Una particolare cura nella costruzione del bonsai deve essere dedicata alla impostazione di un buon apparato radicale. Benché la parte più evidente sia l'attacco delle radici alla base del tronco, anche la parte non visibile deve essere costruita in modo perfetto (o quasi) per essere funzionale al massimo.
Detto in due parole gli obiettivi da raggiungere nel costruire l'apparato radicale sono i seguenti: il primo è quello estetico, che riguarda la parte visibile di radici alla base del tronco, quello che i giapponesi chiamano nebari; il secondo, non meno importante del primo, è quello funzionale. Nel ridotto spazio del vaso dobbiamo ottenere lo stesso grado di funzionalità che in natura si ottiene con un sistema di radici che si espande nel terreno in modo molto più ampio.
Per quel che riguarda l'aspetto estetico, è considerata una buona disposizione quella che così si presenta:
- radici principali che si dipartono a raggiera dal piede dell'albero;
- dimensioni delle radici ben proporzionate con quelle del tronco;
- la loro rugosità deve essere la naturale continuazione del tronco.
Le radici si devono affondare dolcemente nel terreno senza lasciare antiestetici vuoti; devono suggerire all'osservatore un senso di stabilità dell'albero. Riguardo l'aspetto funzionale, che deve essere efficiente al massimo, lo scopo da raggiungere è quello di ridimensionare i condotti di trasporto dell'acqua, accorciandoli ed eliminando ai trapianti quelli troppo vecchi in modo tale
Fig. 1. Radice a fittone unico. Asportare il fittone per promuovere una radicazione orizzontale.
da avere piccole radici, quelle che effettivamente assorbono attraverso i peli radicali, nelle immediate vicinanze della base del tronco, per poter essere contenute nel vaso. Vediamo come si può presentare l'apparato radicale del materiale di partenza e che quindi non ha ancora subito interventi. La Fig. 1 mostra il caso di una radice a fittone.
Il fittone è una radice che cresce perpendicolarmente verso il basso e serve principalmente ad ancorare l'albero al terreno; da esso si dipartono le radici secondarie le quali si suddividono in radici sempre più piccole; la funzionalità di ancoraggio al terreno in un bonsai non serve, per cui il fittone può essere rimosso. Esso deve essere asportato risparmiando due o tre radici sopra il taglio.
Le radici rimaste saranno le radici principali del nostro bonsai. Nel caso non ci siano radici secondarie nelle immediate vicinanze del tronco, cioè all'inizio del fittone, l'operazione di accorciamento del fittone dovrà essere eseguita in due tempi asportando gradualmente differenti porzioni di radici, per dare la possibilità all'albero di ricostruire le radici secondarie. Nel caso che la radice a fittone sia doppia o si divida nelle immediate vicinanze del piede dell'albero, possiamo considerarci più fortunati.
Possiamo infatti accorciare drasticamente una delle due radici, mantenendo la seconda per un anno o due sino a quando un sufficiente numero di radici si sia sviluppato, Fig 2.
Fig. 2. Fittone doppio. Potare in due tempi, prima una radice fittonante e dopo 1-2 anni asportare la seconda.
Chiaramente nel lavoro di ricostruzione dell'apparato radicale, a differenza della parte aerea che può essere tenuta costantemente sotto controllo durante tutta la stagione vegetativa, si può intervenire e correggere solo una volta all'anno al momento del rinvaso in primavera prima che la pianta entri in vegetazione.
Durante i primi trapianti e rinvasi dell'albero è bene disporre le radici orizzontalmente a raggiera in modo che sin dall'inizio crescano nella posizione corretta, Fig. 3.
Fig. 3. Disporre già al primo trapianto le radici a raggiera dopo averle districate tra loro e accorciate.
Durante i successivi rinvasi si dovrà penalizzare di più con la potatura quelle radici che vanno verticalmente verso il basso e lasciare più lunghe quelle che crescono orizzontali, Fig 4.
Fig. 4. Potatura del pane radicale, accorciare di più le radici che crescono direttamente verso il basso e meno quelle che crescono orizzontalmente.
Più ramificazioni secondarie ci sono sulle radici disposte a raggiera, più queste ingrosseranno. La regola da ricordare è: più scorre la linfa, più le fibre aumentano, di conseguenza aumenta anche il volume della radice. Come al solito le regole sono fatte per non essere rispettate, così capita che un bonsai può essere bello anche se non ha una disposizione delle radici perfetta e nel suo particolare contesto, anche in assenza di radici visibili la pianta può essere attraente e interessante. Con semplici esempi cerchiamo ora di riassumere i punti fondamentali affrontati finora per rendere accettabile esteticamente il nebari.
1. Buona disposizione di radici a raggiera per uno stile eretto. Fig. 5.
2. Buona disposizione di radici per un albero con andamento inclinato del tronco, Fig. 6. P.E. La radice di destra dà un senso di stabilità e ancoraggio dell'albero che si protende a sinistra.
3. Mancanza di radici alla base del tronco, Fig. 7.
4. Radici ben disposte ma troppo piccole.Bisogna migliorare l'aspetto aumentandone il volume, Fig. 8.
5. Spazi di luce tra radice e terreno, Fig. 9.
6. Radici a monconi, derivati da una potatura errata, Fig. 10.
7. Disegno sbilanciato, radici da un solo lato Fig, 11. L"aspetto si può migliorare, praticando piccoli fori o graffiando sino al cambio la base del tronco. È necessario stimolare con ormone radicale e coprire con sabbia e torba. Un po' più difficoltoso l'innesto di radice o l'innesto per approssimazione di un giovane soggetto che dona le sue radici all'albero di cui si vuole migliorare l'aspetto.
8) Radici incrociate da evitare, Fig. 12
9) Con l'aiuto di un sasso o due posto alla base del tronco si può creare una illusione ottica, facendo apparire il piede dell'albero più grande, Fig. 13.
L'apparato radicale all'interno del vaso dovrebbe essere distribuito in modo equo in tutte le regioni del contenitore, e le radici stesse dovrebbero crescere equidistanti tra loro. Approfittare quindi del momento del trapianto per potare e diradare le radici.
Molte volte, quando le piante non sono giovanissime e soprattutto quando si tratta di conifere, è molto difficoltoso sfaldare completamente il pane radicale e quindi non è consigliabile farlo. In questi casi è preferibile asportare la porzione periferica con un grosso coltello trancia radici, oppure tagliare degli spicchi, alternando i punti di intervento negli anni, in modo da operare una rotazione. In questo modo si riesce ad asportare parte delle radici alleggerendo la zolla e a creare nello stesso tempo lo spazio per il ricambio del terreno, il tutto senza alterare troppo gli equilibri dell'albero.
Fig.5 Buona disposizione di radici a raggiera
Fig.6 Buona disposizione di radici per un albero con tronco inclinato
Fig. 7 Mancanza di radici alla base del tronco
Fig. 8 Radici ben disposte ma troppo piccole
Fig. 9 Spazi vuoti tra terreno e radici
Fig. 10 Radici a monconi
Fig. 11 Disegno sbilanciato, radici solo da una parte
Fig. 12 Radici che si incrociano
Fig. 13 Migliorare la base del tronco con il posizionamento di un sasso al piede dell'albero
Fig. 14 Disfare il pane radicale con l'aiuto di un bastoncino o di un rampino
Fig. 15 Asportazione della parte periferica del pane radicale con una grossa lama affilata
Fig 16 Asportazione parziale a spicchi del pane radicale, consigliato per le conifere
fonte: Napoli Bonsai Club
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