.
NUTRIZIONE FOGLIARE
Con il termine di nutrizione fogliare s’intende la somministrazione di sostanze nutritive alla parte aerea della pianta; questa si realizza mediante nebulizzazione di una soluzione acquosa delle sostanze nutritizie.
Questo tipo di somministrazione è relativamente semplice, molto utile quando si debba ovviare, ai danni creati da carenze o malattie, tuttavia questa tecnica richiede una notevole esperienza e molte precauzioni, poiché un’eccessiva somministrazione crea danni più o meno seri alle foglie, fino al punto di causare la completa defogliazione della pianta trattata.
Per raggiungere mediante questa pratica i risultati auspicati occorre ricorrere a somministrazioni frequenti ma a bassa concentrazione d’elementi fertilizzanti (soluzioni a forte diluizione), le piante da trattare devono avere un apparato fogliare sufficientemente folto da catturare la quasi totalità della soluzione nutritiva, occorre inoltre avere l'avvertenza di aggiungere sempre alla soluzione fogliare un "bagnante", (tensioattivo) che ne garantisca una totale distribuzione ed aderenza all'apparato fogliare.
La nutrizione fogliare non sostituisce il tradizionale sistema di concimazione, ma lo integra utilmente nei seguenti casi:
1) - per dare un rapido incremento alla crescita, quando questa sia arrestata: da un eccessivo
dilav amento del terreno, da danni causati da nottate troppo fredde, da venti freddi o da gelate;
2) - per fornire, in modo rapido, sostanze nutrienti quando le radici non siano più in grado di assorbire sufficiente quantità di nutrimento dal terreno a causa di: prolungata carenza idrica, temperatura troppo bassa, od infine se, per qualunque altra causa, il sistema radicale ha riportato dei danni troppo estesi;
3) - per ovviare alla mancanza di un particolare elemento nutritivo, che, se somministrato al terreno, potrebbe essere trasformato in forma non adatta all'assorbimento, cosa che accade ad esempio con il manganese;
4) - per fornire alla pianta un ulteriore nutrimento in aggiunta ai normali fertilizzanti del terreno, in situazioni vegetative tali che la richiesta, da parte della pianta, di sostanza nutritiva superi la capacità d’assorbimento della radice.
A) - Periodo di vegetazione delle varie specie; il periodo è determinato in linea di massima dalle fasce climatiche, queste circoscrivono le zone della superficie terrestre caratterizzate da uniformi condizioni della temperatura e delle precipitazioni nell'arco dell'anno solare.
Le fasce climatiche, da cui provengono la quasi totalità delle specie usate per la costruzione dei bonsai, sono essenzialmente due:
a) le fasce temperate in cui esistono quattro stagioni ben distinte tra loro;
b) le fasce tropico- equatoriale in cui esistono due estesi periodi, uno arido e l'altro piovoso, chiamato "stagione delle piogge".
Nella zona temperata le piante vegetano nel periodo marzo- ottobre; il legno di queste piante presenta zonature annuali di accrescimento che evidenziano l'accrescimento estivo e l'accrescimento autunnale-primaverile, (non esiste una separazione tra la crescita autunnale e quella primaverile poiché quella invernale, a causa della stasi vegetativa, è inesistente ).
Nella zona tropico- equatoriale non esiste separazione tra il legno prodotto nella stagione secca e quello della stagione umida, le eventuali zonature sono determinate da fattori che non necessariamente sono legati al tempo di sviluppo dell'albero.
B) - Limiti di temperatura. Gli alberi hanno limiti di vegetabilità che sono compresi tra temperature ben definite non solo per le singole specie, ma per l'intero regno vegeta le. Il limite inferiore si situa nell'intorno dei 5/7°C., quello superiore si situa sopra i 35°C., all'esterno di quest’intervallo l'albero entra nella stasi vegetativa.
C) - Periodo di rinvaso. In questa fase il bonsai non necessita di concimi, ma di sostanze integratrici del terriccio di rinvaso. Ogni sostanza alimentare fornita al terreno di rinvaso deve avere un meccanismo di cessione che si attivi non prima di 15gg. dal trapianto.
