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ottobre 18, 2008

Le strutture interne dell'albero

Il tronco
Per la legge naturale “del minimo” che implica il raggiungimento di un risultato con il minimo impiego d’energie (economicità energetica), la sezione dei vegetali, tende alla forma circolare.

Perché il cerchio è la figura geometrica che a parità di perimetro, rispetto ad altre, ha la massima superficie circoscritta dal
medesimo.

Le pianticelle nel primo anno di vita hanno una struttura complessiva che si chiama struttura primaria;
negli anni successivi le piante si sviluppano per continua sovrapposizione radiale di sostanza, questo processo è chiamato "accrescimento secondario in spessore".




La struttura secondaria d’accrescimento del tronco, è molto evidente nelle piante legnose che
all'osservazione si presentano ad anelli concentrici.

Sezionando il tronco si osservano dal centro verso la periferia quattro zone: il legno, il cambio, il libro,la corteccia.

Al centro della pianta si osserva una zona, particolare, cava in alcune specie, detta midollo. Da questa partono strutture radiali, i rami midollari primari che collegano il centro della pianta alla corteccia, nella sezione trasversale questi sono poco evidenti.

Ecco, nel dettaglio come sono costituite le varie zone:

La corteccia.
E' costituita nella parte più esterna dall’epidermide, seguita nell'ordine dal sughero, dal fellogeno o zona generatrice esterna (in questa zona si produce la scorza esterna), dal felloderma e da lla corteccia primaria.

Il libro (corteccia secondaria).
E' la zona dei vasi cribrosi percorsi in senso discendente dalla linfa elaborata. Questa zona è costituita da un tessuto detto floema. Verso l'esterno, a causa dell’accrescimento, il floema degenera formando la corteccia; la struttura rimane viva solo per pochi mm. nella parte interna.

Il cambio (zona generatrice interna).
A causa dell’accrescimento secondario in spessore in questa zona si origina tessuto a caratteristica meristematica formante un anello chiuso. Nel suo sviluppo il cambio produce all'interno "xilema" costituente il legno, ed all'esterno "floema" costituente il tessuto corticale Il cambio all'interno dei raggi midollari genera parenchima, collegandoli alla corteccia secondaria di nuova formazione.

Il legno.
Il cambio genera maggior quantità di tessuto all'interno a causa di ciò, lo xilema secondario forma degli spessi strati continui attraversati da sottili rami midollari. Questa formazione interna al cambio più i rami midollari costituiscono il legno. Questo è formato da trachee e tracheidi che sono cellule morte e lignificate aventi,le prime, funzione di conduzione e le seconde di sostegno.

Il legno contiene poi del parenchima legnoso (tessuto vivo) che accumula sostanze organiche e le
trasporta in senso radiale.
Nelle regioni a clima temperato la crescita è discontinua mentre non lo è nei paesi tropicali.
L'alternanza stagionale evidenzia nei legni della nostra fascia climatica degli strati concentrici detti "cerchi annuali" (cosa che non avviene nei legni tropicali). Il legno primaverile è costituito da vasi larghi (a causa dell'elevato apporto d’acqua), il legno estivo da vasi stretti e notevole tessuto di sostegno. Il legno primaverile e quello autunnale non sono nettamente separati mentre quello estivo che determina l'anello annuale è molto evidente.


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I legni si possono poi dividere. A pori sparsi (legni dolci) ed a pori distribuiti ad anello(legni duri).
I legni duri sono pesanti, quelli teneri sono leggeri.

In alcuni gli strati profondi hanno una colorazione scura che si chiama cuore o duramen o massello questo costituisce il legno vecchio; la particolarità della colorazione deriva al legno dai "flolofeni", (tannini) che sono sostanze antiputrescenti. Gli alberi nel quale il legno vecchio non è indurito tendono ad imputridire al centro diventando cavi.

Al legno giovane chiamato alburno è assegnato la funzione di trasporto dell'acqua. Questa è limitata al solo anello annuale più recente.

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A proposito dell'autore: Fausto Baccino

Un bonsai non è semplicemente una pianta. È una filosofia, un simbolo d’armonica condivisione con la natura. È un essere vivente sul quale vanno riversate tante attenzioni. Alcuni ritengono che per curarne uno sia necessario essere sereni con se stessi, in armonia con la natura.

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