Ho trovato questo lontano che cresceva sul bordo di un lago. L'albero era quasi tutto in acqua e perciò ho potuto tirarlo su conservando integra la zolla.
Quando un albero ha molte radici sottili può essere trapiantato direttamente in un vaso da coltivazione o in un vaso bonsai. Questo ontano richiede un minimo di potatura e, nel giro di un anno, potrebbe diventare un bonsai accettabile. Gli ontani vivono bene nell'acqua e traggono vantaggio se sono tenuti in una bacinella d'acqua durante la stagione vegetativa. Crescono vigorosamente e devono essere rinvasati ogni anno.
Quando si raccolgono alberi è assolutamente vitale salvare quante più radici possibile. Se il soggetto si rivela troppo povero di radichette, la cosa migliore è scavare un solco intorno al tronco e attendere per un anno che le radici fibrose si sviluppino. Questo certamente darà all'albero maggiori probabilità di attecchire quando verrà raccolto. Se ciò non è possibile, allora non resta che sperare nella buona sorte.
Qualora l'albero sia molto alto, bisogna alleggerirlo di tutta la parte inutile di vegetazione, prima di estrarlo dal terreno. Questa operazione richiede cautela, per esser certi che i rami tagliati davvero non abbiano una loro parte nel futuro disegno del bonsai. Talvolta, un ramo che al primo sguardo sembra inutile, a una più attenta valutazione, può rivelarsi adatto per fare dei jin o imporsi per qualche altro aspetto interessante della sagoma.
Bisogna sempre cercare di prelevare quanto più è possibile del terreno originale. Quando l'albero è stato estirpato, avvolgete la sua zolla in telo di sacco o fogli di plastica, perché le radici non perdano umidità.
Cure successive
I momenti che seguono l'estirpazione sono probabilmente i più importanti per la sopravivenza del materiale raccolto. L'intervallo tra la raccolta e il trapianto deve essere il più breve possibile. Ovviamente quanto più a lungo l'albero stia fuori dal terreno tanto più si asciuga: appena arrivati a casa, quindi, è consigliabile collocarlo nel letto di raccolta che avete destinato allo scopo.
Questo dovrebbe avere un lato di circa 1 m e dovrebbe essere profondo 45 cm. Va riempito di sabbia grossolana o ghiaietti e deve avere un buon drenaggio.
In alternativa, si può preparare una grossa cassa riempita di sabbia grossolana o di un miscuglio di sabbia e torba. Sistemando in queste condizioni un albero appena raccolto sarete sicuri che s un buon apparato radicale fibroso. Alcuni appassionati propongono l'uso di vitamina B1 in soluzione, per aiutare gli alberi a superare lo shock del trapianto.
Dopo il trapianto l'albero deve essere tenuti in un ambiente protetto. Se la pianta è stata messa in un letto di raccolta, conviene coprirla con un sacchetto i plastica: se avete usato la cassa, allora la serra fredda, che d'estate dovrà essere ombreggiata, è il luogo migliore.
Lo scopo, in entrambi i casi, è creare intorno all'albero un'atmosfera molto umida, per ridurne la traspirazione e alleviare così la fatica dell'apparato radicale. Questo aiuta l'albero a riprendersi il più in tretta possibile.
Non si deve nutrire un albero appena raccolto salvo che stia vegetando molto intensamente, essendo stato estirpato con numerose radici. Se l'albero fatica a sopravvivere, non deve essere assolutamente fertilizzato.
Una concimazione eccessiva e prematura fa più male che bene.
Seguendo questo schema scoprirete che nella maggior parte dei casi gli alberi raccolti all'aperto o in luoghi alternativi non solo sopravivono, ma iniziano a prosperare.
Quando un albero ha molte radici sottili può essere trapiantato direttamente in un vaso da coltivazione o in un vaso bonsai. Questo ontano richiede un minimo di potatura e, nel giro di un anno, potrebbe diventare un bonsai accettabile. Gli ontani vivono bene nell'acqua e traggono vantaggio se sono tenuti in una bacinella d'acqua durante la stagione vegetativa. Crescono vigorosamente e devono essere rinvasati ogni anno.