D) - Stati di carenza nutrizionali, che sono spesso determinati da terreni vecchi ed impoveriti dei sali
solubili per le frequenti annaffiature.
E) - Periodo di fioritura.
I CONCIMI ED IL LORO USO.
La pratica della concimazione o la fertilizzazione del terreno, applicata fin dai tempi, antichissimi, si basa sul principio, anzi sulla necessità di restituire al suolo di cultura quelli elementi che sono stati asportati dalle piante durante la loro attività vitale.
Le tecniche di concimazione dei bonsai non si limitano a ripristinare i livelli d’elementi fertilizzanti, giacché con la concimazione si cerca di dare al substrato di cultura più di quanto avesse in origine, per esaltare al massimo l'accrescimento dei nostri alberi.
Innanzi tutto bisogna fornire al terreno i macro elementi in altre parole: l'azoto, il fosforo, il potassio, il magnesio, il calcio, in seguito, secondo le necessità, si forniranno i microelementi.
Mentre sono rare le deficienze di ferro e magnesio, è invece frequente la mancanza d’azoto, fosforo, potassio, che sono consumati in notevoli quantità ed a volte occorre, per le specie che lo sopportano, integrare anche il calcio.
Le concimazioni dei bonsai devono poi tenere conto del grado di formazione della pianta, infatti, un bonsai giovane in fase di formazione ha necessità di fertilizzazioni maggiori, di quanto non n’abbia un vecchio in fase di mantenimento.
I prodotti che si aggiungono al suolo si distinguono in "ammendanti", (es. leonardite), che servono a migliorare le qualità fisico-meccaniche del terreno; "correttivi " che ne correggono la reazione chimica (es. acidificanti od alcalinizzanti) ed i "concimi" che arrecano al terreno gli elementi di fertilità necessari.
I concimi si dividono a loro volta in:
semplici, contengono un solo elemento di fertilità;
composti, sono la somma di due o più concimi semplici;
complessi, nei quali gli elementi di fertilità sono legati tra loro a livello chimico.
I diversi concimi hanno poi reazioni chimiche differenti: alcuni sono neutri, altri acidi ed altri ancora alcalini.
Tra i concimi a reazione neutra più usati sono: il solfato ammonico ed il solfato di potassio.
Tra quelli a reazione acida: il perfosfato minerale.
Tra quelli a reazione alcalina: le scorie Thomas.
Nella pratica si usano, per terreni tendenzialmente acidi concimi alcalini.
I concimi possono poi ancora essere classificati come chimici (ottenuti per sintesi) e organici (prodotti da decomposizione di sostanze viventi).Questi ultimi sono molto importanti, per la carica di micro elementi che contengono, oltre agli acidi fulvici ed alla micro flora batterica (prodotti integratori del terreno).
I più importanti concimi organici sono:
- il guano prodotto dall'accumularsi millenario, in determinati luoghi, delle deiezioni d’uccelli marini;
- il letame prodotto della deiezione d’animali domestici assommato alle loro lettiere. Nonostante le sue ottime qualità e la sua notevole efficacia miglioratrice delle proprietà del terreno, il letame è raramente impiegato nella pratica bonsaistica, perché il suo impiego può essere fastidioso soprattutto per le piante da interno, può essere sostituito da sali ammoniacali come il solfato ammonico, che è assorbito intensamente dal terreno, essendo sottratto all'azione dilavante dell'acqua; esso ha inoltre un’azione fertilizza nte lenta e durevole.
Altri concimi azotati organici sono il sangue secco, la cornunghia, i composti organici, le farine: di pesce, di semi di cotone, d’ossa, che mescolate tra loro costituiscono i " kolan nipponici", tutti questi concimi cedono i componenti più o meno lentamente.
Sono poi da considerarsi concimi minerali d’origine organica le ceneri di legna e di foglie.
Tra i concimi apportatori di fosforo vanno citati: gli ortofosfati intensamente assorbiti dal terreno
quindi facilmente assimilati dai vegetali; i pirofosfati che si convertono rapidamente in ortofosfati,
I fosfati insolubili , più lenti ma interamente utilizzati dai vegetali L'unico fosfato organico è il guano, contengono fosforo anche il sangue secco, i letami ed i prodotti di compostaggio.
Il potassio è fornito quasi esclusivamente sotto forma di solfato poiché questo risulta in assoluto il
meno fitotossico.
Le concimazioni azotate organiche contenendo una notevole quantità d’enzimi, esaltano in maniera notevole la fertilità del substrato; aumentano il rigoglio vegetativo, posticipano le fasi vegetative e possono ritardare in modo notevole la lignificazione dei tessuti.
Un eccesso di concimazione azotata rende i bonsai maggiormente soggetti ai danni da freddo e da
attacchi parassitari.
Le concimazioni fosfatiche accorciano il ciclo vegetativo poiché mentre da un lato ritardano lievemente la ripresa primaverile, dall'altro anticipano la maturazione, sottraendo le nostre piante, ai pericoli rispettivamente dei geli tardivi e delle siccità estive. Al contrario dell'azoto il fosforo accelera la lignificazione dei tessuti con tutti i relativi vantaggi.
Le concimazioni potassiche, infine, hanno effetti buoni sull'intero metabolismo vegetale.
Nei terreni acidi i correttivi di più largo impiego sono la calce agricola, detta anche di defecazione, le marne, le argille calcaree, le dolomiti.
Nei suoli, a reazione alcalina invece s’impiega essenzialmente il gesso agrario finemente macinato o lo zolfo in polvere.
I concimi chimici maggiormente usati sono quelli granulari. Alcuni prodotti sono poi commerciati in forma liquida, questi sono usati come concimi fogliari.
NUTRIZIONE FOGLIARE
Con il termine di nutrizione fogliare s’intende la somministrazione di sostanze nutritive alla parte aerea della pianta; questa si realizza mediante nebulizzazione di una soluzione acquosa delle sostanze nutritizie.
Questo tipo di somministrazione è relativamente semplice, molto utile quando si debba ovviare, ai danni creati da carenze o malattie, tuttavia questa tecnica richiede una notevole esperienza e molte precauzioni, poiché un’eccessiva somministrazione crea danni più o meno seri alle foglie, fino al punto di causare la completa defogliazione della pianta trattata.
Per raggiungere mediante questa pratica i risultati auspicati occorre ricorrere a somministrazioni frequenti ma a bassa concentrazione d’elementi fertilizzanti (soluzioni a forte diluizione), le piante da trattare devono avere un apparato fogliare sufficientemente folto da catturare la quasi totalità della soluzione nutritiva, occorre inoltre avere l'avvertenza di aggiungere sempre alla soluzione fogliare un "bagnante", (tensioattivo) che ne garantisca una totale distribuzione ed aderenza all'apparato fogliare.
La nutrizione fogliare non sostituisce il tradizionale sistema di concimazione, ma lo integra utilmente nei seguenti casi:
1) - per dare un rapido incremento alla crescita, quando questa sia arrestata: da un eccessivo
dilav amento del terreno, da danni causati da nottate troppo fredde, da venti freddi o da gelate;
2) - per fornire, in modo rapido, sostanze nutrienti quando le radici non siano più in grado di assorbire sufficiente quantità di nutrimento dal terreno a causa di: prolungata carenza idrica, temperatura troppo bassa, od infine se, per qualunque altra causa, il sistema radicale ha riportato dei danni troppo estesi;
3) - per ovviare alla mancanza di un particolare elemento nutritivo, che, se somministrato al terreno, potrebbe essere trasformato in forma non adatta all'assorbimento, cosa che accade ad esempio con il manganese;
4) - per fornire alla pianta un ulteriore nutrimento in aggiunta ai normali fertilizzanti del terreno, in situazioni vegetative tali che la richiesta, da parte della pianta, di sostanza nutritiva superi la capacità d’assorbimento della radice.