Quando si raccolgono alberi è assolutamente vitale salvare quante più radici possibile. Se il soggetto si rivela troppo povero di radichette, la cosa migliore è scavare un solco intorno al tronco e attendere per un anno che le radici fibrose si sviluppino. Questo certamente darà all'albero maggiori probabilità di attecchire quando verrà raccolto. Se ciò non è possibile, allora non resta che sperare nella buona sorte.
Qualora l'albero sia molto alto, bisogna alleggerirlo di tutta la parte inutile di vegetazione, prima di estrarlo dal terreno. Questa operazione richiede cautela, per esser certi che i rami tagliati davvero non abbiano una loro parte nel futuro disegno del bonsai. Talvolta, un ramo che al primo sguardo sembra inutile, a una più attenta valutazione, può rivelarsi adatto per fare dei jin o imporsi per qualche altro aspetto interessante della sagoma.
Bisogna sempre cercare di prelevare quanto più è possibile del terreno originale. Quando l'albero è stato estirpato, avvolgete la sua zolla in telo di sacco o fogli di plastica, perché le radici non perdano umidità.
Un pino silvestre che è stato raccolto 15 anni fa come semenzale, è stato coltivato nello stile cascata. Nonostante il tronco e la chioma si siano sviluppati considerevolmente in questi anni, il bonsai richiede ancora di essere perfezionato. In primavera sarà rinvasato in un contenitore alto e la chioma verrà ridotta in palchi.
Un albero appena scavato non è in grado di fornire alle sue foglie la necessaria umidità, persa durante il trapianto. È importantissimo perciò ridurre il fogliame, soprattutto se si tratta di una latifoglia raccolta in piena vegetazione. Se le piante decidue vengono raccolte fuori del periodo di dormenza è meglio toglier loro tutte le foglie. Con le conifere è importante invece non ridurre troppo la chioma: un ramo stagliato completamente è destinato a morire Diversamente dalle latifoglie, le conlfere non producono rapidamente nuova vegetazione dai rami nudi: alcune foglie devono essere lasciate in cima ai rami perché possono 'tirare' la linfa.Cure successive
I momenti che seguono l'estirpazione sono probabilmente i più importanti per la sopravivenza del materiale raccolto. L'intervallo tra la raccolta e il trapianto deve essere il più breve possibile. Ovviamente quanto più a lungo l'albero stia fuori dal terreno tanto più si asciuga: appena arrivati a casa, quindi, è consigliabile collocarlo nel letto di raccolta che avete destinato allo scopo.
Questo dovrebbe avere un lato di circa 1 m e dovrebbe essere profondo 45 cm. Va riempito di sabbia grossolana o ghiaietti e deve avere un buon drenaggio.
In alternativa, si può preparare una grossa cassa riempita di sabbia grossolana o di un miscuglio di sabbia e torba. Sistemando in queste condizioni un albero appena raccolto sarete sicuri che s un buon apparato radicale fibroso. Alcuni appassionati propongono l'uso di vitamina B1 in soluzione, per aiutare gli alberi a superare lo shock del trapianto.
Dopo il trapianto l'albero deve essere tenuti in un ambiente protetto. Se la pianta è stata messa in un letto di raccolta, conviene coprirla con un sacchetto i plastica: se avete usato la cassa, allora la serra fredda, che d'estate dovrà essere ombreggiata, è il luogo migliore.
Lo scopo, in entrambi i casi, è creare intorno all'albero un'atmosfera molto umida, per ridurne la traspirazione e alleviare così la fatica dell'apparato radicale. Questo aiuta l'albero a riprendersi il più in tretta possibile.
Non si deve nutrire un albero appena raccolto salvo che stia vegetando molto intensamente, essendo stato estirpato con numerose radici. Se l'albero fatica a sopravvivere, non deve essere assolutamente fertilizzato.
Una concimazione eccessiva e prematura fa più male che bene.
Seguendo questo schema scoprirete che nella maggior parte dei casi gli alberi raccolti all'aperto o in luoghi alternativi non solo sopravivono, ma iniziano a prosperare.